Sorelle e Gemelle. First Aid Kit & Watson Twins

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Prima cosa, il titolo non è un errore: sorelle sono le norvegesi First Aid Kit, gemelle le americane Watson Twins; partiamo dalle norvegesi. Il loro nuovo ( e primo) album uscirà il 25 gennaio per la Wichita. Come potete vedere dalla foto siamo di fronte a delle giovanissime, delle teenagers, dovrebbero avere 16 e 19 anni.
L’album si chiama The Big Black and The Blue ed è una piccola delizia: folk acustico, con delle armonizzazioni vocali fantastiche, belle voci che vi assalgono dai canali dello stereo sin dall’iniziale In the morning, strumentazione molto parca, chitarre acustiche, tastiere di tanto in tanto, una sezione ritmica molto discreta quando serve.
Il secondo brano, Hard Believer, è il singolo, sembrano delle creature venute da Fairyland (anche le strane chitarrine aiutano) o dalla fredda Norvegia (appunto), ma le voci si incrociano e vi donano una matura serenità, sentire per credere.

Attenzione, non sono dei fenomeni da baraccone, non hanno sicuramente l’approccio filologico delle Unthanks ma si inseriscono in quel filone di “Nuovo Folk” che dall’Inghilterra, Mumford & Sons e Fanfarlo, per citarne due a caso, e dall’America, qualcuno ha detto Fleet Foxes o Low Anthem? Mi era parso! Le ragazzine sono meno brave ma promettenti, se riusciranno a superare una certa monotonia e monocromicità nel loro sound potrebbero regalare delle belle sorprese. Nel disco non c’è ma sentitevi questa bella cover di Tiger Mountain Peasant Song dei Fleet Foxes, la stoffa c’è, le voci pure.

Non chiedetemi chi è Klara e chi Johanna Soderberg delle due sorelline, vi segnalo che hanno già pubblicato un ep Dunken Trees nel 2008, in Youtube ci sono almeno una decina di video, clip e live, tutti molto piacevoli, in brani come Winter is all over you e I met up with a king fanno capolino anche degli archi che danno una maggiore profondità alle voci delle due ragazze, che rimangono comunque le protagoniste con le loro deliziose armonizzazioni vocali.

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Le Watson Twins sono una coppia di gemelle californiane già in pista da alcuni anni, prima come collaboratrici alla pari nel delizioso (esagero?), bellissimo album Rabbit Fur Coat, attribuito, giustamente a Jenny Lewis (la bravissima leader dei Rilo Kiley) with the Watson Twins, un piccolo di gioiellino di pop-rock alternativo che avrebbe fatto la gioia degli amanti del rock californiano più raffinato (Fleetwood Mac, Steely Dan) con retrogusti di country got soul. Questo è un appetizer da quella pura delizia.

Poi si sono date alla carriera solista, prima un EP nel 2006 Southern Manners, poi nel 2008 l’ottimo Fire Songs per i tipi della Vanguard Records, trovando anche il tempo per apparire nel tributo femminile a Neil Young Cinnamon Girl con una ottima Powderfinger.

Il 2010 le vede tornare, ai primi di febbraio, con un nuovo album, anche questo molto bello, Talking to You, Talking to me, sempre su Vanguard. Ancora una volta sono le voci il grande atout di questo disco, ma gli arrangiamenti, molto curati, hanno fatto parlare addirittura di una Carole King piena di soul mista a Feist (questo nelle note per la stampa subito riportate nei media).

Io, che l’album me lo sono ascoltato per bene, non ho rilevato nulla di tutto ciò, viceversa ho rilevato una incredibile somiglianza con la prima Tracey Thorn, quella degli Everything but the Girl prima della svolta dance di Missing, moltiplicato per due voci, bellissime ed espressive. Oppure, musicalmente, lo stile di Sade (se avesse, con tutto il rispetto, una voce così bella e meno sospirosa, anche se rispetto e amo i suoi primi album, a proposito anche lei dovrebbe tornare ai primi di febbraio con un nuovo album), ma anche echi country-alternative, folk, rock, blues persino con un organo insinuante e una chitarra pungente che punteggiano il sound delle gemelle.

Le voci sono stupende, intercambiabili quando agiscono in solitario, sublimi quando armonizzano, un piccolo trionfo di puro pop, questo sì nella falsariga delle grandi Voci americane, Carly Simon, Carole King appunto, ma anche echi della California dei Beach Boys, la Natalie Merchant più gioiosamente malinconica (come dite, è un ossimoro, e chi se ne frega, è la verità). Non sto a citarvi brani, sono tutti molto belli, magari nell’attesa del nuovo cercatevi gli album precedenti. Tipo questo.

Bruno Conti

Il Concerto dell’Anno Rock and Roll Hall of Fame 25th Anniversary

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Madison Square Garden New York 29-30/10-2009 The Rock and Roll Hall of Fame 25th Anniversary

Il concerto, o meglio, i concerti dell’anno, poi ci torniamo con calma.

Per il momento vogliate gradire Bruce Springsteen & The E Street Band in una monumentale versione elettrica di The Ghost of Tom Joad con Tom Morello dei Rage Against the Machine che infila una degli assoli di chitarra più coinvolgenti della storia del rock, vedere per credere.

Bruno Conti

Ringo Starr Y Not

RingoStarr_YNot.jpgRingo Starr – Y Not – Hip-o-select/Universal

Questo simpatico signore dalla faccia buffa e familiare a chi si occupa di musica il 7 Luglio del prossimo anno compirà 70 anni.

Nel frattempo, per non farsi mancare niente pubblica il suo nuovo album solista Y Not, che uscirà in America il 12 gennaio e in Italia il 29 gennaio, credo, Nuova etichetta, scelta bizzarra quella della Hip-o-select un ramo della Universal di solito dedita alla pubblicazione delle ristampe più rare e a tiratura limitata, ma in fondo Ringo, se vogliamo è una “ristampa” vivente, di sé stesso e dei Beatles.

Ma il bello di tutto ciò è che questo CD è uno dei migliori, se non il migliore, della sua carriera: intendiamoci, niente di trascendentale ma Richard Starkey questa volta ha fatto il Ringo, come ai tempi d’oro, canzoni semplici e orecchiabili, collaboratori di vaglia, scelti ad hoc nel mare magnun dei suoi amici e collaboratori passati, presenti e futuri, un nuovo produttore, che per la prima volta ha saputo comprendere e mettere a fuoco le sue richieste ed esigenze, lui stesso!

Alla richiesta come mai avesse deciso di prodursi, per la prima volta, da solo Ringo ha risposto con una delle sue classiche e paradossali battute: “Nella mia ricerca per il produttore perfetto, una mattina mi sono guardato nello specchio e ho visto l’immagine di uno veramente figo”. Naturalmente anche la sua perfezione non ha impedito a Ringo di infilare nel nuovo album la solita “cagata”, proprio la title-track, quei classici brani irritanti ed inutili che tanto negli anni hanno fatto incazz… i fans dei Beatles, nonostante la presenza di Tina Sugandh aka Tina the Tabla Girl (o forse proprio per quello), alle percussioni indiane e al canto, ma è l’unica per fortuna, e non poi così tremenda ma in un album mediamente di buona qualità risalta come un mal di denti.

Il resto è molto piacevole, a partire dall’iniziale Fill In The Blanks, un pezzo rockeggiante scritto e cantato con il nuovo “cognato” Joe Walsh, naturalmente anche alla chitarra. Approfitto dell’occasione per ricordare che Walsh ha sposato la sorella e non la figlia di Barbara Bach, la moglie di Ringo, quindi tutto regolare niente relazioni “incestuose” come i media avevano ventilato.

A seguire una canzone molto lennoniana sia musicalmente (tipo quelle che John scriveva per Ringo), che nel testo pacifista e visionario, Peace Dream, cantata anche molto bene, dopo tutti questi anni sembra persino intonato (ah dimenticavo, il bassista è tale Paul McCartney). Proseguendo in questo tuffo nella memoria The Other Side Of Liverpool, un bel pezzo dal drive rockeggiante con chitarre e batteria sugli scudi, che ricorda che la sua gioventù non è stata tutta rose e fiori, non è nato uno dei Beatles, lo è diventato.

Il pezzo più bello, scritto e arrangiato con Van Dyke Parks, Walk with you vede ancora la presenza di Paul McCartney che duetta con Ringo in un delizioso quadretto che più Beatlesiano non si può, la migliore canzone della carriera di Ringo? Potrebbe essere!

Non so l’esatta collocazione dei vari ospiti nei rispettivi brani, ma al disco collaborano oltre a quelli citati altri artisti di notevole caratura: dal tasterista degli Heartbreakers di Tom Petty Benmont Tench, passando per l’Eurythmic Dave Stewart, dalla violinista Ann Marie Calhoun nella bella Time, passando per Richard Marx e Ben Harper, e ancora Glenn Ballard e Gary Nicholson. Chi altro? Edgar Winter sax e fiati, Don Was al basso, ma ce ne sono molti altri.

Ciliegina sulla torta, Joss Stone e quando inizia a cantare nella conclusiva Who’s Your Daddy, si riconosce subito, una voce potente e grintosa (la classica “voce della Madonna”), la ragazzina inglese è veramente brava. Ma tutto il disco è molto bello, con un suono chitarristico, gli assoli si sprecano nei vari brani, i cori degli ospiti sono assai centrati, Ringo canta bene, una piacevole sorpresa ovviamente destinata soprattutto ai fans dei Beatles. Finalmente un disco nuovo con dieci canzoni “nuove”, classic rock, daddy rock, fate voi, comunque piacevole.

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Bruno Conti

The Best Of 2009 Ancora Classifiche. Il Gigante e i “nanetti” presunti

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Ancora un po’ di classifiche in questa fine anno che si avvicina velocemente (sempre in attesa delle riviste di “settore” italiane che usciranno ad inizio 2010).

Rolling Stone Best Albums of 2009

1) U2 – No Line On The Horizon

2) Bruce Springsteen – Working On A Dream

3) Phoenix – Wolfgang Amadeus Phoenix

4) Jay Z – The Blueprint 3
5)Green Day – 21st Century Breakdown
6) Dirty Projectors – Bitte Orca
7) Neko Case – Middle Cyclone
Al sottoscritto questo disco è piaciuto molto, ad altri meno, mi sentirei di consigliarvelo, una delle migliori “voci” in circolazione.
8) The-Dream – Love vs Money
Mai sentito, confesso la mia ignoranza!
9)The XX – The xx
10) Sonic Youth – The Eternal
What? No Animal Collective! La cosidetta Bibbia del Rock (‘na volta) scompagina un po’ le carte con delle scelte meno radicali di altre poll di fine anno (comunque “Essi” ci sono, al 14° posto).
Nel titolo si diceva di “nanetti”: ovviamente mi riferivo agli innumerevoli blog (questo compreso, a proposito se volete mandate la vostra lista dei preferiti, una più una meno!) che si occupano di musica. Ne ho scelti un paio a capocchia…no, non è vero, scelti in base a determinate caratteristiche che andiamo ad elencare.
Questo, un titolo un programma, www.besteveralbums.com solo per il fatto di avere avuto la pazienza di calcolare i “migliori dell’anno” tra 1.400 classifiche (dicono loro) si merita una citazione.
Al numero uno la mia nemesi Animal Collective Merriweather Post Pavilion, al numero due Muse The Resistance (e questa è un po’ una sorpresa), al numero tre Yeah Yeah Yeahs It’s Blitz. Gli altri, se volete, ve li andate a vedere.
Questo in effetti non è un blog, è il Sito per eccellenza delle vendite on line di musica, Amazon. Loro che dicono?
Top 100 Amazon Picks (non temete, solo i primi 5)
1) Neko Case – Middle Cyclone (Oh Perbacco!)
2)Yeah Yeah Yeahs – It’s Blitz
3) Phoenix – Wolfgang Amadeu Phoenix
4)The Pains Of Being Pure At Heart – The Pains of Being Pure At Heart
Non conosco ma indagherò, nome e titolo mi intrigano
5) Avett Brothers – I and Love and You
Questo conosco, molto bello, prodotto da Rick Rubin, controllare prego.

Per finire, da un altro blog, www.rollogrady.com, chi cacchio sono? Non so ma sembra interessante! Hanno chiesto ad oltre sessanta artisti la loro lista di fine anno. Quella di Angus and Julia Stone (peraltro bravissimi) recita così:1) Iron and Wine – The Sheperd’s Dog 2) Doveman The Conformist 3)Mumford and Sons – Sigh No More (meno male qualcuno che apprezza!). Brantley Senn dei Dead Confederate from Athens, Georgia e che fanno del sano alternative southern rock (definizione coniata al momento), ha invece citato… Al numero 1) Vic Chesnutt – At The Cut, un giusto omaggio, 2) Mastodon Crack The Skye 3) Flaming Lips Embryonic. Se vogliamo, tutte queste liste sono l’occasione per scoprire anche nomi nuovi da ascoltare, quindi studiate, miei cari signori e signore, studiate.

Bruno Conti

Jackie Oates Hyperboreans

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Jackie Oates – Hyperboreans (One Little Indian)

Se avete 15-20 euro da spendere e vi è piaciuto il disco delle Unthanks!

Si chiama Shruti! Quella specie di Box che suona Jackie Oates (per prevenire le domande).

Bruno Conti

Vic Chesnutt R.I.P. 1945-2009

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James Victor “Vic” Chesnutt (12-11-1964 Zebulon, Georgia/ 25-12-2009 Athens, Georgia)

Silenziosamente e discretamente come ci aveva sempre abituato, se ne è andato il pomeriggio del giorno di Natale, Vic Chesnutt, cantautore e musicista di quell’America “minore” ma non per questo meno valida. Costretto su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente automobilistico avvenuto nel 1983 ha saputo costruirsi una carriera costellata di piccoli “capolavori” di equilibrii sonori, sempre in bilico tra un rock sbilenco e malinconico e una forma cantautorale molto “indie” ma capace di impennate improvvise.

Aiutato agli inizi da Michael Stipe che è stato un po’ il suo mentore nei primi album ha poi realizzato una lunga serie di album che sono culminati nella pubblicazione di due CD a breve distanza l’uno dall’altro in questo 2009 che sta per finire e quindi mai avrebbero lasciato presagire la sua improvvisa scomparsa (ma amici e familiari forse conoscevano una storia diversa).

Questi due album, At The Cut e Skitter On Take-Off rimangono il suo testamento sonoro, specialmente il primo, uno dei migliori della sua lunga discografia.

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Bruno Conti

Le 500 Più Grandi Canzoni Di Tutti I Tempi Secondo La Rivista Rolling Stone Parte III

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Visto che piace passiamo alla terza puntata, brani sempre straordinari, le posizioni possono essere opinabili, ma è difficile sbagliare! In questo giro ho inserito anche i testi delle canzoni, se volete farvi una cantatina!

21) Bruce Springsteen – Born to Run

Pensavo meglio, ma non poteva mancare il Boss. Tra l’altro proprio in questi giorni mi sto sparando la registrazione video del concerto per il venticinquennale della Rock and Roll Hall of Hame al Madison Square Garden (non c’è in commercio!) e la parte con Sprinsgteen è stellare: duetti con Sam Moore, Darlene Love, John Fogerty e una versione di The Ghost of Tom Joad, elettrica e tiratissima, dove Tom Morello estrae dal cilindro un assolo di chitarra “galattico”, meraviglioso, da lasciare senza fiato. Magari in un altro post vi faccio il resoconto del concerto. Questa è la versione di Born to Run da Glastonbury di quest’anno.

22) Ronettes – Be My Baby
23) Beatles – In My Life
Una delle mie preferite in assoluto tra quelle di John Lennon, seconda solo a A Day in The Life, punta massina dell’arte dei Beatles, di cui nell’ultimo anno Jeff Beck ha realizzato una straordinaria versione strumentale, che si candida a miglior brano dell’anno in quella categoria.
Visto che il video della versione dei Beatles lo avevo giè inserito nel mio tributo a John Lennon per l’anniversario della morte, vi presento questa piccola chicca di una cantatutrice canadese emergente (anche Emmylou Harris ne ha fatta una cover bellissima).
testo-in-my-life.html (ovviamente non è di Ozzy Osbourne! E’ un refuso di chi ha inserito il testo)
24) The Impressions – People Get Ready
Curtis Mayfield, uno dei grandi “geni” della musica nera americana!
25) Beach Boys – God Only Knows
Beatles – A Day In The Life
Questa, a mio parere, doveva essere nei top 5. Come vi dicevo Jeff Beck ne fa una versione straordinaria, eccola! Occhio alla ragazzina al basso!
27) Derek and The Dominos – Layla
Eric Clapton (con Duane Allman) ai suoi vertici massimi.
Visto che non c’è un filmato di Layla con il gruppo originale, questi sono Derek & The Dominos nello show di Johnny Cash con Carl Perkins!
28) Otis Redding – (sittin’ on) The Dock of the Bay
Mr. Pitiful himself.
29) Beatles – Help

30) Johnny Cash – I Walk The Line
Prossima puntata, parte quattro.
Bruno Conti

Santa Claus Is Coming To Town? Chiedetelo A Lui!

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Per me è la migliore di Natale di tutti i tempi! Sono d’accordo!

Anche i pupazzi di neve che parlano, ma dove li trovate?

Se volete approfondire questa mi sembra la miglior lista, anche se…

Se siete insaziabili e volete ulteriormente approfondire in questo sito c’è qualsivoglia tipo di classifica, voi la pensate loro la fanno.

Christmas-Pop.html

Partendo dal Natale potete trovare le migliori canzoni di protesta, sull’amicizia, sui “Venerdì”!?!, sui nomi di ragazza, su halloween, ma anche country, disco, rock and roll, psichedelia, SPQA, Sono Pazzi Questi Americani. Buon Natale…numero 2

Bruno Conti

Le 500 Più Grandi Canzoni Di Tutti I Tempi Secondo La Rivista Rolling Stone Parte II

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Visto che siamo a fine anno, è tempo di bilanci, non è che le classifiche del meglio del 2009 siano così fantasmagoriche, consoliamoci ancora con le 500 più grandi canzoni di tutti i tempi scelte dalla rivista Rolling Stone nel 2004, quindi vai con la seconda puntata, posti dal n° 11 al numero 20 con relativi video, ove possibile sempre sfiziosetti.

11) The Who – My Generation

12) Sam Cooke – A Change is Gonna Come
Leggetevi il testo, uno dei più significativi della storia della musica “pop nobile” e poi, a seguire, la versione originale di Sam Cooke e una strepitosa cover del Rev. Al Green.
13) Beatles – Yesterday
Versione di gruppo con giapponesi in overdrive
14) Bob Dylan – Blowin’ In The Wind
Versione classica, in bianco e nero d’ordinanza, quel presentatore ce lo potevano risparmiare (c’erano già, allora nel 1963).
15) Clash – London Calling
Sono passati trent’anni dall’uscita dell’album omonimo che conteneva questo brano, ieri, 22 dicembre, era il settimo anniversario della morte di Joe Strummer (passa il tempo) e la rivista Rolling Stone si ostina a definirlo il più grande album degli anni’ 80 nonostante sia uscito nel dicembre del 1979. Rimane un brano grandissimo e questo è “Il Video” (nonostante la scritta di presentazione Punk Rock 1977).

16) Beatles – I Want To Hold Your Hand
17) Jimi Hendrix – Purple Haze
Il più grande chitarrista nella storia della Galassia!
18) Chuck Berry – Maybellene
Occhio allo scatto del presentatore!
19) Elvis Presley – Hound Dog
20) Beatles – Let It Be
Questa è “la versione”
Fine della seconda parte, prossimamente la terza parte, poi vediamo.
Bruno Conti

The Best Of 2009 “Gli Altri”

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Proseguiamo nella nostra scorribanda sul meglio dell’anno.

NEW MUSICAL EXPRESS Best Album Of 2009

1) The Horrors – Primary Colours

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Belle pettinature, ma i Joy Division erano un’altra cosa

2) The XX – The xx

3) Yeah Yeah Yeahs – It’s Blitz

4) Wild Beasts – Two Dancers

5) Animal Collective – Merriweather Post Pavilion

Se non altro a furia di inserirlo ho imparato che Pavilion si scrive con una L sola

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Q THE BEST OF 2009

1) Kasabian -West Ryder Pauper Lunatic Asylum

Una variazione sul tema!

2) Florence and the machine – Lungs
3) Yeah Yeah Yeahs – It’s Blitz
4) Animal Collective – Merriweather Post Pavilion
Una accoppiata che non manca mai, ai posti 3 e 4
5) Manic Street Preachers – Journal For Plague Lovers

Un’altra new entry, bella canzone e bel video
Last but not least SPIN Magazine Best Of 2009
1) Animal Collective – Merriweather Post Pavilion
Riconosco le sconfitte, ma continuo a non capire!
2) Yeah Yeah Yeahs – It’s Blitz!
Vanno in coppia, come Stanlio e Olio!
3) Phoenix – Wolfgang Amadeus Phoenix
4) Grizzly Bear – Veckatimest
5) Girls – Album

P.s. Ma Billboard?

1) Jay Z- The Blueprint 3  2) Yeah Yeah Yeahs – It’s Blitz  3) Animal Collective – Merriweather Post Pavilion

Secondo me si copiano!

Bruno Conti