Un Piccolo Supergruppo! Red Horse – Gilkyson, Gorka & Kaplansky

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Red Horse – Eliza Gilkyson, John Gorka, Lucy Kaplansky – Red House Records

Ogni tanto i cantautori hanno la tendenza a unire loro forze e soprattutto le loro voci per creare dei gruppi o (super)gruppi di musicisti: i primi sono stati Crosby, Stills & Nash (e Neil Young) ma poi negli anni, non frequentemente, capita che alcuni di loro decidano di creare dei dischi a “più voci”. Gli ultimi della serie sono questi Red Horse (che è anche il nome di uno dei capi Sioux che parteciparono alla battaglia del Little Bighorn, quella del Generale Custer per intenderci), ma in anni recenti c’erano stati anche i Redbird (Kris Delmhorst, Jeffrey Foucault e Peter Mulvey) autori di un bellissimo disco nel 2005 e, prima ancora, nel 1998 i Cry Cry Cry (di nuovo Lucy Kaplansky, che è quindi recidiva, con Richard Shindell e Dar Williams). Tanto per citarne un paio.

La formula è variabile, anche se prevale leggermente quella delle due voci femminili con un pard maschile, i risultati sono spesso assai soddisfacenti, come è il caso di questo Red Horse, pubblicato, per assonanza, dalla Red House nel mese di luglio del 2010.

Sono quei “piccoli” dischi di musica prevalentemente acustica, di derivazione folk, che spesso ti danno della grandi soddisfazioni.

I nostri tre amici sono ormai dei signori sulla cinquantina con una gloriosa carriera di nicchia alle spalle e, tra tutti e tre, hanno pubblicato, giustamente, quasi una cinquantina di dischi, oltre ad innumerevoli collaborazioni e partecipazioni a dischi di altri e degli altri (soprattutto John Gorka e Lucy Kaplansky la cui carriera si è incrociata più volte).

Il termine tre ricorre spesso in questo disco: ognuno ha scritto tre pezzi e ci sono tre cover, inoltre le voci si amalgano splendidamente in armonie vocali a tre voci (alla C S N per capirci). Per completare il summit di “cervelloni” i dipinti in copertina del disco sono di Tom Russell. Il disco si apre, simbolicamente, con una fantastica cover version di uno dei capolavori di Neil Young, I Am A Child, cantata da Eliza Gilkyson e con le voci degli altri due che si armonizzano alla perfezione, su un tappeto di percussioni, una chitarra acustica ed una elettrica a creare un sound che fa della semplicità la sua arma vincente.

L’altra particolarità del disco è che ognuno canta le canzoni scritte dagli altri, con tre eccezioni (vedete che il tre ritorna): una è Scorpion firmata e cantata da Lucy Kaplansky, con il supporto fondamentale della chitarra elettrica di Duke Levine, compagno di tante canzoni di Mary Chapin Carpenter, il suono è sempre molto “caldo” e amichevole e le voci riempiono gioiosamente i canali del nostro stereo. Oltre a tutto da quello che mi è dato capire leggendo tra le righe nelle note del disco (che sono sempre importanti e non nozionistiche perchè ti illustrano le caratteristiche della musica), sembrerebbe che i tre non abbiamo registrato il disco insieme, visto che a seconda dei brani si parla di additional recordings fatte in Texas (patria adottiva della Gilkyson, che ha registrato; per inciso, anche un bel Live At Austin City Limits) o in quel di New York (per gli altri due) a seconda di chi è la voce guida nei singoli brani.

Red Horse che dà il titolo alla raccolta, scritta dalla Gilkyson, è suonata e cantata in solitario da John Gorka, con la sua bella voce alla Eric Andersen, solo un minimo di armonie in questo caso a due voci. proseguendo nell’interscambio Promise me scritta dalla Kaplansky è cantata dalla Gilkyson, che in questo brano ha una voce che ricorda vagamente quella della Alanis Morissette meno feroce, con l’accompagnamento minimale di una elettrica e di una pedal steel e qualche percussione, oltre alle voci di Gorka e Kaplansky, meno in evidenza rispetto ad altri brani. Don’t mind me, Kaplansky per Gorka, con un bell’organo di supporto ha una andatura più vivace mentre Sanctuary firmata dalla Eliza per Lucy Kaplansky è l’unico brano che si avvale solo dell’accompagnamento di un solitario pianoforte oltre alle immancabili voci di supporto.

Coshieville è un brano scritto da un poeta e cantautore scozzese minore, tale Stuart McGregor, scomparso una quarantina di anni fa e che faceva parte del repertorio del grande folksinger Archie Fisher, qui presente in una bella versione cantata da Gorka. Blue Chalk scritta da Gorka è uno dei brani più belli di questo disco, cantata dalla Kaplansky con la sua bellissima voce leggermente nasale e ben supportata dalla Gilkyson e dalla chitarra di Levine, mentre il ruolo di Gorka è più marginale. Molto bella anche Forget To Breathe di John Gorka cantata dalla Gilkyson la cui voce è quasi interscambiabile con quella della Kaplansky che armonizza naturalmente anche in questo brano. If These Walls Could Talk è l’inedito composto e cantato da Gorka, con un banjo aggiunto alla solita acustica, se volete investigare sull’opera del cantautore, il bellissimo So Dark You See dello scorso anno potrebbe essere un ottimo punto di partenza.

Non dimentichiamo che, pur restando il folk il punto di partenza per tutti e tre, spesso gli arrangiamenti dei loro dischi hanno un suono molto più pieno ed “espansivo” rispetto a questo Red Horse. Torniamo al disco: penultimo brano Walk Away From Love è il brano scritto e cantato dalla Eliza Gilkyson, una bellissima dolce ballata dolente caratterizzata dallo struggente suono del violino nelle mani dell’ottimo Warren Hood e dal dobro di Mike Hardwick che danno alla canzone un country flavor molto peculiare.

Come si usa dire “Last but not least” una bellissima versione del traditional Wayfaring stranger, con Levine che suona qualsiasi tipo di strumento a corda e Lucy Kaplansky che guida le voci dei suoi due amici verso vette di armonizzazione vocale di grande fascino e conclude in gloria un piccolo grande disco. Per chi ama le emozioni semplici e dirette e la buona musica.

Bruno Conti

Un Piccolo Supergruppo! Red Horse – Gilkyson, Gorka & Kaplanskyultima modifica: 2010-08-07T19:34:00+02:00da bruno_conti
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