Un Altro Carneade? Darren Hanlon – I Will Love You At All

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Darren Hanlon – I Will Love You At All – Yep Rock Usa 21-09-2010

Nella mia indefessa ricerca di nuovi “chi è costui o chi sono costoro?” mi sono imbattuto in questo Darren Hanlon, musicista australiano, ma nato in Inghilterra, che ha già una sostanziosa discografia australiana alle spalle (tre album e vari Ep e singoli oltre ad una militanza nei “notissimi” Simpletons). Questo è il suo disco di esordio per il mercato americano ed uscirà a settembre per la Yep Rock, chissà che non approdi anche sugli scaffali dei negozi italiani, nel frattempo è già disponibile per il dowload digitale.

Come avrebbero detto (anzi, come dissero!) i Groundhogs intitolando un loro disco Who Will Save The World? – The Mighty Groundhogs” con tanto di finto fumetto in copertina dove si presentano come improbabili Supereroi, probabilmente, anzi sicuramente, questo disco non salverà il mondo però e piacevole e divertente, rilassante perfino.

Hanlon non è un genio della musica ma, conoscendo i suoi limiti, e i suoi meriti, crea questi dischi zeppi di vignette buffe, con accompagnamenti musicali scarni (chitarre acustiche ed elettriche, banjio, ukulele che suona lui stesso, una spruzzata di pian) ma che vedono la presenza di ben quattro batteristi diversi tra cui Rachel Blumberg, collaboratrice di Bright Eyes, Decemberists, She & Him, che canta pure) e diverse voci femminili a duettare con il nostro amico.

Il risultato finale ricorda il sound dei Violent Femmes più riflessivi, oppure di Billy Bragg o dei Magnetic Fields che guarda caso hanno tutti fatto dei tour con Hanlon! Ma il nome magico che mi è girato in testa per parecchio tempo (sapete quando ce l’avete lì sulla punta della lingua ma non vi viene, per non usare paragoni più scurrili), dicevamo di questo nome, lo sparo? Jonathan Richman, ecco l’ho detto! Quello della fine anni ’70, non quello più rocker del primo album con i Modern Lovers, uno degli inventori del cosiddetto indie-folk che imperversa ancora ai giorni nostri.

I brani hanno quel ritmo da simpatica filastrocca pop-folk-rock come evidenziato per esempio dal singolo (e video) All These Things, introdotto da un ukulele sbarazzino, sostenuto da una gentile voce femminile i due duettano su temi di improbabili extraterrestri e poi partono per la tangente ben sostenuti dal pianoforte, una sezione ritmica presente ma non invadente e coretti deliziosi, potrebbe andare anche sulle nostro radio o diventare un tormentone di qualche spot, take a look!

Ma il nostro amico sa essere anche raffinato, malinconico e raffinato come nella lunga House, che inizia con un soffuso accompagnamento di una elettrica appena sfiorata e poi si lancia in un crescendo musicale per certi versi sorprendente ma di grande impatto sonoro con la batteria padrona della scena con le sue improvvise accelerazioni e sparizioni in un perfetto equilibrio musicale, che dire? Molto bello, è bravo questo Darren Hanlon!

Se volete ulteriormente approfondire questa è la pagina del sito Yep Rock dedicata all’album con informazioni e streaming vari album.php?id=15175.

Senza voler essere didascalici in una disamina brano per brano e senza dimenticare l’importanza del produttore Adam Selzer (lo stesso, guarda caso di Decemberists, She And Him, M Ward) vorrei ricordare ancora il piacevole duetto quasi country di If Only my heart was made of stone con la citata Blumberg e le derive da perfetto folksinger (fuori di testa, molto alla Richman ma anche il primo Loudon Wainwright III e John Prine balzano in mente) in un brano che è un manifesto già dal titolo, Folk Insomnia, qui alla radio australiana ma anche in video watch?v=6ABnwTVv_Pw.

Essendoci un brano intitolato House (e visto il tipo) ne poteva mancare uno intitolato Home? Certo che no ed è altrettanto bello e delicato, con un piccolo arrangiamento di archi ed un sorprendente, ma mica poi tanto, senso della melodia che ti entra in testa e lì rimane.

Visto il personaggio il brano che segue è un bel rocker alla Modern Lovers intitolato Buy me presents, breve e divertente con tanto di assolo di sax in puro stile R&R.

Il resto ve lo lascio scoprire. Come si diceva, non salverà il mondo, ma lo renderà un po’ migliore per una quarantina di minuti.

Sto sentendo il nuovo David Gray, Foundling, bello e il nuovo Richard Thompson Dream Attic, molto, ma molto bello (ma non è un caso) e, tra le piacevoli sorprese, quello di Frazey Ford Obadiah (oltre a una valanga di altri). Nei prossimi giorni riferisco, sempre che all’ultimo minuto non se ne aggiunga qualche altro, così quando tornate dalle vacanze avete abbondante materiale di lettura.

Bruno Conti

Un Altro Carneade? Darren Hanlon – I Will Love You At Allultima modifica: 2010-08-17T19:37:00+02:00da bruno_conti
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