Vecchie Glorie 3. Huey Lewis And The News – Soulsville

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Huey Lewis And The News – Soulsville – Proper/Ird

Gli anni passano per tutti ma questo 3° capitolo dedicato alle “vecchie glorie” ci porta buone nuove, anzi ottime, questo nuovo capitolo della saga di Huey Lewis & The News Soulsville, è uno dei migliori della loro storia. Si tratta di un grande album in tutti i sensi: nella loro discografia, nelle uscite di quest’anno, negli omaggi dedicati alla soul music, dovunque lo mettiate fa il suo figurone. Come potete vedere dalla foto i nostri amici non sono più propriamente di primo pelo, a parte Huey Lewis (che potrebbe fare una gara di sopracciglie con Elio, non saprei chi vincerebbe) e il batterista Bill Gibson che hanno stipulato un piccolo patto con il Diavolo (piccolo perché invecchiano sì, ma con grazia) gli altri mostrano gli anni, qualcuno se ne è andato, alcuni per sempre, ma dopo nove anni di silenzio dal precedente Plan B (che francamente non era un granché) sono tornati con il loro nono album.

Registrato ai mitici Ardent Studios di Memphis con la supervisione di Jim Gaines che era uno degli ingegneri del suono originali degli Stax Sudios (e produttore in tempi recenti di Lance Lopez e Ana Popovic di cui vi ho parlato in questo Blog, ma anche in passato di Santana, Stevie Ray Vaughan, Blues Traveler, gli stessi Huey Lewis & The News e una miriade di altri, se volete controllare nel suo sito la lista è impressionante gcredits.html). Quattordici brani scelti con certosina pazienza tra l’immane catalogo della Stax, cercando per quanto possibile di non cimentarsi con i pezzi da novanta di quel repertorio o con i pezzi già rifatti mille volte. Il risultato, come già detto, è fantastico, nulla a che vedere con Four Chords £ Several Years Ago il disco del 1994 che partiva più o meno dalle stesse premesse ma che in fase di esecuzione, visto in prospettiva, è un pallido fratello di questo Soulsville.

Huey Lewis ha sempre avuto nel suo DNA l’amore per questo tipo di musica (e per il rock) dai tempi dei Clover,il suo primo gruppo, nato in California ad inizio anni ’70 e poi trasferitisi in Inghilterra nel periodo del pub-rock a metà anni ’70 e presi in prestito da Elvis Costello (che non aveva ancora gli Attractions) per registrare il suo primo album, My Aim Is True (gran disco, detto per inciso). Tornato negli States a fine decade, fondendo parte dei Clover con i Soundhole nascono Huey Lewis and The News. Per non farla molto lunga (ma ci sarebbero altre cose interessanti da dire) il gruppo diventa uno tra i più rappresentativi (loro malgrado) degli anni ’80, dischi come Sports (7 milioni di copie) e Fore (3 milioni) hanno venduto a vagonate e canzoni come Heart and soul, This Is It, I Want a New Drug, The Heart of Rock & Roll e, soprattutto, The Power of Love, sono rimasti (con i loro video in heavy rotation su MTV) nell’immaginario collettivo di quegli anni.

Ma questi signori facevano dell’ottima musica, al di là dei successi, intrisa di R&R, Blues, Soul e R&B. E non hanno perso il vizio. Prendete una manciata di classici, munitevi di un coro di voci femminili, imprescindibili se vuoi fare della musica soul (pensate alle Raelettes di Ray Charles o alle Sweet Inspirations di Aretha Franklin), aggiungi una serie di fiati, una sezione ritmica agile ma anche rocciosa, tastiere e chitarre a volontà, un cantante anche con il pallino dell’armonica, shakera il tutto e il risultato è questo Soulsville.

Oltre a tutto in questi anni in cui non hanno prodotto nuovi dischi hanno continuato a suonare dal vivo e la voce di Huey Lewis ha acquisito una patina di vita vissuta che aggiunge ulteriore fascino al suono del disco, ora più pimpante, ora più riflessiva ha una maturità e una consapevolezza nei propri mezzi che mi ha ricordato per certi versi quella di Peter Wolf che qualche mese ci ha regalato un fantastico disco intitolato Midnight Souvenirs pochi-ma-buoni-peter-wolf-midnight-souvenirs.html. Questo di Huey Lewis è molto più soul oriented ma le coordinate sonore sono quelle.

Qualche titolo? L’iniziale Don’t Fight It, in un florilegio di fiati, tastiere e voci femminili non ha nulla da invidiare all’originale di Wilson Pickett (beh forse la voce, “The Wicked Pickett” era un n.1). Got To Get You Off My Mind e poche tracce dopo, Cry To Me, peraltro bellissime entrambe, vengono però dal repertorio di Solomon Burke che come sappiamo non ha mai inciso per la Stax, quindi qui hanno barato, ma vuoi stare a spaccare il capello (tra l’altro i brani e i relativi coretti femminili ti comunicano una gioia e una solarità incredibili, ho fatto anche la rima). Free, bluesatissima e con una slide minacciosa, un basso poderoso e ancora fiati e coriste in overdrive è ancora magnifica.

E che dire di Respect Yourself (questa come Cry To Me è famosissima): la facevano gli Staples Singers e la parte che fu di Mavis Staples in questa versione la fa una certa Dorothy Morrison, vocalist fantastica che ai più non dirà molto ma è stata l’autrice di Oh Happy Day, un brano che ha venduto fantastiliardi di copie nella versione degli Edwin Hawkins Singers e che ogni Natale allieta le nostre festività, lei, per dirla con un eufemismo, ha una voce della Madonna (non la cantante).

Di Cry To Me vi ho già detto, una delle più belle canzoni soul di tutti i tempi e questa versione non le reca certo danni, anzi! Just One More Day forse non era una delle canzoni più conosciute di Otis Redding, ma sicuramente una delle più belle, la quintessenza del suono Stax e della musica Soul e questa versione di Huey Lewis le rende sicuramente il giusto omaggio (anche se Otis era Otis!).

Never Found A Girl era di Eddie Floyd, Little Sally Walker era di Rufus Thomas, sincopatissima ma non me la ricordavo proprio (anche se ho tutti e tre i cofanetti dei singoli della Stax), comunque c’è, volume 1, cd 4, brano 19, ho verificato. Just The One (I’ve Been Looking For) era di Johnnie Taylor ma sono tutte belle non c’è una scarsa, da scoprire assolutamente e poi, volendo, tornare a scoprire agli originali.

Questa è Soulsville un omaggio a quella etichetta magica, senti che roba!

Disco propedeutico quindi, ma bello di suo, e diciamolo!

Bruno Conti

Vecchie Glorie 3. Huey Lewis And The News – Soulsvilleultima modifica: 2010-10-25T19:48:00+02:00da bruno_conti
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