Down In New Orleans. “Treme” Music From The HBO Original Series

treme soundtrack.jpg

 

 

 

 

 

 

 

Treme – Music From The HBO Original Series – Season 1 – Geffen/Universal

Quest’anno ad agosto saranno sei anni dal devastante passaggio dell’uragano Katrina sulla città di New Orleans, le cicatrici e le ferite sono ancora evidenti nella città della Lousiana ma lo spirito indomito dei suoi abitanti sta cercando di ricreare la “magia” di una delle metropoli della musica più importanti e più famose al mondo.

Se volete avere un’idea del patrimonio musicale della Crescent City l’idea di acquistare questo CD potrebbe essere veramente azzeccata. Contiene 19 brani tratti dalle musiche che appaiono nella colonna sonora di questa serie televisiva dedicata ad uno dei quartieri più popolari della città, Treme o Faubourg Tremé nella sua accezione francese. In questa sequenza di brani possiamo trovare alcuni dei musicisti e delle canzoni che hanno fatto la storia di questo vecchio insediamento francese tramutato nel corso dei secoli in uno dei melting pot più eccitanti del pianeta.

Si tratta di materiale registrato nella quasi totalità appositamente per questo progetto. Una delle eccezioni è proprio il brano che apre questa raccolta: The Treme Song (Main Title Version) è un brano scritto nel 1999 da John Boutté (e pubblicato, in una versione più lunga, nel 2003 nel suo CD autoprodotto Jambalaya) che temo pochi al di fuori di parenti, amici e contigui conoscano. La versione che viene presentata in questo album in pochi secondi ci fa tuffare subito nella musica della città, divertente e semi bandistica mescola subito soul, rock, r&b, blues e gospel come meglio non si potrebbe, divertente e coinvolgente, con fiati e voci impazziti è New Orleans Sound doc.

Ma anche la street music (proprio in senso letterale, registrata per le strade della città) di Feel Like Funkin’ It Up della Rebirth Brass Band, ci illustra il lato funky e bandistico contemporanente, con i fiati in fibrillazione della storica formazione in attività dal 1983 e illustra uno degli eventi che vi potrebbe capitare di osservare (e ascoltare) camminando per le strade e che raramente era stata registrata per i posteri.

The New Orleans Jazz Vipers con la voce vissuta di Joe Braun a guidarli ci introducono alle gioie della musica jazz più tradizionale, quella del grande Satchmo di cui Braun è un più modesto (ma efficace) epigono, anche se suona il sax e non la tromba c’è comunque chi provvede. Il brano è quasi una esortazione, I Hope You’re Comin’ Back To New Orleans, ma molti dei più poveri e indigenti non potranno tornare più!

Skokiaan è un brano degli anni ’50 che anche il grande Louis Armstrong registrò nel lontano 1954 e prende lo spunto da un brano scritto da un musicista originario della vecchia Rhodesia (ora Zimbabwe) nella sua miscela di musica popolare africana, trombe squillanti e ritmi carnevaleschi a tempo di marcia per raccontare la storia di questo Skokiian che è un tipo di liquore “bootleg” e quindi illegale (per noi appassionati di musica un bootleg è una registrazione pirata ed illegale, ma bramatissima in quanto rara ed inedita, ma in effetti il termine origina dai vari liquori “illegali” che venivano prodotti e commercializzati ai tempi del proibizionismo). Divertente e coinvolgente come tutta la musica contenuta in questo album.

Ooh Poo Pah Doo è un vecchio classico di Jesse Hill che ai tempi fu uno dei rari successi del musicista che incideva per la storica Minit records. Il Produttore dei tempi era Allen Toussaint e Hill aveva suonato anche nei gruppi di Professor Longhair e Huey “Piano” Smith, due icone della musica della città. Questa versione è suonata da Trombone Shorty e James Andrews, ma per quanto divertente e coinvolgente l’originale (come sempre) era meglio.

John Mooney che è un cantante e chitarrista slide bianco (ma bianchi e neri convivono alla grande in questo progetto) di gran talento interpreta un brano scritto da un altro bianco, l’ottimo Grayson Capps di cui vi consiglio qualsiasi album vi capiti di trovare (sono tutti belli): Drinka Little Poison (4 U Die) in questa versione con la Soul Rebels Brass Band diventa un esuberante blues fiatistico ad alta gradazione alcolica. I Free Agents Brass Band mescolano al loro funky fiatistico anche degli elementi hip-hop e in questa We made it through that water lo sopporto anche se c’entra poco con il brano e con il progetto musicale tutto, ma la modernità (quale?) vuole così! Shame Shame Shame in origine era un brano del repertorio di Smiley Lewis uno dei rivali più sfortunati del grande Fats Domino che sembrava godere nel fare delle cover dei brani di Lewis e portarli al successo a scapito delle versioni del buon Smiley. Questa versione “parodistica” del brano cantata da uno degli attori della serie televisiva Steve Zahn è divertente e suonata bene ma i veri cantanti sono altri.

My Indian Red è il contributo di Dr.John a questo disco, un brano tradizionale preso dalla musica popolare “indiana” (nel senso di Mardi Gras Indians) e trasformato dal dottore in un frizzante tributo alla musica di New Orleans e a sé stesso, con citazioni varie di brani classici. La voce resiste bene nonostante l’età e le mani volano sul piano come sempre, mentre fiati e coristi fanno il loro dovere. Ancora una volta rilevo l’impressionante somiglianza tra la voce di Mac Rebennack e quella di Leon Russell, veramente impressionante, due gemelli separati alla nascita.

Torna John Boutté con la New Birth Brass Band per la solenne e fiatistica con ampie spruzzate gospel, At The Foot Of Canal Street con trombone d’ordinanza a portata di mano. Poteva mancare almeno un super classico della musica degli anni ’50? Certo che no e visto che, giustamente, nessuno si è sentito di rifarla, vai con la versione originale di Buona Sera (proprio quella, Buonasera signorina!) cantata dall’insuperato Louis Prima.

New Orleans Blues è un tributo ad un altro dei grandi musicisti di New Orleans, quel Jerry Roll Morton inventore del ragtime e tra i più grandi pianisti e compositori del ‘900. Esatto, per i profani, quello della musica della Stangata. Qui viene eseguita dal pianista Tom McDermott e dalla violinista Lucia Micarelli (ma gli italiani arrivano dappertutto) la sua tipica composizione New Orleans Blues. La Micarelli rimane anche per la successiva I Don’t Stand A Ghost Of A Chance With You un tipico brano da crooner (scritto ed interpretato all’origine da Bing Crosby) e qui cantato, onestamente, dall’attore Wendell Pierce. Il brano è famosissimo e se vi sembra che assomigli a certe cose più romantiche di Tom Waits, mi sa che è proprio così.

Seguono altre due versioni del brano Indian Red (Wild Man Memorial), la prima è proprio il traditional cantato dai Mardi Gras Indians mentre la seconda è una interpretazione strumentale da parte del grande sassofonista e jazzista Donald Harrison che lo trasforma in un brano alla Coltrane, per chiudere il cerchio musicale delle influenze.

Un altro super classico presente è una nuova versione di Time Is On My Side cantata dall’interprete originale Irma Thomas (the Soul Queen of New Orleans, una delle più grandi cantanti di tutti tempi) accompagnata dal piano di Allen Toussaint e dalla tromba del quasi novantenne Dave Bartholomew, un nome che ai più non dice ma se guardate attentamente (come nei titoli di coda dei film) il suo nome appare come autore su centinaia di brani a partire da tutti quelli di Fats Domino. Per inciso il brano è proprio quello che facevano anche gli Stones.

Steve Earle appare anche come attore nella serie (come altri che abbiamo citato prima e anche Costello che almeno in questa prima serie non canta): ma This City è un brano bellissimo, tra i migliori di Earle che unisce il suo sound classico di cantautore di protesta ai magnifici fiati, tuba compresa, caratteristici del suono di New Orleans.

Ancora un traditional, uno spiritual molto famoso, Just A Closer Walk With Thee rifatto nel classico stile dei brani dei funerali nella Crescent City con Marching Band pronta all’uopo in questo caso la Treme Brass Band creata per l’occasione. E per concludere My darlin’ New Orleans un brano scritto da Charles Neville tra gli altri e cantato da Lil Queenie & The Percolators, un gruppo guidato dalla cantante Leigh Harris e dove appaiono (nulla sfugge all’occhio vigile del “vostro” fedelissimo) se la memoria non mi inganna un paio di musicisti dei Subdudes, Tommy Malone e John Magnie, altra grande band di New Orleans che vi consiglio caldamente (e ci aggiungo anche i Radiators)! Divertente e ritmato conclude il disco in modo più che degno.

Se avete un po’ più soldi a disposizione il box quadruplo che vedete nel fermo immagine del video qui sopra Doctors, Professors, Kings and Queens The Big Ol’ Box Of New Orleans pubblicato dalla Shout Factory è semplicemente fantastico!

Scusate se mi sono dilungato, ma ne valeva la pena e come dissi in altre occasioni il Blog è mio e lo gestisco io (ma non era il motto delle femministe, boh?). Quindi anche se scrivo un romanzo non si lamenta nessuno, spero neppure chi legge! Il titolo del post prende lo spunto dalla famosa Down On Hollywood di Ry Cooder e dal disco omonimo dei Blind Boys Of Alabama.

Super consigliato sia a livello propedeutico per chi non conosce nulla sia per gli appassionati che di solito rifuggono, giustamente, da compilation e colonne sonore ma questa è fatta veramente bene.

Bruno Conti

Down In New Orleans. “Treme” Music From The HBO Original Seriesultima modifica: 2011-03-25T19:51:00+01:00da bruno_conti
Reposta per primo quest’articolo