Intanto mi scuso per il Post veloce di ieri ma il Blog funzionava bene per chi leggeva ma non per chi scriveva per cui mi sono arrangiato alla meglio. Ma veniamo alle prime uscite di Aprile, martedì 4 (escluse tutte quelle che vi ho già dato con largo anticipo) e riguardano nomi non notissimi ma interessanti, da divulgare, direi in alcuni casi.
Partiamo con Bill Callahan, l’ex (?) leader degli Smog pubblica il suo nuovo album Apocalypse etichetta Drag City dist. Self. Registrato dal vivo in studio con il suo gruppo sono solo sette brani con la conclusiva One Fine Morning che supera abbondantemente gli otto minuti. Come di consueto tra Leonard Cohen e Nick Cave (con qualche spruzzata di Cat Stevens) a livello vocale ma più complesso del solito negli arrangiamenti con un inconsueto flauto che fa capolino qui e là. In una parola “bello”!
Mark Kozelek si divide tra i Red House Painters e i Sun Kil Moon ma ogni tanto pubblica anche degli album solisti come nel caso di questo What’s Next To The Moon già uscito nel 2001 che viene ripubblicato in questi giorni. Si tratta di un disco di cover “acustiche” di brani degli AC/DC.
Steve Cradock è il chitarrista e leader degli Ocean Colour Scene ma è anche da più di quindici anni il fido luogotenente di Paul Weller. Questo Peace City West è il suo secondo album da solista ed esce per la “sua” etichetta Kundalini Music. Naturalmente Paul Weller ricambia il favore.
Solito trio di voci femminili. Alela Diane (qual’è il nome? Tutti e due. il cognome è Bevitori o Menig a seconda se si considera il marito o il padre) approda al suo terzo album, questo Alela Diane & Wild Divine. Se vi piacciono le belle voci femminili, corpose ma agili, immaginate la Dolores O’Riordan dei primi dischi dei Cranberries anche musicalmente. Fatto? Adesso aggiungete la produzione di Scott Litt (proprio quello dei R.E.M.), una bella manciata di canzoni e le chitarre dei due signori citati prima, marito e padre, strano caso di musica fatta in casa. Risultato finale uno dischi migliori di cantautrici usciti recentemente, tra Canada e California musicalmente parlando. Etichetta Rough Trade/Self. Chi fa una versione di Matty Groves così bella è dei “nostri”a prescindere!
Sarabeth Tucek è stata una bella sorpresa, non conoscevo se non marginalmente avendo ascoltato distrattamente il primo disco. Ma questo Get Well Soon con la sua cristallina voce che ricorda vagamente quella di Karen Carpenter inserita in un ambito folk-rock è decisamente affascinante. A inizio carriera era la voce di supporto di Bill Callahan (casualmente) mentre il suo omonimo disco di debutto era prodotto da Ethan Johns e Luther Russell che è rimasto anche in questo nuovo album. Pensate a una sorta di Neil Young meno feroce (ma ogni tanto le elettriche viaggiano) al femminile. Etichetta Sonic Cathedral.
Anche Julianna Barwick mi era ignota. Questo The Magic Place è il suo terzo album e devo dire che mi ha incuriosito l’etichetta, la Asthmatic Kitty Records. Cosa ha pensato questa volta Sufjan Stevens? Niente. Nel senso che ha fatto tutto lei ma proprio tutto, solo voce o meglio tante voci sovrincise a ripetizione per creare questo effetto veramente strano e “magico” di non facile impatto al primo ascolto ma affascinante. Da ascoltare con attenzione.
Se avete un po’ di soldi da sbatter via o se siete dei fans di Roger Waters (propenderei per la seconda ipotesi) la Sony/Bmg pubblica il prossimo martedì, in occasione del tour di The Wall, quel cofanetto che contiene tutti gli album da solista dell’ex Pink Floyd. Non ci sono inediti o rarità, fate vobis. Sono 7 CD + 1 DVD a prezzo speciale. Almeno quello.
I Mountain Goats sono uno dei gruppi storici, e migliori, della scena indie americana, questo All Eternal Decks è il loro tredicesimo album. Quattro diversi produttori e quattro studi per registrarlo, il tema di fondo è l’occulto, almeno per i testi. Qualche titolo: Damn These Vampires, Birth Of The Serpents ma anche For Charles Bronson e Liza Forever Minnelli. In America è già uscito da una settimana e anche in Italia, etichetta Tomcat/Audioglobe, loro sono veramente bravi tra ballate e pezzi rock molto lineari, uno dei migliori gruppi americani tra R.e.m. della prima onda e Yo La Tengo.
That’s All Folks!
Bruno Conti