Novità Di Maggio Parte I Appendice Bis. Variazioni, Cancellazioni E Aggiunte. Tracy Nelson, Elvis Presley, Whisky Myers, Diana Jones, Ian Siegal, Church e GB Leighton

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Quasi me lo sentivo, eccomi qua con altre notizie ed aggiornamenti in questo operoso maggio discografico. Se la crisi discografica non fosse nera e profonda si potrebbe quasi pensare ad un periodo d’oro. Comunque bando alle tristezze e vai con le news: l’uscita del box quadruplo con la discografia di Frankie Miller That’s Who è slittata di una settimana (forse) mentre, per il momento, è stata sospesa l’uscita del disco che vedete sopra, un concerto 20th Anniversary Tribute to The Byrds tenutosi nel 1985 con Gene Clark, Michael Clarke, Rick Danko, Rick Roberts, Sneaky Pete. Neanche il tempo di annunciarlo e per problemi contrattuali è stata (si spera) rimandata l’uscita.

Tra le “dimenticanze” colpose aggiungiamo questo bellissimo cofanetto di 4 CD dedicato alle sessions di Elvis Presley per il film G.I.Blues, si chiama The Cafe Europa Sessions, esce per una non meglio precisata Memphis Recording Service (sapete che dopo i 50 anni i dirittti d’autore scadono) e contiene le registrazioni effettuate tra maggio e giugno 1960 con oltre quattro ore di materiale inedito. Il tutto corredato da un libro di 100 pagine costa caruccio. Ma i fans di Elvis non si lasciano scoraggiare (anche se esisteva già come bootleg).

Altra ristampa già uscita da qualche settimana è quella di Starfish uno dei dischi più belli degli australiani Church, per intenderci quello con Under The Milky Way, uscito nel 1988. Per festeggiare i 30 anni di carriera l’album esce in versione rimasterizzata e doppia con un secondo CD con 12 tra inediti e versioni acustiche. L’etichetta è la Second Motion del gurppo Sony/Arista. Solo Import Usa e Australia, reperibilità non facilissima e prezzo di conseguenza abbastanza elevato.

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GB Leighton è un rocker americano, uno springsteeniano doc, alla Joe Grushecky per intenderci. Tra abum di studio, live e mini dovrebbe avere alle spalle già una decina di dischi dall’esordio del 1994. Questo Hope One Mile esce per la Moonsong Records e come al solito non è facilissimo da rintracciare (ma ce la si fa). Per gli amanti dei cantautori duri e puri con una “grinta da leun” come avrebbe detto Jannacci ma anche capace di ballate di grande spessore. Un nome di culto consigliato per novizi e fans incalliti. L’album è molto buono come di consueto.

Chi sono costoro? Questi Whiskey Myers sono una band texana che con questo Firewater approdano al secondo album. Formazione a cinque con tre chitarre e il produttore ed ospite Leroy Powell che spesso aggiunge anche la sua chitarra quando serve, cioè spesso. Southern rock della più bell’acqua tipo i primi Lynyrd Snynyrd o i Cross Canadian Records. Come al solito il problema è la diffusione del prodotto, etichetta Wiggy Thump Records?!? Sono bravi e tosti. Prossimamente sul Blog in anteprima visto che devo recensirli anche per il Buscadero.

Ian Siegal è uno dei migliori rock-blueser inglesi (se si può dire), chitarra tosta, bella voce e giuste frequentazioni. Questo The Skinny è il suo quinto album esce per la Nugene Records ed è stato registrato tra il Mississippi e zone limitrofe con The Youngest Sons. Ovvero “i figli più giovani”: di Jim, Cody Dickinson, di R.L. Garry Burnside, di Bobby “Blue” Rodd Bland e di Junior Robert Kimbrough. Per sovrappiù ci sono anche Duwayne Burnside, Alvin Youngblood Hart e André Turner. Se vi piacciono i North Mississippi Allstars, occhio alla penna, bel disco!

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Sempre in ambito Blues, un ritorno alle radici di inizio carriera per Tracy Nelson. Con questo Victim Of the Blues fanno 26 album e la sua voce rimane quanto di più vicino a quello che avrete potuto essere quella di Janis Joplin se non fosse scomparsa così prematuramente. Infatti la Nelson che cantava con i Mother Earth nella san Francisco dei tempi era stata scelta per sostituirla nei Big Brother. Voce sempre potente e carica di gospel, soul e R&B ma questo disco che esce per l’ottima Delta Groove è decisamente il più blues oriented da tanti anni a questa parte. Una delle voci più belle della musica americana, assolutamente da conoscere. Già parlato di lei nel Blog un-caso-di-plagio-tracy-nelson-the-soul-sessions.html.

Per finire un’altra cantautrice di gran pregio, si chiama Diana Jones, ha scritto per Joan Baez che è una sua fan, questo High Atmosphere è il suo terzo album ed esce per l’inglese Proper.Co-Prodotto da Ketch Secor degli Old Crow Medicine Show che appaiono numerosi nell’album oltre a Duke Levine, David Mansfield e Jim Lauderdale che duetta con la Jones in alcuni brani. Bella voce, molto particolare e belle canzoni. Una delle migliori cantautrici americane emergenti!

Direi che può bastare.

Bruno Conti

 

Una Attesa Conferma! Fleet Foxes – Helplessness Blues

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Fleet Foxes – Helplessness Blues – Bella Union/Coop/Universal – Sub Pop

Esce oggi in tutto il mondo questo Helplessness Blues dei Fleet Foxes: disco del mese per Mojo e Uncut (dove erano in copertina il mese scorso), ma pure per Uncut e il Buscadero (dove sono in copertina questo mese). Quindi giudizi unanimi? Sembrerebbe di no, c’è anche parecchia gente che non lo apprezza o non del tutto. Al sottoscritto sembra che Robin Pecknold e soci (tra cui l’ottimo J Tillman, anche solista in proprio, qui impegnato alla batteria e ai cori) abbiamo centrato l’obiettivo. Non saranno originalissimi (ma chi lo è), forse non sono trascinanti ma sicuramente quel trademark degli arrangiamenti curatissimi e i cori sempre superbi e sopraffini sono un loro atout.

L’album è il famoso sophomore (che nella “iconografia” inglese precede il “difficult album”, che è il terzo), ovvero il secondo disco del gruppo originario di Seattle ma idealmente figlio della West Coast californiana e del folk-rock britannico (e quindi Fairport Convention e dintorni). Loro ci aggiungono, almeno a livello di approccio musicale, la musica di Van Morrison e mille altre influenze, come ammettono candidamente in molte interviste. Sono dodici brani per una cinquantina di minuti di musica ed avendolo ascoltato a lungo visto che il promo circola da parecchi mesi (ma come dicono le case discografiche quando ti affidano un promo o un link per lo streaming, usando una frase alla Giucas Casella, recensione “solo quando lo dirò io!).

Per cui, alla fine, mi sono ridotto all’ultimo minuto ma due parole sui brani le voglio dire anch’io. Il famoso altro punto di riferimento non citato, ma che aleggia nell’aria, sono C,S,N (& Y) e le loro morbide acrobazie vocali (ma io, in alcuni momenti e senza offesa, ho riscontrato anche qualche similitudine con i primi America, che in quanto a cori e bravura, almeno gli inizi, non erano secondi a nessuno, nel genere specifico). Se esaminiamo da vicino la voce del leader Robin Pecknold si tratta di uno strumento piacevole ancorché non memorabile, ma la somma delle parti vocali dei vari componenti del gruppo è nettamente superiore alle voci prese singolarmente e si unisce a quella cura nei particolari che li ha indiziati tre anni fa tra gli iniziatori di questo filone neo-folk che, in varie forme, impazza piacevolmente nell’etere e sulle pagine dei giornali specializzati.

Si diceva dei brani: The Shrine/An Argument è un ottimo esempio di quanto detto finora. Divisa in tre movimenti, parte con la sola voce di Pecknold e un leggero picking di chitarra per poi trasformarsi in una seconda parte più complessa, quasi solenne dove entrano la batteria e i soliti cori celestiali e si conclude con un’ultima parte che mi ha ricordato, stranamente ma non troppo, gruppi come i Van Der Graaf Generator o i King Crimson meno estremi, con i suoi fiati e archi quasi jazzati, con quel finale quasi free-progressive. Un altro medley The Plains/Bitter Dance segnala questo incrocio tra psych-prog morbido e folk, vagamente nello stile dei citati Fairport, con queste melodie che profumano anche di celtic rock. E che dire di Bedouin Dress che al tempo da giga aggiunge anche influenze orientali? Ne diciamo bene. Anche il crescendo glorioso di Grown Ocean ha molte frecce al suo arco.

Per il resto prevale la consueta miscela di West Coast, country e folk con ampie spruzzate del pop più raffinato con una preferenza per le dolci atmosfere di Sim Sala Bim (vedete che i “maghi”, o presunti tali, ritornano) o per il country-rock ricercato di Montezuma, o le derive dylaniane in trasferta a San Francisco di Lorelai, ma anche l’ovvio riferimento alla Crosby, Stills, Nash & Young di Someone You’d admire.

Una ultima citazione va alla title-track, quella Helplessness Blues che già da qualche mese delizia le orecchie degli appassionati di buona musica. Ma in definitiva, con qualche lungaggine qui e là, e un filo di noia per chi non l’apprezza, il disco piace nella sua interezza, almeno a chi scrive.

Se vi chiedete perché l’ho inserito nella rubrica “in breve”, con indulgenza pensate alla lunghezza abituale delle altre recensioni. In questa occasione, si fa per dire, mi sono parzialmente trattenuto da attacchi di verbosità che torneranno prossimamente, potete esserne sicuri, non è una minaccia ma una promessa. Quando inizio a scrivere un post sono sempre un po’ riluttante poi mi prende la mano e vado a ruota libera. Spero di non rompere troppo le scatole ma come detto più volte il Blog è mio e me lo gestisco io (questa frase mi dice qualcosa) per cui se non vi piace potete cambiare canale o esprimere, con educazione, il vostro dissenso o la vostra approvazione. Fine della concione e alla prossima.

Comunque il disco è bello e consigliato, non credete troppo alle iperboli di molte recensioni ma neppure a chi fa lo snob per partito preso salvo poi appiopparvi e consigliarvi dischi “improbabili”, qui andate sul sicuro. Vediamo se faranno anche loro il “botto” nelle classifiche come Arcade Fire e Decemberists, non sarebbe male!

Bruno Conti

Ed Eccolo, Che Colpisce Ancora Una Volta A Tradimento! Neil Young & The International Harvesters – A Treasure

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Neil Young & The International Harvesters – A Treasure – Reprise/Warner CD-Blu-Ray 14-06-2011 2lp Limited 07-06-2011

Se non fosse Neil Young, e quindi uno è abituato da anni a queste alzate d’ingegno sarebbe da ammazzare e anche così la tentazione è forte. Quindi niente Archive o meglio niente cofanetto volume 2 perché in effetti questo A Treasure è il volume 9 delle Archive Performance Series, registrato dal vivo insieme agli International Harvesters nel tour americano 1984-1985 quello che avrebbe dato vita al non memorabile disco country Old Ways ma che in confronto a Trans ed Everybody’s Rockin’ che lo avevano preceduto era una sorta di capolavoro. Per intenderci è la formazione con cui ha suonato anche al Live Aid.

Fior di musicisti, a partire dal fido Ben Keith alla slide e steel guitar, Russ Thibodeaux al violino, Spooner Oldham alle tastiere, Hargus “Pig” Robbins al piano, Tim Drummond e Joe Allen al basso, Karl Himmel alla batteria e molti altri che si sono alternati nel corso del tour.

Sono 12 brani in totale, tra cui 5 inediti e una versione del vecchio cavallo di battaglia dei Buffalo Springfield Flying On The Ground Is Wrong. Neil Young dice che è molto bello, anzi, come da titolo, “Un Tesoro!”, e chi siamo noi per dargli torto? Però fa girare la balle!

Per fortuna che Young, a differenza di Dylan, non è contrario a YouTube, per cui…

E non sembra neanche troppo country. Comunque ecco la lista dei brani con relative date e città:

Neil Young, A Treasure (Reprise, 2011)

  1. Amber Jean* (9/20/84) Nashville Now TV – Nashville, TN
  2. Are You Ready for the Country? (9/21/84) Riverbend Music Center – Cincinnati, OH
  3. It Might Have Been (9/25/84) Austin City Limits TV – Austin, Texas
  4. Bound for Glory (9/29/84) Gilleys’ Rodeo Arena – Pasadena, TX
  5. Let Your Fingers Do the Walking* (10/22/84) Universal Amphitheatre – Universal City, CA
  6. Flying on the Ground is Wrong (10/26/84) Greek Theater – Berkeley, CA
  7. Motor City (10/26/84) Greek Theater – Berkeley, CA
  8. Soul of a Woman* (10/26/84) Greek Theater – Berkeley, CA
  9. Get Back to the Country (10/26/84) Greek Theater – Berkeley, CA
  10. Southern Pacific (9/1/85) Minnesota State Fair – St. Paul, MN
  11. Nothing is Perfect* (9/1/85) Minnesota State Fair – St. Paul, MN
  12. Grey Riders* (9/10/85) Pier 84 – New York, NY

*Previously unreleased songs

Portate pazienza e soffriamo in silenzio, magari (anzi probabilmente) sarà bellissimo!

Bruno Conti

Novità Di Maggio Parte I Appendice. Priscilla Ahn, Mick Harvey, Sade, Amanda Shires, Roy Orbison & Beastie Boys

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Completiamo questa uscita super corposa della prima settimana di maggio confermando anche l’uscita del DVD The Promise di Springsteen e passiamo subito ad altre tre voci femminili.

La prima si chiama Priscilla Ahn questo When You Grow Up è il secondo album che pubblica per la Blue Note, la madre è di origine coreana, da lì il cognome, ma lo stile è quel classico acoustic folk con venature jazzy (e un pizzico abbondante di pop) di molte altre colleghe di questi ultimi anni. I suoi brani sono apparsi in miriadi di film, telefilm e serie televisive a partire da Grey’s Anatomy per cui potreste averla già sentita senza saperlo. Comunque brava.

Amanda Shires è l’abituale compagna musicale dell’ottimo cantautore Rod Picott con cui suona il violino e canta in un duo molto affiatato, ma è apparsa anche in questa veste di violinista e cantante nell’ultimo Gypsy Child dei Lowlands (vedi i corsi e ricorsi). Suona anche con i Thrift Store Cowboys che sono in pista da parecchi anni e ha un bel sito con parecchie chicche per il download gratuito HOME.html.

Carrying Lightning è il suo secondo disco da solista, presentata da critica e colleghi come un incrocio tra Dolly Parton, Lucinda Williams e Townes Van Zandt. Esce a livello indipendente per la Silver Knife, quindi reperibiltà non fantastica.

Ma un’altra bella antologia di Sade, magari doppia non ci mancava? Certo che sì, e allora ci pensa la Sony/Bmg a colmare la lacuna con un doppio The Ultimate Collection (che pesca dai 6 album pubblicati in 27 anni di carriera, e un Best e uno dal vivo c’erano già). Se non altro ci sono quattro brani inediti tra cui un remix di Jay-Z di The Moon and The Sky e una bella cover di Still in Love With You il brano di Phil Lynott dei Thin Lizzy che faceva anche Gary Moore. 29 brani in tutto, esce sempre il 3 maggio.

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L’ex Birthday Party, Crime and The City Solution e Bad Seed, Mick Harvey pubblica l’ennesimo capitolo della sua lunga discografia, sempre per la Mute/Self, si chiama Sketches From The Book Of the Dead e nella confezione c’è anche una T-shirt in omaggio nella prima tiratura. Suona tutto lui meno il contrabasso di Rosie Westbrook e violino e fisarmonica nelle mani di J.p. Shilo. Backing Vocals di Xanthe Wait.

Come dicevo per Sade una bella antologia doppia di Roy Orbison non ci mancava? A giudicare dalla miriade di ristampe, cofanetti e raccolte uscite in questi anni avrei detto di no ma evidentemente la Sony non è d’accordo (OK è il 75° della nascita del grande Roy). E infatti questo The Monument Singles Collection è triplo e contiene i 39 brani che sono usciti tra il 1960 e il 1964 come singoli con b-sides annesse mentre il DVD allegato che è quello di interesse per i collezionisti è un Monument Concert 1965 con 9 brani tra cui il video originale di Oh Pretty Woman. Per chi vuole farsi del male economicamente (leggi collezionisti) c’è anche una edizione con i due dischi separati.

Finiamo con il nuovo disco dei Beastie Boys Hot Sauce Committee Part Two, etichetta EMI/Capitol con il consueto carico di brani (questa volta 16) eseguiti con il classico mix di campionamenti e strumenti originali come è consuetudine del trio americano.

Dovrebbe essere tutto, in caso di qualche uscita a sorpresa vi aggiorno a breve.

Bruno Conti