Per Maniaci “Leonardiani”! Monsieur Camembert – Famous Blue Cheese – The Leonard Cohen Show

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 MONSIEUR CAMEMBERT – Famous Blue Cheese – The Leonard Cohen Show – MGM Australia

Grazie al titolare di questo “Blog” (abbiamo assistito l’altra sera ad un bellissimo concerto di Michael McDermott nella splendida Piazza della Vittoria in quel di Pavia), sono venuto in possesso di questo ennesimo tributo al grande cantautore canadese, idolo indiscusso della mia formazione musicale giovanile. A differenza di molti altri lavori, questo si differenzia per una particolarità, i brani vengono rivisitati attraverso diversi stili dall’ Hot Swing al Free Jazz ,dalTango al Latino passando per Dixie, Klezmer, Etc., arrangiati in maniera superba dall’ensemble Monsieur Camembert.

Yaron Hellis leader del gruppo racconta che per anni alla fine dei loro concerti, gli veniva richiesto di eseguire brani di Cohen in modo particolare Dance me to the end of love. Quindi, su suggerimento dei “fans”, è nato il progetto di registrare in concerto dal vivo tutte  “cover” di Leonard, ingaggiando per l’occasione, cosa non trascurabile, solamente giovani cantanti australiane perlopiù sconosciute, nel corso di tre serate al Vanguard Sidney nell’aprile del 2007.

Mi limito quindi  a segnalarvi i musicisti, partendo dall’indiscusso leader Yaron Hallis (lead vocals, rhythm guitar), Edouard Bronson(Saxes, clarinet, accordion), Marcello Maio (Piano), Mark Harris (Double bass),Jim “Santiago” Pennell (Lead and rhythm guitar), Julian Curwin (Banjo, guitar), Giosofatto Ciampa (Percussion), Anatoli Torjinsky (Cello), Daniel Weltinger (Violin),e le citate giovani guest vocalists Carla Werner, Elana Shone, Abby Dobson e Ngaiire. Non mancano ascendenze italiane, come al solito!

Il concerto che per certi versi si può identificare  in una forma tra Cabaret e Musical si apre alla grandissima con una I’m your man in versione “dixie”, seguita da una accorata Gyspy wife con un violino lancinante a puntellare un brano splendido. Si prosegue con una Field Commander Cohen arrangiata giustamente in stile marcetta militare, cui fa seguito una versione “intima” di Chelsea Hotel con il violino ancora in evidenza. Un inizio di “rumba” introduce una incantevole First We Take Manhattan interpretata da Carla Werner, seguita da una The Guest in versione intima e romantica, cantata ancora da una delle voci femminili “ospiti” sostenuta dalle altre tre colleghe, e poi ancora da uno dei brani meno conosciuti A singer must die in una versione intensa, quasi recitativa. Un parlato con accompagnamento di pianoforte introduce la famosissima Famous blue raincoat, che ogni volta che la sento mi dà sensazioni nuove, in questo caso create da un intervento di sax a metà brano, grande cover, merito di una bravissima Elana Stone. Light as the breeze parte con note delicate per finire con un crescendo che ricorda, se posso fare un paragone con una mia beniamina, la signorina Dana Fuchs.Conclude la prima parte dello spettacolo una The Future, in una simpatica e originale versione campagnola che ne stempera i temi apocalittici.

La seconda parte inizia con una fisarmonica ad introdurre la celeberrima Take this waltz, cui segue la poetica Seems so long ago, Nancy in una delle rare versioni maschili del brano, e una stranissima JazzPolice in forma teatrale. Ritorna la bella e brava Elana Stone con un trittico da urlo con la mitica Suzanne, Who By Fire (jazzata), e Bird on a wire (hot swing). Fatto un profondo respiro per la bellezza dei brani, si riparte con una Memories in versione cinematografica stile anni 30, seguita presumo dalla millesima cover della mitica Hallelujah, interpretata dalla voce sognante di Abby Dobson.

Si cambia decisamente ritmo con una tropicale Everybody Knows con banjo, percussioni e fisarmonica a delineare paesaggi con palme e noci di cocco. Una irriconoscibile e intrigante Closing Time a ritmo di tarantella francese, e una Dance me to the end of love cantata da tutti i componenti del gruppo chiudono uno splendido concerto, dove, cosa non marginale, è stato rispettato lo spirito poetico delle canzoni di Cohen, cosa che non sempre è facile fare.

In conclusione un CD magnifico di difficile reperibilità, consigliato vivamente ai tanti estimatori di Leonard Cohen, per tutti gli altri questa è un’ottima occasione per accostarsi o semplicemente riscoprirlo. Lunga vita al “Maestro”.

P.S.: Permettetemi una considerazione personale, non oso pensare se questo lavoro fosse stato registrato da alcuni famosi cantanti “nostrani”, dal successo proporzionalmente inverso alla loro “mediocrità”!

 Tino Montanari

Per Maniaci “Leonardiani”! Monsieur Camembert – Famous Blue Cheese – The Leonard Cohen Showultima modifica: 2011-07-30T18:47:00+02:00da bruno_conti
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