Una “Altissima”Concentrazione Di Talenti In Due “Piccoli” Dischetti! Spectacle Season 2 – Elvis Costello With…

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 Elvis Costello – Spectacle Season 2 – VSC/Red Spybox – 2 DVD

Come vi dicevo in sede di anticipazione credo che sarà difficile trovare un DVD musicale migliore di questo nel corso del 2011. Una così alta concentrazione di talenti in due dischetti così piccoli, quasi 6 ore di musica (e chiacchiere, ma assai interessanti) e tutto ciò purtroppo è destinato a sparire. Anzi è già finito perché i 7 episodi della seconda stagione, registrati tra settembre e novembre 2009 e andati in onda tra la fine del 2009 e i primi mesi del 2010 (sulle televisioni americane e canadesi, non stiamo parlando di fantascienza, se captate l’ironia!), sono stati gli ultimi di questa meravigliosa serie di musica fatta e raccontata dai musicisti.

Costello si è confermato quel grande musicista e, in questo caso, appassionato di musica che abbiamo sempre conosciuto e con l’aiuto di Elton John e del compagno David Furnish (l’altro produttore esecutivo) ha realizzato questa serie di episodi per la CTV in Canada e Sundance Channel negli Stati Uniti (e Channel 4 in Inghilterra). Dietro le quinte credo che sia stato importante il lavoro di Bill Flanagan, grande giornalista americano, ex di Musician, inventore di VH1 Storytellers e CMT Crossroads, nonché autore di Written in My Soul (“Scritto Nell’Anima” in italiano), la più bella serie di interviste fatte a musicisti e raccolte in unico libro, che se riuscite a trovare ancora, vi consiglio indistintamente!

Della prima stagione pubblicata in quintuplo DVD ad inizio 2010 ve ne ho parlato qui…elvis-costello-spectacle-season-1-5-dvd-box-set.html, della seconda vi voglio ricordare i tanti highlights che l’hanno caratterizzata e i musicisti che hanno partecipato.

Primo episodio, Bono & The Edge, puntata monotematica, senza sezione ritmica degli U2 al seguito, ma l’argomento ovviamente è quello. Registrata al Masonic Temple di Toronto, Ontario in una pausa del 360° World Tour. Tra irlandesi ci si capisce (anche se Costello è nato a Londra, uno che di vero nome fa Declan Macmanus qualche ascendenza irlandese ce l’avrà pure) e quindi i due svestono i panni delle superstar e chiaccherano amabilmente non, per una volta, del futuro del mondo ma di musica ma soprattutto della strana amicizia sviluppata con Frank Sinatra e del brano Two Shots Of happy, One Shot Of Sad scritto per “Ol’ Blue Eyes” e mai inciso dal grande Frank, ma curiosamente dalla figlia Nancy in una versione dove erano presenti Larry Mullen e Adam Clayton che non c’erano nella versione degli U2 uscita come retro di un CD singolo. Complicato? Molto bella comunque la versione eseguita dal vivo con Steve Nieve al piano, come pure l’omaggio iniziale di Costello con gli Imposters che per aprire la puntata canta Mysterious Ways e poi tutti insieme in un medley tirato di Pump It/Get On Your Boots. Per completare una ottima versione di Stuck In A Moment You Can’t Get Out Of e una, acustica, di Stay (Faraway, So Close). Quindi niente anthems ma tutto molto bello e rilassato.

Elvis Costello è un padrone di casa simpatico ed arguto (nonchè fisicamente sempre più simile a Peter Sellers quando faceva ‘Spettor Clouseau in qualche travestimento per non farsi riconoscere), ma, come già detto, un grande appassionato e conoscitore di musica. Nella puntata con Jesse Winchester, di cui vi ho parlato a parte, appaiono anche Ron Sexsmith, ottimo cantante canadese con undici album all’attivo, di cui Costello è un fan (ma di chi dei suoi ospiti non lo è?), che esegue una delle sue più belle canzoni Secret Heart. Ma anche Sheryl Crow alle prese con una versione molto intensa di If It Makes You Happy con tutti gli ospiti sempre sul palco (in tutta la puntata peraltro). La rossa Neko Case prima di commuoversi per Jesse Winchester dichiara il suo profondo amore professionale per Harry Nillson con una versione perfetta di Don’t Forget Me. Jesse Winchester dopo avere incantato pubblico e musicisti sul palco con Sham-A-Ling-Dong-Ding si ripete con una stupenda Brand New Tennesse Waltz con le armonie vocali di Sheryl Crow. Ron Sexsmith l’aveva già cantata, ma farla con l’autore è diverso e la versione a due voci di Everyday I Write The Book è da manuale. Ancora una ottima Sheryl Crow con Leaving Las Vegas e una versione da brividi di Neko Case della sua Prison Girls. Poi gran finale con una cover di Ring Them Bells di Bob Dylan guidata da Ron Sexsmith. All’inzio tutti insieme avevano fatto una versione corale di Payday un altro dei cavalli di battaglia di Winchester. In questa puntata, se non conoscete già, a parte Costello e Crow, ci sono tre cantautori “nuovi e vecchi” assolutamente da avvicinare.

Il dialogo e le interviste hanno una certa importanza nell’economia dei DVD, che non sono purtroppo sottotitolati, ma la musica compensa abbondantemente. Di una puntata dove ci sono Richard Thompson, Nick Lowe, Allen Toussaint e Levon Helm che dire? Una meraviglia. Dopo l’introduzione di Costello con gli Imposters (Faragher, Thomas & Nieve) con Rag mama rag della Band, si susseguono Shoot Out The Lights con Thompson che ancora una volta dimostra perché è uno dei migliori chitarristi (e autori) del mondo, sarò parziale ma chissenefrega. Nick Lowe, dopo alcuni divertenti siparietti con Costello, esegue The Beast In Me il brano scritto per l’allora suocero Johnny Cash. Allen Toussaint conferma di essere una delle leggende della musica di New Orleans e dell’America tutta e accenna brevemente Holy Cow una delle sue canzoni più famose (per i fan italiani, sarebbe Qui e là di Patty Pravo). Poi sale sul palco dell’Apollo Theatre di New York City un’altra leggenda come Levon Helm e dopo avere stabilito che l’ultima volta ci aveva suonato fu nel 1959, viene battuto da Toussaint che passò da quelle parti nel 1957 al seguito di Shirley & Lee (e anche questi aneddoti fanno la storia della musica oltre a dimostrare la grandezza del personaggio). La puntata è stata registrata il 24 settembre del 2009 e in quella occasione Helm era reduce da un intervento alle corde vocali e quindi non potendo cantare si “limita” a suonare la batteria. Prima in Tennessee Jed dall’allora appena uscito Electric Dirt (uno dei dischi più belli del 2009 che vi dovreste affrettare ad acquistare) e poi in A Certain Girl dove Allen Toussaint guida il gruppo in un brano che dire coinvolgente è poco.

Visto che si trova da quelle parti Ray Lamontagne viene coinvolto per cantare l’attacco di The Weight (poi cantata a turno da tutti) una delle cinque (va bene facciamo dieci) più belle canzoni di tutti i tempi.

Il quarto episodio del primo DVD, ma l’ultimo ad essere registrato nel novembre 2009, è la serata autocelebrativa di Elvis Costello e se nella prima serie Diana Krall si era fatta intervistare da Elton John qui appare come intervistatrice Mary-Louise Parker che curiosamente nelle note del libretto viene citata come attrice/giornalista musicale. Non sapevo. Comunque conduce con competenza e si rivela una appassionata di musica e Costello (vera o recitata non so, è brava quindi…). Nel corso del’intervista Elvis parla dei suoi “amici” e collaboratori, T-Bone Burnett, Burt Bacharach e Paul McCartney, eseguendo anche nel corso della serata alcuni capolavori come (i Don’t Want To Go To) Chelsea, Motel Matches, I Still Have That Other Girl, Town Cryer, Shabby Doll (entrambe da Imperial Bedroom) e Brilliant Mistake (da King Of America). Questi due sarebbero quelli da avere, ma i dischi di Costello belli sono tantissimi, quasi tutti. Si conclude con una bella versione di I Threw It All Away di Bob Dylan.

Altra puntata dedicata ai “Cantautori”. Sono presenti John Prine, Lyle Lovett e Ray LaMontagne ma lo spirito che aleggia sulla serata è quello di Townes Van Zandt. Prima però Costello stupisce tutti con una cover di I’m Ahead If I Can Quit While I’m Behind di Jim Ford, recentemente riscoperto e che si potrebbe considerare uno degli “inventori” del Country Got Soul, i due CD pubblicati dalla Bear Family una volta tanto sono all’altezza del polverone sollevato su queste ristampe. John Prine, il primo dei “Nuovi Dylan” fa capire perché diventato il “Vecchio Prine”, con una stupenda e commovente Lake Marie. Lyle Lovett, quattro volte vincitore di Grammy presenta l’allora nuova Natural Forces, altra canzone che ne conferma la statura di grande cantautore texano (e non solo). Ray Lamontagne è il nuovo che avanza, un cantante che, per me, non ha ancora sbagliato un disco, e se non appare nelle classifiche dei migliori di fine anno è perché ti sei dimenticato di inserirlo. Jolene è uno dei suoi brani migliori e anche la grintosa Henry Nearly Killed Me (It’s A Shame) è potente. Poi a uno che conclude la sua intervista con Costello dicendo che lui in fondo ama la gente, non è un solitario, uno scontroso, non ama solo le “teste di cazzo”, cosa vuoi dire? Standing ovation. E quartetto finale dedicato a Van Zandt con Loretta una delle tantissime belle canzoni dal repertorio di Townes.

Ultime due puntate, d’altronde è il “Boss”, dedicate a Bruce Springsteen! Non c’è tutta la E Street Band quindi si crea questo ibrido tra il gruppo di Costello e quello di Springsteen con risultati spesso esaltanti. Apre Elvis con una She’s The One grandiosa con Nils Lofgren alla seconda chitarra. Poi, tra una cacchiera e l’altra Bruce viene convinto a rifare una stupenda Wild Billy’s Circus Story con Roy Bittan alla fisarmonica. (che passava da quelle parti). Coinvolgente ed inconsueta anche American Skin (41 Shots) e ottimo il duetto tra i due in I Can’t Stand For Falling Down.

Dall’orgia E Street Band/Imposters emerge un medley “radiofonico” tra Radio Silence/Radio Nowhere/Radio Radio che è da prendere ed incorniciare. Seguono fantastiche versioni di Seeds e The Rising, oltre alla cover di Pretty Woman dell’amatissimo Roy Orbison. E ancora Black Ladder nell’inedito trio Costello, Springsteen, Lofgren e una versione acustica di Galveston Bay con Professor Roy Bittan sugli scudi.

A questo punto mi direte, ma non hai detto all’inizio che avresti parlato solo degli highlights di questo doppio DVD? Appunto, sono tutti highlights, 315 minuti di highlights e non vi ho ricordato che nelle Special Features del secondo DVD c’è un documentario inedito sul “Dietro Le Scene” della serie televisiva e tre canzoni bonus non andate in onda, due con gli U2, Dirty Day e Alison e un’altra cover di qualità, I want you!

Scusate il leggero ritardo con cui ne ho parlato ma per la serie le “stranezze della vita” il secondo DVD non partiva sul lettore, per cui, con un colpo di genio, me ne sono fatto una copia autobootlegata con il PC che funzionava alla perfezione, ed eccomi qua!

Qualche video ve l’ho inserito, se volete vederlo tutto ve lo comprate (o ve lo fate prestare da qualche amico), soldi spesi bene.

Imprescindibile, Bella Musica!

Bruno Conti


SPQGD Sono Pazzi Questi Grateful Dead! Europe ’72 – The Complete Recordings

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Non so se ricordate un Post che a Febbraio avevo dedicato a questo evento? Per rinfrescarvi le idee: non-ci-posso-credere-grateful-dead-complete-europe-72.html! Si avvicina la data di uscita di questo Megacofanetto prevista per Settembre. La tiratura di 7200 copie è andata praticamente esaurita quasi immediatamente nonostante il prezzo di 450 dollari (neanche tanto se pensate a quanto costerà la Uber Edition di Achtung Baby degli U2!). Ebbene, per uno strano caso del destino quel numero si è rivelato magico (o no?) perché il Box dei Grateful Dead uscità in un cofanetto di 72CD e non più i “soli” 60 previsti all’inizio!

Non oso pensare cosa sarebbe successo se l’avessero chiamato Europe 1972!

Visto il tempo vado a mangiarmi un gelatino insieme al tipo della copertina.

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Causa caldo era il massimo che ero in grado di offrirvi oggi come Post!

Bruno Conti

Novità Di Agosto Parte III. Lenny Kravitz, Hard-Fi, Rockpile, Stephen Malkmus, Emerson,Lake & Palmer, Mungo Jerry, Eccetera

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Continuano imperterrite le uscite discografiche, queste sono del 23 agosto 2011 (naturalmente per il mercato italiano dovete aggiungere una settimana, 30 agosto, come per quelle delle settimane precedenti, in definitiva esce tutto a fine mese)!

Nuova etichetta, Roadrunner/Warner per Lenny Kravitz, per l’album Black And White America ma non ci sono sostanziali cambiamenti nello stile musicale anche se i testi sono ispirati da un documentario visto da Lenny che riguarda il razzismo nell’America del post Obama. Poteva mancare la Deluxe Edition CD+DVD? Certo che no! E infatti c’è, insieme ad una versione definita Deluxe Fan Edition dove oltre al DVD extra (che contiene il solito Making Of ma anche 6 video esclusivi tra cui 2 versioni acustiche, quindi interessante) trovate un doppio vinile e libro fotografico di 46 pagine. Ammetto che saranno almeno quindici anni che non prendo un disco di Kravitz, quindi direi dal terzo album.

Terzo album per gli Hard-Fi, si chiama Killer Sounds e viene pubblicato dalla Atlantic. Il primo album della band punk/rock ballabile inglese aveva venduto più di un milione di copie, il secondo poco più di 300.000, il prossimo…

Nuovo album dell’ex Pavement Stephen Malkmus con la nuova band dei Jicks, titolo Mirror Traffic. Il precedente Real Emotional Trash era proprio bello, mi aveva ricordato non poco lo stile chitarristico dei Television. Dopo il tour della reunion con i Pavement, questo nuovo album esce per la Matador con la produzione di Beck e ha un suono più tranquillo, quasi pop senza le escursioni chitarristiche del precedente. Dopo un primo veloce ascolto non sembra male.

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Sezione “a volte ritornano”: Barbra Streisand pubblica (anche in versione doppio CD) questo What Matters Most che nel sottotitolo spiega tutto Sings The Lyrics of Alan and Marylin Bergman, ovvero quelli che avevano scritto i testi di The Way We Were, You Don’t Bring Me Flowers e varie altre canzoni uscite in album diversi nel corso degli anni e qui raccolte tutte insieme nel secondo bonus disc. Nel primo la Streisand ha raccolto altri dieci brani che non aveva mai inciso tra cui The Windmills of You Mind, Nice’n’ Easy e I’ll never say Goodbye. Se vi interessa c’è poca differenza di prezzo tra le due edizioni per cui vi consiglierei quella doppia, entrambe Columbia Records (come sempre dal 1963) (anche se ho verificato e in Italia c’è una certa differenza di prezzo più marcata che all’estero)!

L’anno scorso erano 40 anni dai tempi di In The Summertime ma i Mungo Jerry di Ray Dorset (bella tintura di capelli nel video) hanno continuato sempre a fare dischi (il precedente era del 2007) e quindi “a volte ritornano” vale fino a un certo punto. Comunque questo Cool Jesus esce per la 7Music e il sound è la solita miscela di Blues (soprattutto, come è sempre stato), country, rockabilly, easy listening e pop. Piacevole.

Stesso discorso anche per Suzi Quatro con questo In The Spotlight, distribuito dalla Cherry Records a 5 anni del precedente Back to the drive. Prego notare che è tornato il produttore e autore Mike Chapman, quello dei tempi d’oro e di Sweet, Blondie, Pat Benatar, Knack, Tina Turner  e mille altri. Nel brano Singing With Angels (molto bello peraltro), scritto dalla stessa Suzi in tributo a Elvis e prodotto da Andy Scott degli Sweet, ci sono i Jordanaires e James Burton alla chitarra. Apperò! E delle cover di Goldfrapp e Rhianna ne vogliamo parlare?

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Settore live e ristampe potenziate. La colonna sonora del film O Brother Where Art Thou esce in versione Deluxe (il 23 negli States e il 30 in Europa) per la Lost Highway/Universal. In America la prima versione ha venduto quasi 7 milioni e mezzo di copie.

Questa è la tracklist della versione doppia così potete decidere se ricomprarlo. Propenderei per il sì!

Disc One: The Original O’Brother Where Art Thou

1. “Po’ Lazarus” – James Carter and prisoners

2. “Big Rock Candy Mountain” – Harry McClintock

3. “You Are My Sunshine” – Norman Blake

4. “Down To The River To Pray” – Alison Krauss

5. “I Am A Man Of Constant Sorrow” – The Soggy Bottom Boys

6. “Hard Time Killing Floor Blues” – Chris Thomas King

7. “I Am A Man Of Constant Sorrow” – Norman Blake

8. “Keep On The Sunny Side” – The Whites

9. “I’ll Fly Away” – Alison Krauss & Gillian Welch

10. “Didn’t Leave Nobody But The Baby” – Emmylou Harris, Alison Krauss & Gillian Welch

11. “In The Highways” – Sarah, Hannah, and Leah Peasall

12. “I Am Weary, Let Me Rest” – The Cox Family

13. “I Am A Man Of Constant Sorrow” – John Hartford

14. “O Death” – Ralph Stanley

15. “In The Jailhouse Now” – The Soggy Bottom Boys

16. “I Am A Man Of Constant Sorrow” – The Soggy Bottom Boys

17. “Indian War Whoop”- John Hartford

18. “Lonesome Valley” – Fairfield Four

19. “Angel Band” – The Stanley Brothers


Disc Two: Bonus Disc

* Unreleased Tracks

* 1. “Hard Time Killing Floor Blues” – Colin Linden

* 2. “You Are My Sunshine” – Alan O’Bryant

* 3. “Tishamingo County Blues” – John Hartford

4. “Mood Indigo” – Duke Ellington

* 5. “Cow Road” – T Bone Burnett

6. “I’ll Fly Away” – The Kossoy Sisters

* 7. ‘Big Rock Candy Mountain” – Van Dyke Parks

8. “Admiration” – Duke Ellington

9. “Tom Devil” – Ed Lewis and the Prisoners

* 10. “Keep On The Sunny Side” – The Cox Family

* 11. “Angel Band” – Sarah, Hannah, and Leah Peasall

* 12. “Big Rock Candy Mountain” – Norman Blake

* 13. “Little Sadie” – Norman Blake

* 14. “In The Highways” – The Cox Family

* 15. “That Hog’s Foot Further In The Bed” – John Hartford

* 16. “The Lord Will Make A Way” – Fairfield Four

* 17. “In The Jailhouse Now” – Harley Allen                        

Disco dal vivo per i grandi Rockpile di Dave Edmunds e Nick Love (ma anche Billy Bremner e Terry Williams). 16 brani dal vivo, Live At Montreux 1980, Eagle Records/Edel, purtroppo niente DVD (al momento) per una delle band più pop & Rock che sia mai esistita in Inghilterra. Con i brani di Seconds of Pleasure e qualche classico del rock. Grandi! Se non li conoscete, consigliatissimo.

L’anno scorso vi avevano fatto comprare il CD, quest’anno, giustamente, esce anche la versione in DVD di 40th Anniversary Reunion Concert, High Voltage Festival 25 July 2010. Emerson, Lake & Palmer devono avere pensato, perchè fargli comprare solo il CD e quindi ecco anche il DVD per la Concert One Ltd. Non ho verificato se ha gli stessi brani.

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Per finire una curiosità. In attesa dell’album che uscirà il 17 ottobre, quello che dovrebbe essere il fratello “più bravo” degli Oasis, Noel Gallagher pubblica con i suoi High Flying Birds un CD singolo (formato in via di estinzione) con The Death of You and me.

Anche per oggi è tutto, alla prossima.

Bruno Conti

“Mini” Nel Formato Ma “Grande” Nei Contenuti! Eric Andersen – The Cologne Concert

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 Eric Andersen – The Cologne Concert – Meyer Records

Con immenso piacere, colgo l’occasione di parlare di questo ultimo lavoro di Eric Andersen, su “commissione” del titolare di questo Blog, che ringrazio sempre per lo spazio che mi concede,  CD di cui avevano già parlato, con notevole anticipo, ad inizio anno, gli amici del Buscadero (e poi passato un po’ nel dimenticatoio), in quanto ultimamente ho avuto modo di discuterne in quel di Pavia con Michele Gazich, uno dei protagonisti del concerto.

Il nome di Andersen, per il sottoscritto, è legato all’epoca dorata di quel gruppo di cantautori emersi dalla scena del Greenwich Village, tra cui Bob Dylan, Phil Ochs, Joan Baez, Tim Hardin, Dave Van Ronk. Nato a Pittsburgh nel lontano 1943 la sua carriera comincia con il primo contratto con l’etichetta Vanguard che realizza nel ’65 il disco d’esordio Today Is The Highway, e la sua Thirsty Boots diviene l’inno del Movimento americano dei diritti civili .Tutti i suoi album vengono accolti con entusiasmo dalla critica, in particolare Blue River nel 1972, il suo maggior successo commerciale (e anche il più bello), al quale partecipa una Joni Mitchell in grande ascesa con Blue. In seguito la sua carriera, causa “loschi” complotti discografici (vengono smarriti i nastri contenenti il nuovo disco), ha avuto un grave colpo, da cui Andersen non si è mai completamente ripreso. Per completezza d’informazione  i nastri verranno ritrovati solo nel 1991 e la Columbia, a parziale risarcimento rimasterizza il tutto con l’aggiunta di alcuni inediti pubblicando l’ottimo Stages:the lost album.

A partire dagli anni ’80 si ritira in Norvegia, e dopo aver trovato moglie, ad inizio anni ’90 dà vita ad un trio di successo composto dal cantante norvegese Jonas Fjield e da Rick Danko, noto componente del gruppo The Band, incidendo due album splendidi che ricevono il premio della critica (il Grammy Norvegese). Approdato alla Appleseed Records  il buon Eric  pubblica una serie di discreti lavori, partendo da Memory of the future (1998), You can’t relive the past (2000), Beat Avenue (2003), seguito dal doppio The street was always there (2004), Waves è un album di cover del (2005), mentre Blue Rain è un disco dal vivo del (2007).

Arriviamo al concerto registrato al Teather Der Keller di Colonia, il 25 Marzo 2010, che vede salire sul palco insieme ad Andersen voce, piano, chitarra e armonica, Michele Gazich al violino, e la bionda moglie Inge Bakkenes seconda voce e armonica, per una scaletta di soli 7 brani, ma colma di grande musica. Si parte con un inedito, Dance of love and death, con la voce di Eric che vibra all’unisono con il violino di Michele, per un grande brano dal sapore antico.

Si prosegue con una Time run like a freight train, una canzone un po’ trascurata del repertorio del nostro, con la voce della bella e brava Inge in evidenza al controcanto. Sinking Deeper Into You è il secondo inedito della serata, una ballata pianistica con un violino discreto ad assecondare la voce calda  del protagonista.

Una breve pausa e accordi maestosi introducono la “perla” del concerto, una stratosferica Woman she was gentle, con il violino struggente di Gazich e il coro della moglie a disegnare melodie, che ancora a distanza di anni (dai tempi di Stages per la precisione), mi trasmette sensazioni bellissime, un brano che porterei senza indugio sulla famosa “Isola Deserta”. Con gli occhi ancora lucidi, si riparte con Salt on your skin con marito e moglie a dettare un ritornello che difficilmente ti abbandona e che fa da preludio alla “celeberrima” Blue River , dove piano, violino e controcanto armonizzano un tappeto sonoro che negli anni non ha perso una briciola dell’impatto devastante dell’esordio. Si chiude un piccolo grande concerto con Last thing on my mind di Tom Paxton (anche lui sodale dai tempi newyorkesi), un’altra dolce ballata cantata con la consueta voce morbida e vellutata che da sempre è il marchio riconoscibile del cantautore.

Sono passati i tempi in cui Eric Andersen era definito il “nuovo Dylan”, il primo di una serie lunga di nominativi che non sto a ricordarvi, ma il suo romanticismo, la sua vena poetica, il suo modo di fare musica, raramente hanno toccato questi vertici. La classe non è acqua. Verissimo. !!!

Tino Montanari

Piccoli Tocchi Di Classe E “Perle” Estive! Jesse Winchester@ Spectacle.

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In questi giorni sto guardando i DVD della seconda (e purtroppo) ultima stagione di Spectacle di Elvis Costello su cui vi riferirò diffusamente nei prossimi giorni e che è sicuramente il DVD musicale “da avere”  per questo anno come era stato nel 2010 per il box della Rock And Roll Hall Of Fame e il concerto di Springsteen London Calling Live In Hyde Park (Springsteen peraltro massicciamente presente in ben due episodi di Spectacle).

Proprio mentre rivedevo alcune puntate del primo dischetto mi sono imbattuto in quella con Jesse Winchester dedicata ad alcuni cantautori e ho letto che purtroppo il cantautore americano è stato colpito da una forma di tumore all’esofago e non volendo ridurmi a parlare brevemente della sua opera in qualche necrologio postumo e sperando in una sua pronta guarigione mi limito a segnalarvi un paio di album della sua discografia (ma sono tutti belli), il primo, l’omonimo Jesse Winchester del 1970, prodotto da Robbie Robertson e con la presenza di Levon Helm a batteria e mandolino, quello con Payday, Brand New Tennesses Waltz (entrambe eseguite nella serata all’Apollo Theater) ma anche Biloxi. E l’ultimo Love Filling Station, pubblicato nel 2009, l’anno in cui è stata registrata la puntata della trasmissione e da cui Winchester ha eseguito la meravigliosa e commovente Sham-A-Ling-Dong-Ding che ne ha confermato l’ineffabile classe, certificata da Dylan che lo considera uno dei migliori cantautori in circolazione. Guardate come “riduce” alla resa Costello, in lacrime (per la commozione) Neko Case e attonito e stupefatto il pubblico con la semplice esecuzione di questa dolce ballata veramente strappalacrime e vi sfido a rimanere indifferenti…

I suoi brani sono stati incisi da Elvis Costello, Jimmy Buffett, Joan Baez, Fairport Convention, Tim Hardin, Emmylou Harris, Ian Matthews, Nicolette Larson, Everly Brothers, solo per citarne alcuni e la sua statura di artista di culto lo metterebbe alla pari con musicisti come Randy Newman o Harry Nilsson se la sua carriera non fosse stata tarpata da quella “fuga” in Canada avvenuta nel 1967 e dove ha vissuto in esilio fino al 1977 per non essere costretto ad andare in Vietnam per la guerra allora in corso. Scelta difficile e coraggiosa che lo ha privato della possibilità del grande successo in America ma non di scrivere e pubblicare una serie di album e canzoni veramente molto belli.

Se volete “sprecare” una lacrima seguendo il video, questo è il testo di Sham-A-Ling-Dong-Ding, cosa vuol dire ve lo dice lui nel corso della canzone, adatta alla stagione.

 

Sham-A-Ling-Dong-Ding

The boys were singing shing-a-ling
The summer night we met
You were tan and seventeen
O how could I forget
When every star from near and far
Was watching from above
Watching two teenagers fall in love

The way we danced was not a dance
But more a long embrace
We held on to each other and
We floated there in space
And I was shy to kiss you while
The whole wide world could see
So shing-a-ling said everything for me

And O the poor old old folks
They thought we’d lost our minds
They could not make heads or tails
Of the young folks’ funny rhymes
But you and I knew all the words
And we always sang along to
O sham-a-ling-dong-ding
Sham-a-ling-dang-dong

So after years and after tears
And after summers past
The old folks tried to warn us
How our love would never last
And all we’d get was soaking wet
From walking in the rain
And singing sham-a-shing-a-ling again

And O the poor old old folks
They smile and walk away
But I bet they did some
Sham-a-lama-ding-dong in their day
I bet that they still close their eyes
And I bet they sing along to
O sham-a-ling-dong-ding
Sham-a-ling-dang-dong

O those sweet old love songs
Every word rings true
Sham-a-ling-dong-ding means sweetheart
Sham-a-ling-dang-dong does too
And it means that right here in my arms
That’s where you belong
And it means sham-a-ling-dong-ding
Sham-a-ling-dang-dong

© Jesse Winchester

Il primo album è stato ristampato dalla Wounded Bird nel 2006 (insieme ad altri della sua discografia) e l’ultimo è stato pubblicato nel 2009 dalla Appleseed. Ora tocca a Voi!

Bruno Conti

Quattro Belle Voci! Jennifer Crook, Elle Osborne, Megan Henwood & Lucy Wainwright Roche

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Come promesso eccomi qua con la segnalazione di quattro belle voci femminili, tre dall’Inghilterra e un’americana, per usare un eufemismo “poco conosciute” ma molto piacevoli.

Direi di partire con Jennifer Crook che mi sembra la più interessante del lotto: questo Merry-Go-Round, etichetta Transatlantic Roots (un nome, un programma), è il suo secondo album e se devo fare un paragone il primo nome che mi viene in mente è quello di Eddi Reader (peraltro presente nel disco) o, in altri ambiti musicali, anche Rumer o Eva Cassidy possono venire in mente per l’assoluta “naturalezza” della voce unita a un semplice stile folk che ogni tanto si impreziosisce di gradevoli coloriture pop. La produzione è affidata a Boo Hewerdine, già di per sé marchio di garanzia, che duetta con Jennifer Crook in una bella Baltimore accreditata ad entrambi.

Molto bella anche Cowboys questa volta in duetto con Darrell Scott, in prestito dai Band Of Joy, con la sua voce e chitarra. E che dire della unica cover presente, One Little Song firmata da Gillian Welch? Delicata e deliziosa! Con la seconda voce della già citata Eddi Reader. Lei si accompagna alla chitarra acustica e all’arpa, ma ci sono anche hammered dulcimer, contrabbasso, Mellotron, piano, il dobro e il mandolino di Scott e di tanto in tanto una “discreta” sezione ritmica. Molto brava, se amate le voci folk con quel guizzo in più di classe.

Megan Henwood ha esordito un mesetto fa su Dharma Records con questo Making Waves: altra bellissima voce, anche qui i ritmi e le improvvise aperture strumentali ricordano la già citata Rumer, (che è il nuovo “fenomeno” inglese e di cui a fine anno è atteso un disco di cover e di cui vi ho parlato in questo Blog quando in Italia non se la filava nessuno perfect-pop-rumer-seasons-of-my-soul.html). Per esempio nella coinvolgente Hope On The Horizon con il bassista dei Jamiroquai Nick Fyffe e Barriemore Barlow dei Jethro Tull come sezione ritmica.

Ma la Henwood viene più dal folk e non per nulla la BBC Radio 2 le ha assegnato lo Young Folk Award e lei ha già cantato al Festival di Cambridge e a Cropredy con i Fairport. Nel disco suonano anche Peter Knight il violinista degli Steeleye Span e la coppia padre-figlia Joe e Sam Brown all’ukulele e backing vocals e le atmosfere oscillano anche qui tra folk e cantautorato di qualità.Se volete verificare, potete ascoltare alcuni brani nel suo sito http://meganhenwood.com/.

Delle tre sicuramente la più vicina alla “tradizione” è Elle Osborne, al secondo disco (dopo una pausa di quasi dieci anni) questo So Slowly Slowly Got She Up ci presenta una voce “importante”, nel sentiero della musica folk britannica, tra June Tabor o Maddy Prior e le più “moderne” Unthans, il repertorio pesca tra brani traditionals piuttosto oscuri e sconosciuti. L’etichetta è sintomatica del genere, Folk Police Records, tra promessa e minaccia. Si accompagna al violino e tra i musicisti presenti il nome più “noto” è l’ottimo Alasdair Roberts che se amate il genere e non conoscete vi consiglio vivamente insieme a questo.

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Lei è del ramo americano della famiglia Wainwright, Lucy che fa Roche di secondo cognome come la mamma aveva eroicamente resistito alla musica che scorre in famiglia dedicandosi per molti anni all’insegnamento, poi circa tre anni fa ha iniziato a pubblicare un paio di EP che si chiamavano entrambi 8 Songs e ora la figlia di Loudon Wainwright III e Suzzy Roche approda al suo primo album. Inutile dire che entrambi i genitori sono presenti come pure le zie Roches, in una preziosa versione di America di Paul Simon che brilla per le fantastiche armonie vocali di famiglia ed è uno dei brani migliori dell’album. Anche il resto non è male: non ha una voce memorabile ma comunque molto piacevole, scrive belle canzoni e si fa accompagnare dalle Indigo Girls, da Steuart Smith, David Mansfield e Kelly Hogan, duetta con Ira Glass nella cover di Say Yes di Elliott Smith che è la bonus track dell’album, scrive gli altri dieci brani di questo Lucy (etichetta Strike Back Records) e si fa produrre dal concittadino newyorkese Stewart Lerman che ha lavorato con Roches e Wainwright ma anche Willie Nile, Antony and the Johnsons, Black 47, Darden Smith, David Byrne tanto per citarne alcuni e dona una patina di classe alle procedure. Nessun segno dei “fratelli” Martha e Rufus con cui peraltro si è esibita spesso dal vivo. Una gradevole aggiunta al menu familiare! Se vi mancava, l’ha fatta anche lei con Rufus, qualità video non eccelsa ma…

Questo è quanto. Più che di “carbonari” questa volta parlerei di “Carbonare” come categoria. Tutti i dischi sono già usciti e disponibili, basta cercarli. Se amate la voce femminili magari non molto conosciute ma di qualità. La ricerca continua, alla prossima!

Bruno Conti

Non Male…Ma Si Aspettava Di Più! Kenny Wayne Shepherd – How I Go

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Kenny Wayne Sheperd – How I Go – Roadrunner/Warner – Special Edition

Rispondo al titolo “Come Vado” anche se non c’è il punto di domanda. Purtroppo il nuovo album di Kenny Wayne Sheperd How I Go non conferma quanto di buono aveva fatto negli ultimi anni soprattutto con l’ottimo Live! In Chicago (di cui ho parlato molto bene nel Blog forse-e-la-volta-buona-kenny-wayne-sheperd-live-in-chicago1.html) e anche con 10 Days Out, due dischi dove il Blues, sia pure nelle sue configurazioni più rock la faceva da padrone.

Invece in questo disco riaffiorano in parte i vecchi difetti della parte centrale della carriera (soprattutto The Place You’re In), un suono troppo hard & heavy (direte voi, su etichetta Roadrunner), con l’aggiunta di alcune ballate non proprio incisive e dal suono molto FM anni ’80. Questo nonostante la presenza confermata del cantante Noah Hunt e dei Double Trouble ormai di nuovo al completo: Chris Layton e Tommy Shannon più il tastierista Riley Osbourn, nonché la presenza dell’ex Talking Head Jerry Harrison come produttore. Quelli che si lamentano per il suono troppo duro dei dischi di Bomanassa sia da solo che con i Black Country Communion e la presenza di Kevin Shirley in cabina di regia si dovranno ricredere. C’è molta più varieta di temi, toni e idee nei dischi di Bonamassa che in quelli di Sheperd (con le due eccezioni citate), pur restando entrambi due “manici” in grado di soddisfare le voglie degli appassionati di chitarra e quindi, per il momento, il trono di SRV non vacilla!

D’altra parte non vorrei darvi l’impressione che questo disco sia brutto, tutt’altro, soprattutto nella versione Special Edition, quella con 4 brani in più (uno dei misteri della discografia moderna, perché fare delle versioni diverse di alcuni CD, solo i masochisti o i non informati si compreranno la versione abbreviata, anche se l’altra costa di più, sarà forse questo il motivo? Un recensore malizioso). Anche perché, almeno in questo caso, i quattro brani finali sono decisamente molto migliori di parecchi di quelli “ufficiali”. A partire dall’iniziale riffatissima Never Lookin’ Back che ricorda i ZZTop più commerciali di anni ’80 anche se, per fortuna, non ci sono quei sintetizzatori fastidiosissimi ma delle tastiere più normali, Noah Hunt si conferma cantante di pregio e Shepherd infila una serie di assoli brevi e incisivi e gli altri tre sono ancora in grado di rockare di gusto. Come On Over è un hard-rock orecchiabile, vagamente zeppeliniano, molto vicino alle sonorità del Bonamassa più leggero, con ritornelli radio-friendly (vuole vendere, giustamente e lo fa giocando le sue carte). Poi però il Bluesman che è in lui prende il sopravvento e allora parte una cover di Yer Blues, proprio quella dei Beatles, che ricorda molto l’originale, solo con il sound aggiornato ai nostri giorni e alcuni assoli brevi tecnicamente ineccepibili. E fin qui tutto bene!

Show Me The Way Back Home, una ballata mid-tempo molto orecchiabile si salva soprattutto perchè Hunt ha proprio una bella voce, ma Cold cantata credo dallo stesso Sheperd è proprio blanda (si salva solo l’assolo) mentre la cover di Oh Pretty Woman di Albert King è decisamente gagliarda con tanto di wah-wah d’ordinanza in evidenza e ricorda molto quella del compianto Gary Moore con una bella sezione di fiati che vivacizza il contesto sonoro.

Anywhere The Wind Blows non è malaccio, una hard ballad “effettata” che comunque non decolla, ottimo viceversa il funky-rock bluesato Dark Side Of Love tra Stevie Ray e Hendrix ancora con i fiati sugli scudi e un bel lavoro chitarristico.

Heat Of The Sun è un hard slow blues che risolleva ulteriormente la qualità dell’album, non così il rockettino di Round and Round, hard rock di maniera che si salva perché ci sono un signor chitarrista e un ottimo cantante, ma da soli non bastano e i Double Trouble si perdono. The Wire è un “rockettone” più o meno della stessa pasta mentre Who’s Gonna Catch You Now cantata ancora da Sheperd, con gli altri ai cori, sembra uno di quei country blandi alla Alabama o peggio ancora alla Lonestar, magari servirà a vendere ma cosa c’entra con il resto? La versione del brano di Bessie Smith Backwater Blues farà storcere il naso ai puristi, dopo un inizio molto rispettoso entra una slide minacciosa e il brano prende una piega decisamente poderosa, sembrano i Fleetwood Mac degli inizi quelli in trip alla Elmore James, notevole in ogni caso, mi piace!

I quattro brani finali risollevano le sorti d’insieme del disco, niente di trascendentale ma il Blues riprende il sopravvento: dallo strumentale Strut con piano e chitarra in grande evidenza passando per il blues-rock alla texana di Butterfly e ancora l’ottimo shuffle vaughaniano Cryin’ Shame dove i Double Trouble si possono scatenare e Shepherd ci dà dentro alla grande, d’effetto anche i controcoretti femminili. Conclude The rain must fall un’altro brano dalle atmosfere semiacustiche ma decisamente più riuscito di altri simili nella prima parte dell’album.

In definitiva, la chitarra viaggia ma decisamente meno che nelle “opere precedenti” e alcuni brani non sono all’altezza della reputazione di Kenny Wayne Sheperd ma nell’insieme direi rimandato, o promosso con riserva. Il ragazzo si impegna ma le sue potenzialità sono maggiori.

Bruno Conti 

Ritorna In Sordina Un Altro “Cliente” Abituale! Matthew Ryan – I Recall Standing As Though Nothing Could Fall

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Matthew Ryan – I Recall Standing As Though Nothing Could Fall – Self Released

Matthew Ryan è indubbiamente uno dei personaggi più interessanti ed una delle voci più belle e intense del panorama cantautorale americano. Matthew nato a Chester, Pennsylvania nel 1971, causa divorzio della famiglia si trasferisce a Delaware dove a 17 anni forma la sua band, seguendo il sogno nel cassetto di tanti ragazzini americani. A 21 anni pensa di formare a Nashville un’altra band i Caustics, cominciando a girare ed a fare concerti sera dopo sera, ma Ryan non era completamente soddisfatto, sciolse il gruppo e si mise da solo, iniziando a scrivere moltissimo sfornando canzoni in una forma più personale e intima, e questo modo di vedere la musica lo porta al folgorante esordio di May Day del ‘97. Due anni dopo licenzia un altro ottimo lavoro come East Autumn Grin, cui fanno seguito, tra gli altri, nel corso degli anni Concussion (2001), Regret Over the Wires (2003), Happiness (2004), From a late night high rise (2007), Matthew Ryan vs. The Silver State (2008), Dear Lover (2010) nelle due versioni elettrica e acustica  sembrano-uguali-matthew-ryan-dear-lover.html, e alla soglia dei 40 anni  si ripresenta con questo CD venduto (per il momento) solamente sul suo sito, sia nella versione singola composta da 13 brani, che in quella deluxe con 6 canzoni in più. Purtroppo, quella che gira nel mio lettore è, sfortunatamente, quella normale.

Il nostro amico inizia a registrare nel suo “Home Studio” di Nashville nel Giugno del 2010, e con una folta schiera di collaboratori, tra i quali Olly Knights dei Turin Brakes, Katie Herzig, Patrick O’Hearn, Stanton Adcock, Marc Byrd e Andrew Thompson, e una nostra conoscenza, la bella e brava Amanda Shires al violino (un-altra-giovane-bella-e-talentuosa-songwriter-dagli-states.html) finisce il lavoro nell’aprile del 2011, sotto la produzione del duo Greg Richling e Neilson Hubbard (già con lui negli Strays Don’t Sleep) e che recentemente ha prodotto anche gli Apache Relay e Amy Speace! (staffette-indiane-apache-relay-american-nomad.html).

Apre l’evocativa The Sea con basso, chitarra acustica ed elettrica e una batteria elettronica che usa abitualmente negli ultimi lavori. Si prosegue con Summer in the south una ballata tesa e intimista, per arrivare a Hey Kid rock grintoso che ricorda la bellezza del primo lavoro. Una chitarra acustica introduce I Don’t Want a third world war cantata con voce rauca e sofferta. The spinning room e Harmonium Song sono due brani dalle atmosfere sospese con Tom Waits nel cuore.

Si cambia decisamente ritmo con sciabolate chitarristiche alla Neil Young in All of that Means nothing now, un parlato introduce I still believe in you in duetto con Olly Knights e il violino di Amanda Shires, seguito da uno dei brani meno riusciti del CD My Darker Side. Here comes the snow è un sussurro nella notte, suonata in punta di piedi con chitarra acustica e armonica, una cocciuta batteria elettronica accompagna I want peace un altro brano con dei suoni “techno” salvato nel finale dal violino di Amanda. Song for a friend è uno dei brani più malinconici con pianoforte e violino a rivelare il lato più intimista dell’autore. All hail the kings of trash è una porta aperta sul passato con rasoiate di rock’n’roll che alzano la temperatura, e mi fa venire in mente il clima di American Babylon di Joe Grushecky.

Giunti alla fine l’impressione che suscita I recall standing as though nothing could fall, è quella di un lavoro che gira intorno alle diverse anime di Ryan, e che in alcuni casi (vedi intermezzi elettronici) ci  lascia spiazzati, mentre le canzoni dal tocco pianistico che lasciano trasparire dolcezza mista a solitudine, con la voce di Matthew che riporta le cose alla giusta sostanza, bilanciano alla perfezione una produzione che ha saputo ammodernare le sue musiche senza stravolgerle. Comunque una bella conferma, e di questi tempi non è poco. Alla prossima !

Tino Montanari   

P.S. Ultim’ora!

Il secondo dischetto si dimostra ancora più interessante (per la serie pochi ma buoni), con una This is the hill che mi ricorda molto una Streets of Philadelphia di Springsteeniana memoria, cui segue una ballata acustica All the wild horses intervallata da una armonica sofferta. Il livello del lavorosi alza con I will kill for you, bellissimo brano cantato con voce straziante dal buon Ryan,seguita dalla versione demo di All of that means nothing now. Una stupenda “acoustic writer’s tape” di Hey Kid, con il violino lancinante della Shires in evidenza, e la “title track” dal titolo lunghissimo che vi risparmio, chiudono un disco che ascolterò a lungo!

Lo So. Avevo Promesso! Miracle Worker & Ain’t No Miracle Worker Take 2. E Altre Storie…

 

Avevo promesso di non parlare più dei SuperHeavy fino alla fine dell’estate, lo so! Ma oggi non ho avuto tempo per scrivere un Post quindi me la cavo con la parte II di Miracle Worker Vs. Ain’t No Miracle Worker (ovvero Ragazzo di Strada dei Corvi, ma questa è la versione più lenta della Chocolate Watch Band, altro grande gruppo garage/psichedelico).

Tipicamente estivo il brano del “supergruppo” ora disponibile in rete come video ufficiale con Mr. J. che rispolvera Mr. D. e Joss Stone molto carina con il grembiulino, in base a questa canzone il disco non lo acquisto manco dipinto ma pare, azzardo un sembrerebbe che, forse, ma forse, l’album sia meglio.

Chiedo venia, domani o dopo recensione Kenny Wayne Shepherd nuovo. Non male ma…

Bruno Conti

P.s

Se avete quei 300 euro che vi crescono, il 4 ottobre per la Rhino esce questo Box degli Smiths The Complete Smiths. Oppure lo mettete nelle vostre richieste per Babbo Natale insieme alla Uber Deluxe Version di Achtung Baby degli U2. Oppure i Box di Hendrix, Nirvana e Sting in uscita a settembre.  Buone Feste! Come dite? E’ Ferragosto! Vado a farmi un ghiacciolo, gusto alla giacca di Jagger.

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Complete is the ultimate The Smiths remasters collection, lovingly reworked by
Johnny Marr and Rhino UK. Presented in a unique trunk-style box, the collection
is packaged for the first time across three formats: CD, LP and Deluxe
CD/LP/7inch. It includes all four of the band’s studio albums: The Smiths
(1984), Meat Is Murder (1985), The Queen Is Dead (1986), Strangeways, Here We
Come (1987); their sole live album Rank (1988); as well as firm fan favourite
compilations Hatful Of Hollow (1984), The World Won’t Listen (1987) and Louder
Than Bombs (1987).

Each album has been taken back to original tape sources and remastered by
master-engineer Frank Arkwright, assisted by Johnny Marr at the Metropolis
Studios in London. Individually numbered, the collector’s editions are strictly
limited to 3000 worldwide. Contents include:

    8 x CD Mini LP Albums
    8 x 12″ LP Albums
    25 x 7″ Singles
    The Complete Picture DVD
    8 x 12″ Art Prints
    Single & Album artwork poster
    Code to download catalogue as high-quality MP3s
    Booklet with new liner notes and foreword by Johnny Marr

“The Smiths have never sounded so good”–Johnny Marr, 2011

Novità Di Agosto Parte II. Ollabelle, Eli Young Band, Guy Clark, Jeff Bridges, Bottle Rockets, Steepwater Band Eccetera

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Saltata una settimana ecco qui la sostanziosa uscita Ferragostana alla faccia della ferie, partiamo subito.

Nuovo album per gli (le) Ollabelle, non so mai che articolo usare visto che si tratta di uno dei gruppi dove meglio convivono due voci femminili, Amy Helm (degna figlia di tanto babbo) e Fiona McBain, con tre voci maschili (anche ottimi strumentisti), Glen Patscha, Byron Isaacs e Tony Leone. Devo dire che se gli album precedenti erano molto buoni questo è eccellente quasi eccezionale: cinque brani originali, due tradizionali riarrangiati e covers di Taj Mahal, Paul Kelly, Chris Whitley e una versione fantastica di Swanee River che fa impallidire quella pur buona che ne aveva fatto Hugh Laurie nel suo disco. Tra folk, country, gospel, soul, musica d’autore tutto confluisce in uno stile “americano” che ricorda moltissimo la Band dei tempi gloriosi anche se lì si rimane a livelli stratosferici, ma ci stanno lavorando. Se volete farvene un’idea qui c’è tutto l’album in streaming first-listen-ollabelle-neon-blue-bird. A me piace moltissimo, uno dei dischi dell’anno, si chiama Neon Blue Bird ed esce su etichetta Ollabelle/Thirty Tigers, il 16 agosto come tutti i dischi di questo Post (non in Italia ovviamente)! Ma quanto costa farle venire a suonare a casa? Vedi video sopra!

Torna anche Guy Clark, il nuovo disco si chiama Songs And Stories esce per la Dualtone, è dal vivo, la voce comincia a mostrare i segni dell’età ma è l’occasione per ascoltare una serie di brani, quindici, che hanno fatto la storia della musica country di qualità, brani originali e qualche cover come If I Needed You dell’amico Townes Van Zandt, inframmezzate da qualche storia come recita il titolo.

Rimanendo più o meno nello stesso ambito musicale esce il primo album omonimo di Jeff Bridges. Reduce dai successi di Crazy Heart, sempre con T-Bone Burnett alla produzione conferma che se un giorno dovesse abbandonare la carriera di attore come cantante non è affatto male. L’album che esce su etichetta Blue Note è decisamente bello. E lui ha una voce che mi ricorda in modo impressionante quella di Russel Smith degli Amazing Rhythm Aces. Non l’ha notato nessuno?

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Un trio di gruppi rock americani. Steepwater Band dopo l’ottimo disco dal vivo dello scorso anno Live At The Double Door tornano con un nuovo disco di studio Clava, su etichetta Diamond Day Records. Solito misto di rock-blues tirato, psichedelia, Black Crowes e Stones per il trio di Chicago.

Dopo il disco del 2009 Lean Forward prodotto da Eric Ambel, i Bottle Rockets approdano anche loro al disco, diciamo unplugged, con questo Not So Loud: An Acoustic Evening With…che dice già tutto dal titolo. Pubblica sempre la Bloodshot per un disco registrato alla Lucas School House di Saint Louis che ha chiuso nel 2008, quindi il concerto deve essere stato registrato tra il 2007 e il 2008.

Eli Young Band sono uno dei migliori gruppi country-rock ad uscire dai confini texani nell’ultima decade, Life At best è il loro quarto disco in studio più in live del 2006. Etichetta Republic Nashville. Se vi chiedete l’origine del nome i due leader sono Mike Eli e James Young, semplice no!

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Maria Taylor è una delle cantautrici “nuove” americane più interessanti, bella voce, arrangiamenti complessi, frequentazioni giuste. Ha già alle spalle una quindicina di albums, a nome suo, come Azure Ray, agli inizi di carriera come Little Red Rocket, collaborazioni con i Bright Eyes di Conor Oberst. Insomma una brava come conferma questo Overlook che esce per la Saddle Creek la stessa etichetta dell’appena citato Oberst. Viene da Birmingham, Alabama e se vi piacciono le cantautrici raffinate qui c’è materiale per voi. E nei prossimi giorni ho intenzione di dedicare un Post apposito ad alcune uscite relative a voci femminili poco conosciute perlopiù che per ragioni di tempo e spazio avevo tralasciato negli ultimi tempi, c’è musica buona.

Di Ana Popovic su questo Blog avevo recensito il suo ottimo DVD dal vivo An Evening At Trasimeno Lake ana%20popovic .La cantante e chitarrista serba pubblica un nuovo album Unconditional su etichetta Eclecto Groove Records che si mi sembra molto bello, registrato in quel di New Orleans con la produzione di John Porter, il nuovo Re Mida del Blues, che tutto quello che tocca rende oro, vede la partecipazione di Sonny Landreth alla slide. Bella copertina anche!

Dei War On Drugs si parlava un gran bene già dal 2008 quando pubblicavano il primo album Wagonwheel Blues e nel gruppo c’era ancora Kurt Vile che poi ha intrapreso la carriera da solista (con ottimi risultati, l’ultimo Smoke Ring For My Halo è decisamente un disco interessante)! Adam Granduciel è rimasto l’unico leader in questo Slave Ambient che esce per la Secretly Canadian e che fonde con maestria l’amore per Dylan, Springsteen e Petty con quello per My Bloody Valentine, Sonic Youth e la musica elettronica con un netto predominio dei primi. Veramente bello, potrebbe stupirvi, se volete farvi un’idea story.php?storyId=92608475.

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Tre CD con materiale “inedito” dal vivo registrato in diverse epoche. Martin Carthy & Dave Swarbrick pubblicano su etichetta Fellside questo Walnut Creek che raccoglie il meglio dai concerti tenuti in giro per il mondo tra il 1989 e il 1996 dai due “grandi” della musica Folk inglese che quest’anno compiono entrambi i 70 anni.

Anche Rick Wakeman comincia a sfruttare i suoi archivi. Questo Bootleg Box vol.1 è un cofanetto di cinque CD a prezzo speciale pubblicato dalla Floating World (questo è già uscito il 9 agosto, sto leggendo la lista dei concerti) che contiene un Live In Sweden del 1980, Live In Holland 1993, Live At Kabooze Bar USA del1985, e la parte più interessante con un doppio CD Live In Boston 1974 con le Sei Mogli e altro nella prima parte e Journey To the Centre Of The Earth completo.

Terzo e ultimo capitolo, questa volta doppio con copertina gialla (mi chiedevo dopo il Beatles Rosso e Blu cosa venisse), dedicato ai Beatlejam quel gruppo di musicisti provenienti da molte rock band americane che rifanno brani dei Beatles in chiave Jam. Questo si chiama Live At Webster Theatre e viene pubblicato sempre dalla FreeWorld.

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Per fare 13 questa è una chicca, si tratta di un CD dei Kippington Lodge Shy Boy: The Complete Recordings 1967-1969, un oscuro gruppo pop psichedelico che pubblicò una serie di singoli in quel periodo. Sono tutti riuniti in questo album con alternate takes, rarità e BBC sessions: la particolarità è che si tratta del primo gruppo di Nick Lowe, Brinsley Schwarz e Bob Andrews, futuri Brinsley Schwarz appunto e nei Rumour di Graham Parker. Anche questo è già uscito l’8 agosto su RPM Records, 15 brani un tutto.

E’ tutto anche per oggi, alla prossima!

Bruno Conti