Ben Ritrovato! Popa Chubby – Back To New York City

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Popa Chubby – Back To New York City –Mascot/Provogue – 18-10-2011

Questa volta Ted Horowitz ha cercato a fondo dentro di sè per ritrovare il Popa Chubby che c’è in lui (e ce n’è tanto!) e dopo una serie di dischi francamente deludenti (alcuni recensiti anche dal qui presente) ha estratto dalla bombetta un disco degno della sua fama. Già il titolo era una promessa, Back To New York City, ma questa volta anche il contenuto è assolutamente all’altezza delle aspettative per uno dei migliori chitarristi rock-blues in circolazione. Dagli esordi discografici ad inizio anni ’90 fino al triplo album dedicato a Jimi Hendrix, Electric Chubbyland, il nostro amico, tra alti e bassi, raramente aveva sbagliato un colpo e, in ogni caso, dal vivo la sua musica era rimasta viva e vibrante ma nei dischi in studio mancava quel quid che fa scattare la lode.

Negli undici brani che compongono questo nuovo album, nove originali e due cover di pregio, la qualità rimane elevata quasi costantemente e le idee, gli arrangiamenti e le esecuzioni sono nuovamente fresche e vivaci in modo palpabile, anche se ovviamente non ci dobbiamo aspettare innovazioni particolari. Il disco piace (almeno a chi scrive) già al primo ascolto e dal primo brano, una poderosa ed hendrixiana fino al midollo Back To New York City, accompagnato dai soliti Aj Pappas al basso e Dan Hickey alla batteria più il tastierista Dave Keyes, Popa Chubby inizia a creare la “solita” sequenza di assoli inventivi e tecnicamente sempre ricercati con una ritrovata voglia di fare del sano rock-blues per i suoi fans sparsi per il mondo. She Loves Everybody But Me è un torrido Texas boogie che riprende temi cari allo scomparso SRV di cui il “Chubby” è stato uno dei candidati alla successione come miglior “guitar slinger in town”, e la chitarra viaggia che è un piacere. Pound Of Flesh (saranno i suoi) è uno dei brani più belli dell’album, su un ritmo agile e variegato, con degli interventi mirati di organo, la band costruisce un arrangiamento che ricorda i migliori Cream, quelli di White Room, con continue rullate alla Ginger Baker e repentini cambi di tempo e la chitarra di Popa Chubby che assume tonalità inconsuete, il tutto sfocia poi in un inaspettato intervento all’acustica quasi in modalità flamenco, molto bello.

Warrior God è un’altra scorribanda chitarristica in “aria” ZZTop con la sezione ritmica che picchia di gusto e riff e assoli (anche con wah-wah) che si susseguono nella migliore tradizione del rock-blues di qualità. La prima cover è una bella versione di The Future di Leonard Cohen dove il vocione di Popa Chubby ben si adatta alla visione apocalittica della canzone, che oltre a tutto non viene stravolta più di tanto, solo punteggiata dalla solista ricorrente che ricorda per certi versi la versione di First We Take Manhattan che appariva in Famous Blue Raincoat di Jennifer Warnes con Stevie Ray Vaughan e Robben Ford alle chitarre e il “repent” ripetuto risuona assolutamente sincero. It’s About You è un altro brano che si rifà alla lezione imparata con Tom Dowd (il produttore di Clapton, Allman Brothers e Derek & the Dominos) ai tempi di Booty And The Beast e il nuovo batterista Hickey con il suo stile più tecnico ben si accoppia alla varietà degli arrangiamenti. Ottima anche A Love That Will Not That Die con delle belle aperture melodiche. Per Keep Your Woodpile Dry sfodera anche una inconsueta slide mentre anche Stand Before The Sun beneficia del ritrovato vigore con un organo insinuante tra le pieghe quasi prog del brano. She Made Me Beg For It è forse l’unico brano non memorabile, un funkettino piacevole mentre la conclusione è affidata all’altra cover, dal repertorio di Johann Sebastian Bach la rilettura di Jesus Joy Of Man’s Desire che è da tempo uno dei punti di forza del suo concerto e viene fissata in studio per i posteri.

Ben ritrovato, Popa! Recensione un po’ in anticipo, esce il 18 ottobre p.v.

Bruno Conti

Ben Ritrovato! Popa Chubby – Back To New York Cityultima modifica: 2011-09-07T13:30:38+02:00da bruno_conti
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