38 Special – Live From Texas – 38 Special Records
Qualche giorno fa parlando con un amico gli ho detto che dovevo recensire il nuovo 38 Special e la prima cosa che mi ha chiesto è stata “ma c’è ancora Jeff Carlisi?”. Per essere onesti lui è l’unico non presente in questo Live From Texas. Gli altri, ovvero Donnie Van Zant, fratello di mezzo della famiglia dei due cantanti dei Lynyrd Skynyrd e a sua volta cantante (e chitarrista) dei 38 Special, Don Barnes, l’amico d’infanzia di Jacksonville, Florida e chitarrista del gruppo, nonché il bassista Larry Junstrom, bassista dal 1977 ci sono, e con loro il terzo chitarrista (il minimo sindacale per un gruppo southern) Danny Chauncey in formazione dal 1987, i tastieristi e i batteristi si cambiano senza problema (magari Bonham, Watts, Moon e Ringo Starr con difficoltà) in questo genere di musica.
Già ma di che musica parliamo? Nei primi due album, l’omonimo del 1977 e Special Delivery, sicuramente del solido southern rock, poi da Rockin’ Into Night (la cui title-track apre questo disco dal vivo) del 1980 e passando per Wild-Eyed Southern Boys che conteneva Hold On Loosely (anche questa presente verso la fine del concerto) del classico rock americano e poi man mano che il successo cresceva dell’Arena Rock. Però sempre bello tosto e grintoso, con le chitarre in grande evidenza, la voce di Van Zant potente e coinvolgente e i ritmi tirati e con quella punta di tamarritudine che non guasta finché non si spinge verso quel rock troppo ruffiano e radiofonico, qui esemplificato da Back Where You Belong per il sottoscritto troppo alla Foreigner o Reo Speedwagon, ma il pubblico va in estasi e quindi, forse, mi sbaglio.
Wild-eyed Southern Boys (il brano), cantato da Barnes è in giusto equilibrio tra i due generi con le chitarre sudiste che tirano alla grande e cori e arrangiamenti da rock americano di qualità. Comunque rock tirato e sventagliate chitarristiche sono all’ordine del giorno in The Squeeze e nel lungo medley che comprende Back To Paradise, Somebody Like You, Teacher Teacher, Rough Housin’, Stone Cold Believer, Like No Other Night e Second Chance. Ma anche i momenti più orecchiabili e melodici come la trascinante If I’d Be The One sono molto godibili. Help Somebody è una bella hard ballad country cantata in duetto con Johnny Van Zant e le conclusive Back In the Usa e Travelin’ Band (quella dei Creedence) sprizzano rock e energia da tutti i pori.
Non pubblicavano dischi dal 2004 ma direi che non hanno perso del tutto (o per niente) il vecchio tocco e ci regalano un’oretta abbondante di sano rock magari non del tutto “politicamente corretto” ma assolutamente godibile. Ero pronto al peggio invece mi devo ricredere!
Bruno Conti