Virtuosi? Ain’t Nothin’ But The Blues-(Rock)! The Sean Chambers Band – Live From The Long Island Blues Warehouse

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The Sean Chambers Band – Live From The Long Island Blues Warehouse –Blue Heat

Forse per la bravura meriterebbe  anche un giudizio superiore alle tre stellette canoniche che si danno ai buoni album. Ma nello stesso tempo non si può certo definire Sean Chambers un “originale”, peraltro la sua tecnica è ragguardevole e non per nulla la rivista inglese Guitarist Magazine lo ha inserito tra i 50 migliori chitarristi rock-blues dello scorso secolo, con il risultato che per il passaparola e la legge della moltiplicazione in alcuni articoli in rete è diventato uno dei 50 più grandi chitarristi di tutti i tempi! E questo, per quanto bravo sia, mi sembra francamente eccessivo.

Nativo della Florida Chambers ha pubblicato 3 album di studio dal 1998 a oggi per tre diverse etichette indipendenti e quindi questo Live è una sorta di summa della sua carriera, con i pregi del disco dal vivo e allo stesso tempo i vantaggi del disco in studio (quindi entrambi positivi), visto che è stato registrato agli Eko Sudios di New York di fronte a un  pubblico sparuto di soli invitati. Siamo di fronte al classico power-rock-blues trio (con l’armonicista Gary Keith aggiunto sporadicamente) e il nostro amico appartiene alla schiera dei virtuosi dello strumento, quella che discende da Jimi Hendrix passando per Stevie Ray Vaughan con qualche fermata laterale per Johnny Winter ma che si è anche nutrita a pane e blues e non per nulla Chambers a cavallo della fine secolo ha passato cinque anni come musical director nella band di Hubert Sumlin. Non so se avete presente di cosa si tratta? Ovviamente non è un tipo con la bacchetta che dirige la sezione ritmica ma, soprattutto nei gruppi di blues con “vecchie glorie”, è quello che si definisce secondo chitarrista e fa il lavoro sporco, la ritmica, i fills, ogni tanto quando il leader riposa o nella parte introduttiva del concerti si concede qualche assolo e intanto assorbe e impara.

Evidentemente Sean Chambers deve avere imparato bene perché in questo concerto sciorina tutto il suo repertorio, esplorando la chitarra in ogni dove, scorrendo il manico in su e in giù, davanti, dietro, ovunque, lavorando di pedaliera con una predilezione per il wah-wah che viene utilizzato spesso e volentieri e mettendo in luce le sue virtù chitarristiche che sono notevoli.

Non sarà un grande vocalist ma si difende e comunque il lavoro alla chitarra compensa più che abbondantemente, lo si capisce fin dall’orgia di wah-wah dell’iniziale potentissimo brano strumentale Dixie 45 che la lezione di Vaughan e Hendrix è stata ben assimilata. Come gran parte del materiale del CD è segnalato trattarsi di originali di Chambers ma ricorda mille altri brani sentiti nel genere e va benissimo così. Love Can Find A Way è una variazione più funky del brano precedente con la voce roca e vissuta (ma non memorabile, come già detto), e una rara apparizione dell’armonica di Gary Keith, mentre The Moon On Main Street un brano firmato da Fred James era uno dei cavalli di battaglia dei Kinsey Report, uno slow blues di quelli torridi tra Albert King, Buddy Guy e Ronnie Earl, insomma ci dà dentro alla grande. Strong Temptation era la title-track del suo primo album, piena di grinta e ritmi funky-soul, seguita da un brano firmato da un altro James ben più famoso, ovvero Elmore di cui viene ripresa una Dust My Broom che è l’occasione per dimostrare la sua bravura anche alla slide e la lezione appresa da Winter, Gary Keith fa un’apparizione più sostanziosa all’armonica.

Crazy For Loving You è un altro intenso slow blues alla SRV con grande impegno della solista di Chambers. Danger Zone è un blues-rock alla ZZTop di quelli potenti come usava ai tempi d’oro del genere. Too Much Blues è un altro bluesaccio di quelli tosti e carichi mentre Hip Shake Boogie è nuovamente una jam strumentale di quelle adatte per mostrare ancora il suo lato più virtuosistico e presentare il resto del gruppo. Rimangono gli oltre 10 minuti della conclusiva In The Winter Time un altro slow blues turgido e intenso dove Sean Chambers esplora la sua chitarra fin nei più reconditi nascondigli per estrarne una grande performance. Non sarà nuovo, non sarà originale, ma per gli amanti della chitarra rock-blues magari anche un po’ tamarra questo signore si conferma un grande “manico”. Lo so che ce ne sono tanti in giro ma Sean Chambers è proprio bravo!  

Bruno Conti

Virtuosi? Ain’t Nothin’ But The Blues-(Rock)! The Sean Chambers Band – Live From The Long Island Blues Warehouseultima modifica: 2011-10-20T10:31:00+02:00da bruno_conti
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