Anche Questo E’ Bravo! Chuck Ragan – Covering Ground

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Chuck Ragan – Covering Ground – Side One Dummy Records

Era dai tempi di Dirt and Romance di uno di cui ho perso le tracce, tale Archie Brown & The Young Bucks, che non mi entusiasmavo per un lavoro di questo livello. Chuck Ragan è di Gainsville, Florida, (città che ha dato i natali ad un altro grande della musica americana, Tom Petty), non è proprio un esordiente, è in giro da qualche anno ed è un roots rocker dal pelo duro che rientra in quella schiera di ragazzoni americani come Ben Nichols dei Lucero, Joshua Black Wilkins (di cui ho parlato in un post precedente), il suo amico Austin Lucas , Bleu Edmondson e altri “reietti” meno noti che sfogano la loro ribellione, sfangando l’America suonando nei posti più antichi, polverosi e meno battuti dalla civiltà.

A tre anni di distanza dalla collaborazione a quattro mani con Austin Lucas Bristle Ridge, che era stato preceduto da Feast of  famine del 2007 e a cui avrebbe fatto seguito lo splendido Gold Country del 2009, (per non parlare di alcuni live e dischi autoprodotti usciti in precedenza e della lunga militanza negli Hot Water Music che aveva fruttato una decina di album)  Chuck Ragan ci regala un disco che trasuda grande musica, se mi permettete l’ardito paragone vagamente “springsteeniana” ma con feeling da vendere. Accompagnato dai suoi amici di sempre, Jon Gaunt (violino), Joe Ginsberg (contrabbasso), Todd Beene (pedal steel) George Rebelo (batteria), più una qualificata serie di ospiti tra i quali Brian Fallon dei Gaslight Anthem, compagno di etichetta Chris Thorn dei Blind Melon e la brava Audra Mae al controcanto, per quasi 50 minuti di superba musica heartland rock che si riconosce negli Steve Earle e John Mellencamp di annata.

Apre Nothing left to prove, suono potente, ballata evocativa, ben sostenuta dal violino del barbuto Jon e cantata dalla voce arrocchita da mille sigarette e da litri di bourbon  di Chuck. Segue una campagnola Nomad by fate con un ritornello assassino che entra subito in circolo con forti radici country. You get what you give, con la chitarra che richiama le sonorità del miglior Earle, cantata con rabbia vigorosa dal nostro, cui fa seguito Wish on the moon con un giro armonico che si memorizza all’istante. Come around richiama vecchie ballate di un tempo con un violino avvolgente e il contributo al controcanto della Mae, grande canzone tra le migliori del lavoro. Un armonica introduce Seems we’re ok con ritmo e una bella melodia di fondo cantata con carattere, forza ed orgoglio, seguita da una Valentine con una bella pedal steel ed il violino in evidenza ad assecondare la voce della Audra nel finale.

Splendida Right as rain, ballata romantica dal tessuto meno elettrico ma dalla melodia che prende corpo e diventa una song di grande spessore. Meet you in the middle, ha ritmo e un ritornello irresistibile, con violino e sezione ritmica che la fanno da padroni, mentre la voce vigorosa di Ragan lascia il segno. Chiudono il disco Lost and Found tipica ballata texana, una di quelle che ci propongono i nostri songwriters favoriti, con una melodia di stampo classico, suono elettro acustico, per una canzone che lascia profondi ricordi, e una traccia nascosta, di cui purtroppo non so dirvi il titolo, che chiude alla grandissima un cd perfetto.

Non vorrei sembrare esagerato, ma credo che alla fine dei conti Covering Ground verrà considerato uno dei lavori più importanti di quest’anno, che a fatica si toglie dal lettore e che si scopre nuovo ed appassionante ad ogni ascolto, non solamente un “tesoro” da scoprire, ma uno scrigno pieno di gemme. Se amate il genere, imperdibile !!!

 Tino Montanari

Novita Di Ottobre Parte II. Bjork, Evanescence, Lisa Hannigan, Joe Henry, Johnny Cash, Crosby & Nash, My Brightest Diamond, Rachael Yamagata, Peter Hammill, Eccetera

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Anche questa settimana, uscite dell’11 ottobre, una valanga di titoli per cui divido il Post in due parti, iniziamo.

Nuovo album omonimo per gli Evanescence, anche se della formazione originale è rimasta solo la cantante Amy Lee. Nuova casa disografica, Virgin/EMI, e solita versione Deluxe con 4 tracce in più, anche se questa volta c’è anche un DVD con materiale vario aggiunto.

Mentre per Biophilia di Bjork, abbiamo le due versioni, entrambe singole, ma una con 10 brani ed un’altra denominata Collector’s Edition con 3 brani in più che però sono “solo” versioni diverse da quelle contenute nell’album basico. Se non altro visto il maggior esborso che viene richiesto (circa 5 euro in più) la confezione è quella che viene definita con cartoncino a 6 ante. L’etichetta è la One Little Indian/Universal. Qualche tempo fa avevo visto nel sito della Nonesuch. che è l’etichetta che distribuisce il disco in America, anche una versione limitata denominata Ultimate Art Edition con 2 CD e vari extra, ma era disponibile solo in pre-ordine, “no longer available” recita il sito.

Lisa Hannigan per molti anni (sette per la precisione) è stata la seconda voce in tutti i dischi e i concerti di Damien Rice. Poi nel 2009 ha pubblicato il suo primo album solista See Saw, nominato per il Mercury Prize di quell’anno come miglior album. Questo nuovo Passenger, prodotto da Joe Henry (di cui tra breve), è anche più bello e contiene un “tradimento” di Lisa Hannigan che duetta con Ray LaMontagne in O Sleep. Etichetta Hoop Records (in America è già uscito da tre settimane).

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Ed eccoci al succitato Joe Henry, che tra una produzione e l’altra ha trovato anche il tempo per pubblicare un nuovo album Reverie, etichetta Anti come di consueto, capitolo dodici della sua discografia per il cognato di Madonna (chissà se gli fa piacere che lo ricordino, hum!). Quattordici nuovi brani per un album che sta avendo ottime recensioni e che vede tra gli ospiti Lisa Hannigan (strano!) in Piano Furnace e tra i musicisti i “soliti” bravissimi Jay Bellerose, David Piltch, Keefus Ciancia, Patrick Warren e Marc Ribot. Lui rimane tra i miei cantautori preferiti ma poi quando va a scovare i grandi del soul dimenticati come Ann Peebles, Irma Thomas, Bettye Lavette e tanti altri si guadagna decine di punti nella mia stima.

Continua la serie di pubblicazioni di materiale d’archivio della Sony dedicate a Johnny Cash, ora che sembra esaurito il materiale registrato per la American Recordings di Rick Rubin che nel frattempo è diventato presidente della Columbia (e quindi uscito dalla finestra rientra dal portone principale). Il doppio CD si intitola Bootleg 3: Live Around The World e come dice il titolo raccoglie 50 brani (di cui 39 inediti) registrati in giro per il mondo tra il 1956 della Jamboree Live in Dallas, Texas quando nessuno sapeva chi fosse fino ad arrivare a due brani registrati nel dicembre 1979 all’Exit Inn di Nashville, Tennessee passando per un concerto anche alla Casa Bianca, 12 brani nell’aprile 1970.

Crosby & Nash sono due che non sono rimasti molto soddisfatti (insieme a Stills) del lavoro che Rick Rubin avrebbe dovuto fare per il loro “mitico” album di Covers ormai annunciato da un paio di anni e che sembrava essere stato annullato definitivamente ma forse no. Certo i tempi di lavoro non sono quelli di una volta e anche David Crosby (meno celebrato di altri suoi coetanei) ha festeggiato i 70 anni il 14 di agosto. Nel frattempo con l’amico Graham Nash ha fatto un tour americano e il concerto al Palace Theatre di Stamford, Connecticut è stato registrato e viene ora pubblicato dalla loro nuova etichetta Blue Castle Records da domani per il mercato americano. Sono 90 minuti che vedono la luce in questo DVD che sarà pubblicato anche in Europa ai primi di novembre ad un prezzo molto più contenuto dei 30 euro che vengono richiesti ora e proprio in concomitanza con le 4 date del tour italiano

October 29 – Gran Teatro Geox – Padova, Italy
October 30 – Teatro Smeraldo – Milano, Italy
November 1 – Teatro Verdi – Firenze, Italy
November 2 – Teatro Sistina – Roma, Italy

Come riporta il loro sito 1078. Così, chi non può o non vuole pagare i soliti prezzi esagerati per il concerto, come il sottoscritto, se lo potrà comodamente vedere nella poltrona di casa sua per una quindicina di euro o poco più.

 

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My Brightest Diamond ovvero Shara Worden pubblica il suo terzo album da solista, All Thing Will Unwind sempre per la Ashmatic Kitty del suo mentore Sufjan Stevens e dopo le recenti collaborazioni con David Byrne e Fatboy Slim in Here Lies Love dove il suo brano era uno dei migliori e nel ciclo di canzoni Penelope di Sarah Kirkland Snider dove le parti vocali erano tutte sue. E si conferma una delle cantautrici più originali in circolazione, non per nulla anche Bon Iver, Decemberists e National l’hanno voluta nei loro dischi.

Anche Rachael Yamagata è una brava cantautrice americana e approda con questo Chesapeake al terzo album e anche lei è molto apprezzata dai colleghi e ha collaborato con Ryan Adams, Ray LaMontagne, Jason Mraz, Rhett Miller, i Bright Eyes e molti altri. Dopo due album con le majors, uno per la Sony/Bmg e uno per la Warner approda anche lei al fai da te indipendente su Frankenfish Records. Stile pianistico ma non solo, belle ballate ma anche folk o rock quando occorre, con molti elementi musicali in comune con i collaboratori citati qui sopra.

Peter Hammill prosegue la sua carriera solista parallela a quella con i Van Der Graaf con un ennesimo album dal vivo, registrato in solitaria come evidenziato dal titolo, PNO GTR VOX esce per la Fie Records ed è un doppio tratto dai concerti effettuati in Giappone e Regno Unito nel 2010. Un CD sono canzoni per piano e l’altro per chitarra.

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Tre nuove proposte di “giovani” promettenti: per cominciare, a sorpresa, esce un nuovo album dal vivo di uno dei miei cantautori preferiti, Elliott Murphy, reduce da un ottimo album di studio uscito un annetto fa elliott%20murphy (mi cito da solo), pubblica questo Just A Story From New York che parafrasa nel titolo uno dei suoi album migliori. Accompagnato dal suo gruppo, i Normandy All Stars rivisita con lunghe versioni alcuni dei suoi classici come Diamonds By the yard, oltre 10 minuti, ma anche i 7 minuti di Just A Story From America, Last Of the Rock Stars e Drive All Night senza tralasciare le recenti Rock and Roll, Rock And roll e Rain, Rain, Rain (questi titoli ripetuti così se li ricorda meglio, anche lui diventa vecchio). Scherzi a parte il disco è molto buono, etichetta improbabile Mri-Red di non facilissima reperibilità, ma si trova!

John Mayall continua a pescare nei suoi archivi e questa volta dal cilindro esce un eccellente In The Shadow Of Legends, registrato dal vivo nel giugno del 1982 al Capitol Theatre nel New Jersey con la formazione dei Bluesbreakers con Mick Taylor, John McVie e Colin Allen e degli ospiti strepitosi come Albert King, Buddy Guy, Junior Wells, Etta James e Sippie Wallace. Minchia! Anzi, accipicchia, scusate ma mi è venuto spontaneo, etichetta Blues Boulevard. (Anche se, per onestà, devo dire che era uscito in DVD come Jammin’ With The Blues Greats). Per chi non ama stare davanti al video e sono tanti, più di quello che si pensa. Forse è il motivo per il quale il DVD musicale, salvo rare eccezioni, non è mai decollato.

Un altro “giovane”, fresco di tinta (secondo me va dallo stesso parrucchiere di Paolo Limiti e Paul McCartney), Cliff Richard, anni 71 il 14 ottobre pubblica il suo 200° album (ho detto una cifra a caso, non so quanti ne ha fatti, da solo o con gli Shadows, una valanga). Comunque questo si chiama Soulicious The Soul Album e come dice il titolo Sir Cliff si cimenta con la musica nera. Io non lo vedrei benissimo nel genere ma si tratta di una serie di duetti con nomi mpressionanti della musica soul, mica scartine, ci sono: Freda Payne, Dennis Edwards dei Temptations, Brenda Holloway, Candi Staton, Roberta Flack, Deniece Williams, Valerie Simpson, Percy Sledge, Peabo Bryson e molti altri. Non vorrei ripetermi ma, min… accipicchia di nuovo! A questo punto sono curioso di sentirlo anche se immagino una versione molto blanda della soul music, come potete ascoltare nella preview qui sopra! Esce per la EMI Catalogue sempre in questi giorni, il 10 ottobre, cioè oggi.

Per oggi può bastare, domani altra copiosa messe di uscite, senza dimenticare tutte quelle già recensite con Post ad hoc, tipo Ryan Adams e il DVD di George Harrison, per citarne un paio che escono domani.

Bruno Conti

Poche Balle, E’ Proprio Bello! Ryan Adams – Ashes And Fire

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Ryan Adams – Ashes And Fire – Pax-Am/Columbia

Mi sono preso tutto il tempo per ascoltarlo bene e con calma in questa settimana (tanto esce l’11 ottobre) e devo ammettere che mi piace molto, questo Ashes And Fire del “ritrovato” Ryan Adams è un bel disco, per metterla giù semplice! Ritrovato, ma dove era andato? Semplicemente si era preso del tempo per risolvere i suoi problemi fisici causati da una vita di eccessi che aveva minato la sua salute, mentale e fisica, perché spesso nei comunicati rilasciati sul suo sito straparlava, anche nell’ultimo, quello dove annunciava lo scioglimento dei Cardinals e il suo ritiro dalle scene, tra liti con la stampa, (rea di non trattarlo bene, ma non sempre) e le varie case discografiche che dovevano sottostare ai suoi capricci. Insomma, un carattere di merda! Ma questo non gli impediva di fare ancora dei dischi belli (ogni tanto) e discreti (il più delle volte, ma comunque nettamente superiori a molto di quello che circola abitualmente) anche se lontani dai vertici di Heartbreaker, Gold o dei tempi dei Whiskeytown. A me III/IV non era dispiaciuto, ma il disco Orion, pseudo-metal era una cagata pazzesca.

Questo aveva fatto sì che musicisti come James Maddock, Israel Nash Gripka o Ray LaMontagne, tanto per citarne alcuni, lo avessero superato a destra, con le loro vetture musicali senza neanche mostrargli la freccia. Bravi, molto bravi, ma non più di lui. Il nostro amico dice che la scintilla che gli ha riacceso la voglia di fare musica di qualità è stato l’ascolto di un disco di Laura Marling, non l’ultimo, quello prima, I Speak Because I Can che secondo lui denotava la capacità di realizzare dischi di “sani principi” musicali da parte della ragazza (e non aveva ancora sentito quello nuovo che è anche meglio giovani-talenti-si-confermano-laura-marling-a-creature-i-don.html)) e ha riacceso la sua ispirazione. Per mantenere il paragone automobilistico, si è preso un autista di lusso, Glyn Johns (il babbo di Ethan che aveva prodotto i suoi dischi migliori) e con questo signore alla guida della nuova vettura li ha risuperati in tromba. D’altronde uno che ha prodotto Beatles, Who, Dylan, Stones, i primi 3 Eagles e “qualcun” altro (ogni tanto cannando, le sue produzioni di New Model Army e Gallagher & Lyle non sono entrate nella storia), difficilmente, alle prese con un musicista di talento, avrebbe potuto causare un pasticcio. E poi le sue tecniche di registrazioni, calde, analogiche, con una grande presenza del suono, 40 anni fa erano talmente avanti che oggi sono ritornate di moda.

Quindi state per ascoltare un capolavoro? Magari no, ma come dicevo prima, un bel disco sicuramente, uno dei migliori del 2011 e per uno che da molti critici era dato per spacciato non è un brutto risultato, e la stampa di tutto il mondo (che non sempre lo sopporta) lo ha sottolineato con una serie di ottime recensioni, quasi tutte da 4 stellette meno Uncut più prudente con 3 ma con un giudizio nettamente positivo.

Questo è il classico disco da cantautore, come quelli che negli anni ’70 facevano gente come Elton John (Tumbleweed Connection, il suo più “americano”), James Taylor (Sweet Baby James o Mud Slide Slim, Fire and Rain – Ashes and fire, qualche analogia c’è) o Gram Parsons, mica bruscolini, per non parlare di Neil Young. Dischi dove in teoria succede poco a livello musicale, ma quel “poco” viene eseguito in modo divino, tra chitarre acustiche, un piano (Norah Jones o Benmont Tench ma anche lo stesso Ryan), un organo (ancora Benmont Tench, veramente magnifico), una sezione ritmica discreta ma presente e su tutto la voce ispiratissima di Ryan Adams che inanella una serie di ballate calde ed avvolgenti, a partire dalla magnifica Dirty Rain dove l’organo di Tench disegna magici ghirigori intorno agli altri strumenti. Anche Ashes and Fire con quel suo suono tra la West Coast dei primi Eagles, certe sonorità della Band e quell’onnipresente pianino che mi ricorda l’Elton John degli inizi è una gran della canzone, c’è anche uno dei rari, ma efficaci, assoli di chitarra elettrica ben delineata dalla produzione di Glyn Johns, attenta a tutti i particolari.

Ho una particolare predilezione per un brano come Come Home (non è un rafforzativo, in inglese è così) che inizia con un giro di chitarra acustica che esce pari pari dai solchi dei dischi più belli di James Taylor e cresce lentamente, con dolcezza, fino al minuto 1’17” quando entrano contemporaneamente una pedal steel e la seconda voce di Norah Jones e il rito dei vecchi duetti indimenticabili tra Gram Parsons ed Emmylou Harris rivive con forza, veramente una canzone memorabile. Rocks magari non terrà fede alla lettera al suo titolo ma ricorda molto la musica del Neil Young dei primi album, quello meno rocker ma grande balladeer, intenso e quasi sussurrato in un leggero falsetto, questo brano ha molti punti in comune con l’opera del canadese e il leggero arrangiamento di archi aggiunge una patina di malinconia a tutto l’insieme. Do I Wait è un’altra bellissima, direi maestosa canzone dalle atmosfere sospese con l’organo di Benmomt Tench ancora una volta grande protagonista e l’assolo di chitarra che guida il crescendo finale prima del ritorno alla quiete. Molto bella anche la breve Chains Of Love (ma ce n’è una brutta?) con il dualismo tra le chitarre e la sezione di archi e la voce più spiegata di Ryan Adams.

Invisible Riverside mi ha ricordato per ceri versi la musica del suo “concorrente” Ray LaMontagne che a sua volta prende la sua ispirazione da Van Morrison (che però ricorre nella musica di entrambi, e lui, Van, lo sa e si incazza, perchè nessuno lo riconosce), il minimo comun denominatore è la produzione di Ethan Johns (sorgono antichi ricordi scolastici, sembra di parlare di Plinio il Giovane e Plinio il vecchio, entrambi saggi filosofi come i rappresentanti della famiglia Johns). Save me di nuovo con pedal steel a manetta, di nuovo con la seconda voce di Norah Jones, di nuovo quel country “cosmico” che tanto piaceva nei primi anni ’70 e sembra ritornare ciclicamente, archi, piano, organo e la sezione ritmica più presente sono gli altri elementi indispensabili. Non sarà mica una bella canzone? Mi sa di sì!

E pure Kindness, gli elementi sono quelli del brano precedente, meno la pedal steel ma con il piano aggiunto di Norah Jones e la sua voce dolce e sussurrata che si integra alla perfezione con quella di Ryan Adams, nel finale anche l’immancabile organo d’ordinanza e una chitarra acustica si contendono con il pianoforte la guida del brano mentre i due gorgheggiano che è un piacere. Lucky Now secondo alcune critiche ricorda il Jackson Browne più Westcoastiano degli inizi, ma ci sarà anche lo zampino di Glyn Johns che era dietro alla consolle nei primi 3 dischi degli Eagles, quelli che viaggiavano su queste coordinate. L’ultimo assolo di chitarra elettrica del disco (chi la suona? Non ho le note del CD, non vi so dire) suggella i paralleli.

Si chiude con un’altra…bellissima, indovinato! ballata younghiana, cantata anche in falsetto per togliere ogni dubbio. si chiama I Love You But I Don’t Know What To Say, una bella dedica alla sua dolce metà Mandy Moore, sposata in piena crisi nel Febbraio 2009 e che sembra avere portato stabilità e serenità nella sua vita e nella sua musica.

A me piace, sentitelo e mi farete sapere, ma anche no.

Bruno Conti

Martin Scorsese Presents: George Harrison – Living In The Material World

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George Harrison – Living In The Material World – Lions Gate Home Entertaiment – 2DVD – BluRay – Deluxe Edition 2DVD + Blu-Ray + CD + Libro

Living In The Material Word è stato il titolo di un album di George Harrison del 1973, uno dei suoi migliori, ma è anche il titolo della biografia scritta da Olivia Harrison e pubblicata la settimana scorsa, nonchè il titolo di questo documentario di Martin Scorsese che esce la settimana prossima in Inghilterra ma non in Italia e neppure negli Stati Uniti per il momento, per ricordare il 10° anniversario della morte del Beatle (lo sei per tutta la vita e oltre, anche se lui non avrebbe voluto) avvenuta il 29 novembre 2001.

Come al solito esce in varie versioni.

Una doppia con il documentario di 210 minuti diviso in due parti sui 2 DVD, più alcuni extra come le interviste a Paul McCartney e Jeff Lynne e un capitolo intitolato Here Comes The Sun. Il Blu-ray singolo ha gli stessi contenuti.

Il cofanetto Deluxe, che come al solito si fanno pagare profumatamente (intorno ai 100 euro, più o meno), ha però molti extra nel DVD, il Blu-Ray, un libro di 96 pagine ricco di foto mai viste e un CD di 10 brani con materiale inedito, questo il contenuto:

1. My Sweet Lord (demo) 3:33
2. Run Of The Mill (demo) 1:56
3. I’d Have You Any Time (early take) 3:06
4. Mama You’ve Been On My Mind (demo) 3:04
5. Let It Be Me (demo) 2:56
6. Woman Don’t You Cry For Me (early take) 2:44
7. Awaiting On You All (early take) 2:40
8. Behind That Locked Door (demo) 3:29
9. All Things Must Pass (demo) 4:38
10. The Light That Has Lighted The World (demo) 2:23            

Inutile dire che come tutti i film di Scorsese dedicati alla musica è bellissimo, ricco di particolari come il recente No Direction Home dedicato a Dylan o la lunga serie sul Blues, per non parlare del “mitico” The Last Waltz. Con moltissimo materiale video inedito tratto dagli archivi personali di Harrison, filmati dei suoi concerti e molte interviste realizzate appositamente per l’occasione (c’è naturalmente anche Clapton che parla del loro rapporto controverso per motivi amorosi, ma alla fine fortissimo) è una occasione imperdibile per ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più bravi musicisti dello scorso secolo.

Mi “accontenterò” della versione normale ed è un bel accontentarsi.

Bruno Conti

L’Ultima Raccolta Dei R.E.M? – Si Chiamerà “Part Lies Part Heart Part Truth Part Garbage”

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R.E.M. – Part Lies Part Heart Part Truth Part GarbageWarner Bros – 2CD – 15-11-2011

Nel Post sull’annuncio dello scioglimento dei R.E.M. vi avevo anticipato l’uscita di un ultimo disco del gruppo di Athens! (sarà proprio l’ultimo?). Un doppio Greatest Hits intitolato Part Lies Part Heart Part Truth Part Garbage 1982-2011, conterrà 40 brani e sarà la prima antologia con materiale tratto da tutta la loro discografia compresi gli album della I.R.S.. All fine del secondo CD ci sono anche tre brani inediti registrati durante le sessions per Collapse Into Now e in ogni caso la lista completa è questa:

Disc 1:
Gardening At Night
Radio Free Europe
Talk About The Passion
Sitting Still
So. Central Rain
(Don’t Go Back To) Rockville
Driver 8
Life And How To Live It
Begin The Begin
Fall On Me
Finest Worksong
It’s The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine)
The One I Love
Stand
Pop Song 89
Get Up
Orange Crush
Losing My Religion
Country Feedback
Shiny Happy People

Disc 2:
The Sidewinder Sleeps Tonite
Everybody Hurts
Man On The Moon
Nightswimming
What’s The Frequency, Kenneth?
New Test Leper
Electrolite
At My Most Beautiful
The Great Beyond
Imitation Of Life
Bad Day
Leaving New York
Living Well Is The Best Revenge
Supernatural Superserious
ÜBerlin
Oh My Heart
Alligator_Aviator_Autopilot_Antimatter
A Month of Saturdays
We All Go Back To Where We Belong
Hallelujah

Ognuno poi esprimerà il suo parere su cosa c’è e cosa manca, chi scrive nota l’assenza di Drive (!?!), Daysleeper, Pretty Persuasions e E-Bow The Letter, così ad una prima impressione. E l’inclusione di New Test Leper e Country Feedback, oltre all’odiatissima (dal gruppo), Shiny Happy People e parecchi brani recenti.

Ci sarà tempo per un secondo volume!

Bruno Conti

New York, My Father’s Place, 30 Anni Fa (+1). Carolyne Mas – More Mas Hysteria Uncut

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Carolyne Mas da New York, classe 1955, è stata una delle “great white hopes” del rock americano a cavallo tra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80. Come forse vi ho già detto in altre occasioni una delle rockers in gonnella di più grande talento di quegli anni e, insieme, a gente come Steve Forbert, Willie Nile, le Roches e qualche anno prima, musicisti come i Television e Mink De Ville dalla scena del CBGB, Jim Carroll (Catholic Boy, sempre del 1980, venne però registrato in California) ed altri, la Mas ha saputo perpetrare quel rock gagliardo tipico dell’area newyorkese e anche del vicino New Jersey dove operava il nostro amico Bruce Springsteen. In quegli anni anche Billy Joel, da Long Island, aveva una band capace di un rock vigoroso e ad alta gradazione con sax e chitarre che duettavano con il piano di Joel.

Carolyne non ha mai avuto un grande successo sul territorio americano ma in Europa, in particolare in Francia, Germania e Olanda, i suoi concerti dal vivo le avevano creato un seguito fedele e affezionato. Oltre a tutto, in quel periodo, le majors erano a caccia di nuovi talenti e quindi non era difficile ottenere un contratto con una grossa etichetta. La Mas in particolare era sotto contratto per la Mercury con la quale aveva pubblicato due ottimi album di studio, il brillante primo disco omonimo del 1979 e l’ancor più coinvolgente Hold On del 1980. Proprio nel luglio del 1980 al My Father’s Place di Long Island, New York viene registrato per l’emittente locale WLIR e nell’ambito di un broadcast  radiofonico per la trasmissione King Biscuit Hour questo concerto che vedete raffigurato sopra. La Phonogram (l’attuale Universal) lo pubblica come un mini LP promozionale nel 1981 ed è sempre stato uno dei dischi che mi avrebbe fatto più piacere vedere ristampato.

Proprio in questi giorni tramite il suo sito http://carolynemas.com/ e in particolare con una email attraverso la sua mailing list alla quale mi ero iscritto, sono venuto a sapere che Carolyne Mas avrebbe venduto il download digitale di tutto il concerto completo, 70 minuti e dodici brani e devo dire che è anche più bello di come lo ricordavo. Accompagnata da un gruppo fantastico dove brillano il sax di Crispin Cioe che con gli Uptown Horns avrebbe suonato anche con gli Stones, che rivaleggia con il Clemons dei tempi d’oro o il Ritchie Cannata della band di Joel, Ivan Elias un bassista roccioso che pompa il tempo alla grande, Charlie Giordano alle tastiere poi con Pat Benatar e David Johansen e attualmente nella E Street Band in sostituzione di Danny Federici, e, non ultimo, l’eccellente David Landau alla chitarra, fratello del manager di Bruce e musicista con Warren Zevon, Ellen Foley e nei Red Bank Rockers di Clarence Clemons.

Il risultato è esplosivo, brani rock e ballate dal cuore d’accaio come si sono sentite raramente: da Hold On a Stay True passando per Thomas Dunson’s Revenge e Sadie Says fino a culminare nella lunga e travolgente Sittin’ In The Dark dove la band regala una serie di assoli fantastica che sfocia in quello “springsteeniano”, sporco e cattivo della chitarra di Landau. Inutile dire che Carolyne Mas canta alla grande in tutto il concerto con voce ora dolce, ora vibrante sempre all’altezza della situazione, una delle migliori “voci rock” che hanno calcato le scene dell’utimo trentennio. Pensate alla migliore Pat Benatar e moltiplicate per due.

Per varie vicissitudini (se volete ve le leggete sul sito) la Mas dal 2006 non capita più in Europa e in Italia in particolare (l’ultima volta l’ho vista nel negozio che dà il nome a questo Blog) ma continua la sua attività tramite il suo sito dove ultimamente ha annunciato l’uscita anche di quel “cofanetto” di 4 CD di materiale inedito registrato in Germania tra il 1991 e il 1992  (tra virgolette perché in effetti uscirà sotto forma di chiavetta USB facendo concorrenza tecnologica anche a Lady Gaga di cui l’Universal in questi giorni annuncia l’uscita di Born This Way appunto in quel formato).

E anche di un doppio CD che conterrà i suoi 3 primi dischi per la prima volta in versione CD. Tutte queste uscite servono per finanziare la sua Our Animal Haus, Inc una società senza fine di lucro con cui gestisce dei rifugi per animali abbandonati e maltrattati. Quindi una operazione meritevole.

Se vi comprate quel promo live, sono solo 9 dollari e 99, e quando la voce dell’annunciatore declama quel classico “Live From WLIR at My father’s Place Mercury Recording Artist Carolyne Mas!” e siete a bordo per 70 minuti di rock incontaminato, poi mi ringrazierete! Grandissima musica rock! E che Voce!

Bruno Conti    

Uscite Discografiche Per “Scienziati”! – Peter Gabriel – New Blood

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Peter Gabriel – New Blood – CD – 2 CD – 2 Vinili – Real World/EMI

Peter Gabriel – New Blood Live In London – DVD – Blu-Ray – DVD/Blu-Ray/2CD/Book – Blu-Ray 2D/Blu-Ray 3D/DVD/occhialini – Eagle Vision/Edel

Ormai con le nuove uscite discografiche bisogna essere degli scienziati per capire quello che esce. Questa nuova di Peter Gabriel richiede anche specializzazioni e corsi master. Vediamo di capire, anche le date, perché non è facile.

Il 10 (o 11 ottobre) a seconda se Regno Unito o Europa Continentale dovrebbe uscire New Blood, CD singolo di studio con versioni di vecchi classici della discografia di Gabriel con nuovi arrangiamenti orchestrali (come per Scratch My Back). John Metcalfe arrangia e Ben Foster dirige l’orchestra di 46 elementi. 12 brani più come bonus Solsbury Hill preceduta da A Quiet Moment che sono cinque minuti di suoni d’ambiente registrati “sopra” Solsbury Hill.

Ma ne esce anche una versione doppia con dodici versioni solo strumentali dei brani nel secondo CD più Blood Of Eden sempre la settimana prossima, diciamo l’11 ottobre. Il 7 novembre uscirà una versione in doppio vinile con i dodici brani e un 45 giri con le due bonus del primo CD.

Vi faccio uno schemino? O forse è meglio pubblicare le liste dei brani? Propendo per la seconda ipotesi.

New Blood’ track list

  1. The Rhythm of the Heat
  2. Downside Up (ft. Melanie Gabriel)
  3. San Jacinto
  4. Intruder
  5. Wallflower
  6. In Your Eyes
  7. Mercy Street
  8. Red Rain
  9. Darkness
  10. Don’t Give Up (ft. Ane Brun)
  11. Digging in the Dirt
  12. The Nest that Sailed the Sky
  13. A Quiet Moment
  14. Solsbury Hill (bonus track)

 

 

 

Ci siamo?

‘New Blood’ Special Edition track list

  1. The Rhythm of the Heat (instrumental)
  2. Downside Up (instrumental)
  3. San Jacinto (instrumental)
  4. Intruder (instrumental)
  5. Wallflower (instrumental)
  6. In Your Eyes (instrumental)
  7. Mercy Street (instrumental)
  8. Red Rain (instrumental)
  9. Darkness (instrumental)
  10. Don’t Give Up (instrumental)
  11. Digging in the Dirt (instrumental)
  12. The Nest that Sailed the Sky (instrumental)
  13. Blood of Eden (bonus track)

 

 

 

 

Procedo?

Passiamo ora a New Blood Live In London, che come dice il titolo, non è la stessa cosa. Si tratta di quasi 3 sane orette, 162 minuti, registrati all’Hammersmith Apollo di Londra il 23 e 24 marzo del 2011 con la New Blood Orchestra (e ti pareva) con stesso arrangiatore e direttore del disco di studio. 

E il seguente contenuto:

DVD Tracklisting

  1. Intruder
  2. Wallflower
  3. The Boy in the Bubble
  4. Après Moi
  5. The Drop
  6. Washing of the Water
  7. The Book of Love
  8. Darkness
  9. The Power of the Heart
  10. Biko
  11. San Jacinto
  12. Digging in the Dirt
  13. Signal to Noise
  14. Downside Up
  15. Mercy Street
  16. The Rhythm of the Heat
  17. Blood of Eden
  18. Red Rain
  19. Solsbury Hill
  20. In Your Eyes
  21. Don’t Give Up
  22. The Nest that Sailed the Sky         

Ce la possiamo fare!

Ma uscirà anche in Blu-Ray, uguale al DVD, un miracolo, con Blood Donors che è un Making of del progetto, un dietro le quinte diciamo. Se volete potete acquistare anche un cofanetto definito New Blood Live In London In 3 Dimensions con il Blu-Ray 2D, il Blu-Ray 3D, il DVD e gli immancabili occhialini.

E qui, colpo di scena, la Eagle Vision pubblica anche un New Blood Live In London Deluxe Edition quadruplo che si presume conterrà tutto. In effetti conterrà il DVD, il Blu-Ray e 2CD. Ma non la versione doppia dell’album di studio, bensì solo il primo CD più un 2° CD con gli highlights del concerto tratti dal DVD. E un bel libro di 60 pagine. Tutto ciò dovrebbe uscire il 18 ma più probabilmente il 25 ottobre. Mah!

Quindi cominciate, come al solito, a piangere e mettete mano ai vostri portafogli e dopo avere ben ponderato su cosa scegliere, comperatevi tutto!

Caro il mio Peter Gabriel, voglio la percentuale, neanche Crozza/Zichichi avrebbe saputo fare meglio!

Bruno Conti

25 Anni Di Buone Azioni (E Di Belle Canzoni) – The Bridge School Concerts

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The Bridge School Concerts 25th Anniversary Edition – 3 DVD e 2 CD – Reprise Records

Il 24 ottobre, per ora solo per il mercato americano, la Reprise del gruppo Warner, pubblicherà questi due cofanetti rispettivamente di 2 CD e 3 DVD per raccogliere ulteriori fondi per la associazione fondata da Neil e Pegi Young e che gestisce una scuola per aiutare i bambini affetti da malattie della parola e da altri problemi fisici e psichici. Tutti gli anni allo Shoreline Amphitheatre di Mountain View, California si tiene un concerto, il “Bridge School Benefit”, al quale Neil Young ogni anno invita diversi musicisti per eseguire versioni perlopiù acustiche di propri ed altrui brani. Anche se la cosa è abbastanza risaputa non è male ricordarlo visto lo spirito benefico dell’evento.

Anche quest’anno nei due giorni tra il 22 e il 23 ottobre avrà luogo il concerto cui farà seguito la pubblicazione dei due manufatti. OK, si tratta di una manifestazione prettamente americana e quindi i due Box dembrano destinati solo al mercato interno ma ancora una volta gli europei se vogliono partecipare alla raccolta dei fondi dovranno “rischiare” di acquistare i dischetti tramite le catene di vendita americane con il possibile aggravio di ulteriori tasse e spese doganali che sicuramente non andranno alla organizzazione di Young. Questo per la cronaca e al momento. Speriamo in una pubblicazione anche da noi.

La lista dei partecipanti è quantomeno attraente e anche se per un DVD triplo si parla di una durata di “soli” 120 minuti (si spera negli Extra) queste sono le tracklists complete:

The Bridge School Concerts 25th Anniversary Edition DVD:
Disc 1:
Bruce Springsteen “Born In The USA”
Patti Smith “People Have The Power”
Pearl Jam “Better Man”
David Bowie “Heroes”
Ben Harper “There Will Be A Light”
Bob Dylan “Girl From The North Country”
R.E.M. “Country Feedback”
Emmylou Harris & Buddy Miller “Love Hurts”
Fleet Foxes “Blue Ridge Mountains”
Devendra Banhart “At The Hop”
Bonnie Raitt “The Road Is My Middle Name”
Billy Idol “Rebel Yell”

Disc 2:
Brian Wilson “Surfin’ USA”
Gillian Welch “The Way It Will Be”
The Pretenders “Sense Of Purpose”
James Taylor “Fire and Rain”
Simon and Garfunkel “America”
Tom Petty “Shadow Of A Doubt”
Dave Matthews “Too Much”
Neil Young “Crime In The City”
Tom Waits “16 Shells From A Thirty-Ought Six”
Elton John & Leon Russell “A Dream Come True”
Paul McCartney “Get Back”
Metallica “Disposable Heroes”
The Who “Won’t Get Fooled Again”

Disc 3:
Bridge School Documentaries:
* “Backstage At The Bridge School Benefit Concert”
* “The Bridge School Story”
* Special Feature – Student/Artist Interviews

The Bridge School Concerts 25th Anniversary Edition CD
CD 1:
Bruce Springsteen “Born In The USA”
Dave Matthews “Too Much”
No Doubt “Magic’s In The Makeup”
Jack Johnson “Gone”
Fleet Foxes “Blue Ridge Mountains”
Neil Young & Crazy Horse “Love And Only Love”
Sonic Youth “Rain On Tin”
Pearl Jam “Better Man”
Gillian Welch “The Way It Will Be”
R.E.M. & Neil Young “Country Feedback”
Willie Nelson “The Great Divide”
Nils Lofgren “Cry Just A Little”

CD 2:
Sarah McLachlan “Elsewhere”
Paul McCartney “Get Back”
Elton John & Leon Russell “A Dream Come True”
Band Of Horses “Marry Song”
Metallica “Disposable Heroes”
Thom Yorke “After The Gold Rush”
Sheryl Crow “The Difficult Kind”
Tony Bennett “Maybe This Time”
CSNY “Déjà Vu”
Norah Jones “Jesus, Etc”
Jonathan Richman “I Was Dancing In The Lesbian Bar”
Brian Wilson “Surfin’ USA”
The Who “Won’t Get Fooled Again”

Queste sono le informazioni disponibili al momento, i prezzi non sembrerebbero esorbitanti, a maggior ragione essendo per una causa benefica, ma “regalare” soldi alle dogane italiane non si sembra logico. Comunque vi terrò informati.

Bruno Conti

Novità Di Ottobre Parte I. Feist, Hank Williams Tribute, Paul McCartney, Julian Lennon, King Crimson, Indigo Girls, Bonnie Prince Billy, Merle Haggard

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La prima settimana di ottobre si annuncia ricca di uscite discografiche per il 4 ottobre e se vi state chiedendo se ho fatto apposta a mettere in sequenza i nomi di Paul McCartney e Julian Lennon, la risposta è sì!

Torna (Leslie) Feist con il suo quarto album di studio per la Interscope/Universal, dopo quel CD+DVD con documentario e materiale dal vivo intitolato Look At What The Light Did Now e anche dopo il “successo” della cover di The Limit To Your Love di James Blake (perché se qualcuno non se ne era accorto l’ha scritta lei). La nostra amica canadese ci propone la sua solita miscela di momenti intimi e riflessivi e pezzi pop più esuberanti ma sempre molto eleganti. Esce il 4 ottobre come tutto il resto di cui leggete qui, anche se in alcuni paesi europei è già stato pubblicato il 30 settembre.

Nei cassetti di Hank Williams (quello vero) a quasi 60 anni dalla morte hanno trovato dei bloc-notes con degli appunti relativi a testi per delle canzoni mai incise. Differentemente dal caso degli “inediti” di Woody Guthrie affidati a Billy Bragg e ai Wilco per essere completati, questa volta Mary Martin, che è una veterana dell’industria musicale americana, si è rivolta ad un noto appassionato della musica di Williams, tale Bob Dylan, che a sua volta ha chiamato altri dodici artisti per registrare questi dodici brani. Il risultato è rispettoso dello stile di Hank Williams ma ognuno li ha fatti secondo il proprio gusto musicale e la lista di brani e artisti è questa…

  1. You’ve Been Lonesome, Too – Alan Jackson
  2. The Love That Faded – Bob Dylan
  3. How Many Times Have You Broken My Heart? – Norah Jones
  4. You Know That I Know – Jack White
  5. I’m So Happy I Found You – Lucinda Williams
  6. I Hope You Shed a Million Tears – Vince Gill Rodney Crowell
  7. You’re Through Fooling Me – Patty Loveless
  8. You’ll Never Again Be Mine – Levon Helm
  9. Blue Is My Heart – Holly Williams
  10. Oh, Mama, Come Home – Jakob Dylan
  11. Angel Mine – Sheryl Crow
  12. The Sermon on the Mount – Merle Haggard                     

Come vedete non solo country e gli artisti sono 13 perchè Vince Gill e Rodney Crowell duettano tra loro, etichetta Columbia (o meglio Egyptian, che è quella di Dylan ed è la stessa dove era uscito il Tributo a Jimmie Rodgers nel 1997). Babbo e figlio nello stesso disco per la prima volta?

Ennesimo nuovo album (ho perso il conto) per Bonnie Prince Billy alias Will Oldham, si intitola Wolfroy Goes To Town e l’etichetta è sempre la Domino Records. Secondo Wikipedia è il 21° in meno di 20 anni, bella media e anche il disco non sembra male!

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No , non è il nuovo album di cover di Paul McCartney. Si tratta dell’ennesima escursione nella musica classica: oratori, musica sinfonica e per coro e orchestra aveva già dato, mancava un balletto ed ecco questo Ocean’s Kingdom una composizione in 4 movimenti che esce per la Hear Music/Mpl/Decca a seconda dei continenti. Adesso deve solo trovare un coreografo che gliela porti in scena. (ritiro tutto perché ho visto su YouTube che la premiere c’è già stata!).

Julian Lennon è il primogenito di John Lennon (che fra pochi giorni, il 9, avrebbe compiuto 72 anni) e non pubblica dischi dal lontano 1998 quando uscì Photograph Smile, senza grande successo.In questo Everything Changes in effetti non cambia molto, però sono piacevoli brani in stile pianistico, forse come avrebbe suonato suo padre se fosse ancora vivo (la voce è identica), vagamente sullo stile di Double fantasy. L’etichetta è la Nova Sales and Distribution.

Tornano anche le Indigo Girls con un nuovo album dopo quello natalizio dello scorso anno. L’etichetta è sempre la Vanguard, esce il 4 negli States e l’11 in Europa. Torna Peter Collins che aveva prodotto due dei loro album migliori, Rites Of Passage del 1992 e Swamp Ophelia del 1994. Il disco si chiama Beauty Queen Sister e tra gli ospiti ci sono Lucy Wainwright Roche in War Rugs, un brano su quello che è successo in Egitto, il violinista Luke Bulla in Yoke, gli Shadowboxers un gruppo vocale maschile in We get To Feel It All, Carol Issacs al piano, Eamon De Barra a flauti e flautini e il cantautore irlandese Damien Dempsey alle armonie vocali nella celtica Damo, Brady Blade alla batteria e Viktor Krauss al basso. Non ho avuto tempo di sentire ma suona promettente.

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Altre due nuove uscite nella serie delle ristampe in CD+DVD della discografia dei King Crimson per la serie del 40° anniversario a cura di Steven Wilson. Questa volta nella serie un po’ ondivaga e non proprio cronologica è il turno di Starless and Bible Black e Discipline. Etichetta Panegyric come al solito e tra audio e video molto materiale inedito sia in studio che dal vivo, più nel primo che nel secondo album.

Merle Haggard sta vivendo una seconda (o terza) giovinezza con la nuova etichetta Vanguard e questo Working In Tennessee presenta molto materiale scritto per l’occasione, un paio di classici dell’amico Johnny Cash e una nuova versione di Working Man Blues con Willie Nelson e il figlio Ben Haggard. Anche questo esce il 4 ottobre in America e il 18 in Europa.

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Una anticipazione sulle Anticipazioni. Uscirà l’11 ottobre per la sua etichetta Pax-AM, distribuzione Sony in Europa e Capitol in America ma il nuovo Ashes and Fire di Ryan Adams è veramente molto bello, ho appena finito di dargli un ascolto e la prima impressione è che sia tornato ai livelli di Heartbreaker e Gold, più il primo che il secondo, con molti brani pianistici con Norah Jones che fa la parte che fu di Emmylou Harris ai tempi e Benmont Tench alle tastiere, morbido senza essere troppo acustico e lui che canta in una via di mezzo tra il primo Elton John, Neil Young e il miglior Ryan Adams. La produzione è affidata a Glyn Johns (quello di Beatles, Dylan, Who, Clash e Stones) e i risultati si sentono, confermo, proprio bello! Qui lo potete sentire anche voi first-listen-ryan-adams-ashes-and-fire?sc=emaf

Bruno Conti

Ragazzi, Che Grinta! JJ Grey And Mofro – Brighter Days

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JJ Grey And Mofro – Brighter Days – Film And Live Concert Album – CD+DVD – Alligator

Anzi, per essere più chiari e precisi, azzarderei un “Minchia ragazzi, che grinta!” Ho visto che in rete per i dischi precedenti di JJ Grey & Mofro fervevano dibattiti sul fatto se facessero musica “nera”, o rock bianco, o funky marrone, grigia come i suoi capelli o qualsiasi nuance di colore vi venga in mente qui la trovate. Questo Brighter Days è un disco dal vivo come recita il suo sottotitolo e anche se non sempre l’assioma del – Caspita, ma dovrebbero fare un disco dal vivo oppure dal vivo sono fantastici – basandosi sul contenuto dei loro ottimi cinque dischi di studio precedenti nel caso del doppio manufatto in questione (perché c’è anche il DVD) si superano anche le più rosee previsioni. Si tratta di un album dal vivo fantastico registrato nella tana del lupo, The Variety Playhouse, Atlanta, Georgia, la città e lo stato che hanno “inventato” il southern rock, ma anche il deep soul viene dagli Stati del Sud e la sfida lanciata ai detentori è sicuramente vinta. Per dirla tutta JJ Grey e il suo gruppo vengono da Jacksonville, Florida, la patria dei Lynyrd Skynyrd e quindi conoscono molto bene l’argomento, ma questo doppio mi ha veramente colpito per la potenza dei suoi contenuti.

Per iniziare, e non è poco, lui ha una voce incredibile, rauca, potente ma capace anche di dolcezza e di sottigliezza, poi è un vero animale da palcoscenico con un assoluto e completo controllo sul pubblico che in vari momenti del concerto va assolutamente Gazongas (mi è scappato ma erano anni che non usavo il termine in una recensione e vuole intendere fuori di testa non di tetta). La sua aria suadente e soave e quel pizzetto luciferino non traggano in inganno, JJ Grey non tratta solo la musica del diavolo, ma anche rock, soul, funky, R&B, southern inseriti in un vorticoso shaker che frulla tutti questi stili con una irresistibile classe.

Sono quasi ottanta minuti nel CD e due ore nel DVD (preferibile, se avete tempo per vederlo) dove si gode ripetutatemente come ricci: dall’iniziale call and response fantastico tra JJ Grey, il suo batterista (e cantante) Anthony Cole e il pubblico, il ritmo è subito torrido. Un funky-rock-blues con uso di armonica che alza subito la temperatura, la voce anche distorta dal microfono dell’armonica, i fiati sincopati, la batteria e il basso che pestano di gusto, tutti i trucchi della grande musica dal vivo sono subito in azione e siamo solo all’inizio. Nella successiva A Woman una straordinaria ballata di deep soul JJ Grey inizia a titillare il pubblico con un brano che avrebbe potuto essere nel repertorio del grande Otis, con la voce che assume tonalità nere e ti emoziona per la sua carica incredibile, mentre il sassofonista Art Edmaiston comincia a scaldare lo strumento. Ma il vero protagonista è sempre Grey che incita il pubblico alla partecipazione in modo fantastico; un pubblico eterogeneo, multirazziale, bianchi, neri, giovani e meno giovani, tante donne estasiate e tutti si divertono, hanno dipinta sul volto quell’espressione ebete che ti viene quando ascolti della musica che ti prende, quando sembra che te la stai facendo addosso ma è solo concentrazione e piacere!

In Brighter Days, un pezzo superbo in un continuo crescendo da vecchie revue della soul music, più coinvolgente e travolgente con continui rilanci della sezione fiati, dell’organo, di una slide malandrina e del gruppo tutto, con quella voce straordinaria in “coppa” a tutto, si raggiunge la perfezione del genere anche se non saprei dirvi quale e il pubblico chiamato a partecipare risponde alle fantastiche evoluzioni vocali di JJ con grande calore. Ma anche lo stile raffinato, quel soul di finezza alla Gil Scott-Heron ma con la potenza di un Bill Withers, viene sviscerato in Air con il piano elettrico di Anthony Farrell chiamato al proscenio e seguito da un bel assolo jazzato di sax.

Breve interludio. Quando guarderete il DVD (perché do per assodato che lo acquisterete) oltre al concerto troverete vari intermezzi con JJ Grey nella sua casa in Florida, tra laghi, paludi ed alligatori presenti anche nei testi delle canzoni (altro che Mr.Crocodile Dundee), interviste con il boss della Alligator Bruce Iglauer, che ammette che il suo protetto non fa proprio del blues canonico ma chi se ne frega se è così bravo, e un fan ed amico, sorprendente ma non troppo, Derek Trucks (che ha suonato con loro) e che ne tesse le lodi. E tre tracce extra rispetto al CD tra cui una bollente Slow, Hot & Sweaty ricca di doppi sensi (ma anche espliciti) molto apprezzata dal pubblico femminile presente in sala.

 

In War il gruppo innesta la marcia rock e parte una travolgente cavalcata in stile southern con doppia chitarra solista che neanche i Wet Willie dei tempi d’oro e il nostro amico risponde colpo su colpo ai fendenti dell’altro chitarrista Andrew Trube senza perdere un colpo a livello vocale, sempre ad altra gradazione e con il gruppo in overdrive con organo, fiati e sezione ritmica che si scatenano sempre più. Lochloosa è il momento topico del concerto: dedicata al lago della località che loro chiamano casa e preceduta da una lunga introduzione di JJ Grey alla Springsteen, il brano è semplicemente meraviglioso, Grey viene posseduto dallo spirito del Joe Cocker di Woodstock e la canzone tra picchi e valli diventa una sorta di novella With A Little Help From My Friends, specie nella seconda parte quando inizia a urlare ed a urlare sempre più in una sorta di trance emotiva di dimensioni epiche come raramente è dato di sentire in un concerto dal vivo, una intensità che dilaga in un assolo di chitarra liberatorio dello stesso JJ Grey quasi alla Jimmy Page (che suonava nella versione originale del brano di Cocker), ma anche sulla falsariga di Freebird che è l’altra pietra di paragone per questo brano. Oltre dieci minuti di musica fantastica!

E qui è difficile superarsi anche per lui, ma ci prova: con il funky in overdrive di Dirtfloorcracker dove sfodera un assolo di wah-wah devastante che crea una immediata risposta da parte dell’altro chitarrista Trube che non scherza un c…o anche lui. Orange Blossoms era il titolo del loro esordio su Alligator ma è anche un bellissimo brano con una chitarra dal riff trillante soul alla Sam&Dave mentre Ho Cake è un travolgente funky dai ritmi alla James Brown, con JJ Grey che ne cattura alla perfezione lo spirito ma ha anche improvvise aperture e cambi di tempo in puro stile southern jazz (ammesso che esista) con la chitarra di Trube, il sax di Edmaiston e la tromba di Dennis Marion che si dividono gli assoli con spazio anche per la batteria di Cole, il basso di Todd Smallie e le tastiere di Farrell. Peccato che nella versione per il CD sia stata tagliata nel finale la presentazione della band che è uno spettacolo nello spettacolo, come lo Springsteen dei tempi d’oro con la E Street Band, con Grey che inventa aggettivi e soprannomi per i vari musicisti nella più pura tradizione delle revue soul o se preferite come gli MC dei Famous Flames di James Brown. Ma nel DVD c’è tutto.

The Sweetest Thing è un’altra soul ballad dal profondo sound cantata ancora una volta in modo fantastico e anche The Sun Is Shining Down avrebbe reso orgogliosi Otis Redding o Al Green per questo discepolo dalla voce vellutata e ricco anche di accenti gospel nel suo modo di cantare e con un altro assolo di chitarra fantastico di Grey. Si conclude come si era cominciato con il funky-soul-rock di On Fire che ancora infiamma il pubblico e la voce alla carta vetrata di JJ Grey che mi ha ricordato (anche in altri momenti del concerto) il Captain Beefheart meno estremo e più bluesy. Andrew Trube maltratta per un’ultima volta la sua chitarra e la sezione fiati, sempre ballando a tempo, lo segue, per la gioia dei presenti.

Dischi dal vivo così belli se ne fanno raramente e anche se questa è una buona annata per le uscite discografiche non lasciatevelo sfuggire.

E il nuovo album di Ryan Adams Ashes and Fire, in uscita il 10 ottobre, si annuncia come un ritorno ai fasti di Heartbreaker e Gold. Ma questa è un’altra storia.

Bruno Conti