Un Nome Bizzarro Per Un Grande Gruppo Anni ’70! Be-Bop DeLuxe – Futurist Manifesto 1974-1978 The Harvest Years

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Be-Bop DeLuxe – Futurist Manifesto 1974-1978 The Harvest Years – 5CD – EMI Catalogue/Harvest

Nella stessa benemerita serie di cofanetti di ristampe della EMI Inglese dove sono usciti i Box di Frankie Miller, Hawkwind, Barclay James Harvest e  molti altri di cui vi ho parlato in queste pagine virtuali, è stato pubblicato di recente (un mesetto fa) anche questo Futurist Manifesto dedicato ai Be-Bop DeLuxe, la creatura di Bill Nelson, uno dei gruppi più sottovalutati del rock inglese anni ’70 e questa raccolta potrebbe essere l’occasione per colmare una lacuna nelle vostre discoteche e nei vostri ascolti (la categoria della recensione è “carbonari” non a caso)!

Nati nel 1972 sono stati inseriti nel filone glam rock, ma quello del miglior Bowie se proprio vogliamo paragonarli al Duca Bianco, anche se Nelson ha sempre respinto questo accostamento, poi sono stati citati Roxy Music, King Crimson, Van Der Graaf, Pink Floyd, Frank Zappa e un po’ di tutti questi elementi effettivamente confluiscono nella musica del gruppo. Ma se dovessi indicare un genere direi rock, puro e semplice, con tutte quelle influenze ma è proprio rock, anzi rock chitarristico, perchè Bill Nelson è uno dei grandi “guitar heroes”  misconosciuti della musica degli anni ’70, un solista dalla tecnica notevole e con un gusto quasi unico per le sonorità più ricercate e raffinate. E sono stati anche un gruppo di successo in Inghilterra, i loro dischi navigavano spesso nei top 20 delle classiche britanniche di quegli anni e addirittura Live In The Air Age, che vedete indicato a parte perché purtroppo non è contenuto nel box in questione, è salito fino al 10° posto delle British Charts. Non male per un doppio disco dal vivo con il meglio dei loro concerti di quegli anni e pubblicato nel 1978 a termine carriera.

E si tratta di un disco fantastico (il CD uscito rimasterizzato nel 2004 è singolo) che s’ha da avere: una serie di brani dove lo stile “futurista” del gruppo viene sublimato in una serie di assoli di chitarra meravigliosi di Bill Nelson che culminano in una versione di Adventures In A Yorkshire Landscape che si colloca tra le pietre miliari del solismo rock di quegli anni, immaginate una via di mezzo tra un Gilmour meno “psych”ma con qualche spunto Blues che anche il chitarrista dei Pink Floyd ha nei suoi gusti e nel suo DNA, il Santana più melodico e il Peter Green più ricercato ed avrete una vaga idea di cosa aspettarvi. Questo disco non lo trovate nel quintuplo ma si trova a parte a prezzi comunque molto contenuti, per non dire economici.

Anche l’antologia, come le altre della serie, si trova a poco più (o poco meno) di 20 euro ed è una vera cornucopia di sorprese: si parte con il rock più tradizionale di Axe Victim e Futurama per approdare al sound influenzato dalla new wave e ancora dal Bowie berlinese (quello con Fripp & Eno) degli ultimi album Modern Music e Drastic Plastic e della postilla del 1979 Sound On Sound già a nome Bill Nelson’s Red Noise che annuncia la svolta più elettronica della carriera successiva e che non trovate in questo disco.

Rimanendo a questo Futurist Manifesto, oltre a una serie di belle canzoni di grande spessore cantate con voce chiara, vibrante e “gentile, tipicamente inglese, troverete anche molti esempi dello stile chitarristico di Nelson una sorta di Tom Verlaine ante-litteram su questo lato dell’Oceano. Oltre ai cinque album di studio completi nel quinto CD c’è una serie di inediti in studio e soprattutto dal vivo veramente interessanti. E il suono ricavato dalla rimasterizzazione fatta negli Abbey Road Studios nel 2011 è veramente notevole, con qualche eccezione tratta dai remasters effettuati nel 2004 per i singoli album. Sinceramente io (oltre al Live) avevo un Best Of pubblicato una ventina di anni fa, Raiding The Divine Archive, e la differenza nel suono è veramente abissale.

Non male per un gruppo di cui non si ricorda neppure l’esatta grafia del nome, Be Bop o Be-Bop con la lineetta? Dovrebbe essere giusta la seconda grafica ma spesso sulle copertine dei CD si trova senza. Ma sono dettagli, l’importante è la musica che se seguirete il mio “consiglio d’acquisto” vi sorprenderà e anche per già li conosce c’è in ogni caso “trippa per gatti” in questo cofanetto!

E il jazz, nonostante il nome, non c’entra per nulla, forse qualcosa del jazz-rock di quegli anni.

Bruno Conti

Un Nome Bizzarro Per Un Grande Gruppo Anni ’70! Be-Bop DeLuxe – Futurist Manifesto 1974-1978 The Harvest Yearsultima modifica: 2011-11-04T19:56:57+01:00da bruno_conti
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