Buone Nuove Dal Sud! Kenneth Brian Band – Welcome To Alabama

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Kenneth Brian Band – Welcome To Alabama – Southern Shift Records

Kenneth Brian, quasi esordiente (ha un album alle spalle, Fallin’ Down Slow, ma in pochi lo conoscono) di Decatur, Alabama, è un musicista d’altri tempi. Fisicamente somigliante a Hank Williams III (magro come un’acciuga, aria un po’ truce, tatuaggi impossibili dappertutto), musicalmente sembra invece provenire direttamente dagli anni settanta, ed il suo credo si rifà direttamente alla più classica musica del Sud.                                                                         

Basta vedere il nome del produttore di questo Welcome To Alabama (un titolo, un programma): Johnny Sandlin è una vera e propria leggenda, membro con i fratelli Allman degli Hourglass, ha prodotto Brothers And Sisters della Allman Brothers Band, oltre a dischi di Wet Willie, Delbert McClinton, Eddie Hinton e Bonnie Bramlett (in anni più recenti ha lavorato anche con i Widespread Panic), oltre ad essere stato nei settanta vicepresidente della mitica Capricorn, mentre oggi suona il basso nella Capricorn Rhythm Section.                                                                                

Un vero uomo di musica, che non si muove se non ne vale la pena: se non vi siete ancora convinti, aggiungo che a Welcome To Alabama partecipano in qualità di ospiti la già citata Bramlett, il quasi omonimo Randall Bramblett e Jason Isbell.Bei nomi, ma non la solita sfilza di celebrità fine a sé stessa, ma una serie di musicisti veri, che hanno suonato con mezzo mondo (meno Isbell, che è più giovane) e che aggiungono valore ad un disco prezioso.                                                        

Welcome To Alabama è infatti un bel disco, in alcuni momenti un grande disco, da parte di un musicista che sembra aver fermato la macchina del tempo al 1975: Kenneth e i suoi (Travis Stephens, chitarra, Dickey Pryor, batteria, Zach Graham, basso) suonano come se ogni sera facessero da opening act a gruppi come Marshall Tucker Band o Allman Bros.                                                      

Un suono caldo, chitarristico, pregno di umori Sudisti, con qualche finestra aperta sul country (ecco il collegamento con la band dei fratelli Caldwell, ma anche con gli Allman versante Dickey Betts), una sezione ritmica dura e pura e le tastiere di Bramblett che danno il tocco in più (per non dire della produzione di Sandlin, uno che farebbe sembrare sudista anche LadyGaga).                                      

Si inizia con Something Better, un brano potente e chitarristico, nel quale Kenneth canta con grinta e la band non fa prigionieri: il nostro è anche un ottimo chitarrista (la solista la suona lui) e lo dimostra già da questo brano, dove, oltre ai gruppi citati prima, ci sono tracce anche di Black Crowes e North Mississippi All Stars. Texas By Tonight ha un mood più countreggiante, una melodia solare e la voce di Brian più distesa, anche se le chitarre hanno sempre un suono bello ruspante: gran bella canzone.    La title track sembra una outtake dei Lynyrd Skynyrd: puro southern rock, eseguito con un feeling da elefante ed una nonchalance insolita per un quasi esordiente.                                                             

Sembra un veterano con già dieci dischi alle spalle. Last Call è una ballata lenta ed attendista, quasi notturna, sfiorata dal country, con una bella doppia voce femminile (Lillie Mae Rische), e l’organo di Bramblett a fornire il sapore del Sud; Holdin’ On è per contro una rock ballad tersa, fluida ed orecchiabile, tra le più riuscite del disco.                       

Tonight We Ride è un classico uptempo rock, con un intro alla Neil Young ed uno sviluppo ad alto tasso di elettricità (Kenneth è sempre più convincente brano dopo brano, sia come autore che come chitarrista); Nothing You Can Do (con la Bramlett), sa di Muscle Shoals Studios, mentre nella semiacustica e lenta Prayer For Love brilla l’intervento di Isbell alla slide.                                                                              

L’album (dieci canzoni, tre quarti d’ora circa, anche in questo ricorda i dischi di una volta) si chiude con la vibrante The Fall, dal tono epico, e con Cry To The Dark, con la quale Kenneth si congeda da solo con la sua chitarra, una piccola gemma acustica ma di grande valore.Kenneth Brian è un sicuro talento, ed in futuro sentiremo ancora parlare di lui: se continua così potrebbe anche diventare una delle colonne del suono sudista.                                                                     

Welcome to Alabama…

Marco Verdi

Buone Nuove Dal Sud! Kenneth Brian Band – Welcome To Alabamaultima modifica: 2011-11-11T13:08:00+01:00da bruno_conti
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