“Altre Storie” Da (East) Nashville! Kevin Gordon – Gloryland

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 Kevin Gordon – Gloryland – Crowville Media Self-released 2012

Mi ero quasi dimenticato di Kevin Gordon cantautore e letterato nato a West Monroe in Louisiana, autore di ottimi album nella sua quasi ventennale carriera. Kevin non è un novizio nell’ambiente discografico, nonostante il suo nome ai più dica poco, è un tipo che si è laureato in letteratura all’Università dell’Iowa, e la sua vena di scrittore gli ha permesso di pubblicare molti poemi sulle migliori riviste del settore. Come “songwriter” debutta nel 1993 con Carnival Time un album edito dalla Taxim Records, mentre Cadillac Jack’s # 1 Son (1998) si può considerare il lavoro più compiuto di Gordon, seguito dall’ottimo Down To The Well (2000), entrambi  distribuiti dalla Shanachie Records. Dopo qualche problema con la casa discografica, incide O Come  Look At The Burning (2005) un omaggio alla sua terra (Lousiana), un disco profondamente influenzato da atmosfere cupe, tipiche di New Orleans e di uno dei suoi figli prediletti Tony Joe White.

Validamente coadiuvato dal “braccio destro” produttore e musicista Joe McMahan, Kevin in questo disco si avvale della sua attuale band, composta da ottimi musicisti, Paul Griffith, Ron Eoff, Steve Poulton, Dave Jacques, e ospiti speciali come Sarah Siskind, due componenti dei Lambchop (Scott Martin  e Ryan Norris) e le sorelle McCrary (Regina e Ann coriste di gospel con Mike Farris), proponendo una manciata di canzoni con la sua voce soul,  per un “sound” che spazia tra rock and roll, folk e blues e che coinvolge l’ascoltatore.

Si parte con il blues di Gloryland e le chitarre in spolvero sulla voce di Kevin, e si prosegue con una Don’t Stop Me This Time dalla sezione ritmica importante, con un ritornello che entra subito in circolo. Colfax/Step In Time è una delle più belle del disco, inizia dolcemente, poi si sviluppa nei suoi 10 minuti su un testo bellissimo e con il crescendo “soul” delle sorelle McCrary. Pecolia’s Star è una ballata maestosa su un tessuto sonoro con il mandolino in evidenza, mentre Black Dog è uno svamp rock, uno di quei brani che ricorda il Fogerty d’annata. Si torna alla ballata malinconica con Trying To Get To Memphis, con Gordon  vocalmente molto vicino a John Hiatt, mentre la seguente Bus To Shreveport è un mid-tempo senza infamia e senza lode. Il livello del disco torna alto con Nine Bells, atmosfera notturna creata dalla chitarre slide, batteria low-fi e voce rancorosa di Kevin. Splendida! Side of the Road inizia con un arrangiamento “desertico”, poi diventa sudista fino al midollo con l’apporto delle “sisters” al controcanto, mentre Tearing It Down molto “bluesata”,  è sporca e cattiva quanto basta. Si chiude alla grande con One I love che sembra toltada Guitar Town di Steve Earle, e la bonus track Don’t Take It All, ammaliante ballata quasi recitativa, composta su qualche palafitta sul Mississippi, sorseggiando un buon Southern Comfort.

Kevin Gordon è un autore con una certa “verve” descrittiva (basta leggere i testi), liriche, ritmo e voce vanno a braccetto e nessuno prevale sull’altro, è una sorta di Sonny Landreth con meno virtù chitarristica e più senso di narrazione, e in questo lavoro mostra tutte le sue qualità e ci regala quasi sessanta minuti di musica gustosa e genuina, e suonata come Dio comanda. Bravo Kevin, un bel ritorno, un disco sofferto, difficile, ma se riuscite a penetrare nella sua musica, non potete esimervi dal farlo vostro. Adesso spero solo di non dover aspettare altri sette anni per ricordarmi del suo talento.

Tino Montanari

“Altre Storie” Da (East) Nashville! Kevin Gordon – Glorylandultima modifica: 2012-03-23T19:26:00+01:00da bruno_conti
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