Un Grande Piccolo Trio Da Houston, Texas Di Nuovo In Pista. ZZ Top – La Futura

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ZZ Top – La Futura – American Recordings/Universal  11-09-2012

Se vogliamo aprire brutalmente, non è che gli ultimi album degli ZZ Top siano stati memorabili, e per ultimi intendiamo almeno un trentennio (forse anche qualcosa di più, perché molti non hanno ancora metabolizzato i sintetizzatori di Eliminator e i video su MTV, ma quelli almeno avevano le belle donnine). Gli ultimi album buoni (El Loco,) o anche eccellenti (Deguello), i 30 anni di vita li hanno superati da un bel pezzo e, casualmente, o forse no, sono stati gli ultimi ad avere un titolo in spagnolo, come quasi tutti i loro grandi dischi. Non a caso, anche l’ultimo disco decente del trio, Antenna del 1994, aveva quelle radici linguistiche, se non musicali.

Gli ZZ Top sono sempre stati un gruppo anomalo nel mare magnum del southern rock: un trio di boogie-rock-blues texano che però non aveva tra gli elementi fondanti del proprio sound anche quella quota country che era (ed è) uno degli elementi quasi indispensabili per chi fa musica “sudista”. Però hanno sempre abbondantemente bilanciato con spruzzate corpose di (hard) rock. Cosa ci voleva per far sì che tornassero a fare della buona musica? Questo era il quesito fondamentale. La risposta ovvia era: un buon produttore! Hanno scelto Rick Rubin che è un buon alchemista del suono ma non quel genio della consolle che ci vogliono far credere (chiedere a CSN!) o non sempre (anche se tra barbuti ci si intende). Uno dei grandi problemi di Rubin sono i tempi: questo album è in gestazione da almeno quattro anni, per un totale di dieci brani, fa una canzone ogni cinque mesi. Poi è ovvio che non è così e si dice che il materiale registrato, e scartato, avrebbe potuto riempire 20 CD, ma la percezione esterna è quella. Se poi aggiungiamo che a giugno, in formato digitale, era già stato pubblicato l’EP Texicali, le canzoni nuove da ascoltare rimangono solo sei. Comunque se prendiamo La Futura globalmente come album c’è di che rimanere soddisfatti. Non un capolavoro ma un solido lavoro di quel southern-boogie-hard-rock-blues che ce li ha sempre fatti amare (beh, non proprio sempre!).

Gotsta Get Paid, il brano di apertura, è una sorta di risposta virtuale a Just Got Paid, uno dei loro super classici che si trovava su Rio Grande Mud,e se la voce di Billy Gibbons ti fa venir voglia di prenotargli una visita dall’otorino, le chitarre di Billy, il basso di Dusty Hill e la batteria di Frank Beard martellano i loro ritmi con gusto rinnovato come ai vecchi tempi e senza l’ombra di un synth all’orizzonte, ma una “ispirazione” da un pezzo rap degli anni ’90 trattato alla ZZ Top. Chartreuse, che si pronuncia all’inglese, per fare rima con Blues, proprio quello è, un bel blues vecchio stile, l’unico firmato da tutto il gruppo (e anche in questo caso, partendo da un brano di Gillian Welch) e cantato da Dusty Hill che pompa con rinnovato vigore sul suo basso, come peraltro con i soci non aveva mai cessato di fare dal vivo. E la caratteristica principale di questo album è proprio l’immediatezza, che non lascia intendere i quattro anni che ci sono voluti per realizzarlo. Anche Consumption è un funky-blues di quelli ribaldi, nella loro migliore tradizione. Over You è una lenta ballata vagamente soul, in omaggio a quei grandi della musica nera che li hanno ispirati ad amare questa musica. Billy Gibbons la canta con passione prima di lasciarsi andare ad un assolo ispirato e conciso.

E qui finisce l’EP. L’album continua sulla stessa falsariga con Heartache In Blue dove fa capolino anche una armonica, suonata da James Harman, che conferma l’autenticità degli intenti. I Don’t Wanna Lose, Lose, You è una canzone costruita intorno ad un riff che Gibbons dice viene per metà da Keith Richards e metà da Bo Diddley, il risultato è ZZ Top al 100%. Tra l’altro Over You e I Don’t Wanna Lose sono state scritte da Gibbons in coppia con l’ottimo produttore/batterista Tom Hambridge, quello degli ultimi notevoli lavori di Joe Louis Walker, Thorogood e Buddy Guy e mille altri, ha una lista di collaborazioni tipo pagine gialle del Blues. Flyin’ High ha un altro riff poderoso, da rock-blues classico, un po’ alla Free o Bad Company, ed è il famoso brano che è stato sparato nello spazio insieme all’astronauta della Nasa. It’s Too Easy Manana è il brano scritto da Gillian Welch e David Rawlings con Gibbons e riceve il trattamento alla ZZ Top per diventare uno slow blues “lavorato e atmosferico” di qualità. Anche Big Shiny Nine è un brano di cui dici subito dalla prima nota, ZZ Top! Have A Litte Mercy nelle loro intenzioni originali avrebbe dovuto essere un brano alla BB King. Sì, ma come l’avrebbe suonato se fosse stato bianco e nato in Texas. Perché questo è, come tutto il disco: un grande piccolo trio di texani che suona il Blues visto dal profondo Sud. E questa volta ritornano a farlo bene!

Bruno Conti

Un Grande Piccolo Trio Da Houston, Texas Di Nuovo In Pista. ZZ Top – La Futuraultima modifica: 2012-09-08T15:45:00+02:00da bruno_conti
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