Lee Harvey Osmond – The Folk Sinner – Latent Recordings 2012/2013
Il loro ottimo album d’esordio A Quiet Evil (2010), è nato con la collaborazione della famiglia dei Cowboy Junkies (Michael Timmins, la sorella Margo e Josh Finlayson degli Skydiggers), per un “sound” folk-acustico con elementi country, rock ,blues e psichedelici, che lo ha portato a ricevere l’ambito premio al Polar Music Prize dello stesso anno. Questi Lee Harvey Osmond sono un combo musicale canadese (un cantiere aperto arrivato fino a 17 elementi nel disco d’esordio), ma principalmente la creatura di Tom Wilson (leader nei lontani anni ’90 dei Junkhouse, e poi successivamente dei Blackie And The Rodeo Kings), che si avvale anche di Ray Farrugia (componente nei Junkhouse) alla batteria, Aaron Goldstein alle chitarre, Brent Titcomb alle percussioni e Paul Reddick alla pedal-steel. In questo nuovo lavoro, The Folk Sinner, validi ospiti partecipano al progetto, gli abituali Andy Mize e Josh Finlayson (Skydiggers), il grande Colin Linden al dobro, Hawksley Workman (eccellente e sottovalutato cantautore canadese) e come vocalist Astrid Young (sorellastra di Neil), Oh Susannah e Margo Timmins (Cowboy Junkies), il tutto prodotto dal fratello Michael e come il precedente distribuito per la Latent dei fratelli Timmins.
L’album prende il via con un avvincente Oh Linda (semisconosciuto brano di Gordon Lightfoot), quasi una versione a cappella, che dimostra subito le qualità canore di Wilson, cui fa seguito Devil’s Load , un brano dal groove sbarazzino, con un giro di armonica importante, mentre il lato più rootsy della band, può essere ascoltato in Easy Living, basata su trame acute di violino, con un “sound” psichedelico morbido. La collaborazione di Hawksley Workman, in duetto con Tom in Break Your Body, rappresenta uno dei punti più alti del disco, una ballata notturna, intensa,fumosa, impreziosita da una tromba, perfetta per essere eseguita al The Clubhousedi Ottawa, mentre la seguente Big Chief è una dolce canzone d’amore con in evidenza la pedal-steel di Reddick e le armonie vocali di Astrid Young e di Oh Susannah (Suzie Ungerleider per la mamma), e ancora, a seguire, Honey Runnin’ e Leave This House, brani dimostrativi di quel filone che viene etichettato come acid-folk. Con Freedom e Love Everyone, con ritmi e percussioni desertiche (Calexico, Giant Sand), il suono diventa più vibrante nelle chitarre con un accenno di psichedelia flessuosa. Chiude alla grandissima un disco splendido, la struggente Deep Water, una ballata notturna con al controcanto la dolcissima voce di Margo Timmins, (che mi regala sempre intense emozioni).
I Lee Harvey Osmond (soprattutto il “barbuto” Tom Wilson), in questo The Folk Sinner, dopo due anni di gestazione, portano allo scoperto un progetto affascinante, con ulteriore arricchimento del viaggio sonoro, più volte affrontato da questi musicisti, nelle loro separate carriere. Il risultato è tutto in queste dieci canzoni che musicalmente rientrano in quel movimento dell’acid-folk (folk, rock, country e una forma psichedelica), citato prima. Per quanto mi riguarda i LHO, sono una band davvero affascinante da descrivere, a tutti gli altri consiglio almeno un ascolto. Ci sono sempre belle conferme dal freddo Canada.!
Tino Montanari