Dan Bern – Doubleheader / Wilderness Song – Self Released 2012/2013
Come in tutti i gialli che si rispettano, l’assassino torna sempre sul luogo del delitto. In questo caso il colpevole è chi scrive, in quanto, come promesso, torno a parlarvi di Dan Bernstein in arte Bern, dopo la recensione dello scorso mese di Drifter, che ha generato un fitto scambio di sane opinioni e vedute, su questo meritevole “blog” del titolare e amico Bruno. La particolarità di Doubleheader, inciso sempre con la sua band attuale i Common Rotation (Adam Bush, Jordan Kats,Eric Kufs) è la totale, direi ossessiva e maniacale, predisposizione di Bern a scrivere un intero album (ben 18 canzoni), dedicato alla passione della sua infanzia, il mondo del baseball.
Il filo conduttore che collega Doubleheader con il “gemello” Drifter è un omaggio allo storico giornalista sportivo Vin Scully, un ballata dal titolo The Golden Voice of Vin Scully (con diverso arrangiamento) dalla struttura folk-roots, proseguendo con il lamento notturno di Five-Nothing Lead, la dolente Seven Miles An Hour, l’intro alla Forever Young (tanto per cambiare) di Johnny Sylvester Comes Back To Visit the Babe, la splendida ballata Merkle, brani con storie di autentici personaggi di questo sport, come Lou Gehrig’s Disease, Rincon, When My Buckner Moment Comes, e l’inno finale a questo sport con Love, War And A Baseball Game, in puro dixieland style.
Le canzoni di Wilderness Song, invece, sono state adattate da Dan Bern, da lettere, saggi e poesie dello scrittore Everett Ruess, per il documentario omonimo prodotto dal grande Jonathan Demme e diretto dal regista Lindsay Jaeger. Il film racconta la storia dello stesso scrittore e artista, il quale nel 1934 all’età di 20 anni, ha lasciato la società, per ritirarsi nei canyon dello stato dello Utah, per poi scomparire e far perdere le sue tracce. E le 15 canzoni, di riflesso, non potevano che descrivere la narrazione di quella storia, partendo dall’iniziale Wilderness Song, il country-western di Navajo Rug, le folk-ballads I Hope It Rains e Sandstorm con l’armonica in evidenza, la tenue dolcezza di Glorious World, per chiudere con la filastrocca country di Let Your Worries Be As Few As Mine, il tuttocon arrangiamenti scarni, una chitarra acustica, un’armonica e la voce di Dan a disegnare un ipotetico magico concerto “unplugged” nel deserto.
Non per alimentare ulteriori scambi epistolari in merito, ma sarà impresa ardua per il buon Dan Bern scrollarsi di dosso l’etichetta di discepolo “dylaniano” affibbiatagli sin dagli esordi (1997), ma una volta tanto viva l’onestà e la modestia di un musicista molto interessante e ancora sottovalutato, capace di usare i toni del menestrello folk in questi due lavori (Doubleheader e Wilderness Song), tanto quanto spunti rock nel precedente Drifter. Non so se “l’assassino” tornerà ancora sul luogo del delitto, ma mi risulta davvero difficile non immaginare qualcuno di questi brani, come una ideale colonna sonora per i racconti di Cormac McCarthy?
NDT: Colgo l’occasione per augurare ai tanti lettori di queste pagine, una buona Pasqua!
Johnny Duk & Dusty Old Band – On The Other Side – PBR Records Self Released
A giudicare dal primo brano, Broken Heart, il tour operator del Canton Ticino, perché è da lì che vengono, come Joe Colombo (di cui mi sono già occupato in passato, sempre inteso in tono non minaccioso), che credo sia un vicino di casa, dicevo che il tour operator li ha dirottati in una località tra Macon, Georgia e Jacksonvìlle, Florida, in quanto il brano, sin dalla sgommata iniziale, è un southern rock duro e grintoso, ad alta gradazione chitarristica e permette a Fabio Ducoli (da non confondere con il quasi omonimo bresciano) di mettere in luce le sue doti alla solista, riff e soli di pura marca sudista. Indagando ulteriormente, nelle note, dove di solito i musicisti ringraziano mamme, mogli, fidanzate, figli e la famiglia in generale, Dio i credenti e quand’anche pure cani e gatti (tutti nomi abitualmente sconosciuti al fruitore del disco e in questo caso ci sono tutti gli elementi ricordati), si leggono, e qui si ragiona, anche i nomi di Bruce Springsteen, Woody Guthrie, John Mellencamp, Tom Waits, Steve Earle, Johnny Cash e Ry Cooder e un generico molti altri, per fortuna, perché se venivano citati tutti diventava una specie di enciclopedia della buona musica. Dai nomi che vi ho appena sciorinato si intuisce perché, per strani giri, sono venuto ad occuparmi di questo CD, come avrebbe detto Jannacci (che avevo già intenzione di “usare” in questo post prima della sua scomparsa), trattasi di canzonette, ma belle e questi signori, soprattutto, sono tra Quelli che… Springsteen è comunque Springsteen!.
Come dimostra Fly Away, una bella ballata che profuma delle spiagge del New Jersey e che si appoggia anche su un bel violino evocativo, affidato alle capaci mani di Claudia Klinzling (che è la Soozie Tyrell della Dusty Old Band, o se preferite, per addentrarci nel passato, la Suki Lahav, ma si va nella notte dei tempi), gli ingredienti ci sono tutti, l’insieme del sound, con belle armonie vocali, l’ehi rafforzativo springsteeniano, l’immancabile “one, two, three, four”, quanto più di derivativo potete pensare, l’avete pensato, eppure ci piace, la canzone funziona, ha una bella melodia e una sua dignità, trasuda amore e passione. Nelle derive iniziali folk di The Ghosts Are Coming con il dualismo tra la chitarra e il violino ho riscontrato delle analogie con la musica dei primi Lowlands, quando c’era il violino anche nella loro formazione (la band pavese di Ed Abbiati, un altro “italiano per caso” o”svizzero” in questo caso), melodie popolari, amore per la musica Americana, una pronuncia inglese non fluentissima (non nel caso di Ed, che è bilingue, se no mi picchia) di Johnny Duk, compensata dalla grinta.
Breath In Breath Out è una dolce ballata, solo voce, piano e violino, forse un basso, cantata in duetto con Michela Domenici, struggente e malinconica quanto basta. Lo spirito del rocker riprende il sopravvento in My Brother, sempre tra Bruce e il Coguaro Mellencamp, con quell’uso del violino in contrapposizione al “ruggito” delle chitarre che riffano di brutto. Little Country in A Big World, che mi dicono essere il singolo che circola nelle radio svizzere, e, sempre a proposito della Confederazione Elvetica, cita il Salmo Svizzero, una sorta di inno non ufficiale (si impara sempre qualcosa), ma a tempo di folk-rock, tra Pogues, Waterboys e musica popolare, con piccola sezione fiati, fisa e, temo, tanta birra, inclusi. L’unica cover del disco (il resto è farina del sacco di Johnny Duk, con “gli ispiratori” citati) è Wayfaring Stranger, un brano della tradizione popolare americana, acustico nella prima parte e con una coda strumentale più rock, sempre con il violino in bella evidenza. Miner’s Dance è un breve strumentale che ci porta nelle zone di Pulcinella a tempo di tarantella (ho fatto la rima, ebbene sì) e fa da introduzione a On The Other Side (Of The Wall), un brano ispirato dalla “tragedia italiana”, così viene ricordata la vicenda, che costò la vita, nel 1908, a molti minatori italiani impegnati negli scavi del tunnel ferroviario di Lotschberg, la canzone ha un suo potere evocativo e potrebbe ricordare anche certi episodi della discografia di Steve Earle, con il solito violino che vola su una urgente sezione ritmica. Friends For A Lifetime, fin dal titolo, potrebbe averla scritta Bruce per i suoi amici Southside Johnny & The Asbury Jukes, ci sono i fiati sincopati, le galoppate tipiche del Boss e quell’aura corale e coinvolgente.
Ci avviamo in conclusione: quella Resophonic che fa la sua bella figura tra le decine di strumenti indicati nella lista riportata nel libretto e anche in alcune foto interne, viene sfoderata per una bluesata Play My Guitar, dove l’effetto slide la fa da padrone, non sarà Ry Cooder ma il buon Ducoli ci dà dentro con impegno. Irish On The Rocks rende omaggio a quelle gighe elettriche scatenate che hanno sempre caratterizzato la musica dei Fairport Convention, forse anche se non li conoscono, come dissero i Decemberists in una intervista quando veniva imputata loro questa forma di ispirazione (ma in seguito li hanno “scoperti”, studiati e ripresi), l’interplay tra il violino della Klinzing, veramente brava, e la chitarra e la sezione ritmica, dimostra che l’eclettismo è di casa tra i solchi virtuali di questo CD. Conclude una ballatona acustica a tempo di valzer come When I Was A Child. Non sarà dalla Svizzera con furore ma il disco merita di essere ascoltato come altri prodotti di questo genere che, per comodità, catalogheremo come roots rock. Qui potete ascoltare un po’ di musica search?q=johnny+duk, anche dal precedente disco del 2009 The River Of Dreams, più acustico e rurale. Dove comprarlo francamente non so, ma potete provare qui (anche per i concerti) links.htm.
Non salverà il mondo, parafrasando il titolo di un vecchio LP di circa 40 anni fa dei Groundhogs, “Who will save the World?”: The Mighty Johnny Duk & Dusty Old Band, ma trequarti d’ora di piacevole musica sono garantiti. Come detto altre volte per piccoli progetti indipendenti, sarà già sentita, derivativa, ma in fondo chissenefrega, è buona musica e come tale merita lo stesso spazio di quelli “importanti”!
E come diceva il mio amico Bugs Bunny, anche per oggi That’s All Folks.
Quelli Che se ne vanno in tarda serata, perché era arrivato il momento, oh yeah. Purtroppo non è bastata una bella dormita, oh yeah!
Forse non era il genere che si tratta abitualmente in questo Blog ma Vincenzo Jannacci, vissuto a Milano tra il 1935 e il 2013 è stato certamente uno dei grandi della canzone italiana, uno di quelli che la sapevano fare, anche cui scarp del tennis, oh yeah…in questa canzone c’è tutto l’universo (con la collaborazione di Beppe Viola).
Ed Harcourt – Back Into The Woods – Kid Gloves Music – 2013
C’è stato un periodo tra il 2000 e il 2003, nel quale Ed Harcourt era anche più di una promessa per quanto riguardava il cantautorato pop: infatti l’EP Maplewood (2000) e i primi due album Here Be Monsters (2001) e From Every Spere (2003) sono state gemme preziosissime nell’ambito del folto panorama musicale inglese. Il terzo lavoro Strangers (2004) e i successivi The Beautiful Lie(2006) e Lustre (2010) sono stati episodi meno convincenti, rispetto alle attese degli addetti ai lavori. Agli esordi Ed giovane e talentuoso, si presentava con un “cocktail” di brani davvero gustoso, un misto di pop, ballate soul, songs confidenziali e richiami jazz, il tutto realizzato con gli strumenti suonati da lui stesso. Con questo Back Into The Woods il nostro cambia ancora le carte in tavola, e sotto la produzione di Pete Hutchings si è chiuso fra le mitiche pareti dello Studio Due di Abbey Road, e tutto in una notte (per ridurre al minimo i costi), in quasi totale solitudine, ha registrato questi nove pezzi inediti solo con la sua voce, piano e chitarra, niente basso e batteria e qualche arrangiamento d’archi e cori.
Il risultato è formalmente atipico, ma capace di sorprendere per eclettismo, con la rallentata tenue morbidezza dell’iniziale The Cups & The Wane, il delicato violino della moglie Gita in Hey Little Bruiser, i cori di Wandering Eye, la ballata notturna Murmur In My Heart, la melodia toccante di Back Into The Woods, proseguendo con la “beatlesiana” Brothers & Sisters, l’amabile ballata The Pretty Girls, la calda tranquillità di Last Will & Testament e chiudere poi con una The Man That Time Forgot malinconica e sentimentale che ricorda un po’ Tom Waits.
Con questo Back Into The WoodsEd Harcourt, dimostra di aver frequentato con molto profitto “l’università dei songwriters” di gente come Brian Wilson e Randy Newman, specialmente quando si tratta di metter giù melodie e armonie che, fin dal primo ascolto, catturano e affascinano, con canzoni che entrano in ritmo e sintonia con il nostro battito del cuore.
Clannad – Christ Church Cathedral – Arc Music – 2012/2013 – DVD o CD
E’ innegabile che i Clannad abbiano rivestito un ruolo primario nella diffusione della musica celtica. Certo, l’alone di leggenda che accompagna il loro nome si riferisce sicuramente a quanto il gruppo ha saputo fare agli inizi di carriera, negli ormai lontani anni ’70, con una presentazione vigorosa ed originale della materia “musicale tradizionale”, poi ripagata dal tributo del pubblico. Questo alone leggendario è andato un po’ scemando nel tempo, quando, ormai già da diversi anni, il gruppo aveva intrapreso una progressiva modernizzazione del loro suono, che ha quasi irrimediabilmente perso ogni connotazione tradizionale, per lasciare spazio ad ampie scorribande pop, con melodie moderne basate su un consistente uso di sintetizzatori. Mi sembra inutile (e anche complicato) riepilogare la lunga e onorata carriera dei Clannad: infatti sono passati 40 anni dal loro debutto discografico, e 15 dall’ultimo album in studio Landmarks (97), e pur non sciogliendosi mai ufficialmente, dopo un lungo periodo di pausa e un’apparizione al Celtic Connection nel 2007, hanno ripreso ad esibirsi dal vivo con una certa regolarità, effettuando un paio di tournèe continentali (che hanno toccato anche il suolo italiano). Il 29 gennaio del 2011 i Clannad hanno tenuto uno strepitoso concerto nella storica cattedrale di Dublino Christ Church Cathedral (se siete sul posto andate a visitarla, come chi scrive ha fatto lo scorso anno, ne vale la pena), ben documentato da questo DVD che vi offre la possibilità di prendere parte, anche visivamente, ad un concerto di grande musica celtica, ascoltando alcuni dei più grandi successi della band.
E in quella magica serata, come se il tempo non si fosse mai fermato, vediamo salire sul palco della cattedrale, Moya (Maire), Ciaràn e Pòl Brennan, Noel e Pàdraig Duggan, coadiuvati da validi musicisti come Màire Breatnach viola e voce, Sinead Madden violino e voce, Jane Hughes al cello e voce, Robbie Harris alle percussioni, Eamonn DeBarra alle tastiere e come ospiti Brian Kennedy (che quasi riesce a non far rimpiangere la voce di Bono nella versione di In A Lifetime) e ai cori il gruppo degli Anùna, capitanato dalla vocalist Eunan McDonald. E in questo ambiente solenne e suggestivo, la magia è tornata a sprigionarsi attraverso ventidue brani provenienti dal loro immenso repertorio, e nell’occasione sono state recuperate canzoni del periodo più “folk”, con i tradizionali Crann Ull, Mhaire Bruineall, Eleanor Plunkett, Two Sister, Newgrange (splendido brano pescato dal magnifico Magical Ring), Robin Of Sherwood (tratto dalla serie televisiva Robin Hood), alcuni brani privi di accompagnamento strumentale come Dtigeas A Damhsa e Mhorag’s Na Gheallaidh, e non potevano mancare grandi classici come In A Lifetime in duetto con Brian Kennedy e una versione del Theme From Harry’s Game. arricchita dalla partecipazione vocale degli Anùna.
Quest’anno ricorre il quarantennale della carriera di questi vecchi “ragazzi” della contea di Donegal, e questo concerto evento, in uno dei luoghi più sacri e religiosi di Dublino, diventerà, per il popolo folk dell’isola di smeraldo, una di quelle rare occasioni nelle quali profano e divino si uniscono in nome della musica dei Clannad, in una suggestiva magia che sopravvive alle mode dei tempi. Per chi ama il genere, imperdibile, anche per la meravigliosa “location”.
NDT: Questo DVD è il primo supporto visivo dei Clannad che contenga una intera performance live, anziché una semplice raccolta di videoclip come nel precedente Pastpresent (89).
Proseguiamo con un trio di “vecchie glorie” dell’hard and heavy, più o meno collegate tra loro, per chi ama il genere.
Sono passati 35 anni dall’ultima uscita discografica della formazione originale dei Black Sabbath, Never Say Die (quella con Ozzy Osbourne, che nella foto qui sopra sembra una statua di cera, belle croci però), in studio e con materiale nuovo, perché in effetti nel 1996 usciva il doppio live Reunion, con 2 brani nuovi composti per l’occasione. Per essere precisi nel nuovo disco 13 (ma il titolo non è ancora definitivo), non ci sarà Bill Ward, il batterista originale, sostituito da Brad Wilk (Rage Against The Machine e Audioslave), in quanto il buon Bill ha eccepito la mancanza di un contratto ad hoc firmato per l’occasione. Il nuovo lavoro uscirà l’11 giugno per la Universal (Vertigo in Europa e Republic negli States), in versione CD, LP, una doppia Deluxe e un Box pure lui Deluxe, ma i dettagli non sono ancora certi. I brani confermati sono i seguenti, ma in totale dovrebbero essere appunto tredici:
“God Is Dead”
“End of the Beginning”
“Age of Reason”
“Dear Father”
“Loner”
“Methademic”
“Epic”
Si parla di “Satanic Blues”, quindi come al solito, anche la grafica della copertina è quasi identica a Master Of Reality. Produce Rick Rubin, che già era alla guida del progetto mai portato a termine nel 2001/2, alle tastiere dovrebbe esserci il figlio di Rick, Adam Wakeman. Quando ci saranno ulteriori informazioni vi aggiornerò.
Nuovo album anche per i Deep Purple, Now What?!, in uscita per Ear Music/Edel il 30 aprile (26 aprile in alcuni paesi). In questo caso della formazione classica, Mark II, sono rimasti Ian Gillan, Roger Glover e Ian Paice. Steve Morse alla chitarra e Don Airey alle tastiere, completano la formazione dal 2002. Gli ultimi due dischi di studio, Bananas e Rapture Of The Deep, francamente, per usare un eufemismo, diciamo che non erano fantastici. Questo nuovo album è stato registrato in quel di Nashville con la produzione di Bob Ezrin, che tutti ricordano per il lavoro con Kiss ed Alice Cooper, oltre che in The Wall, ma per me rimane quello di Berlin di Lou Reed (ognino ha le sue preferenze).
NOW What?! sarà disponibile in 3 differenti formati: – versione standard in jewelcase con 11 brani – versione Limited edition in Digipack con 12 brani inclusa una cover di “It´ll Be Me” interpretata originariamente da Jerry Lee Lewis + DVD con 20 minuti di interviste e speciali contenuti audio: il singolo All The Time In The World (nel differente radio mix) + la versione live di Perfect Strangers e Rapture Of The Deep – versione in doppio vinile con 12 tracce
E queste sono le date italiane del tour mondiale e la tracklist completa:
21.07 Vigevano – Festival “10 giorni suonati” 22.07 Roma – Rock in Roma 24.07 Majano (UD) – Festival di Majano Piazza Italia
1. A Simple Song 2. Weirdistan 3. Out of Hand 4. Hell to Pay 5. Bodyline 6. Above and Beyond 7. Blood from a Stone 8. Uncommon Man 9. Aprés Vous 10. All The Time in The World 11. Vincent Price
Non ho sentito molto per cui non azzardo pareri, questi sono i 2 brani nuovi che si trovano in rete, non sembrano male!
Dopo i Deep Purple, ovviamente, i Whitesnake, con Made In Japan. Deluxe Edition 2 CD + DVD, DVD o Blu-ray. Registrato al Loud Park Festival l’11 ottobre del 2011, esce su Frontiers Records il 23 aprile, questi i vari contenuti:
Made In Japan tracklisting:
CD 1 1. Best Years 2. Give Me All Your Love Tonight 3. Love Ain’t No Stranger 4. Is This Love 5. Steal Your Heart Away 6. Forevermore 7. Six String Showdown 8. Love Will Set You Free 9. Drum Solo 10. Fool For Your Loving 11. Here I Go Again 12. Still Of The Night
BONUS CD 2 1. Love Will Set You Free 2. Steal Your Heart Away 3. Fare Thee Well (acoustic) 4. One Of These Days (acoustic) 5. Lay Down Your Love 6. Evil Ways 7. Good To Be Bad (acoustic) 8. Tell Me How (acoustic)
DVD & BLU-RAY: TRACK LISTING 1. Best Years 2. Give Me All Your Love Tonight 3. Love Ain’t No Stranger 4. Is This Love 5. Steal Your Heart Away 6. Forevermore 7. Six String Showdown 8. Love Will Set You Free 9. Drum Solo 10. Fool For Your Loving 11. Here I Go Again 12. Still Of The Night 13. Forevermore (fan video) 14. Steal Your Heart Away (fan video)
David Coverdale ha annunciato che entro la fine dell’anno uscirà anche un Made in Britain.
Altre ristampe.
Dopo l’edizione doppia per il 30° anniversario uscita nel 2003, quest’anno per il 40° facciamo un passo indietro e ne uscirà il 16 aprile una singola su EMI Records, nuovo remaster 2013 ma zero inediti, misteri delle case.
La Island/Universal proeseguendo nella serie di ristampe Deluxe della discografia di Bob Marley & The Wailers, per i 35 anni dall’uscita pubblica la versione doppia di Kaya:
Disc 1: Original LP (released as Island ILPS 9517, 1978) and bonus track
Easy Skanking
Kaya
Is This Love
Sun is Shining
Satisfy My Soul
She’s Gone
Misty Morning
Crisis
Running Away
Time Will Tell
Smile Jamaica (B-side to “Satisfy My Soul” – Island WIP 6440 (U.K.), 1978)
Disc 2: Live at Ahoy Hallen, Rotterdam, Netherlands – 7/7/1978
Positive Vibration
The Heathen
Them Belly Full (But We Hungry)
Concrete Jungle
Rebel Music (3 O’Clock Road Block)
War/No More Trouble
I Shot the Sheriff
No Woman, No Cry
Is This Love
Jamming
Easy Skanking
Get Up, Stand Up
Exodus
Altre voci femminili.
Dopo le uscite delle Court Yard Hounds anche Natalie Maines delle Dixie Chicks pubblica il suo album da solista, Mother, in uscita su Columbia il 7 maggio prossimo. La title-track è proprio il brano dei Pink Floyd, già apparso nella colonna sonora di West Of Memphis: Voices Of Justice. Il disco questa volta non è prodotto da babbo Lloyd, ma è una co-produzione tra la stessa Natalie e Ben Harper. Tra i dieci brani, oltre a uno scritto con le “colleghe” Dixie Chicks Martie Maguire and Emily Robison Come Cryin’ To You, ci sono cover di Jeff Buckley Lover You Should Have Come Over e Eddie Vedder Without You dall’Ukulele album blog.
Lista completa delle canzoni:
1. Without You 2. Mother 3. Free Life 4. Silver Bell 5. Lover You Should’ve Come Over 6. Vein in Vain 7. Trained 8. Come Cryin To Me 9. I’d Run Away 10. Take It On Faith
Ennesimo disco (o DVD) dal vivo per Alanis Morissette Live At Montreux 2012 registrato nell’ultimo tour esce in tutti i formati, CD DVD e Blu-ray, il 23 aprile per la Eagle/Edel:
Formazione e contenuto:
Alanis Morissette (vocals, harmonica, guitar); Julian Coryell (guitar); Michael Farrell (keyboards); Jason Orme (guitar); Cedric Lemoyne (bass); Victor Indrizzo (drums)
1. I Remain 2. Woman Down 3. All I Really Want 4. You Learn 5. Guardian 6. Flinch 7. Forgiven (Not On CD) 8. Hands Clean 9. I Remain (Not On CD) 10. Citizen Of The Planet (Not On CD) 11. Ironic 12. Havoc 13. Head Over Feet 14. Versions Of Violence 15. I Remain (Not On CD) 16. You Oughta Know 17. Numb 18. Hand In My Pocket 19. Uninvited (Not On CD) 20. Thank U
Qui siamo molto in anticipo. Il nuovo di Laura Marling Once I Was An Eagle uscirà il 28 maggio per la Virgin Records, prodotto da Ethan Johns, 16 nuovi brani:
01 Take the Night Off 02 I Was an Eagle 03 You Know 04 Breathe 05 Master Hunter 06 Little Love Caster 07 Devil’s Resting Place 08 Interlude 09 Undine 10 Where Can I Go? 11 Once 12 Pray For Me 13 When Were You Happy? (And How Long has That Been) 14 Love be Brave 15 Little Bird 16 Saved These Words
The Black Sorrows – Crooked Little Thoughts – Head Records 2012/2013 3 CD
Si dice che certi amori non finiscono mai (chi scrive attualmente ne sa qualcosa), e la cosa, musicalmente, si ripete per i Black Sorrows, storica band del rock australiano, che torna alla ribalta dopo il CD/DVD Set 4 Days In Sing Sing (2009) di difficile reperibilità. Joe Camilleri, il leader indiscusso del gruppo, fa musica da più di 45 anni, ma non ha mai pubblicato un album come questo Crooked Little Thoughts, con nuove canzoni che attraversano come in un viaggio tutta la sua musica: pop, rock, blues, jazz, soul, country e gospel, che si certifica in ventiquattro brani vari e frizzanti, distribuiti in 3 CD e un libro (di 72 pagine) di forte impatto visivo, pieno di storie e opere d’arte, contenente 24 dipinti originali di un artista di Sydney, Victor Rubin. Per molti i Black Sorrows, sono degli illustri sconosciuti, vista la scarsa reperibilità dei lori dischi (ma alcuni, ai tempi, sono anche stati regolarmente distribuiti in Italia dalla Sony).
Il gruppo, nato dalle ceneri dei Jo Jo Zep & The Falcons (altra oscura band che ha operato a cavallo tra gli ultimi anni ’70 ed i primi ’80), esordisce intorno alla metà degli anni ’80 con un paio di dischi, Sonola e Rockin’ Zydeco, che la dicono lunga sulle loro radici e sui musicisti più amati (Van Morrison, Willie DeVille, Elvis Costello *NDB. E aggiungerei anche Graham Parker) e altri grandi del soul, rock e blues. Negli anni a seguire usciranno album notevoli, come A Place in The World (86), Dear Children (87), Hold on to Me (88), il capolavoro Harley and Rose (90), seguiti da prove meno convincenti (ma non meno interessanti) come Better Times (92) Lucky Charm (94), Beat Club (98), Roarin’ Town (2006), più alcune compilation e il triplo dal vivo Radio Waves (96), di cui il sottoscritto, orgogliosamente, è in possesso.
L’appartenenza a questo gruppo è stata sempre molto fluida, molti musicisti e cantanti sono andati e venuti (ne ho contati più di venti nel periodo, e tutti grandi musicisti), ma il fondatore Camilleri (Joey Vincent all’anagrafe) è rimasta una presenza costante nell’evoluzione della band e la sua musica, e l’attuale line-up composta da Joe voce e sax, Joe Creighton al basso, Tony Floyd alla batteria, Claude Carranza alle chitarre e la brava vocalist Atlanta Coogan (attuale compagna di Joe), in questo pregevole lavoro Crooked Little Thoughts, ha costruito, modellato e rifinito un suono variegato e coinvolgente, ispirato alla migliore tradizione americana.
Il primo CD si apre con il blues esplosivo di Money Talkin, prosegue con Our Town, una mariachi-song in perfetto stile Willie DeVille, la soul-ballad Lovin You cantata splendidamente dalla Coogan, mentre Salvation Song è un brano d’atmosfera, classico nel repertorio dei Black Sorrows. La frizzante Lovers’ Story apre il secondo CD, mentre Perfect Ending è una moderna bossanova cantata in duetto da Joe e Atlanta, seguita dalla splendida A Fool and The Moon, tolta dai solchi del miglior Van Morrison(madre natura ha fornito a Joe una voce che, a tratti, ricorda quella del grande irlandese in un modo direi impressionante). Apre il terzo CD The Stars in The Sky, un brano in perfetto zydeco-style, mentre la seguente Only Time Will Tell ricorda certe ballate soffuse di Garland Jeffreys. Con The Spell Is Broken si arriva al capolavoro del disco, una ballata maestosa, marchio di fabbrica del gruppo, con il sax tenore di Joe ad accompagnare la melodia, mentre in Until The Day I Die è il violino che dà il ritmo al tessuto musicale, per chiudere alla grande con un brano notturno come It’s Only Xmas, dove un pianoforte, un sax e una chitarra jazzy, accompagnano in duetto le voci meravigliose dei coniugi Camilleri.
Joe Camilleri è uno degli artisti di maggior talento d’Australia (e uno che era stato dato per morto erroneamente lo scorso anno) e direi che nonostante le “primavere” che avanzano, se la cava ancora bene, e con i suoi Black Sorrows ha cavalcato diverse generazioni, mescolando con la sua musica, il rock al soul, il country al blues, fino ad esplorare generi ancor più particolari come lo zydeco, non nascondendo un grande amore ben poco celato per Van The Man, e nonostante il costo proibitivo di questo triplo CD (oltre 60 euro) e la difficile reperibilità, si merita la vostra attenzione.
CD 1 1. Money Talkin 2. Our Town 3. Shelley 4. Lovin You 5. Waitin for the Hammer 6. Salvation Song 7. Lost In Wonder 8. Somewhere in this World
CD 2 1. Lover’s Story 2. I’m the One 3. Perfect Ending 4. Nothing Lasts Forever 5. A Fool and the Moon 6. How Could I Have Been so Wrong? 7. The Romantic Death of Me 8. The End of Time
CD 3 1. The Stars in the Sky 2. Only Time Will Tell 3. Long Cold Night 4. The Spell Is Broken 5. Life’s Sad Parade 6. Until the Day I Die 7. It’s Only Christmas 8. Dustbowl Blues
Steve Forbert – Alive On Arrival/Jackrabbit Slim – 2 CD Blue Corn Music
Sospendo momentaneamente le liste relative alle uscite prossime venture per segnalarvi, in uscita domani martedì 26 marzo, la ristampa, in un doppio CD al prezzo di uno, dei primi due album di Steve Forbert, a cura della Blue Corn Music che ha pubblicato recentemente anche l’ultimo di Steve, Over With You. La confezione è piuttosto primitiva, sono solo i 2 CD sovrapposti (il motivo per cui ho inserito le due copertine divise), senza libretti con note, testi e musicisti, ma visto il prezzo forse era troppo aspettarselo, però ricchi di inediti e rarità:
Disc 1 1. Goin’ Down to Laurel 2. Steve Forbert’s Midsummer Night’s Toast 3. Thinkin’ 4. What Kinda Guy? 5. It Isn’t Gonna Be That Way 6. Big City Cat 7. Grand Central Station 8. Tonight I Feel So Far Away from Home 9. Settle Down 10. You Cannot Win (If You Do Not Play) 11. It’s Been a Long Time (Bonus Track) 12. House of Cards (Bonus Track) 13. Song for the South (Time’s Gonna Take Me Back) (Bonus Track) 14. Steve Forbert’s Moon River (Bonus Track) 15. Lonesome Cowboy Bill’s Song (Bonus Track)
Disc 2: 1. Romeo’s Tune 2. The Sweet Love That You Give Sure Goes a Long, Long Way 3. I’m in Love with You 4. Say Goodbye to Little Jo 5. Wait 6. Make It All So Real 7. Baby 8. Complications 9. Sadly Sorta Like a Soap Opera 10. January 23 – 30, 1978 11. The Oil Song (Bonus Track) 12. Make It All So Real (Bonus Track – Alternate Version) 13. Witch Blues (Bonus Track) 14. Oh, Camile (Bonus Track) 15. Smoky Windows (Bonus Track) 16. Poor Boy (Bonus Track) 17. Romeo’s Tune (Bonus Track – Live)
I due dischi in origine erano usciti per la Nemperor Records/CBS nel 1978 e 1979, entrambi prodotti da John Simon, quello della Band e sono tuttora due dei migliori della discografia di Forbert ma anche tra i più belli in assoluto prodotti da cantautori americani negli anni ’70. Il primo più dylaniano ed acustico contiene la bellissima Goin’ Down To Laurel con il classico assolo di armonica incluso. Il secondo è quello con Romeo’s Tune, il brano dedicato alla sfortunata, e scomparsa nel 1976, Florence Ballard, una delle Supremes originali. Ma entrambi gli album sono molto belli nel loro insieme, dischi con canzoni così se ne fanno raramente e quindi mi permetto di consigliarli sia a chi vuole conoscere un grande singer songwriter, tra Dylan e Springsteen, sia agli amanti di Forbert che possono sostituire i vecchi vinili (o CD, li aveva ripubblicati anche la Sony senza bonus)!
Da non mancare, ci sentiamo domani con altre news e recensioni.
Oggi arrivo un po’ in ritardo, ma ecco il solito post quotidiano.
Ancora novità per i prossimi mesi, capitolo secondo.
Si spera sempre che venga il tempo in cui Rod Stewart ci regali un disco degno del suo passato, ma, nonostante il titolo, Time, temo che neppure questa volta sarà l’occasione (peraltro avendone ascoltato solo dei brevi assaggi e quindi gli lascio il beneficio d’inventario). A giudicare dall’anticipo offerto nel sampler che ascoltate qui sotto, qualche segnale di ripresa da Rod The Mod si nota, chitarre acustiche, slide, violini e batterie non sintetizzate (a parte un paio di brani), le atmosfere soporifere dei dischi della serie “Great American Songbook” alle spalle (quasi, perché ogni tanto ci ricasca), qualche accenno di rock qua e là, non ci sono purtroppo le vociferate collaborazioni con Jeff Beck e cover blues and soul come Shake Your Money Maker e Here Comes The Night. Quindi direi che in questa prima uscita per la Capitol/Universal prevista per il 7 maggio, siamo dalle parti dei dischi fine anni ’70/anni ’80, non un periodo memorabile come quello dei primi 5 album per la Mercury e dei Faces, ma migliore dello Stewart degli ultimi 25 anni, qualche canzone a parte.
La signora in questione, definita la “Rod Stewart in gonnella”, sia per la voce che per le origini (gallese e non scozzese, ma siamo da quelle parti) ed è il motivo per cui appare qui, ha fatto un disco bello, troppo? “Bellino” diciamo: Faster Than The Speed Of Night, quello prodotto da Jim Steinman, reduce dai successi con Meat Loaf e che per l’album aveva scritto anche Total eclipse of the heart e la title-track. Ma in quell’album c’era anche un duetto con il grande Frankie Miller e canzoni di Fogerty, Ian Hunter & Eric Bloom dei BOC, un brano tratto da Spectres e di un Bryan Adams agli inizi. Da parecchi anni vive sulla rendita del passato e tra una comparsata e l’altra in televisione, anche dal mio quasi omonimo CarloConti (tutto attaccato), ha registrato questo Rocks And Honey che è un ritorno alle sue radici country (più o meno!?), genere che era preponderante nei suoi primi cinque album incisi 1976 e il 1981. Registrato in quel di Nashville, uscirà per la Warner Bros UK il 14 maggio e il 7 negli States (ma in alcuni paesi europei è già uscito). C’è un duetto con Vince Gill, però il disco è prodotto da David Huff, quello dei Giant e dei White Heart e a fianco di brani scritti da James House (che suona nel disco) e Beth Hart ce ne sono altri con la firma di Desmond Child e “last but not least” la nostra amica Bonnie Tyler (non l’avevo ancora citata) parteciperà a maggio all’Eurovision Song Contest (l’Euro Festival come lo chiamiamo in Italia)!
A proposito di belle voci, ma siamo su un altro pianeta, il 7 maggio per la New West, anche in versione CD+DVD con il solito Making of, in una pausa della sua collaborazione con i Band Of Joy di Robert Plant che stanno preparando il secondo album, Patty Griffin pubblica il suo settimo album da solista, dopo il fantastico disco ispirato al gospel che era Downtown Church, uno dei più belli del 2010. Il disco, composto di materiale originale, si chiama American Kid ed è stato registrato in quel di Memphis, co-prodotto dalla Griffin e da Craig Ross e nel disco suonano Cody e Luther Dickinson dei North Mississippi Allstars, oltre a Doug Lancio che è la chitarra solista in ben otto brani e ha suonato in quasi tutti i dischi di Patty! Quindi, per me, il disco è ottimo, già sulla fiducia, senza sentirlo, ma è una delle mie preferite in assoluto patty-griffin-downtown-church-o-forse-no.html
Sempre a proposito di cantautrici, un paio che hanno applicato la formula della Kickstarter Campaign per finanziare il loro nuovo disco.
La prima è Paula Cole che per il suo primo album pubblicato a livello indipendente sperava di raccogliere 50.000 dollari, ne ha raccolti oltre 75.000 e quindi Raven, in uscita il 23 aprile, avrà fondi anche per una piccola promozione (non certo quella a cui era abituata con le major). Etichetta 675 Records/United For Opportunity, questi i titoli dei brani:
1. Life Goes On 4:39 2. Strong Beautiful Woman 5:05 3. Eloise 4:13 4. sorrow-on-the-hudson 3:58 5. Manitoba 5:33 6. Scream 3:06 7. Imaginary Man 6:09 8. Billy Joe 4:18 9. Secretary 3:33 10. Why Don’t You Go? 4:55 11. Red Corsette 3:29
E questo è il video di Eloise, il primo singolo tratto dall’album, il suo sesto di studio. Una delle voci più espressive del panorama femminile americano e ben nota agli amanti di Peter Gabriel con cui ha spesso collaborato nel passato.
Anche le Chapin Sisters si sono autofinanziate il nuovo disco A Date With The Everly Brothers, con una più modesta cifra di 12.000 dollari (e ne hanno raccolti 17.000, con la parte eccedente hanno iniziato ad incidere anche un disco di brani nuovi). Si tratta del secondo disco, in breve tempo, dedicato alle canzoni di Don & Phil Everly, dopo il recente What The Brothers Sang di Dawn McCarthy & Bonnie “Prince” Billy. Evidentemente il bacino di canzoni a cui attingere è enorme ed in questo caso i brani prescelti sono i seguenti:
1. Crying in the Rain 2. Brand New Heartache 3. Sleepless Nights 4. Sigh, Cry, Almost Die 5. Cathy’s Clown 6. So Sad 7. Dream 8. When Will I Be Loved 9. Some Sweet Day 10. Love Hurts 11. Always It’s You 12. Down in the Willow Garden 13. Till I Kissed Ya 14. Maybe Tomorrow
Quindi più sui classici rispetto all’altro disco. Ma giustamente mi chiederete, chi azz sono le Chapin Sisters? Sono Abigail & Lily Chapin, ovvero le figlie di Tom Chapin, onesto cantautore americano dalla discografia corposa, tra il 1976 e il 2013 ha pubblicato quasi 25 album, ma soprattutto fratello di Harry Chapin (che quindi è lo zio delle Chapin Sisters), uno dei migliori cantautori americani degli anni ’70, scomparso prematuramente nel 1981, in un incidente automobilistico, poco conosciuto in Europa, se non forse per il suo brano più noto, Cat’s In The Cradle, ma assolutamente da investigare se amate la musica di qualità. Esistono molte ristampe e raccolte dedicate alla sua opera, magari, se e quando trovo il tempo, sarebbe il caso di dedicargli un Post ad hoc. Tornando al disco delle sorelle Chapin esce su etichetta Lake Bottom, è il loro terzo e se amate il folk e le belle voci femminili, potreste avere una piacevole sorpresa con questo A Date With…
Per oggi è tutto, gli aggiornamenti arrivano un po’ alla rinfusa, man mano che vengono pronti.
Come promesso, eccomi con la prima parte dedicata alle uscite prossime venture, periodo aprile-giugno, quindi grosso modo primavera: così potete regolarvi con i vostri budgets e decidere per tempo cosa ci sia di interessante eventualmente da acquistare. Oppure potete semplicemente leggere, per passare il tempo, queste liste, del tutto arbitrarie (nel senso che scelgo io di cosa parlare), di ciò che verrà pubblicato nei prossimi mesi e, spesso (facciamo ogni tanto) neppure esce. Il caso dell’ultimo John Fogerty, annunciato per ottobre 2012 e in uscita a fine maggio 2013, è abbastanza sintomatico, ma anche l’ultimo dei Mavericks avrebbe dovuto uscire ad agosto 2012 e ha visto la luce tra gennaio e febbraio di quest’anno, con una copertina diversa, e tre brani che non erano previsti nell’uscita originale.
Partiamo dalla fine. Nel senso che è l’ultimo che ho trovato annunciato, ma il primo ad uscire, 9 aprile (solo in Europa, per la Cooking Vinyl): si tratta di un CD dal vivo (non c’è DVD) dei Counting Crows, Echoes Of The Outlaw Roadshow, riporta le registrazioni con il meglio, a loro giudizio, dei concerti tenuti nel tour del Nord America del 2012. Dove, a fianco di alcuni dei loro classici, proponevano anche covers tratte dal loro disco Underwater Sunshine (ma non solo, come si evince dalla tracklist del disco):
1 Girl From the North Country 2 Round Here 3 Untitled (Love Song) 4 Four Days 5 Hospital 6 Carriage 7 Start Again 8 I Wish I Was A Girl 9 Sundays 10 Mercury 11 Friend of the Devil 12 Rain King 13 Le Ballet d’Or 14 Up All Night (Frankie Miller Goes To Hollywood) 15 You Ain’t Goin Nowhere
Per un titolo, si precisa la provenienza (inconsueta) della cover, ma ci sono anche un paio di Dylan, ad inizio e fine, un brano dei Grateful Dead e alcuni loro classici, con una Round Here di oltre dieci minuti che nella parte centrale cita alcune liriche (e musiche) di Van Morrison, oltre alle versioni delle canzoni dei Teenage Fan Club Start Again, Coby Brown Hospital e Romany Rye Untitled (Love Song). Esce in concomitanza con il tour europeo. In questo momento sono in Australia e Nuova Zelanda, poi una data in Belgio, una in Olanda, alcune nel Regno Unito. Italia? Temo di no! Per fortuna fanno parecchi dischi dal vivo, questo è il quinto, oltre a uno uscito per il download solo su iTunes.
Proseguiamo con le uscite, che sono assolutamente alla rinfusa, come vengono. Se la copertina di questo Box dei Dr.Feelgood All Through The City vi risulta familiare, non vi state sbagliando. In effetti l’avevo già presentato in occasione dell’uscita avvenuta all’incirca un anno fa. Ma ora la EMI (ormai Universal) lo ripubblica in una nuova versione dal formato più contenuto, essendo la prima tiratura andata esaurita: sono sempre 3 CD + 1 DVD che coprono gli anni di Wilko Johnson, dal 1974 al 1977, e perdipiù anche ad un prezzo notevolmente ribassato. Una piccola meraviglia, da non mancare, se ve lo siete perso al primo giro, in uscita il 16 aprile.
70 brani nei CD e 23 nei DVD, veramente imperdibile, una delle band tra i “tesori nascosti” del (pub)rock e del blues britannico degli anni ’70, in questa formazione una forza della natura, straordinari. Se la ristampa di Live At the Marquee dei Nine Below Zero vi aveva gasato, questo vi entusiasmerà!
Full Tracklisting
Disc 1:
1. She Does It Right (2006 Remaster)
2. Boom Boom (2006 Remaster)
3. The More I Give (2006 Remaster)
4. Roxette (2006 Remaster)
5. One Weekend (2006 Remaster)
6. That Ain’t the Way to Behave (2006 Remaster)
7. I Don’t Mind (2006 Remaster)
8. Twenty Yards Behind (2006 Remaster)
9. Keep It Out of Sight (2006 Remaster)
10. All Through the City (2006 Remaster)
11. Cheque Book (2006 Remaster)
12. Oyeh! (2006 Remaster)
13. Bonie Moronie/Tequila (2006 Remaster)
14. I Can Tell (2012 Remaster)
15. Going Back Home (2012 Remaster)
16. Back in the Night (2012 Remaster)
17. Another Man (2012 Remaster)
18. Rolling and Tumbling (2012 Remaster)
19. Don’t Let Your Daddy Know (2012 Remaster)
20. Watch Your Step (2012 Remaster)
21. Don’t You Just Know It (2012 Remaster)
22. Riot in Cell Block Number Nine (2012 Remaster)
23. Because You’re Mine (2012 Remaster)
24. You Shouldn’t Call the Doctor (If You Can’t Afford the Bills) (2012 Remaster)
Disc 2:
1. I’m Talking About You (Live) (2012 Remaster)
2. Twenty Yards Behind (Live) (2012 Remaster)
3. Stupidity (Live) (2012 Remaster)
4. All Through the City (Live) (2012 Remaster)
5. I’m a Man (Live) (2012 Remaster)
6. Walking the Dog (Live) (2012 Remaster)
7. She Does It Right (Live) (2012 Remaster)
8. Going Back Home (Live) (2012 Remaster)
9. I Don’t Mind (Live) (2012 Remaster)
10. Back in the Night (Live) (2012 Remaster)
11. I’m a Hog for You Baby (Live) (2012 Remaster)
12. Checkin’ Up On My Baby (Live) (2012 Remaster)
13. Roxette (Live) (2012 Remaster)
14. Sneakin’ Suspicion (2012 Remaster)
15. Paradise (2012 Remaster)
16. Nothin’ Shakin’ (But the Leaves On the Trees) (2012 Remaster)
17. Time and the Devil (2012 Remaster)
18. Lights Out (2012 Remaster)
19. Lucky Seven (2012 Remaster)
20. All My Love (2012 Remaster)
21. You’ll Be Mine (2012 Remaster)
22. Walking On the Edge (2012 Remaster)
23. Hey Mama Keep Your Big Mouth Shut (2012 Remaster)
Disc 3:
1. Dr. Feelgood
2. Everybody’s Carrying a Gun (Olympic Version))
3. I’m a Hog for You Baby (Olympic Version)
4. Time and the Devil
5. Lights Out
6. Everybody’s Carrying a Gun (Rockfield Version)
7. Sneakin’ Suspicion (Demo)
8. Malamut (Featuring Wilko Johnson and Mick Green Guitars, Phil Thumpston Bass and The Big Figure Drums)
9. Casting My Spell On You (Featuring Wilko Johnson and Mick Green Guitars and Vocals, Phil Thumpston Bass and The Big Figure Drums)
10. Comin’ Home Baby (Featuring Wilko Johnson and Mick Green Guitars, Phil Thumpston Bass and The Big Figure Drums)
11. I’m Talking About You
12. My Girl Josephine
13. Small Gains Corner
14. (Get Your Kicks On) Route 66 (2006 Remaster)
15. I’m a Hog for You Baby
16. Stupidity
17. She Said Alright
18. All Through the City (Live)
19. Roxette (Live)
20. Boom Boom (Live)
21. Keep It Out of Sight (Live) (2012 Remaster)
22. Riot in Cell Block No. 9 (2012 Remaster)
23. Johnny B Goode (2012 Remaster)
DVD:
1. She Does It Right (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
2. Boom Boom (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
3. All Through the City (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
4. Roxette (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
5. Riot in Cell Block No 9 (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
6. I Don’t Mind (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
7. (Get Your Kicks On) Route 66 (Live) (The Geordie Scene – Tyne Tees February 1975)
8. Keep It Out of Sight (Live) (Old Grey Whistle Test – BBC March 1975)
9. Roxette (Live) (Old Grey Whistle Test – BBC March 1975)
10. She Does It Right (Live) (Old Grey Whistle Test – BBC March 1975)
11. Back in the Night (45 With Kid Jensen – Granada July 1975)
12. Going Back Home (Live)
13. I Can Tell (Live)
14. All Through the City (Live) (2005 Digital Remaster)
15. I’m a Hog for You Baby (Live) (2005 Digital Remaster)
16. Riot in Cell Block Number Nine (Live) (2005 Digital Remaster)
17. Roxette (Live)
18. You Shouldn’t Call the Doctor (If You Can’t Afford The Bills) (Live) (2005 Digital Remaster)
19. (Get Your Kicks On) Route 66 (Live)
20. Back in the Night (Live) (2005 Digital Remaster)
21. She Does It Right (Live) (Kuusrock Festival July 1975 – Finland)
22. Roxette (Live) (Kuusrock Festival July 1975 – Finland)
23. Band Interview (Conducted by Matti Rosvall)
Sempre a proposito di cofanetti, questo box di 3 DVD dedicato agli Eagles, History Of The Eagles appunto, anche in triplo Blu-Ray e in una limited edition da 250 dollari per fans sfegatati, uscirà il 30 aprile, per la Jigsaw Productions in America e per la Polydor in Europa. Secondo il comunicato stampa, questo il contenuto
• 3 Disc DVD in 5.1 Surround Sound and Stereo • Packaged in a six-panel digipak with accompanying photo booklet. • 4 hours of never before seen material from the past 40 years. • Disc One: Part One explores the creation and rise to fame in the 1970’s through their breakup in 1980. • Disc Two: Part Two details the band’s reunion in 1994 through the Hell Freezes Over tour to present day. • Bonus Disc: Exclusive concert, Eagles Live at the Capital Centre March 1977. • Directed by Alison Ellwood, along with Producer and Academy Award-winning documentarian, Alex Gibney.
La “fregatura” (tra virgolette, le ho messe) è che il Bonus Disc, quello del concerto, non riporta il concerto completo (che pare esista) ma solo una parte, ci sono i classici, Hotel California, New Kid In Town, Take It To The Limit, One Of These Nights, Lyin’ Eyes, Rocky Mountain Way, Best Of My Love,Take It Easy, ma ne manca un pezzo. Ci si dovrà accontentare, la buona notizia è che dovrebbe costare abbastanza poco, sui 20 euro quella doppia e sui 30 quella con il terzo dischetto bonus.
Nel frattempo, il 2 aprile, la Rhino pubblicherà The Studio Albums 1972-1979 un box con i primi, classici, 6 albums. A prezzo super speciale. I titoli non c’è bisogno di metterli, li vedete. Non lo trovate ancora in questa lista di uscite, ma a maggio, da confermare, è in uscita anche il nuovo album di Don Henley Cass County, in preparazione da tre anni, con la collaborazione di Stan Lynch, il vecchio batterista degli Heartbreakers di Tom Petty, che sembra segnare una sorta di ritorno alle vecchie sonorità del suo gruppo, vedremo. Nel frattempo guardatevi il video qui sotto.
Proseguiamo, sempre a caso. Nuovo album, Steve Earle & The Dukes (& Duchess), The Low Highway, 16 aprile per la New West Records. In questo caso da avere assolutamente la versione CD+DVD, con la parte video che riporta 4 brani dall’Austin City Limits di Earle, il Making Of dell’album, il video di Invisible e l’audio in 24 bit. Dai primi ascolti uno dei suoi migliori in assoluto.
Sempre a proposito di cofanetti, ecco quello dedicato ai Kings Of Leon, The Collection Box, in 5 CD e 1 DVD il 14 maggio p.v., per la Sony Legacy, esce l’opera omnia di una delle band più interessanti del nuovo rock americano. Tutti gli album sono nelle versioni internazionali, quelle con bonus (non molte per la verità, più o meno una per CD, solo nel quinto CD ce ne sono tre), questa la lista completa dei brani, in ogni caso la parte più interessante (oltre al prezzo) è il DVD, dal vivo alla 02 Arena di Londra nel 2009:
CD 1 1. Red Morning Light 2. Happy Alone 3. Wasted Time 4. Joe’s Head 5. Trani 6. California Waiting 7. Spiral Staircase 8. Molly’s Chambers 9. Genius 10. Dusty 11. Holy Roller Novocaine 12. Talihina Sky (from int’l version)
CD 2 1. Slow Night, So Long 2. King Of The Rodeo 3. Taper Jean Girl 4. Pistol Of Fire 5. Milk 6. The Bucket 7. Soft 8. Razz 9. Day Old Blues 10. Four Kicks 11. Velvet Snow 12. Rememo 13. Where Nobody Knows (from int’l version)
CD 3 1. Knocked Up 2. Charmer 3. On Call 4. McFearless 5. Black Thumbnail 6. My Party 7. True Love Way 8. Ragoo 9. Fans 10. The Runner 11. Trunk 12. Camaro 13. Arizona
CD 4 1. Closer 2. Crawl 3. Sex On Fire 4. Use Somebody 5. Manhattan 6. Revelry 7. 17 8. Notion 9. I Want You 10. Be Somebody 11. Cold Desert 12. Frontier City (from MOV LP)
CD 5 1. The End 2. Radioactive 3. Pyro 4. Mary 5. The Face 6. The Immortals 7. Back Down South 8. Beach Side 9. No Money 10. Pony Up 11. Birthday 12. Mi Amigo 13. Pickup Truck 14. Celebration (from int’l deluxe) 15. Radioactive (Choir Mix) 16. Closer (Presets Remix)
DVD 1. DVD – Live At The O2
Finiamo il giro di oggi con un’altra ristampa, la prima del catalogo Warner dei R.E.M., sempre nell’ambito dell edizioni doppie per il venticinquennale dall’uscita, è il turno di Green, Rhino/Warner, in uscita il 13 maggio, ma, come potete verificare dalla lista dei contenuti qui sotto, c’è una sorpresa (non so quanto piacevole):
Disc 1: 1.Pop Song 89 2.Get Up 3.You Are the Everything 4.Stand 5.World Leader Pretend 6.The Wrong Child 7.Orange Crush 8.Turn You Inside-Out 9.Hairshirt 10.I Remember California 11.11/Unititled
Disc 2: Live at the Greensboro Coliseum, Greensboro, NC – 11/10/1989 1.Stand 2.The One I Love 3.Turn You Inside Out 4.Belong 5.Exhuming McCarthy 6.Good Advices 7.Orange Crush 8.Cuyahoga 9.These Days 10.World Leader Pretend 11.I Believe 12.Get Up 13.Life and How to Live It 14.Its the End of the World As We Know It (and I Feel Fine) 15.Pop Song 89 16.Fall on Me 17.You Are the Everything 18.Begin The Begin 19.Low 20.Finest Worksong 21.Perfect Circle
R.E.M., Live in Greensboro EP (CD EP only on Record Store Day w/ missing tracks from live show) 1.So. Central Rain (I’m Sorry) 2.Feeling Gravitys Pull 3.Strange 4.King of Birds 5.I Remember California
Come spiega bene la scritta, che comunque traduco, il concerto al Greensboro Coliseum nel secondo CD non è completo, i cinque pezzi che mancano, li trovate nell’EP qui sopra, in uscita il 16 aprile per il Record Store Day del 20 aprile. Astuzia e marketing riunite in un colpo solo, geniali! Si tratta di una delle date immortalate in Tourfilm.