Sempre A Proposito Di Southern Rock, Vecchio e “Nuovo”! Molly Hatchet & Atlanta Rhythm Section Dal Vivo.

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Molly Hatchet – Live At Rockpalast 1996 – MIG Made In Germany CD o DVD

Atlanta Rhythm Section – Are You Ready? – BGO

Due formazioni classiche di southern rock alle prese con degli album “storici” o d’archivio. Si tratta di CD o DVD dal vivo, registrati in epoche differenti, ma entrambi interessanti,  procediamo per gradi comunque.

Nei Molly Hatchet, quando partecipano al famoso Rockpalast estivo alla roccia di Loreley, nel giugno del 1996, non c’è più nessun componente della formazione originale: il grande Danny Joe Brown, il”cantante” per antonomasia della formazione, entrava ed usciva dal gruppo per problemi di salute (morto nel 2005), ma in quel periodo non era presente, Dave Hlubek, il chitarrista e membro fondatore, se ne era andato nel 1987 e sarebbe rientrato in formazione nel 2005, Duane Roland, l’altro chitarrista originale, non c’era del più dal 1990 ed è morto nel 2006, il terzo ed ultimo chitarrista Steve Holland mancava dal 1984, praticamente un disastro? E invece no, a giudicare da quello che si può sentire (o vedere nel DVD, ma noi siamo “poveri” e “tradizionalisti”, quindi la recensione riguarda il CD) la formazione è ancora gagliarda, in buona salute, almeno per questo concerto pomeridiano di metà anni ’90, nel quale il pubblico tedesco e quello televisivo in Europa ebbe l’occasione di assistere anche ai concerti di Lynyrd Skynyrd e Allman Brothers che si dividevano il palco in quell’occasione e probabilmente, per spirito di emulazione, tutti diedero il meglio. Formazione con due chitarre e tastiere, oltre al nuovo cantante Phil McCormack, arrivato di fresco e che devo dire non fa rimpiangere troppo Danny Joe Brown (appena un poco), ci sono i chitarristi Bobby Ingram e Bryan Bassett, e un paio di voci femminili da Memphis, Tennesse, Leslie Hawkins e Therisa McCoy, per rafforzare le analogie con i Lynyrd, di cui sono sempre stati considerati gli eredi, impressione rafforzata anche dal fatto che Ronnie Van Zant, in un certo senso il loro padre putativo, avrebbe dovuto essere il produttore del primo album della band, poi, in seguito alla scomparsa di Van Zant nell’incidente aereo del 1977, affidata a Tom Werman, un produttore più abituato a lavorare con formazioni più hard come Mother’s Finest, Cheap Trick, Ted Nugent e degenerato in seguito nel metal di Poison, Motley Crue, Stryper.

L’altra grande affinità elettiva tra Hatchet e Skynyrd era il fatto che entrambe le formazioni provenivano da Jacksonville, Florida e come dichiararono ai tempi, la dissoluzione dei Lynyrd Skynyrd, l’appannamento degli Allman, per usare un eufemismo e la fase calante della Marshall Tucker, favorirono sicuramente l’ascesa dei Molly Hatchet, che pur essendo decisamente più hard e boogie, con la loro tripla chitarra solista, un cantante poderoso e una sezione ritmica rocciosa, realizzarono due signori album, come l’esordio omonimo e Flirtin’ With Disaster, dove le chitarre ruggivano e si intrecciavano, spesso all’unisono, spronate dal classico fischio che dava il via a selve di assolo vibranti e tecnicamente validi, fino al live Double Trouble del 1985, dove pur se in fase calante, non ce n’era per nessuno. In questo Live At Rockpalast gli ingredienti ci sono tutti: i brani classici, Bounty Hunter, Gator Country, Whiskey Man, Flirtin’ With Disaster, qualche cover ben piazzata, It’s All Over Now e una versione monstre, molto tirata, di oltre dodici minuti, ben posizionata, verso la fine del concerto, di Dreams di Gregg Allman, il nuovo cantante, con la voce roca e “sporca” di whisky al punto giusto, le chitarre cattive, pronte a scattare all’unisono al primo segno di fischio, le accelerazioni improvvise, il buon lavoro del tastierista John Galvin, hard quanto si vuole ma la qualità non manca mai in questo concerto.

Altro concerto, storico, è quello ripreso in questa edizione rimasterizzata del celeberrimo Are You Ready?, vecchio doppio vinile dal vivo (anche se molte parti venivano presentate come live in studio, più rifinite,  ma in quegli anni, 1978/79, usava anche così) ora riproposto dalla BGO (che ha già ripubblicato praticamente tutta la discografia), per gli Atlanta Rhythm Section, altra grande formazione del southern rock storico, ma non solo: gli ARS nascevano, nel 1970,  dalle ceneri dei Candymen prima, la band di Roy Orbison,  e dei Classics IV dopo, quelli di Spooky, Traces e Stormy, entrambe le formazioni costruite intorno alle capacità dell’autore e produttore Buddy Buie. Barry Bailey e J.R Cobb erano i due formidabili chitarristi, che con l’ottimo tastierista Dean Daughtry e il batterista Robert Nix diedero vita al nucleo originale della formazione. Che nel secondo album raggiunse la sua completezza con l’ingresso del cantante di Macon, Ronnie Hammond, che Ronnie Van Zant considerava il miglior cantante del genere southern (tra Ronnie ci si intende).

Proprio a Hammond, “Mr. Georgia Rhythm”, con uno stile vocale che poteva ricordare Paul Rodgers, scomparso nel 2011, è dedicata questa ristampa: un album che ripercorre la loro carriera, e ne esalta i pregi, che erano quelli di riunire in un solo gruppo le varie anime del southern rock, il boogie rock tosto e chitarristico di Lynyrd Skynyrd, Outlaws o Blackfoot (senza la componente country), sostituita da costruzioni rock più raffinate alla Little Feat o perfino Steely Dan e dalle improvvisazioni più blues e jazz di Allman Brothers e Marshall Tucker, unite inoltre alla capacità, ereditata dalle precedenti formazioni, di saper scrivere e suonare brani con un maggiore appeal  pop, più commerciali ma mai scontati, canzoni come Imaginary Lover, Doraville, Champagne Jam, So Into You che si affiancavano alle cavalcate chitarristiche di Cobb e Bailey in brani come Angel (What In The World’s Come Over Us) o la lunga parte lasciata alla improvvisazione della solista in So Into You che nella parte finale del disco sfocia nel R&R puro di Long Tall Sally, ma già prima in Another Man’s Woman c’è una lunghissima parte strumentale dedicata a tutta la band, assolo di basso compreso e il tributo ai Lynyrd Skynyrd nella vigorosa Large Time, dove il suono si fa duro, quasi hard rock, a smentire la fama di band un po’ troppo leccata, che spesso sembrava risultare nei dischi di studio, dove però il rock era sempre presente, anche se non così tirato come in questo notevole live, uno dei dischi dal vivo classici del decennio 70’s, finalmente disponibile in una edizione CD degna della sua fama.

Bruno Conti       

Sempre A Proposito Di Southern Rock, Vecchio e “Nuovo”! Molly Hatchet & Atlanta Rhythm Section Dal Vivo.ultima modifica: 2013-03-08T10:55:00+01:00da bruno_conti
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