A Tutto Country! Kyle Park, Thompson Square, Eric Church, Alan Jackson

Kyle Park – Beggin’ For More – Thirty Tigers CD

Thompson Square – Just Feels Good – Stoney Creek CD

Eric Church – Caught In The Act Live – EMI Nashville CD

Alan Jackson – Precious Memories Volume II – EMI Nashville CD

Oggi vorrei occuparmi di quattro album di musica country usciti di recente, ognuno a suo modo diverso dall’altro, ma tutti per una ragione o per l’altra degni di menzione.

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Se dovessi giudicare dalle foto pubblicate su fronte e retro copertina di questo Beggin’ For More, Kyle Park ha più la faccia da comico del Saturday Night Live che da cantante country. Questo dilemma viene però spazzato via non appena infilo il CD nel lettore: Park è, a discapito del suo aspetto, un countryman di quelli giusti, con una spiccata predisposizione per un suono elettrico e chitarristico, come piace a noi. Texano di Austin (il che spiega molte cose), Park ha già all’attivo tre album più due EP, e se il precedente Make Or Break Me aveva fatto parlare molto bene di sé oltre i confini del Texas, questo Beggin’ For More è a mio parere destinato anche a fare meglio. Country-rock corroborante, tipicamente texano, nel quale anche violini e steel suonano grintosi, tante chitarre, una voce perfettamente a suo agio e canzoni mai banali (tutte scritte da Kyle, da solo o in collaborazione). Tra i musicisti troviamo gente ben nota a noi carbonari, tra cui Glenn Fukunaga, ex bassista della Joe Ely Band, la richiestissima dobroista Cindy Cashdollar ed il fiddler Larry Franklin, tutti sessionmen abituati a suonare con la parte giusta della città. Grinta, forza e feeling (e canzoni): gli ingredienti giusti per fare un disco di vero country.

  

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I Thompson Square sono in realtà un duo formato da Kiefer e Shawna Thompson, che nella vita sono anche marito e moglie. I due hanno già dato alle stampe un paio d’anni fa il fortunato debutto omonimo, che, grazie anche ad un fittissimo passaparola sui social networks, è sorprendentemente arrivato fino al numero 3 delle country charts di Billboard. Just Feels Good, il loro nuovo lavoro, conferma quanto di buono avevano fatto trapelare con il loro esordio: Kiefer e Shawna, oltre ad essere una bella coppia, sono anche bravi, fanno un country molto elettrico, strettamente imparentato con il rock, hanno due buone voci e sanno scegliere le canzoni (scritte da loro e da alcuni writers di Nashville, tra cui il noto David Lee Murphy, già affermato countryman di suo, ma che da anni si occupa solo di scrittura). Ritmo, chitarre, ottimi impasti vocali e ritornelli adatti sia alle radio sia ai lettori CD di ascoltatori più esigenti: se vogliamo trovare un difetto al disco, direi che manca un po’ in spontaneità.

Le canzoni infatti sono talvolta eccessivamente lavorate, con le sonorità studiate a tavolino, apposta per favorire i passaggi nelle radio di settore ed aumentare il parco clienti: emblematico il fatto che la produzione sia accreditata all’enigmatica sigla LV, dietro la quale si nasconde un vero e proprio team di produttori (ben quattro), che quindi mettono mano eccome nel suono dei due coniugi. Intendiamoci, i producers fanno un buon lavoro, in alcuni casi non intervengono più di tanto, ma anche quando ci vanno giù più pesanti si fermano un attimo prima del livello di guardia: quindi il disco risulta pienamente gradevole lo stesso (d’altronde quando ci sono le canzoni si è già a metà dell’opera), soltanto avrei preferito qualche orpello in meno qua e là.   

Ad ogni modo, Just Feels Good darà sicuramente altre soddisfazioni ai coniugi Thompson (mentre scrivo è già al quarto posto, a pochi giorni dalla sua uscita), e, dato che sono comunque bravi, non me la sento di biasimarli a causa di una produzione un filo troppo levigata.

 

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Eric Church, musicista nativo del North Carolina, è diventato in pochi anni e con soli tre dischi alle spalle una vera e propria superstar in USA: il suo ultimo album, Chief, ha venduto la bellezza di 1.300.000 copie (non male in un periodo di crisi discografica), andando al numero uno non solo nella Billboard Country Chart, ma anche in quella generale. La misura della sua popolarità attuale si può desumere dallo splendido CD/DVD Love For Levon, resoconto del concerto tributo a Levon Helm, nel quale Eric è uno dei pochissimi ad avere a disposizione due brani, mentre gente come John Hiatt, John Prine o Gregg Allman cantano una sola canzone a testa. Il fatto quantomeno insolito è che Church per vendere non ha dovuto scendere a compromessi, anzi non ha cambiato di una virgola il proprio suono: un country robusto, molto robusto, con abbondanti dosi di rock e southern music, un sound chitarristico potente e con una sezione ritmica granitica. Non solo forza e grinta comunque, ma anche feeling a dosi massicce ed ottime canzoni (tutte scritte da Eric), ed è quindi abbastanza naturale che, dopo un tale successo, venga pubblicato questo album dal vivo autocelebrativo: Caught In The Act non fa che confermare quanto di buono si era ascoltato sui dischi di studio.

Anzi, se possibile, la dimensione live amplifica ulteriormente le caratteristiche rock delle canzoni di Church, al punto da farci dimenticare che ci troviamo tra le mani un CD di musica country: chitarre, chitarre, basso, batteria ed ancora chitarre, spariti violini e steel, rimangono un banjo ed un mandolino a far capolino ogni tanto. Eric è accompagnato da una band di sei elementi, tra cui spiccano i chitarristi Driver Williams e Jeff Cease e la sezione ritmica composta da Lee Hendricks al basso ed il granitico Craig Wright alla batteria. L’album è registrato a Chattanooga, Tennessee, alla presenza di un pubblico caldissimo che conosce ogni virgola dei brani di Church: il disco ne contiene ben diciassette (tutte autografe, ma un paio di covers le avrei ascoltate volentieri), ma non c’è un solo attimo di noia nei settanta minuti abbondanti di durata.Un ottimo live che afferma Eric Church come una delle più valide realtà nello sterminato mondo della country music: play it loud! 

         

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Sono da sempre un estimatore di Alan Jackson, lo seguo fin dal suo esordio Here In The Real World, e se posso essere in parte d’accordo con i suoi detrattori che dicono che fa tutti i dischi uguali, è anche vero che suona del vero country ed in quasi 25 anni di carriera non ha mai prodotto ciofeche (se si esclude l’inqualificabile Like Red On A Rose, debacle resa ancor più incomprensibile dal fatto che era prodotto da Alison Krauss, diversamente sempre molto brava). Ora il buon Alan pubblica Precious Memories Volume II, seguito dell’omonimo CD del 2006 in cui rileggeva con uno stile più folk che country una serie di classici della musica gospel.

Anche questo secondo volume è pienamente all’altezza, anzi forse perfino un filo meglio: come già nel primo episodio Jackson si fa accompagnare da un ristretto gruppo di musicisti, tutti alle prese con vari strumenti a corda (niente sezione ritmica) e rilegge una serie di noti traditionals, dimostrando di non essere soltanto una macchina da soldi ma di avere anche un’anima profonda (tra i brani troviamo la title track, stranamente assente dal primo volume, Amazing Grace, When The Roll Is Called Up Yonder e There Is Power In The Blood).

Alan non è Johnny Cash (e temo che non lo sarà mai), ma mi sento di consigliare questo album anche a chi non lo segue da anni.

Marco Verdi

A Tutto Country! Kyle Park, Thompson Square, Eric Church, Alan Jacksonultima modifica: 2013-04-10T12:08:57+02:00da bruno_conti
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