Anson Funderburgh, Finis Tasby, Zac Harmon & Co., Ovvero La Ruff Kut Blues Band – That’s Where The Blues Begins

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Ruff Kutt Blues Band – That’s When The Blues Begins – Vizztone Label

Rispetto al precedente Mill Block Blues (uscito nel 2011 e già esaurito nel formato CD, come passa il tempo) di cui vi aveva già riferito chi scrive  sara-mica-blues-ruff-kutt-blues-band-mill-block-blues.html, in questo nuovo album l’organico della Ruff Kutt Blues Band si è fatto più stabile, almeno a livello vocale, infatti a fronte dei sei diversi cantanti utilizzati in quel disco, per questo That’s When The Blues Begins, titolo programmatico di ciò che ci aspetta, i vocalists si sono ridotti a due, il grande Finis Tasby, che canta in sei dei brani presenti, e Zac Harmon, anche alla seconda chitarra, che canta nei restanti otto. Rimangono invariati alcuni altri componenti chiave della band, il bassista James Goode, che scrive praticamente la totalità delle canzoni, il tastierista Gentleman John Street che cura anche gli arrangiamenti, il batterista Wess Starr e il sassofonista Ron Jones che si occupa dei fiati.

Ma soprattutto Anson Funderburgh che è il fulcro del progetto nonché il produttore: il chitarrista texano allieta i cuori degli ascoltatori con una serie di assolo sempre vari e ficcanti come è sua consuetudine. Lo stile è un classico Blues elettrico (ma non solo) che mescola lo stile texano e quello di Chicago, ma con ampie concessioni al soul e anche al gospel, di tanto in tanto. Il sound mescola sonorità bianche e nere, ampiamente giustificato in questo dalla presenza di musicisti di entrambe le estrazioni ed il risultato è più che soddisfacente, sia nel profondo blues elettrico di Deep Elam Blues che ricorda il Bloomfield scintillante dei primi anni, con una chitarra che galleggia sul cantato ancora poderoso di Finis Tasby, che invecchiando non perde una briciola della sua classe vocale, con fiati e organo che aggiungono la giusta coloritura ai particolari del brano.

Stesso discorso per la sincopata Blues In My Blood che, per rimanere in questo parallelo con la musica di Bloomfield, può ricordare il sound degli Electric Flag, dove anche il soul e un pizzico di rock avevano un loro perché e i coretti gospel sono pertinenti al suono d’insieme, con la chitarra mai troppo sopra le righe ma sempre presente. Quando si accentua il contributo dei fiati e delle tastiere, piano e organo, come nella ottima Don’t It Make You Cry e i cori si fanno più pressanti, il deep soul e il gospel si fanno strada e anche il sax di Ron Jones ha il giusto spazio. Così pure nell’ottima Oh Woman, questo incrocio tra il Chicago blues, più il soul solito e il ciondolante stile texano, funziona alla perfezione, sotto la guida della voce pimpante di Tasby, ancora capace di acrobazie vocali di tutto rispetto. In Down So Low le 6 corde riprendono lo spazio che loro compete e anche se Zac Harmon non è un cantante della classe di Finis Tasby, compensa con il suo contributo alla chitarra, senza spostare troppo l’asse del disco, che gioca sempre molto sulla presenza del sax e delle tastiere. Certo che la voce del texano, naturalizzato californiano, Tasby ha quel quid in più, come conferma la vivace Bare Foot Blues, con Funderburgh che scalda l’attrezzo da par suo. Siamo proprio in un ambito blues, il rock è lontano anni luce dal suono di questo CD, forse non memorabile ma assolutamente solido.

Zac Harmon è in ogni caso un cantante più che adeguato, non vorrei avervi dato una impressione negativa, come dimostra nei brani da qui alla fine del CD, a partire da Blues Ain’t A Color e a seguire in tutte le altre canzoni, con testi che magnificano la storia del blues e dei suoi partecipanti, a partire dalla title-track, una ballatona di quelle intrise di profondo Sud, tra soul e gospel nuovamente, con le chitarre di Funderburgh e occasionalmente Harmon pronte a scalfire il tessuto del brano. That Woman Gives Me Fever ha una verve e una carica invidiabile mentre I’m Over You Woman è nuovamente blues classico come la successiva Going To Bluesville e Touched By Her Game risale addirittura allo stile dei gruppi doo-wop anni ’50, senza quei ricami vocali ma con una spensieratezza deliziosa. Per Let’s Dance torna Finis Tasby e anche se il brano non entrerà nella storia del blues, lascia la sua impronta, prima di lasciare lo spazio di nuovo a Harmon, che è anche il co-autore di una canzone, che in quattro minuti e poco più vuole raccontare le gesta di quelli che hanno fatto la storia del genere, When A Bluesman Goes To Heaven, con un tempo che potrebbe ricordare il suono alla Blues Brothers delle cavalcate più divertenti del duo e con le chitarre di Funderburgh e Harmon che si scambiano fendenti dai canali dello stereo, e chiude in bellezza un disco molto piacevole e forse nulla più, ma è sufficiente.

Bruno Conti  

Anson Funderburgh, Finis Tasby, Zac Harmon & Co., Ovvero La Ruff Kut Blues Band – That’s Where The Blues Beginsultima modifica: 2013-06-11T10:48:30+02:00da bruno_conti
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