Gaelic Folk Rock. Manran – The Test

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Manran – The Test – Manran Records – 2013

Sono un sestetto, vengono dalla Scozia, questo The Test è il loro secondo album (anche il primo, omonimo, del 2011, è un buon album, fateci un pensierino), fanno del folk-rock, o meglio del celtic-rock, meglio ancora, visto che usano molto quel linguaggio, del gaelic rock. Quindi discendono e si ispirano sicuramente ai Runrig (e anche  ai Capercaillie), altra band scozzese, di cui riprendono anche un brano in questo disco. Il loro stile è sicuramente influenzato dal rock, vista la presenza di una sezione ritmica e la presenza di chitarre acustiche e tastiere (suonate anche da Phil Cunningham, il produttore del disco e, nell’ordine, anche lui scozzese ed ex componente dei grandi Silly Wizard), ma soprattutto molto folk, contrassegnato dalla presenza di parecchi brani tradizionali e da diverse composizioni in gaelico (caratteristica che hanno in comune anche con i Waterboys, dei quali eseguivano nel primo album Sunny Sailor Boys o Maraiche Nan Aigh, per dirla in gaelico e perché no, pure i Clannad, altra band che ha fatto grande uso della lingua celtica, che proprio in questi giorni pubblica un nuovo disco di studio, dopo tanti anni).

Caratteristica della band è quella di avere nel proprio repertorio molto materiale strumentale, lunghe gighe e reels, dove violino, highland pipes e whistle, suonate da Ewen Henderson e uillean pipes e flauto di legno, suonati da Ryan Murphy, si amalgamano con una sezione ritmica molto marcata, à la Moving Hearts (per ricordare un’altra banda molto amata nel passato, anche se non hanno un Christy Moore in formazione): MSR, posta in apertura, fonde le due anime, lunghe improvvisazioni strumentali con improvvisi cambi di tempo, si alternano a sezioni cantate in gaelico da Norrie MacIver che è il cantante del gruppo, nonché chitarrista.

L’energia e la grinta sono palpabili ma si stemperano nella bella ballata mid-tempo Tamhasg (con questi titoli mi si impastano anche i tasti del PC) (Shadow per gli amanti della lingua inglese) e nella incalzante Dhèanainn Sùgradh, che in inglese farebbe I Will Sport With The Black-Haired Girl, misteri delle lingue antiche. 10k Tattie è un medley solo strumentale di tre brani, dal sound tipicamente folk, sempre con l’immancabile sezione ritmica presente a sottolineare le evoluzioni dei solisti del gruppo, che oltre ai citati Henderson e Murphy, si avvale anche dell’ottimo Gary Innes all’accordion, i continui cambi di tempo sono all’ordine del giorno, come nel buon folk-rock che si rispetti.

Per dimostrare che a scuola hanno studiato anche l’inglese ecco un’altra bella ballata, Maria (aah che sollievo!), scritta per la parte musicale dal bassista Ross Saunders, anche se trattasi di medley con Kerlou, naturalmente in gaelico, molto evocativo nel suo andamento. The Test, a dimostrazione della democrazia compositiva che vige nel gruppo, porta la firma del batterista Scott Mackay, e questo è  inglese, ragazzi, un bel brano melodico quasi pop-rock, con le tastiere di Cunningham a sottolineare gli inserti tradizionali degli strumenti a corda e fiato, fondamentalmente una bella canzone. Jigs, come evidenzia il titolo è un altro lungo medley strumentale che profuma di vecchi brani di Fairport Convention o Steeleye Span, trascinante e spumeggiante come si conviene al buon folk (rock).

Tillidh Mi( I’ll Return) è la cover dei Runrig di cui vi dicevo in apertura di recensione, tratto dal primo album Play Gaelic e scritta ai tempi dai fratelli MacDonald, secondo me è un pezzo di rock gaelico, ho come questa impressione! The Fishing Boat, una collaborazione tra Lisa Sinclair, cantante scozzese a me sconosciuta e il pianista jazz islandese Astvaldur Traustasson (ma allora ditelo con ‘sti nomi) che illustra nuovamente il lato più melodico e riflessivo dei Manran e Overtime, un nuovo lungo vorticoso medley diviso in quattro parti, concludono più che degnamente il nuovo lavoro di questa band, che comincia a farsi conoscere in giro per il mondo e che sento di consigliare spassionatamente agli amanti del genere, forse non un capolavoro, un poco semplicistico in alcuni momenti, ma sicuramente un disco dai fondamentali solidi, il cuore batte ai giusti ritmi. Naturalmente, file under folk!

Bruno Conti

Gaelic Folk Rock. Manran – The Testultima modifica: 2013-09-22T10:23:00+02:00da bruno_conti
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