Mi Manda Eric Clapton! Tom Principato – Robert Johnson Told Me So

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Tom Principato – Robert Johnson Told Me So – Dixiefrog/Powerhouse/Ird

Don’t worry, non vi preoccupate, non è il miliardesimo disco tributo alla musica di Robert Johnson, è semplicemente un modo di dire dei musicisti americani che fanno blues e dintorni, Robert Johnson Told Me So, e io lo faccio, direbbe Tom Principato, al suo secondo disco di materiale originale, dopo la buona prova di A Part Of Me.

Per dirla in due parole, così se volete non vi leggete il resto della recensione, è un “disco Claptoniano”, inteso nel miglior senso della terminologia: blues, rock, ballate mid-tempo, accenni di reggae, come i dischi anni ’70 di Manolenta, ma anche l’ultimo Old Sock, un cantato quello di Principato che ricorda molto l’Eric appena citato, dopo svariati anni on the road anche Tom ha sviluppato una buona voce, calda, partecipe, non sarà mai un grande cantante, quello è un dono di natura, ma come chitarrista compensa abbondantemente con uno stile, fluido, diversificato, ad alta componente tecnica ma ricco di feeling, in grado di spaziare dai virtuosismi estremi di un Roy Buchanan o di un Danny Gatton (con cui ha registrato un disco in coppia, Blazing Telecasters pubblicato nel lontano 1984, e il suo seguito, Oh no, More Blazing Telecasters e dopo tanti anni le chitarre ancora “fumano”, i suo migliori, insieme all’ottimo Smokin’ e a qualche live, qui e la durante la sua carriera) al suono caldo e corposo appunto alla Clapton, e in questo disco ci sono entrambe le facce di Principato.

Poco più di 37 minuti di musica dove il nostro amico, ben sostenuto dal proprio gruppo e con l’aiuto di un Chuck Leavell molto ispirato a organo (in alternanza a Tommy Lepson) e piano e di Willie Weeks (a conferma del parallelo con i dischi di Slowhand), al basso in alcuni brani. Il disco è blues, ma anche rock, godibilissimo, non un capolavoro, ma scorre assai piacevole, si fa apprezzare, dal classico blues-rock dell’iniziale title-track, dove Tom si cimenta alla slide, con la presenza dell’armonica di Josh Howell, nel resto del disco impiegato alle percussioni, ad aumentare il quoziente blues del disco, ma senza essere troppo scolastico, didattico o noioso, che è il difetto di molti album che vogliono essere troppo filologici, si passa poi a Knockin’ On The Door dove il cantato di Principato ricorda in modo impressionante quello di Clapton, mentre una sezione di fiati, percussioni aggiunte e l’organo virano anche verso sonorità latineggianti, la chitarra poi scivola che è un piacere. It Ain’t Over (‘til It’s Over) è un brano rock di quelli classici, molto anni ’70, ma ha quella freschezza, quel groove senza tempo che è prerogativa della buona musica e tanta bella chitarra, che non manca mai in questo CD, musica che ti sembra di avere sentito da sempre, che si respira nell’aria o esce dai solchi dei vostri vecchi vinili, lì a prendere polvere sugli scaffali. What Goes Around (Comes Back Around) è un reggae-rock bianco, con armonie vocali di un manipolo di voci femminili, un sound caraibico che anche un non amante del genere come me riesce ad apprezzare, e poi c’è un assolo di sintetizzatore old school che non sentivo da una vita.

The Rain Came Pouring Down è il classico blues lento (con fiati) che non può mancare in un disco di Principato, ma non è nella categoria di quelli lancinanti e tiratissimi, più rilassato, melodico, quasi jazzato, cresce lentamente fino all’inevitabile assolo che conferma le grandi virtù tecniche di questo maestro della Telecaster, uno che può stare alla pari con i succitati Buchanan e Gatton. Falls Church, Virginia 22042, che è l’indirizzo della sua etichetta americana la Powerhouse Records  (era anche il nome del suo primissimo gruppo negli anni ‘70) è uno strumentale latineggiante, quasi alla Santana, e ci permette di apprezzare nuovamente il suo virtuosismo, che ha fatto dire a Pat Metheny, un suo ammiratore, “ha un enorme talento nel raccontare storie con i suoi assolo, non suona serie di note standard!”. La melodica, vagamente soul mid-tempo, Run Out Of Time ha quel suono laid-back, pigro, delle serate autunnali che si avvicinano a grandi passi, ma vengono riscaldate dal calore di questa musica dolce ed avvolgente. Si conclude con la ripresa di It Ain’t Over che evidentemente oltre che al vostro recensore è piaciuta pure a Principato, tanto che ci regala una seconda parte del brano, e noi ce la gustiamo ancora, come peraltro tutto l’album. Al cinema si cataloga film per tutti, disco per tutti in questo caso, ma solo se vi piace la buona musica e non molte delle schifezze che circolano al momento!

Bruno Conti   

Mi Manda Eric Clapton! Tom Principato – Robert Johnson Told Me Soultima modifica: 2013-10-15T14:51:27+02:00da bruno_conti
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