Dal Vermont Ad Austin, Passando Per Milano! Greg Izor & The Box Kickers – Close To Home

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Greg Izor & The Box Kickers – Close To Home – Tangle Eye Records

Spesso l’incipit, l’attacco, come diavolo volete chiamarlo, di un articolo, di una recensione, è importante, perché serve per attirare l’attenzione del potenziale lettore. E la copertina di questo Close To Home di Greg Izor me lo serve su un piatto d’argento, come si suole dire. Cosa ca…spiterina ci fa un nativo del Vermont, ma residente in quel di Austin, Texas, su un marciapiede di Via Torino a Milano, ritratto per la foto del suo secondo album, mentre, occhiale nero d’ordinanza per il musicista cool, controlla quello che ha tutto l’aria di un tablet? Ovviamente la risposta non la so (se mai mi capiterà di incontrare il buon Greg glielo chiederò!), ma il panorama sullo sfondo dell’immagine, per me che abito a Milano, pare sicuramente quello di una delle vie più famose del centro della città lombarda e non lo skyline della capitale del Texas, dove Izor abita.

E tutto questo dove ci porta? A niente, ma era un modo simpatico per introdurre questo nuovo personaggio della scena blues americana, un armonicista e cantante che secondo molti è destinato a riempire il vuoto lasciato dalla scomparsa del grande Gary Primich, mentre per altri, lo stile di Izor, non solo legato al blues, lo avvicina al lavoro di un personaggio come James Harman, che non è solo strumentista e cantante, ma anche ottimo autore di canzoni, particolare che lo lega a questo signore, che ha firmato tutti i dodici brani di questo Close To Home, disco che abbraccia anche le influenze maturate nella sua lunga permanenza in quel di New Orleans, quando era nella band di Jumpin’ Johnny Sansone e poi il suo girovagare in giro per il mondo che lo ha portato anche ad esibirsi in Italia (da qui, penso la foto) accompagnato dal Max Prandi Vintage Trio, debitamente ringraziato nelle note del CD.

La musica che si ascolta in questo disco spazia dal classico shuffle di apertura, Get My Money, dove Izor soffia con vigore nella sua armonica ma svela anche le sue ottime capacità vocali, un cantato degno dei suoi illustri predecessori, ottimamente illustrato anche nella misteriosa Can’t Get Right, dove accanto alla sua armonica cromatica si apprezza anche il lavoro dei due ottimi chitarristi che lo accompagnano in questo album, Mike Keller (seconda chitarra dei Thunderbirds) e Willie Pipkin, spesso impiegati nella band di un altro grande armonicista texano, quel Kim Wilson, leader anche dei Fabulous Thunderbirds, a cui sembra ispirarsi il sound decisamente più rock di un brano come Straight Time che potrebbe però venire anche da un disco vintage dei Blasters. Coinvolgente e divertente pure il breve strumentale Three-Eyed Tiger che consente alla cromatica di Greg di lanciarsi anche verso temi musicali spagnoleggianti o messicani, inconsueti per un disco blues. What It’s Going To Take devia addirittura verso sonorità tra country e R&B e ci permette di gustare ancora l’ottima vocalità del “ragazzo” e l’immancabile armonica di cui è senza dubbio un virtuoso. The Rub torna al blues più classico, un lento di quelli torridi e “cattivi”, cadenzato ancora dalla fioriture improvvise della cromatica e dalla voce evocativa dell’ottimo Izor.

Call Me Lonesome, già dal titolo, profuma di Texas country, un valzerone strappalacrime in cui ci narra le sue disavventure amorose e anche l’armonica, per rispetto, si ingentilisce, per tornare vibrante nella lunga Broadway, forse il miglior esempio di blues urbano presente in questo Close To Home, caratterizzato anche da una decisa performance vocale. L’armonica è nuovamente protagonista in Hooper Street,un brano ispirato al sound di gente come Sonny Boy Williamson ed altri maestri del Blues, mentre in From Hello, una bella ballata influenzata dal suono della Crescent City, l’armonica riposa e ci si concentra sulle sue virtù di cantante, notevoli in questo brano e sulla chitarra di Keller (o è Pipkin? Francamente non lo so, ma il risultato è ottimo!). Anche in G.I. Blues niente armonica, ma come da titolo le 12 battute classiche non mancano, ancora dominate dal lavoro preciso dei due solisti e dal “bravo cantante” Izor. Che poi si scatena all’armonica nella conclusiva title-track, Close To Home, un notevole strumentale che chiude in gloria questo ottimo lavoro. Prendete nota del nome, please!

Bruno Conti    

Dal Vermont Ad Austin, Passando Per Milano! Greg Izor & The Box Kickers – Close To Homeultima modifica: 2013-10-19T22:24:58+02:00da bruno_conti
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