Storie Che “Profumano” Di Texas. Owen Temple – Stories They Tell

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Owen Temple – Stories They Tell – Blue Rose Records/Ird 2013 – Deluxe Edition

Torna a farsi sentire la voce di Owen Temple, cantautore texano di Kerrville, giunto con questo lavoro al settimo album in carriera. Ho sempre considerato Temple la punta di diamante di quel filone di cantautori texani che mischiano rock e radici e che portano il nome di Luke Olson, Pat Green, Cory Morrow, Roger Creager ed il suo amico Adam Carroll, e quindi, come texano doc, l’anello di congiunzione con il passato, che fa riferimento ai “mostri sacri” Willie Nelson, Jerry Jeff Walker e naturalmente Johnny Cash. Dopo l’esordio con l’ottimo General Store (97) e il seguente Passing Through (99) il suono di Owen diventa più cantautorale con Right Here and Now (2002) e  dopo una lunga pausa di silenzio, si ripresenta (forse)  con il suo disco migliore Two Thousand Miles (2008), con almeno quattro canzoni degne dei “songbook” più blasonati, a cui faranno seguito il variegato Dollars and Dimes (2009) e Mountain Home (2011) con ospiti di rilievo, tra i quali Charlie Sexton, Adam Carroll, Bukka Allen e Gabriel Rhodes (che ritroviamo in veste di produttore e musicista) in questo Stories They Tell.

Registrato ai Sunbird Recording di Austin in Texas, l’album, come detto, è stato prodotto da Rhodes (che dà al disco un suono scintillante e pieno) che ha suonato di tutto, dalle chitarre all’organo, dalla fisarmonica al mandolino, e con il contributo di musicisti stellari a partire da Josh Flowers al basso, Tommy Spurlock (Delbert McClinton, Rodney Crowell) alla pedal steel, Rick Richards (Ray Wylie Hubbard) alla batteria e percussioni, Colin Brooks e Jamie Wilson alle armonie vocali, per undici canzoni scritte da Temple con autori del calibro di Adam Carroll, Gordy Quist dei Band Of Heathens, e i poco conosciuti David Beck e Paul Cauthen dei Sons Of Fathers.

Le “storie texane” iniziano con Looking For Signs, grande brano dalla melodia semplice, molto coinvolgente, mentre Make Something è sorretta da percussioni e chitarre acustiche, seguita da una Big Man che scorre fresca e fluida, e prepara il campo per una delle “perle” dell’album, Cities Made Of Gold , una ballata maestosa (una delle migliori mai scritte da Owen) con la fisarmonica di Rhodes in evidenza. Si riparte con Cracking The Code e Man For All Season, due struggenti “old country songs”, mentre la seguente Be There Soon è una classica “rodeo song”, che fa da preludio ad una bella Homegrown, ballatona di ampio respiro, limpida e diretta. Le “storie” si avviano alla fine con Johnson Grass, brano scitto a quattro mani con l’amicone Adam Carroll e sembra uscito da uno degli ultimi dischi di Steve Earle, per poi chiudere con due “gioiellini” Stories They Tell e Six Nations Caledonia (canzone popolare che racconta il triste destino dei Nativi Americani), a chiudere nel migliore dei modi un lavoro, che nel suo genere, è quasi perfetto.

Owen Temple non è un “countryman” classico, bensì uno “storyteller moderno”, dotato di una bella voce, fresca e potente, e scrive canzoni di disarmante bellezza, che puntualmente si trovano in questo Stories They Tell, un disco che ci riconsegna un musicista e un personaggio, di cui la scena texana ha ancora bisogno, e se avete voglia di innamorarvi di “songwriters” di qualità, qui c’è trippa per gatti (come dice spesso il mio “collega” Bruno).

Il bonus disc della Deluxe Edition, riporta una gagliarda registrazione dal vivo sul leggendario palco del Saxon Pub di Austin del 17 Marzo 2012, contenente un consistente set elettrico-acustico che Owen Temple e la sua band hanno “saccheggiato” dal precedente album Mountain Home.

Tino Montanari

Storie Che “Profumano” Di Texas. Owen Temple – Stories They Tellultima modifica: 2013-10-23T11:18:00+02:00da bruno_conti
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