Uno Dei Capostipiti Degli “Italiani Per Caso”, Ma Anglo-Americani Nel Cuore! Max Meazza And Pueblo – In Cold Blood

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Max Meazza & Pueblo – In Cold Blood – Desolation Angels Records/IRD

Come lascia intuire il titolo del Post Max Meazza è uno dei molti italiani innamorati della musica americana (nato per caso in Italia e non, che so, nei pressi del Laurel Canyon o a Los Angeles), ma il suo è un caso ancora “piu grave” perché Max apprezza moltissimo anche la musica inglese, a partire dagli amati Cream, Free (e poi Bad Company, Paul Rodgers da solo), Ten Years After, per il lato blues-rock, ma anche personaggi come Nick Drake e John Martyn (una delle sue etichette si chiamava Solid Air https://www.youtube.com/watch?v=ToNi9jdx5Ig ) per la canzone d’autore britannica, senza dimenticare la West Coast di cui è stato uno dei cultori ed anticipatori nelle musica italiana: i Pueblo (oltre a Max Meazza, Claudio Bazzari e Fabio Spruzzola) pubblicavano il loro primo album all’incirca 40 anni fa, per questo parlavo di capostipite https://www.youtube.com/watch?v=LMhj6deFGio . Uno dei primi gruppi italiani (ma cantavano rigorosamente sempre in inglese, come sempre nella carriera di Max) che fondeva il suono West Coast di Eagles, America, CSN&Y, James Taylor, Joni Mitchell, con certo rock “morbido” e non, californiano, Jackson Browne, i Doobie Brothers, il miglior country-rock, il blue-eyed soul di gente come Michael McDonald, Loggins & Messina, Boz Scaggs, Bill LaBounty, Marc Jordan, Robbie Dupree.

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Senza stare a fare tutta la storia della discografia di Meazza (anche se in effetti avevo promesso che l’avrei fatto, (vero Max!), giurando sul Manuale delle Giovani Marmotte, ma non essendo nè giovane né marmotta, poi, per vari motivi, non l’ho fatto, ma giuro di nuovo, su Dylan e Hendrix questa volta, altre passioni di entrambi, che prima o poi lo farò), nel corso degli anni nella musica del cantautore milanese (non lo avevo detto?) si sono inseriti anche elementi jazz, grazie alle collaborazioni, tra i tanti, con Paolo Fresu, Gigi Cifarelli e Tiziana Ghiglioni. Questo nuovo In Cold Blood, sempre pubblicato in proprio e distribuito anche in America tramite il circuito CD Baby, quello degli artisti indipendenti, forse perché attribuito anche ai Pueblo (ma i due “storici” questa volta non ci sono, Bazzari aveva fatto una rimpatriata per il precedente Race Against Destiny del 2009), ha un suono più rock e grintoso, molte chitarre elettriche, la “cura” del suono da parte del batterista Enrico Ferraresi, nel cui studio sono avvenute le registrazioni, la pre-produzione di Lucio Bardi, che questa volta non suona nel disco e la produzione vera e propria affidata a Andy Hall e lo stesso Max Meazza.

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Dieci brani originali, un paio di ospiti come Tony O’Malley (giro Arrival/Kokomo) e Frank Collins (sempre Kokomo e sessionman di lusso) che appaiono nel brano Black And White Generation, dedicato allo scomparso giornalista e “musicofilo) Ernesto De Pascale e già distribuito per il download, forse la canzone più bella del disco https://www.youtube.com/watch?v=UC-wodwB2oI , o quella che piace di più al sottoscritto, un bel pezzo rock arioso e raffinato, con qualche aggancio con il sound dei primi Dire Straits, quelli innamorati del suono americano che domina il brano, con le chitarre elettriche di Nick DeMontis, le tastiere di Carlo Riboni e quelle degli ospiti già citati, oltre alle loro armonie vocali, una sezione ritmica agile e molto incalzante, tutto molto bello, all’altezza della migliore produzione americana classic-rock. A chi scrive, ovviamente, piacciono molto anche gli ultimi due brani, quelli più vicini allo spirito di John Martyn (altro pallino in comune), la lunga Mama’s Right, voce “strascicata”, chitarre acustiche incombenti, una atmosfera sospesa dove si librano i fendenti della solista di Andrea Sinico, un altro dei chitarristi presenti nel CD, un pezzo di folk futuribile come era nelle corde del grande cantautore di Glasgow, anche nel testo incazzato e pessimista e Good Man Down, quasi ai limiti di un certo jazz-rock che Martyn amava esplorare nella sua musica e anche Max ha sempre avuto nelle sue corde; a proposito di corde la solista in questo caso è affidata a Nick Fassi, il terzo ed ultimo chitarrista impiegato nel disco.

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Chitarre che sono le protagoniste assolute dei  brani più rock dell’album, come la riffatissima e rauca (anche nell’uso della voce) Bad Rain che apre l’album nello spirito di quei Bad Company da cui penso prenda il nome l’etichetta di Meazza, Desolation Angels. Jimmy Valentine Blues, lo dice il nome, è un blues elettrico molto raffinato, con un giro di basso molto marcato, sui si posano le evoluzioni della slide e della solista di DeMontis, mentre Bluesman, con una bella acustica slide in evidenza, ha un rapporto più intimo e raccolto con le classiche dodici battute https://www.youtube.com/watch?v=NX4CxK7gRVI . Burning Fire è un altro pezzo rock, sempre piuttosto 70’s nel suo svolgimento vicino agli stilemi del rock-blues americano, fino all’uso del classico pedale wah-wah che è sempre sintomatico del genere. La title-track, In Cold Blood, per certi versi mi ricorda le atmosfere di alcuni brani del repertorio anni ’80 di Max, quelli recensivo per il Buscadero dei tempi, utilizzando delle vecchie cassette quasi marce, dove il suono era più intuito in alcune occasioni: qui emerge ancora l’influenza di John Martyn, ma quello più elettrico e jazzato di quel periodo. Mancano Bottle Of J&B, un altro rock-blues vagamente Claptoniano e Live Fast Die Young un ulteriore pezzo dall’andatura galoppante, ancora con wah-wah in primo piano e il notevole lavoro di Ferraresi alla batteria!

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Vi giuro che la qualità è molto migliore di  buona parte di quello che circola nel mercato americano (ma anche inglese) e viene spacciato come musica futuribile, meglio dell’onesta, magari non originalissima ed innovativa, buona musica, da parte di un musicista che preferisce andare diritto per la sua strada e continuare a portare avanti le sue passioni, saliamo in macchina con lui e facciamoci un bel giretto ( sparsi nell’articolo ci sono dei link video, così, se non conoscete, vi potete fare un’idea della musica)!

Bruno Conti

Uno Dei Capostipiti Degli “Italiani Per Caso”, Ma Anglo-Americani Nel Cuore! Max Meazza And Pueblo – In Cold Bloodultima modifica: 2014-02-24T14:15:17+01:00da bruno_conti
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