Doppia Razione di… Jono Manson – Angels On The Other Side

 

jono manson angels on the other side

JONO MANSON – Angels On The Other Side – Appaloosa/IRD

*NDB Aggiungo anche la mia “versione dei fatti” alle riflessioni del buon Jimmy che potete (ri)leggere a seguire. Il disco è bello e merita. Repetita iuvant. Buona lettura.

Jono Manson è newyorkese per nascita, residente a Santa Fè, New Mexico, anzi Chupadero (ve lo ricordate il disco della Barnetti Bros Band?) dove si trova il suo studio di registrazione, Kitchen Sink, “americano” puro per il genere di musica che fa e infine italiano d’adozione perché ci ha vissuto e ci viene spesso per fare concerti e produrre dischi di altri, un cittadino del mondo quindi. Ma soprattutto, ed è quello che ci interessa, un bravo musicista: forse non sarà, come si usa dire, di primissima fascia, ma nella sua lunga carriera discografica, che ormai si snoda lungo quattro decadi diverse, prima indipendente ed autogestito negli anni ’80, poi solista con One Horse Town nel 1994 (ripubblicato nel 1998 in Italia dalla Club De Musique), il passaggio molto veloce attraverso una major con Almost Home, uscito come Jono Manson Band per la A&M nel 1995, che lo avrebbe poi scaricato in un nanosecondo, nonostante le ottime critiche ricevute dal disco.

Senza addentrarci in tutta la discografia ha pubblicato anche un disco nel 2003, Gamblers, con Paolo Bonfanti, dove ha esplicitato anche il suo amore per il blues, sempre presente nella sua musica. E poi ha collaborato, sotto varie forme, con decine, anzi centinaia di artisti, la lista è più lunga dell’elenco telefonico, se volete la trovate sul suo sito, http://www.jonomanson.com/discography/. come produttore, ingegnere del suono, musicista, autore, le sue attitudini sono molteplici: giusto per citarne alcune tra le ultime, ha prodotto il bellissimo Far Out dei Mandolin’ Brothers, ha scritto alcune canzoni per Crystal Bowersox, nel CD d’esordio, All That For This per la finalista di American Idol (non storcete il naso, da lì spesso escono buoni cantanti, non è come X Factor!) e una anche per l’ultimo Blues Traveler, Suzie Crack The Whips, e poteva John Popper non ricambiare il favore suonando l’armonica nel disco di Jono?

Jono_Manson

Certo che no, e infatti c’è, con il suo suono inconfondibile, in una bella ballata come Silver Lining. Certo saprete delle altre frequentazioni di Manson che è cugino dei fratelli Ethan e Joel Cohen e buon amico di Kevin Costner a cui ha insegnato a suonare la chitarra, con risultati apprezzabili poi riscontrati nei dischi dei Modern West. Ma veniamo alla nuova prova di Jono Manson, questo Angels On The Other Side che si colloca tra i suoi migliori album in assoluto di sempre: c’è rock, c’è blues, alternanza di pezzi tirati e ballate, un pizzico di folk e country, ma soprattutto tante belle canzoni, scaturite evidentemente da un momento di buona ispirazione e poi realizzate con grande perizia in un disco che non ha nulla da invidiare alla grandi produzioni, anzi, con un suono più ruspante, genuino, direi analogico, rispetto al suono sintetico di molti dischi che escono ultimamente anche da parte di artisti da cui ti aspetteresti ben altro, non faccio nomi!

E così scorrono brani come la stupenda ballata iniziale che dà il titolo al disco, Angel On The Other Side, dove alla slide c’è Jay Boy Adams (scusate ma mi scappa la citazione, questo signore ha fatto due album bellissimi tra il 1977 e il ’78, dove appaiono come ospiti Jackson Browne e David Lindley, e si trovano su CD per la Wounded Bird): qualcuno mi ha detto che questo brano gli ha ricordato John Hiatt, e non credo sia un’offesa, non è che uno si sveglia la mattina e dice, cià faccio un brano come John Hiatt, provaci! Honky Tonky On My Mind, presumo con l’aiuto degli ottimi texani Shurman, ha una bella andatura rock and blues, con la chitarra che taglia il brano in due e Jono che canta veramente bene. Altra ballata sontuosa con The Frame dove la pedal steel e il mandolino di John Egenes dettano il suono, per non dire della roccata There’s A Whole World On Fire, grande suono d’insieme e le derive country di un’altra ballata molto bella come Together Again, perfetta american music con un bel dobro a dare il tocco d’autore.

Snowed In è un’altra piccola lezione su come si deve fare della musica rock d’autore (pensate sempre a quel signore che si chiama John, siamo su quei livelli), con un suono chitarristico che è una goduria. Di Silver Lining si è detto, I’m Gonna Get It va giù di brutto, chitarre, chitarre e ancora chitarre. Angelica, altra bella ballata con la bella voce di supporto di Larkin Gayl, non cede di un millimetro come qualità, The Other Yesterday è un buon mid-tempo e niente male neppure la mandolinata Everything In Me, prima della poderosa conclusione con l’eccellente Grateful, che sono certo Levon Helm avrebbe apprezzato e poi l’organo Hammond è da sballo. Ma non è finita, l’edizione italiana Appaloosa, oltre al libretto con testi e traduzioni in italiano contiene anche una bonus track, Never Never Land che è proprio L’Isola Che Non C’è di Edoardo Bennato, solo voce, piano e chitarra acustica, anche questa sarebbe piaciuta a John Hiatt. Tutto l’insieme piace parecchio a noi ascoltatori, e bravo Jono!

Bruno Conti

Conflitto d’interessi?…What?

Credo sia il dubbio che potrebbe sorgere in molte menti, leggendo questa mia recensione – riflessione sul nuovo album di Jono Manson, amico e produttore artistico anche dell’ultima fatica della band di cui faccio parte. Ma sinceramente non credo che questo possa inficiare il mio parere e quindi me ne faccio una ragione e comincio col dirvi che trattasi di ottima musica. La cosa è facilmente deducibile sin dalla title  track che apre l’album, fine ballata in inconfondibile Jono’ style, con un testo evocativo e dolci chitarre a stendere un delicato tappeto sonoro sotto ai versi che, come in buona parte del cd, riflettono il momento di grazia e felicità dell’autore

 

A partire dalla prima strofa emergono l’ottimismo per questo positivo periodo di vita, l’amore per la sua famiglia e per la musica che lo accompagna sempre. Penso che questo brano potrebbe essere inserito in una immaginaria mini-suite, insieme a The Frame, Together Again (la mia preferita ed impeccabile ballata) e Grateful che, in vario modo e con diverse sfumature musicali,  ribadiscono la sensazione di gioia e pace interiore. Mi riferisco in particolare ai testi, alle parole che, malgrado il T9 e tutte le infernali tecnologiche innovazioni del momento, se sono pensate e sentite hanno ancora un importante e fondamentale significato, sia nel ristretto ambito di una canzone, sia nella vita di tutti i giorni. Ma tutti abbiamo (chi più, chi meno) un Honky Tonk In Our Mind, un lato ribelle, al quale va dato ampio margine di manovra, proprio per rimanere sani di mente e sfogarci ogni tanto o anche spesso. E tutto questo malgrado ci sia A Whole World On Fire intorno a noi e si cerchi di salvare almeno qualcosa di buono e di dire qualcosa di giusto. Ballate sapienti come Silver Lining, con un grande e misurato John Popper all’armonica, ma anche del sano R&R, come in Snowed In e I’m Gonna Get It.

 

Una citazione particolare va fatta per Never Never Land, versione inglese del successo di Edoardo Bennato, L’Isola Che Non C’è. Il brano, presente solo nell’edizione italiana dell’album, è rivisitato con gusto ed originalità, voce pianoforte e chitarra acustica, in una personale e sensibile versione, che non mancherà di stupire. Unico mio rammarico è l’assenza di un pezzo come The Man On The Moon che, finito di comporre sul divano di casa mia in un gelido e nevoso mattino di marzo, mi aveva lasciato letteralmente a bocca aperta (*NDB. Rettifica in tempo reale, l’autore dice che il brano nel frattempo è diventato Bring The Man Down, e noi aggiorniamo). Fortunatamente avremo modo di ascoltarlo sia live, nel corso del suo attuale tour italiano, sia nel progetto Brothers Keeper, in uscita in primavera http://www.youtube.com/watch?v=jjCuVOb_VF0 .

jono manson 2

 

Una ennesima conferma del talento di Mr. Manson (*NDB. Qui sopra con l’altro autore dei brani, anzi autrice mi dicono!), con un album che piacerà a tutti i suoi estimatori, ma consigliato soprattutto a chi ancora non lo conosce: vi perdete buona musica, duro lavoro, sincerità e tanta, tanta passione. In chiusura un saluto alla rinata e gloriosa etichetta Appaloosa, sinonimo di musica di qualità, alla quale auguro tutto il meglio.

Jimmy Ragazzon

Doppia Razione di… Jono Manson – Angels On The Other Sideultima modifica: 2014-03-14T10:57:55+01:00da bruno_conti
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