Vere Leggende Del Blues! John Mayall – A Special Life

john mayall a special life

John Mayall – A Special Life – Forty Below Records/Ird

John Mayall è una delle ultime vere Leggende del Blues ancora in vita, non di quelle autoproclamate o fittizie che spuntano come funghi da ogni angolo, glorie locali, di quartiere, regionali, persino di condominio, il termine leggenda si usa a sproposito, ormai, per carneadi vari. Per il vecchio campione del British Blues le 80 primavere sono passate da qualche tempo  , ma non sembra avere intenzione di rallentare la sua attività: l’ultimo “grande” disco probabilmente dista nel tempo varie decadi, ma un suo album si fa sempre preferire rispetto alla miriade di pubblicazioni di genere che escono ogni mese. Mayall non è un grandissimo, forse in nessuna delle sfaccettature della sua arte, buon cantante, con quel suo particolare stile vocale, leggermente “strangolato”, rilassato e classico, discreto chitarrista, onesto tastierista, all’organo, piano e piano elettrico, forse eccelle solo come armonicista, ma non è sicuramente uno dei massimi virtuosi viventi.

Il suo vero “mestiere” è quello del band leader, lo scopritore di talenti, anche se i tempi di Eric Clapton, Peter Green e Mick Taylor sono un lontano ricordo (pure se Eric e Mick erano tornati per i festeggiamenti del 70° di John, culminati nell’ottimo CD/DVD 70th Birthday Concert), le ultime ottime edizioni dei Bluesbreakers risalgono al periodo in cui le soliste erano affidate a Coco Montoya e Walter Trout, quasi una vita fa, e l’ultimo chitarrista di talento cristallino passato nella formazione è stato Buddy Whittington. Ma come si diceva, forse anche per una questione di prestigio, un suo album ha sempre quel fascino particolare dato dal nome, comunque sinonimo di qualità. Dischi memorabili non ne ricordo da tempo: gli ultimi di studio, In The Palace Of The King e Tough, soprattutto quest’ultimo, erano degli onesti prodotti, magari anche migliori di alcune uscite a cavallo tra la fine anni ’70 e i primi anni ’80, prima di ripristinare la ragione sociale Bluesbreakers, che avevano “sporcato” il suo CV.

Di Live, spesso interessanti, ne escono ancora spesso (alcuni anche solo tramite il suo sito, Private Stash) e questo A Special Life, senza fare gridare al miracolo, dopo ripetuti ascolti, mi sembra un buon prodotto. Il primo pubblicato per una nuova etichetta, la Forty Below Records, si avvale di alcuni buoni musicisti scovati da Mayall sul territorio statunitense, la sezione ritmica di Chicago, Greg Rzab al basso e Jay Davenport alla batteria, il bravo chitarrista texano Rocky Athas, in cui qualcuno ha rilevato attitudini claptoniane, che, sotto la produzione di Eric Corne, hanno realizzato nel mese di novembre dello scorso anno (proprio nel periodo in cui John compiva 80 anni), in quel di North Hollywood, California, dove il nostro vive, beato lui, dai tempi di Blues From Laurel Canyon, questo piacevole album.

La formula è quella tipica dei dischi di Mayall, alcuni brani originali, uno anche affidato ai componenti della sua band, Like A Fool, che porta la firma di Rzab, qualche classico, magari minore, come That’s Allright, che porta la firma di James Lane, vero nome di Jimmy Rogers, guidata dall’armonica sempre pimpante di John, Big Town Playboy di Eddie Taylor, col piano e ancora la mouth harp in bella evidenza e Just Got To Know di Jimmy McCracklin, un bel blues lento dove si apprezza la solista di Athas, mentre CJ Chenier è la seconda voce a fianco di Mayall. Proprio C.J. Chenier, il figlio di Clifton, porta un soffio di freschezza nel brano di apertura, una inconsueta cover di un pezzo del babbo, Why Did You Go Last Night, che proprio per la presenza della fisarmonica di Chenier aggiunge un inatteso tocco cajun al sapore della canzone, peraltro eseguita molto bene.

Speak Of The Devil non si può certo definire un classico, ma il brano di Sonny Landreth ha una urgenza rock nelle pieghe del suo DNA e la voce di Mayall è sempre forte e vibrante, uguale a sempre, senza cedimenti, e la band, da Athas in giù ci dà dentro alla grande, sembrano quasi gli ZZ Top. World Gone Crazy è uno di quei brani di stampo ecologico che periodicamente riaffiorano nell’opera dell’artista britannico e l’arrangiamento ha una varietà e una freschezza sorprendente. Flood in’ In California è un brano poco conosciuto, ma mirabile, di Albert King, uno dei preferiti di Mayall da sempre, un bel sound contemporaneo, con organo e tastiere ben miscelate nella produzione precisa di Corne e la chitarra libera di creare sonorità inconsuete per la produzione mayalliana.

A Special Life e Just A Memory sono due capitoli della sua autobiografia in musica, la prima malinconica e pensosa, la seconda una ballata blues pianistica di classe sopraffina, tra le migliori composte dal nostro nelle ultime decadi e che conclude in gloria un disco che ce lo ripropone (quasi) ai vertici della sua produzione. Direi promosso e se ne ha voglia e la salute lo assiste, gradiremmo altri dischi così, che, al di là del nome, sono molto meglio di gran parte della produzione blues in circolazione!   

Bruno Conti

Vere Leggende Del Blues! John Mayall – A Special Lifeultima modifica: 2014-06-05T19:12:22+02:00da bruno_conti
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