Altri Ripassi Per L’Estate: Dal Texas L’Ultimo “Troubadour”? Matt Harlan – Raven Hotel

matt harlan raven hotel

Matt Harlan – Raven Hotel – Berkalin Records

Con questo nuovo lavoro Raven Hotel (uscito la scorsa primavera), ritorna uno dei migliori e, purtroppo, più sconosciuti talenti della nuova canzone d’autore texana, quel Matt Harlan che con l’esordio con Tips & Compliments (10) è stato in lizza una prima volta per la vittoria finale ai “famosi” Texas Music Awards (premio poi ricevuto nel 2013 come miglior songwriter), un disco prodotto da quella vecchia volpe di Rich Brotherton (Robert Earl Keen), successo di critica bissato dal successivo Bow And Be Simple (12) registrato con il gruppo danese dei Sentimentals, sempre di ottima fattura. Matt Harlan è un interessante personaggio, proveniente da Houston, che sfoggia la capacità di coniugare testi piuttosto personali con una costruzione melodica di tutto rilievo, scrivendo belle canzoni che lasciano il segno https://www.youtube.com/watch?v=tzf1-5P9vzc . La band che accompagna Matt negli studi di Austin, Tx, dove è stato registrato il CD, comprende, oltre al fidato produttore e polistrumentista Rich Brotherton alle chitarre, lap steel, dobro, banjo e sinth, il grande Bukka Allen all’organo, fisarmonica e piano, Mickey Raphael all’armonica (compagno d’avventura fisso nei dischi di Willie Nelson), Glenn Fukunaga al basso (visto e sentito spesso con Joe Ely), John Green alla batteria, Floyd Domino anche lui alle tastiere, John Mills al sassofono, la brava Maddy Brotherton al violino (una delle figlie di Rich), e l’indispensabile contributo come “vocalist” di supporto della moglie Rachel Jones, per un viaggio nel tempo nelle dodici stanze del Raven Hotel.

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La prima stanza è quella caratterizzata dal violino e dal banjo della delicata Old Spanish Moss https://www.youtube.com/watch?v=iYffTyrdkvk , poi ci sono le atmosfere country bluegrass di Half Developed Song, i toni caldi di una ballata tipicamente texana come Second Gear https://www.youtube.com/watch?v=tpwsbp_HscE , mentre il piano e la splendida voce di Rachel Jones disegnano una melodia cristallina in Riding With The Wind. Salendo al secondo piano dell’hotel, troviamo il sentimentalismo nostalgico di We Never Met (Time Machine) https://www.youtube.com/watch?v=CmjzAGkv7sk , le chitarre elettriche spianate di una Rock & Roll (qui in versione acustica https://www.youtube.com/watch?v=D7BuXsjKuZw )molto alla Mellencamp , le soffuse percussioni della title track Raven Hotel, passando per la dolce fisarmonica di Bukka Allen nella splendida Old Allen Road (da cantare sotto un cielo di stelle del Texas). Salendo ancora le scale si arriva alle suite, con le note ovattate di Burgundy & Blue, una malinconica canzone d’amore fatta come una ballata jazz, sostenuta dal sax fumoso di John Mills, alla quale si aggiunge Slow Moving Train, cantata in duetto dai coniugi Harlan, con l’armonica di Mickey Raphael ad illuminare la scena, mentre The Optimist si sviluppa su lap-steel e chitarre elettriche, andando a chiudere il portone del Raven Hotel con il folk delizioso e acustico di Rearview Display https://www.youtube.com/watch?v=lDSlg_ViS5Q .

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Matt Harlan, per chi scrive, possiede la liricità che soltanto gli “storytellers” di razza hanno avuto in passato (maestri quali Guy Clark e Robert Earl Keen, per citarne un paio), e pare inseguire la stessa lezione di quella generazione di “songwriters” che hanno raccontato e cantato l’altra faccia dell’America in chiave elettro-acustica (Chris Knight, Chris Smither e Slaid Cleaves, per citarne altri), e un disco come questo Raven Hotel è uno di quelli (ne sono certo) che finirà per piacere a tutti gli innamorati di un certo “songwriting” made in Texas, perché Harlan è un narratore, i racconti di Matt sono vere storie di vita reale, come i personaggi che occupano le dodici stanze del Raven. Matt Harlan è uno dei regali più belli, e meno conosciuti, usciti negli ultimi anni nel panorama del cantautorato americano.

Tino Montanari

Ripassi Per Le Vacanze: Jam, Ma Con Moderazione?!? Moe. – No Guts, No Glory

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Moe. – No Guts, No Glory – Sugar Hill Records

Come promesso proseguiamo con i “ripassi” estivi. Questa volta parliamo dell’ultimo album della nota jam band americana, Moe., uscito alla fine del mese di maggio ma sempre attuale, se non lo conoscete. Si tratta dell’undicesimo disco di studio (e quasi altrettanti dal vivo), per il gruppo di Buffalo, NY, che quest’anno festeggia i 25 anni di attività, anche se in effetti il primo album, Fatboy, uscì solo nel 1992. Con un nome che è l’abbreviazione di una famosa canzone di Louis Jordan, Five Guys Named Moe, perché all’inizio, come ora, erano effettivamente in cinque: dal 1999 la formazione si è stabilizzata intorno ai tre leader, Al Schnier, chitarra, voce e tastiere, Chuck Garvey, chitarra e voce, Rob Derhak, basso e voce, con la coppia Vinnie Amico e Rob Loughlin che si occupa del reparto ritmico.

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Per l’occasione di questo No Guts, No Glory – già titolo di un famoso album dei Molly Hatchet, che si potrebbe tradurre “chi non tenta non sbaglia”, ma forse rende di più l’idea con il più trucido “Niente Palle Niente Gloria” – i moe. si sono affidati al produttore Dave Aron, noto per le sue produzioni in ambito hip-hop, ma anche con Prince e U2 (e che nel disco suona pure il clarinetto in un brano), che ha preso quello che era nato per essere un disco acustico, o così dicono loro, e lo ha trasformato, senza combinare disastri, in un bel disco elettrico, meno esasperato nella sua dimensione jam (?) e con più spazio per le canzoni, lasciando ai loro concerti questa maggiore propensione all’improvvisazione, anche se un paio di brani sui dieci minuti sono comunque presenti nel CD. Lukky Martin, al trombone e Willie Waldman, alla tromba, costituiscono con Aron, una piccola sezione fiati, che aggiunta alle evoluzioni sonore di Loughlin al vibrafono, conferisce pure, in un brano, una piccola patina jazzata alle procedure. In ogni caso il rock è sempre la fonte primaria del sound, con i tre leader (ed autori) che si alternano alla guida: Chuck Garvey limita il suo contributo di autore solo ad un brano, con il poderoso rock-blues di Annihilation Blues che ricorda certe cose anni ’70 tipo il primo Robin Trower, anche se le chitarre acustiche di supporto fanno risaltare l’idea alla base del progetto, poi innervate da poderosi interventi delle soliste https://www.youtube.com/watch?v=b2P5AccwY3s .

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White Lightning Turpentine, del bassista Rob Derhak, con i suoi delicati intrecci delle chitarre acustiche con il vibrafono (o è una marimba?) potrebbe ricordare certe cose prog dei Gentle Giant, anche per i suoi continui cambi di tempo, le intricate armonie vocali e il violento assolo di chitarra con slide e wah-wah. Di nuovo intro acustica e fine lavoro ai martelletti di Loughlin, per This I Know il primo contributo di Al Schnier che parte piano e acquista forza rock e chitarristica nel finale gagliardo. Same Old Story con il basso di Derhak e le due chitarre che innestano un bel groove, “infestato” dalle percussioni di Loughlin e con il titolo del brano che fa la rima con “no guts, no glory” per un brano che non è solo jam ma ha anche i parametri di una canzone https://www.youtube.com/watch?v=EEJBuS7kKxw . Viceversa Silver Sun, con i suoi quasi dieci minuti, è un esempio tipico dell’attitudine jam dei moe., https://www.youtube.com/watch?v=3uHNBTaPL3c  una partenza quasi alla Grateful Dead, sulle ali della chitarra di Schnier, che dopo un inizio psichedelico e sognante, tra West Coast e Pink Floyd, quando innesta il wah-wah va quasi verso lidi zappiani e dopo una breve pausa ci regala una bella parte in twin guitars con le due soliste che lasciano spazio ad una sezione cantata che pare uscire di sana pianta da Dark Side dei Floyd e poi di nuovo protagoniste nella grintosa lunga chiusura elettrica dove il rock prende il sopravvento e le due soliste si “sfidano” di nuovo, comunque gran musica, elegante e ricca di idee sonore, a conferma della perizia tecnica dei cinque musicisti.

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Si scrive Calyphornya, ma anche grazie alle sue gustose armonie vocali si legge California, con la musica della costa occidentale rivisitata dal gruppo dell’area newyorkese, che aggiunge tocchi jam e jazzistici grazie al vibrafono, prima di lasciare andare ancora una volta in libertà le due chitarre, sostenute anche da un tappeto di acustiche. Notevole Little Miss Cup Half Empty con il suo drive incalzante e le piacevoli ed intricate derive vocali, vicine ad un pop assai raffinato e con piccoli tocchi reggae https://www.youtube.com/watch?v=MWmHEup8ixc . Blond Hair And Blue Eyes con gli interventi decisi dei fiati potrebbe ricordare alcune cose dei migliori Blood, Sweat & Tears  o dei primi Chicago, quando il pop si fondeva mirabilmente con certo “light jazz”, ma sempre con le chitarre pronte a regalare attimi di godibilità rock https://www.youtube.com/watch?v=xMxjEeNMSuQ . Do Or Die è l’idea dei moe. di come potrebbe essere un brano bluegrass-country, ovvero ricco nel reparto percussioni, con un organo sullo sfondo e con le acustiche quasi sommerse dalla sezione elettriche, però con piacevoli armonie vocali a mitigare il lato rock. The Pines And The Apple Tree, con un bel mandolino affidato alle capaci mani di Al Schnier, ha una struttura quasi country-folk-rock, guidato dalla bella voce di Derhak che ne è l’autore, potrebbe sembrare una canzone degli America dei tempi che furono (e non è inteso come un’offesa!). Chiude l’altro tour de force del disco, la super funky Billy Goat, un brano che li avvicina ai compagni di avventure jam Phish, intricate armonie vocali, ritmi serrati ma pronti a cambiare d’improvviso e i solisti che si alternano alla guida della vettura lanciata verso un finale vorticoso. La versione digitale per il dowload ha tre brani in più (lo so rompono le palle!): Hey Ho, una piacevole canzoncina pianistica che ha tutti i crismi per essere un singolo pop, Mar De Ma, un brano strumentale latin rock a forte componente percussionistica https://www.youtube.com/watch?v=y3j5ycYsTeA , scritto dal batterista Amico e che potrebbe uscire da qualche disco dei Santana (di quelli buoni), Runaway Overlude, un altro pezzo molto intricato (già nel repertorio live della band https://www.youtube.com/watch?v=XF8o8L6afGc ) che, come da titolo, conclude le operazioni in una ulteriore vorticosa ridda di ritmi, chitarre, voci e cambi di tempo. Tutti e tre i brani niente male, ma io vado ancora per il disco fisico (magari scaricando gli extra). In ogni caso, bel disco e a ben guardare la quota jam non è poi così moderata, vogliamo dire “i soliti moe,”!

Bruno Conti

Una Famiglia “Canterina”! Kris Delmhorst – Blood Test

kris delmhorst blood test

Kris Delmhorst – Blood Test – Signature Sounds

La prima volta che ho sentito parlare della signora in questione risale a una decina di anni fa, in occasione dell’uscita dell’album Redbird (03,) inciso con i bravi Peter Mulvey e Jeffrey Foucault, il marito (da qui il titolo del “post”), un ottimo lavoro fatto di suoni fatati, di melodie toccanti che univano le radici della musica americana in perfette “folk-song”. Kris Delmhorst, nata e cresciuta a Brooklyn, NY, trova nella Boston area la sua casa musicale, dove si è fatta le ossa suonando per la strada, nelle metropolitane e facendo concerti nei bar, e dopo aver peregrinato per mezza America (e un po’ d’Irlanda), in quindici anni di intensa attività, alla fine si è guadagnata una discreta reputazione nel circuito folk proprio di Boston. Kris ha pubblicato sei album prima di questo Blood Test, tutti per la rispettabile label indipendente Signature Sounds, a partire da due album belli, ma un po’ acerbi, come Appetite (98) e Five Stories (01), trovando poi con i seguenti Songs For A Hurricane (03) e  Strange Conversation (06) quel posto al sole che tutti i “songwriters” cercano e desiderano, confermandosi in seguito con Shotgun Singer (08) e con Cars (11) un tributo alla band di Boston, dal sound corposo e diretto (anche grazie alla presenza di Greg Hawkes, il tastierista del gruppo di Ric Ocasek), in grado di offrirle un nuovo punto di partenza.  

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Per questo nuovo lavoro la Delmhorst ha arruolato solo tre musicisti, a partire dal co-produttore e chitarrista Anders Parker (ex membro di Varnaline e Space Needle oltre che autore di dischi solisti e di un paio di collaborazioni con Jay Farrar, tra cui il disco di inediti di Woody Guthrie http://discoclub.myblog.it/2012/02/23/100-anni-di-woody-guthrie-1912-2012-iniziano-le-celebrazioni/ ), il batterista Konrad Meissner (Brandi Carlile e Silos) e il polistrumentista Mark Spencer (Laura Cantrell e Son Volt): il disco è stato registrato a Brooklyn, dodici tracce che segnano in parte un nuovo inizio del suo percorso musicale.

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Gli “esami del sangue” iniziano con la sanguinosa melodia folk della title track Blood Test https://www.youtube.com/watch?v=08_rIWvRkXc , seguita da due canzoni di compassione e speranza come Homeless https://www.youtube.com/watch?v=m-F3sBc9jBg  e 92nd Street (un omaggio alla sua città natale https://www.youtube.com/watch?v=WJ8l8vgefPc ), passando per la dolcezza di Saw It All e Bees, arrivando alla batteria tribale della splendida We Deliver. Dopo una “flebo” si riparte con la sussurrata e delicata Little Frame,  il mid-tempo pop di Bright Green World (vagamente alla Stevie Nicks), il breve country-rock di Temporary Sun, proponendosi per gli esami finali (i più impegnativi) con due memorabili ballate: l’elettro-acustica Hushabye, e la struggente bellezza “irish” di My Ohio (un elogio per un amico defunto), andando a chiudere il “check-up” con la notturna e vagamente psichedelica Lighhouse.

kris delmhorst jeffery foucault

Blood Test è un disco sorprendentemente grintoso (merito di Anders Parker) ma melodico, che scorre senza intoppi, e che consente a questa signora, che ora vive sulle colline del Massachusetts orientale (con il marito songwriter Jeffrey Foucault e la loro figlia) di scalare rapidamente gli scalini più alti della gerarchia delle cantautrici più popolari e più brave del nuovo “folk” americano.

Tino Montanari

Novità Di Agosto, Parte III. Empty Hearts, Paul Thorn, Ruthie Foster, James Yorkston, Dr. John, Look Again To The Wind – Tribute To Johnny Cash Bitter Tears

empty hearts

Nella settimana successiva a quella in cui, per la prima volta in 37 anni di onorata carriera discografica, Tom Petty con Hypnotic Eye era salito al 1° posto delle classifiche di Billboard, e il tributo a JJ Cale di Eric Clapton era secondo (ma è stata una bella sorpresa di breve durata, questa settimana al numero uno c’è già l’Awesome Mix (?!?) della colonna sonora di Guardians of The Galaxy e al secondo, Now 51), continuiamo con l’elenco delle  novità di agosto.

Prima di tutto una sorta di supergruppo che mi era sfuggito (il CD è uscito negli States il 5 agosto): si tratta degli Empty Hearts, nome fornito per gentile concessione di Little Steven, che pare abbia una lista secreta di nomi di band mai utilizzati o comunque rari (perché in effetti mi pare ci siano dei metallari nordici, forse sevedesi, con lo stesso nome). Supergruppo è forse una parola forte, non sono musicisti particolarmente famosi, per quanto: Wally Palmar, la voce solista e chitarra ritmica viene dai Romantics, Elliot Easton, la chitarra solista, era nei Cars, Andy Babiuk, il bassista, era nei Chesterfield Kings e Clem Burke, alla batteria, viene dai Blondie. A completare la formazione, come special guest, troviamo Ian McLagan, il mitico tastierista dei Faces. E il genere, guarda un po’, mi ha ricordato, a grandi linee, proprio di quello di Tom Petty. Ampie dosi di sixties pop, mutuato dalla British Invasion, Power Pop (e rock) nel DNA di Romantics e Chesterfield Kings, armonie vocali prese dal rock anni ’70 e ’80 californiano, qualche tocco di garage punk, proveniente dalle prime esperienze di Cars e Blondie, e sempre presente nella musica di Romantics e Chesterfield Kings https://www.youtube.com/watch?v=6jaRdPgW7EI . Niente di trascendentale, ma una manciata di canzoni estremamente piacevoli, con chitarre a manetta, ritmiche fresche e pimpanti, tanta passione, sembra di essere in un disco, oltre che di Petty, di Dwight Twiley o dei Knack, ma anche dei primi Who, divertente e scanzonato, con la bella voce di Palmar spesso in evidenza e riff come piovesse. L’estate starà anche finendo, come recitava quella famosa canzone, ma secondo i maestri californiani Beach Boys ce n’è una anche senza fine, la cui colonna sonora potrebbe essere questo disco  . In I Found you again, un ballatone con uso di pedal steel, sembra di ascoltare una via di mezzo di tra il country e il Tom Petty più byrdsiano, mentre in Drop Me Off At Home sembra di essere capitati tra i solchi di Nuggets e in Meet Me ‘Round The Corner in un disco degli Animals. Come al solito niente di nuovo, ma i “cuori” non sembrano vuoti ed aridi. Etichetta 429 Records, distribuzione Universal, negli States.

paul thorn too blessed

Veniamo ai dischi in uscita domani 19 agosto. Del nuovo Paul Thorn Too Blessed To Be Stressed sono venuto a conoscenza grazie al fatto di essere iscritto alla sua mailing list: dodicesimo album della sua carriera, 10 canzoni nuove, disponibile sul suo sito in varie versioni (CD, Vinile, CD+LP+Maglietta+ammenicoli vari, CD+LP versione per fans, CD per fans con sticker, li trovate qui http://www.paulthorn.com/ , anche se il vinile uscirà a metà ottobre, nel frattempo potete dare una ascoltata). Se non conoscete l’artista californiano, e la cosa è grave, questo è quanto è stato scritto in passato su di lui nel Blog, http://discoclub.myblog.it/tag/paul-thorn/, l’ultimo avvistamento nel tributo a Jackson Browne uscito questa primavera, mentre nel 2012 era uscito un disco tutto di covers, What The Hell Is Going On, sempre sulla sua etichetta, la Perpetual Obscurity che pubblica questo nuovo. Se siete troppo pigri, due o tre link per ascoltare qualcosa del nuovo album https://www.youtube.com/watch?v=-vH8vZCwQkg  e in generale della sua musica https://www.youtube.com/watch?v=9sNb7wtlNkU, https://www.youtube.com/watch?v=rQ3O0y2iMjw!

ruthie foster promises of a brand new day

La bravissima Ruthie Foster è una delle favorite di questo Blog,  http://discoclub.myblog.it/2012/02/22/una-grande-soul-singer-ruthie-foster-let-it-burn/, ogni disco è più bello del precedente, questo Promise Of A Brand New Day (bellissimo titolo), pubblicato come di consueto dalla Blue Corn Music, mi sembra addirittura il suo migliore in assoluto https://www.youtube.com/watch?v=4056ThbbNgU . Accanto al soul classico e al blues presenti sempre nei suoi dischi c’è spazio anche per alcune ballate e brani rock che mi hanno ricordato, da quello che ho potuto ascoltare velocemente, la migliore Joan Armatrading degli anni ’70. Voce calda e suadente, potente e dolce al tempo stesso, ottima produzione a cura di Meshell Ndegeocello, che suona anche il basso nel disco, affiancata da Chris Bruce alla chitarra (anche con Sheryl Crow) e dal tastierista Jebin Bruni, pure con Aimee Mann, che suonano abitualmente con Ruthie, oltre al batterista Ivan Edwards e a due musicisti richiesti espressamente dalla Foster, Doyle Bramhall alla chitarra e Toshi Reagon, un “donnone” dalla voce incredibile, che armonizza alla grande con le altre due signore presenti e a Nayanna Holley, in alcune canzoni di questo CD. Un misto di brani nuovi scritti dalla Foster, piccoli classici del soul-rock, come Ghetto, un pezzo scritto da Bettye Crutcher/Homer Banks/Bonnie Bramlett che era su Accept No Substitute di Delaney & Bonnie, Outlaw di Eugene McDaniels, sul disco omonimo ristampato recentemente dalla Rhino, altro piccola gemma, Second Coming, un brano scritto da Willie King (con Alice Cooper, giuro!), altro nome minore, ma da esplorare del blues nero americano (qualche nome da segnalare scappa sempre, è un vizio, spero utile per chi legge). Senza dimenticarsi di It Might Not Be Right, una canzone nuova scritta dalla Foster in coppia con William Bell, uno dei grandi della Stax degli anni ’60. Insomma si “intuisce” che siamo di fronte a un gran bel disco su cui ritorneremo quanto prima sul Blog, visto che esce domani.

james yorkston the cellardyke

Oggi, ma in Inghilterra, viene pubblicato il nuovo disco di James Yorkston, uno dei nomi più fulgidi del “moderno”, non solo folk, britannico (scozzese per la precisione) dell’ultimo periodo. Il disco nuovo, The Cellardyke Recording And Wassailing Society, è il suo ottavo di studio, esce per la Domino Records https://www.youtube.com/watch?v=OfnP_1wkf0U , con la produzione di Alexis Taylor degli Hot Chip, in una commistione di alternative pop e tradizione popolare  https://www.youtube.com/watch?v=AxwSXxO7dPA (Yorkston era anche il leader degli Athletes) è il seguito di I was A Cat From A Book del 2012. Tra i musicisti che appaiono KT Tunstall, The Pictish Trail, Rob Smoughton, Fimber Bravo, e i suoi collaboratori abituali Jon Thorne e Emma Smith https://www.youtube.com/watch?v=xUpy521NTGM . Dovrebbe piacere sia a chi ama l’indie rock, sia agli appassionati di Christy Moore, del primo Donovan o dell’Incredible String Band, persino di Leonard Cohen, sentitevi Thinking About Kat. Un altro nome da appuntarvi!

dr. john ske-dat-de-dat the spirit of satch

Viceversa questo è un nome “classico” come pochi, Dr. John a.k.a Mack Rebennack che omaggia uno dei più grandi della storia della musica, nonché concitttadino di New Orleans, Louis Armstrong, con un disco Ske-Dat-De-Dat: The Spirit Of Satch https://www.youtube.com/watch?v=Ab23oyKYc4w , che non so dirvi che numero sia nella sua discografia (ho perso il conto) ma si annuncia come uno dei più interessanti, anche grazie al notevole numero di ospiti che partecipano al CD, e che esce domani negli USA (e ai primi di settembre in Europa su Proper Records) per la Concord/Universal. Da quello che ho sentito sembra veramente molto bello. d’altronde con queste canzoni e questi musicisti non è difficile immaginarlo:

1. What A Wonderful World featuring Nicholas Payton and The Blind Boys of Alabama
2. Mack The Knife featuring Terence Blanchard and Mike Ladd
3. Tight Like This featuring Arturo Sandoval and Telmary
4. I’ve Got The World On A String featuring Bonnie Raitt
5. Gut Bucket Blues featuring Nicholas Payton
6. Sometimes I Feel Like A Motherless Child featuring Anthony Hamilton
7. That’s My Home featuring Wendell Brunious and The McCrary Sisters
8. Nobody Knows The Trouble I’ve Seen featuring Ledisi and The McCrary Sisters
9. Wrap Your Troubles in Dreams featuring Terence Blanchard and The Blind Boys of Alabama
10. Dippermouth Blues featuring James 12 Andrews
11. Sweet Hunk O’Trash featuring Shemekia Copeland
12. Memories Of You featuring Arturo Sandoval
13. When You’re Smiling (The Whole World Smiles With You) featuring Dirty Dozen Brass Band

look again to the wind johnny cash bitter tears

Altro tributo, ma di artisti vari e ad un singolo disco della discografia di Johnny Cash è questo notevole Look Again To The Wind Johnny Cash’s Bitter Tears Revisited. Questo disco del 1964 aveva come titolo completo Bitter Tears: Ballads of the American Indian, un concept album sulle tribolazioni delle popolazioni native americane, quelli che in Italia chiamiamo “indiani”, per intenderci (tutte queste cose del politically correct alla lunga rompono, questo essere diversamente qualcosa puzza molto di ipocrisia e perbenismo). In ogni caso il disco originale di Johnny Cash era bellissimo https://www.youtube.com/watch?v=MCAf_Ajh_KQ  e anche questo tributo, in uscita domani negli Stati Uniti per la Sony Music Masterworks, e i primi del mese prossimo in Italia e alcuni paesi europei, direi che non è male, sempre da un veloce appunto. Forse l’unico appunto è la presenza di un solo musicista nativo indiano (facciamo pellerossa, questo però è offensivo!), Bill Miller, l’undicesimo ed ultimo ad apparire nell’album http://www.bing.com/videos/watch/video/bill-miller-talks-about-johnny-cashs-bitter-tears-ballads-of-the-american-indian/28ddczy7j?cpkey=079e68e5-86ac-4456-9685-c07bb8eb97d0%257c%257c%257c%257c , con la cover della title track, una canzone scritta da Peter La Farge,  che non era nell’album di Cash ma su quello di La Farge stesso dell’anno prima, As Long as the Grass Shall Grow: Peter La Farge Sings Of The Indians: in ogni caso un disco che presenta una serie di musicisti assai interessanti, spesso incrociati in combinazioni differenti nei diversi brani di questo CD:

  1. As Long as the Grass Shall Grow – feat. Gillian Welch & David Rawlings
  2. Apache Tears – feat. Emmylou Harris w/The Milk Carton Kids
  3. Custer – feat. Steve Earle w/The Milk Carton Kids
    http://www.bing.com/videos/watch/video/steve-earle-on-look-again-to-the-wind-johnny-cash-s-bitter-tears-revisited/28dd5jlqz?from=
  4. The Talking Leaves – feat. Nancy Blake w/ Emmylou Harris, Gillian Welch & Dave Rawlings
  5. The Ballad of Ira Hayes – feat. Kris Kristofferson w/ Gillian Welch & David Rawlings
  6. Drums – feat. Norman Blake w/ Nancy Blake, Emmylou Harris, Gillian Welch & David Rawlings
  7. Apache Tears (Reprise) – feat. Gillian Welch & Dave Rawlings
  8. White Girl – feat. The Milk Carton Kids
  9. The Vanishing Race – feat. Rhiannon Giddens
  10. As Long as the Grass Shall Grow (Reprise) – feat. Nancy Blake, Gillian Welch &  Dave Rawlings
  11. Look Again to The Wind – feat. Bill Miller 

Tra i musicisti utilizzati dal produttore, Joe Henry, perché è lui il curatore del progetto, si segnalano i “soliti” Greg Leisz (steel guitar, guitars), Keefus Ciancia (keyboards), Patrick Warren (keyboards for the L.A. sessions), Jay Bellerose (drums) and Dave Piltch (bass).

Direi che con questo siamo, più o meno, alla pari, con le uscite. Però la settimana prossima e ai primi di settembre escono altri dischi interessanti, per cui non escludo appendici a questa lista. Sempre pronti, tempo permettendo, anche a recensioni singole ed altre anticipazioni varie.

Bruno Conti

Senza Fine! Jimi Hendrix 45 Anni Fa A Woodstock E Il 16 Settembre Le Ristampe Di The Cry Of Love & Rainbow Bridge

jimi hendrix the cry of lovejimi hendrix rainbow bridge

Con l’esibizione di Jimi Hendrix, il 17 agosto del 1969 si concludeva la tre giorni di Pace, Amore e Musica del Festival di Woodstock, e 45 anni dopo, giustamente, siamo ancora a festeggiarla. Per l’occasione la Sony Legacy pubblicherà il 16 settembre p.v., “per la prima volta su CD”, The Cry Of Love (ma questo lo ricordo su CD nel 1990, etichetta Reprise) e Rainbow Bridge (uscito prima su VHS e poi su DVD) https://www.youtube.com/watch?v=lH1sShQXYCQ, forse i due migliori prodotti postumi usciti nell’immediata vicinanza della morte di Jimi. Però questi sono rimasterizzati da Bernie Grundman dagli originali master analogici! Ah beh, allora. Fa niente se tutto questo materiale è uscito in decine di ristampe pubblicate in questi ultimi venti anni. Temo che a questo punto dovremo attenderci anche War Heroes, Midnight Lightning, Crash Landing, Nine To The Universe e Loose Ends, anche se Alan Douglas è morto a giugno di quest’anno.

Bruno Conti

Novità Di Agosto, Parte II. Lucero, Mirel Wagner, Sinead O’Connor, Charlie Simpson, Mike Zito, Dan Michaelson, Brian Setzer

lucero live from atlanta

Proseguiamo con la disamina delle uscite del periodo, queste sono, più o meno, le uscite, di questa settimana, tra il 12 e il 13 agosto. Partiamo con il doppio CD dei Lucero Live From Atlanta https://www.youtube.com/watch?v=MDQ7DKB6-kE , questi sono i brani:

Disc 1:
01. I Can Get Us Out Of Here
02. On My Way Downtown
03. Nights Like These
04. Sounds Of The City
05. I’ll Just Fall  https://www.youtube.com/watch?v=0tSWpOSbY-M
06. Union Pacific Line
07. Sweet Little Thing
08. Slow Dancing
09. Women & Work
10. Raising Hell
11. Texas & Tennessee
12. Breathless Love
13. Goodbye Again
14. Juniper
15. Tonight Ain’t Gonna Be Good
16. My Best Girl

Disc 2:
01. Like Lightning
02. Summer Song
03. It Gets The Worst At Night
04. That Much Further West
05. Mom
06. The War
07. All Sewn Up
08. What Else Would You Have Me Be?
09. Tears Don’t Matter Much
10. Drink Till We’re Gone
11. Rick’s Boogie
12. Bastard’s Lullaby
13. It May Be Too Late
14. A Dangerous Thing
15. The Last Song
16. Fistful Of Tears

Si tratta del meglio delle registrazioni tratte da tre date, 22-23-24 novembre del 2013, per la band di Ben Nichols, in trasferta da Memphis ad Atlanta per l’occasione, 32 brani registrati con la formazione a sette, con fiati e tastiere, southern-country-punk-rock potremmo definirlo, comunque un gran disco, etichetta Ingrooves/Liberty, c’è anche un quadruplo vinile a tiratura limitata. Nei prossimi giorni recensione completa.

mirel wagner when the cellar

Altro personaggio che mi ha incuriosito: questo When The Cellar Children See The Light Of Day, etichetta Sub Pop, è il secondo album di Mirel Wagner, cantante finlandese (ci tiene a sottolinearlo) ma di chiare origini etiopiche. Una nera munita di solo di una chitarra acustica e di una voce particolare ed affascinante, non potentissima ma ben servita dalla produzione di Vladislav Delay, un “mago” della musica elettronica, che in questo caso si è limitato a dare al suono una vastità e una profondità molto ben calibrate, con voce e chitarra al centro dell’attenzione. La curiosità deriva dal fatto che Mojo ha assegnato al disco ben cinque stellette, il massimo (intitolando la recensione “Dead dead good, volendo intendere sia la qualità dei contenuti che i testi, molto bui e negativi, dove alla fine, se ci fate caso, tutti muoiono) ma in generale riviste e siti sono state molte generosi, diciamo che mediamente il voto sta tra l’otto e il dieci, presentata come una sorta di ibrido, di discendente indiretto di Robert Johnson e Billie Holiday, magari esagerando, come al solito, ma non voglio sottostimare la bravura di questa venticinquenne di Helsinki https://www.youtube.com/watch?v=b9cmrU7xH5M . Lo stile, tra folk e blues, ma anche con echi acustici della musica “buia”, da murder ballads, di Nick Cave Pj Harvey, di tanto in tanto si aggancia anche alle sonorità di Laura Marling o della prima Tracy Chapman, mentre la voce potrebbe avvicinarsi ad una Hope Sandoval in trip acustico. Craig Armstrong aggiunge qualche tocco di colore, una chitarra elettrica qui, un cello, un piano, ma gli strumenti sono appena accennati e non distolgono dall’intensità della musica https://www.youtube.com/watch?v=l9i0hDNBdZM . Per il momento interessante, anche di più, poi, tempo permettendo, vedrò cosa mi consiglia un ascolto più approfondito. Brava, in ogni caso.

sinead o'connor i'm not bossy

Cè chi arriva e chi rtiorna, come Sinead O’Connor, che si presenta con una nuova etichetta, la Nettwerk, ed un nuovo album, I’m Not Bossy, I’m The Boss, che la riporta, secondo la critica, parzialmente, agli “splendori” dei primi dischi, soprattutto per Uncut, altri sono stai meno gentili. Una O’Connor vamp e con parrucca nera, in versione sexy (anche se ultimamente era apparsa alquanto appesantita a livello fisico): però il disco avrebbe dovuto uscire con il titolo di The Vishnu Room, con un’altra copertina, anzi la sua nuova etichetta, con grande gioia, immagino, ha dovuto ritirare il CD già pronto per la distribuzione e sostituirlo con quello con la nuova copertina.

sinead o'connor the vishnu room

Il risultato è un disco piacevole (non sono mai stato un grandissimo fan, a parte i primi due album e qualche deriva folk-celtica-spirituale nel corso degli anni), anche commerciale, dal sound “rock” https://www.youtube.com/watch?v=jMzY_KQIKjU , con The Vishnu Room, la canzone, più raccolta https://www.youtube.com/watch?v=NN8ChuvHoeo  e James Brown, in coppia con Seun Kuti, la più strana, una sorta di funk-soul inconsueto per la cantante irlandese, Harbour la più vicina alle vecchie sonorità https://www.youtube.com/watch?v=oKNelucDNjI . Ovviamente non manca le versione Deluxe con tre tracce extra.

charlie simpson long road home

Charlie Simpson è un musicista inglese di 29 anni, con già alle spalle una lunga carriera, otto album (ed alcuni EP) pubblicati finora: tre con i Busted, compreso un live, per il gruppo pop-punk, poi con i Fightstar, gruppo più rock con venature hard, molto amato dalla rivista Kerrang, ne ha pubblicati altri quattro. Infine nel 2010 il gruppo è entrato in una fase di pausa, che dura tuttora, per permettere a Simpson una carriera solista, prima con un EP e poi con un album Young Pilgrim nel 2011. Devo ammettere che quel poco che avevo sentito della musica del nostro amico non mi aveva mai particolarmente allettato, ma questo nuovo Long Road Home,pubblicato dalla Nusic Sounds ai primi di agosto, con la produzione di Steve Osborne (giro U2/Placebo), mi sembra più interessante https://www.youtube.com/watch?v=w1rtm4fK6QI . Influenzato da un lungo tour americano dello scorso anno, questo disco esplora un suono indie-folk più da cantautore https://www.youtube.com/watch?v=mHr6vwnfQB0 , comunque entrando direttamente al quarto posto delle classifiche inglesi (già frequentate con i dischi precedenti), con un sound dove piano e chitarre acustiche ed elettriche permettono alla voce gradevole di Simpson, spesso rinforzata da quella dei suoi musicisti (per creare un effetto corale), di emergere https://www.youtube.com/watch?v=mfzR9HeoCJI . Niente di trascendentale, ma del piacevole pop-rock di stampo britannico con influenze americane.

dan michaelson distance

Di Dan Michaelson (ex leader degli Absentee) e dei suoi Coastguards mi ero già occupato sul Blog qualche tempo fa (qui se volete leggere http://discoclub.myblog.it/2010/11/25/temp-de032d2d808c33dbe94d498cb5b1496e/), tralasciando però di segnalare i due dischi successivi del 2011 e 2013, peraltro sempre buoni: la settimana prossima, il 18 agosto, per la piccola etichetta londinese The state51 Conspiracy, esce il nuovo album, Distance, come i due precedenti https://www.youtube.com/watch?v=3JJy8_xfIGg , 8 brani, poco più di 30 minuti di musica, mentre Shakes era un po più lungo. Ma al di là della durata, la qualità rimane sempre elevata, questo stile minimale dominato dalla voce di Michaelson, sempre in primo piano, con uno sfondo di chitarre, tastiere e una sezione ritmica presente ma discreta, che raramente accelera i tempi https://www.youtube.com/watch?v=1-UYb5hRY9M . Se vi piacciono Bill Callahan, o dei Red House Painters meno narcotici, siamo da quelle parti, musicalmente parlando, canzoni per piccoli piaceri da distillare.

mike zito songs from the road cd dvd

Mike Zito, l’ottimo chitarrista e cantante texano, alterna la sua attività tra i Royal Southern Brotherhood ( http://discoclub.myblog.it/2014/07/20/capitolo-secondo-piu-o-meno-royal-southern-brotherhood-heartsoulblood/) e la carriera solista ( http://discoclub.myblog.it/2013/06/15/girovagando-per-il-sud-degli-states-mike-zito-gone-to-texas/). Ora, come di consueto per la Ruf Records, esce questo Songs From The Road, di nuovo nella formula CD+DVD, che lo ritrae con i suoi The Wheel in un concerto registrato al Dosey Doe in The Woodlands, Texas il 10 gennaio di quest’anno, alle prese con il solito repertorio fatto di rock, blues, southern, soul, con ampio spazio per la chitarra e con la voce maschia e potente spesso in evidenza https://www.youtube.com/watch?v=JKVY-VzOXNA . Questo il repertorio:

  1. Dont’ Break A Leg
  2. Greyhound
  3. I Never Knew A Hurricane
  4. Hell On Me
  5. Pearl River
  6. Dirty Blonde
  7. One Step At A Time
  8. Subtraction Blues
  9. Judgment Day
  10. Gone To Texas
  11. Let Your Light Shine On Me
  12. Natural Born Lover

Il DVD ha un paio di brani in più e sei canzoni diverse rispetto al CD, quindi repertorio ricco mi ci ficco! Presumo che se ne parlerà più diffusamente in futuro, per il momento https://www.youtube.com/watch?v=QXBkrDhTlDM

brian setzer rockabilly riot

Già dal titolo, Rockabilly Riot, questo nuovo album segna il ritorno totale al vecchio amore musicale di Brian Setzer, praticato a fondo, ad inizio carriera, con gli Stray Cats, mai dimenticato, ma “tradito” con lo swing, il blues, il country e il rock, anche dei dischi strumentali, nella sua lunga carriera da solista e con la Brian Setzer Orchestra. Se proprio vogliamo essere sinceri è già la terza volta che Brian Setzer intitola un suo disco “Rockabilly Riot”, la prima volta era un tributo alla Sun Records, la seconda volta per il Live dello scorso anno, tutti sulla sua etichetta Surfdog Records, come questo https://www.youtube.com/watch?v=Zbmi6iEi7yc , che porta il sottotitolo All Original, per non confonderlo con gli altri e anche per segnalare che si tratta solo di materiale originale, solo canzoni scritte da Setzer, niente cover questa volta, ma la grinta e il tiro sono quelli giusti, uno dei suoi migliori dischi da molto tempo a questa parte https://www.youtube.com/watch?v=xQaSBw_LEtM .

Fine della parte II, non escludo una quarta puntata vista la notevole mole di dischi interessanti usciti nel periodo, e anche di prossima uscita nella seconda parte di Agosto, per non parlare dell’inizio di Settembre, per il momento è tutto, alla prossima!

Bruno Conti

Nessun “Ferito” Da Questa Esplosione Di Sano Rock! Gaslight Anthem – Get Hurt

gaslight anthem get hurt deluxegaslight anthem get hurt

Gaslight Anthem – Get Hurt – Island Records/Universal – Deluxe Edition 12-08-2014 USA/UK 02-09-2014 ITA

Non sono pochi quelli che aspettavano al varco Brian Fallon e i suoi Gaslight Anthem (chi scrive per esempio preferisce il “side-project” Horrible Crowes), dopo il poco convincente ultimo lavoro Handwritten (12). I Gaslight Anthem vengono dal New Jersey (il luogo mi ricorda vagamente qualcosa!), hanno all’attivo un disco di esordio Sink And Swin (07), fatto di pura rabbia (punk-rock), un seguito che ha fatto il botto, sia come vendite che a livello di critica, The ’59 Sound (08), ancora oggi uno dei più riusciti dischi rock del decennio scorso, e un terzo album dallo spirito stradaiolo e diretto American Slang (10) http://discoclub.myblog.it/2010/05/21/74c2d457cf63354e408dd1c8efce6e13/ , il sopracitato Handwritten; l’uscita all’inizio di quest’anno della compilation The B-Sides (una raccolta di “outtakes” dei loro trascorsi recenti) preludeva a questo Get Hurt (la Deluxe Edition contiene quattro tracce in più, per un totale di quasi 55 minuti), e devo dire che ad un primo ascolto mi sembra abbastanza riuscito.

gaslight anthem 2

Come al solito la band viene portata per mano dal frontman, cantante e chitarrista, Brian Fallon, con i fidati “pards” Alex Levine al basso, Alex Rosamilia alle chitarre, tastiere e voce, Benny Horowitz alla batteria e percussioni (il classico quartetto rock n’roll in stile Del Fuegos), e come vocalist di supporto, due brave fanciulle che rispondono al nome di Sharon Jones (che fanciulla non è più, ma grande cantante sì) e Natalie Prass. Il tutto viene registrato ai Blackbird Studios di Nashville, con l’attenta produzione di Mike Crossey (Artic Monkeys e Jake Bugg). Get Hurt mostra i muscoli fin dall’inizio con il singolo Stay Vicious https://www.youtube.com/watch?v=K2edphSNRPY , a cui fanno seguito le dinamiche forti di 1,000 Years e la title track Get Hurt dalla atmosfera malinconica https://www.youtube.com/watch?v=I_TI14Z5NNQ .

gaslight anthem 1

In Stray Paper e Helter Skeleton https://www.youtube.com/watch?v=7PLXqTZWKBk si sente il “sound” del primo Springsteen, passando poi alla melodica Underneath The Ground, mentre Rollin And Tumblin ha un intro che si adatterebbe ad un album dei Black Keys https://www.youtube.com/watch?v=iy8hLP3SFkk e anche Red Violins (un altro brano che ricorda fortemente il Boss) ci fa venire voglia di muovere il piedino. Selected Poems inizia lentamente per poi scatenarsi con poderosi “riff” di chitarre, che ritroviamo anche nella robusta Ain’t That A Shame, mentre con Break Your Heart si viaggia dalle parti delle ballate alla Tom Petty https://www.youtube.com/watch?v=WszGQrPMnd0 , chiudendo l’edizione standard con una Dark Places che picchia duro, con una sezione ritmica che potrebbe ricordare i Green Day. Come non sempre succede, questa volta le bonus tracks della Deluxe sono interessanti, a partire da Sweet Morphine che inizialmente pare un plagio clamoroso di The Dark End Of The Street (famosissimo brano soul di Dan Pennhttps://www.youtube.com/watch?v=1kCOnZL7ULs , seguita da Mama’s Boys, introdotta da una armonica inconsueta, che poi evolve in un brano “roots”, ancora un brano dal ritmo incalzante come Halloween, e la dolce chiusura con Have Mercy, con la voce e la chitarra di Brian accompagnate dal controcanto di Sharon e Natalie https://www.youtube.com/watch?v=EZT5TB_n-gc .

gaslight anthem 3

Per chi scrive, Brian Fallon è un “bravo ragazzo” del New Jersey che compone canzoni intense e appassionate, e le canta con intensità anche maggiore, non dimenticando mai che lui e il suo gruppo, prima di raggiungere il successo, sono emersi da una oscura gavetta fatta di concerti nei club del Jersey, con live che hanno esaltato la loro giovanile energia, sempre suonando come una vera “bar-boogie band”. Get Hurt è un disco importante (anche per quelli che li aspettavano al varco) perché sono ancora con noi, lottano con noi, e possiamo di nuovo ascoltare una delle rock n’roll band più trascinanti e interessanti degli ultimi dieci anni: se sul futuro non ci sono certezze, il presente del rock n’roll passa (anche) attraverso i Gaslight Anthem di Brian Fallon.  

NDT: Adesso spero che Brian Fallon dia anche finalmente un seguito a Elsie (e al Live At The Troubadour) http://discoclub.myblog.it/2013/09/30/il-secondo-lavoro-di-brian-fallon-un-live-affascinante-da-to/  degli Horrible Crowes!

brian fallon

Se avete notizie in merito, fatemi sapere. Grazie!

Tino Montanari

Novità Di Agosto, Parte I. Blues Pills, Angus And Julia Stone, Billy Joe Shaver, Shooter Jennings, PussNBoots, Super Black Blues, Ben Miller Band

super black blues

Come promesso, prima parte delle uscita discografiche più interessanti del mese di agosto (e anche qualcosa uscito alla fine di luglio): il resto o lo avete letto a parte, o lo leggerete nei prossimi giorni, sempre ad insindacabile giudizio del Blogger e dei suoi adepti. Partiamo con un disco pubblicato dalla Ace il 29 luglio, si chiama Super Black Blues ed è una sorta di jam session sulla falsariga del leggendario Blues Jam At Chess dei Fleetwood Mac https://www.youtube.com/watch?v=lVV1lSA6IoQ . Immesso sul mercato in origine dalla Bluestime, una etichetta fondata da Bob Thiele della Flying Dutchman, a fine anni ’60, per sfruttare il successo che stava avendo il revival del Blues sui due lati dell’oceano, pubblicò in tutto una decina di titoli, di cui questo è il primo della serie: anche gli altri dischi dovrebbero venire ristampati dalla Ace. Si tratta in effetti proprio di una jam sessions, quattro brani in tutto, Paris Blues (13:59) https://www.youtube.com/watch?v=J1GGyHpheF8 , Here I Am Broken Hearted (3:46), Jot’s Blues (8:14) https://www.youtube.com/watch?v=O8FaIf2aI3w e Blues Jam (10.57) https://www.youtube.com/watch?v=5DCaxJpgMKY : i protagonisti sono T-Bone Walker, Otis Spann e Big Joe Turneraccompagnati da alcuni ottimi musicisti come George “Harmonica” Smith, Paul Humphrey, Ernie Watts, Arthur Wright e Ron Brown. Ovviamente non un capolavoro, ma un disco molto piacevole, una sorpresa per gli appassionati di Blues: T-Bone Walker scrive tre dei brani, lasciando spazio alla voce di Spann nella jam conclusiva, interagendo con Big Joe Turner nel lungo brano di apertura, e di nuovo Spann, questa volta con il suo piano in Jot’s Blues. Classico blues elettrico ad alta intensità con i tre grandi che lasciano spazio anche all’armonica di George Smith e al sax di Ernie Watts.

blues pills

Sempre parlando di blues, ma molto elettrico, spesso intriso di hard rock e psichedelia acida, ma riportata con vigore ai giorni nostri, sono molti interessanti anche questi Blues Pills, un giovane quartetto dalle più disparate provenienze: una sezione ritimica con due musicisti americani, Cory Berry e Zach Anderson, un chitarrista francese, Dorrian Sorriaux, che al momento dell’uscita del primo EP in vinile a fine 2011, inizio 2012, aveva circa 17 anni, quindi adesso ne avrà venti al massimo, e soprattutto la cantante, Elin Larsson, svedese, la vera stella della band, una sorta di ulteriore Janis Joplin reincarnata https://www.youtube.com/watch?v=KMYDYYQmqgA (avete presente Lynn Carey, quella dei Mama Lion? O per restare in tempi più moderni, gli Alabama Shakes o Sister Sparrow & The Dirty Birds, senza dimenticare la prima Beth Hart o Dana Fuchs, tutte cantanti “possedute” dallo spirito di Janis). Qui il rock è decisamente più marcato https://www.youtube.com/watch?v=I9y9fCZGHk4 , anche se non mancano agganci ai Big Brother, ai Cream, persino ai Fleetwood Mac di Peter Green (il secondo brano Ain’t No Change avrebbe potuto essere su Then Play On) https://www.youtube.com/watch?v=m2mNQQ5jrXE .

Bluespills2014b

Come vedete dalla foto sono effettivamente giovanissimi, ma da quello che si ascolta sul loro esordio come album, l’omonimo Blues Pills, hanno una grinta ed una potenza invidiabili, con echi anche di Aretha Franklin, Led Zeppelin, Hendrix. Oltre a tutto il disco, incredibilmente, è andato ai primi di agosto al numero 4 delle classifiche in Germania. Del CD, pubblicato dalla Nuclear Blast, esiste anche una versione Deluxe, con allegato un DVD con sette brani, tratti penso anche dai vari EP pubblicati in passato https://www.youtube.com/watch?v=KzwCHc3R3Q0 , tra cui un Live At Rockpalast, Crossroads Festival https://www.youtube.com/watch?v=84ExkEconUU .Appena riesco a sentirlo bene ci ritorno con calma, per il momento segnaliamo con piacere.

angus and julia stone

Sempre a proposito di giovani, la coppia di fratelli Angus & Julia Stone (dalla foto ne dimostrano meno, ma hanno passato i trenta entrambi) sono in pista già da quasi una decina di anni. Vengono dall’Australia, dove sono popolarissimi, hanno pubblicato due album come duo, più Live ed EP vari, un album solista lui e due lei. Si pensava che le loro strade non si sarebbero più intrecciate come coppia musicale, ma poi sono stati “scoperti” anche da Rick Rubin, che ha voluto a tutti i costi che i due fratelli si rimettessero insieme per registrare un nuovo album ai suoi Shangri La Studios di Malibu. Cosa che è puntualmente avvenuta e questo omonimo Angus And Julia Stone, uscito il 5 agosto per la American/Republic/Universal, è il risultato di questo incontro: Rubin si è spinto a dire “Non ho mai lavorato con nessuno come loro in passato.”  https://www.youtube.com/watch?v=nV50lmpVk1E

angus julia stone

Aggiungendo che “sono musicisti unici e straordinari” e altro materiale vario per le cartelle stampa dei loro PR. In effetti ho letto critiche molto positive del disco e quindi volevo pubblicare un Post ad hoc, però, ad un primo ascolto, pur piacendomi, non mi ha così entusiasmato, preferivo il suono più folk-rock e sognante, per quanto con venature pop, dei primi dischi https://www.youtube.com/watch?v=nbRFxx1049I , mentre qui chitarre e tastiere si specano https://www.youtube.com/watch?v=IAYNjSf2kgo . Comunque mi riservo di riascoltarlo con attenzione. Non manca l’inevitabile edizione Deluxe che ai 13 brani della edizione standard ne aggiunge ulteriori tre.

billy joe shaver long in the tooth

Dopo un paio di nomi di giovani ed emergenti, un “classico” della musica americana, Billy Joe Shaver, alle prese con un nuovo album di studio a sei anni, anzi sette, di distanza dal precedente, Everybody’s Brother. Secondo il nostro amico, 75 anni il 16 agosto, questo è addirittura il suo migliore album in assoluto, classica outlaw music anche per questo Long In The Tooth, pubblicato dalla Lightning Rod e prodotto da Ray Kennedy e Gary Nicholson https://www.youtube.com/watch?v=I6mVxiywIks , il disco si apre proprio con Hard To Be An Outlaw, un duetto con Willie Nelson https://www.youtube.com/watch?v=HzcaehkPJDo  e contiene altre nove nuove canzoni scritte da Shaver, da solo o in coppia con i due produttori. Notevole anche la lista dei musicisti: da Shawn Camp, Siobhan Kennedy e John Randall, alle armonie vocali, passando per Tony Joe White, voce e chitarra, Joel Guzman, fisarmonica, Stuart Duncan al violino, Dan Dugmore e lo stesso Ray Kennedy alle chitarre, Mickey Raphael all’armonica, Pig Robbins e Leon Russell al piano e molti altri.

shooter jennings don't wait up for george

Figlio di outlaw e countryman a sua volta, a sorpresa Shooter Jennings pubblica un EP, Don’t Wait Up (For George), che raccoglie alcuni brani che erano stati scritti per una ipotetica collaborazione con George Jones, che al di là dei “famosi” ritardi di Jones, da cui il titolo, non si è mai concretizzata per un “ritardo” a cui non è stato possibile mettere riparo, la morte di George, avvenuta lo scorso anno. Dei cinque brani presenti in questo mini, edito dalla Black Country Rock, quattro sono tra le cose più country mai pubblicate da Shooter https://www.youtube.com/watch?v=AIvi6pYvaYU , mentre il quinto, The Door, ha il classico suono rock delle ultime produzioni.

pussnboots no fools, no fun

Questo CD, a dire il vero, sarebbe già uscito dal 15 luglio, ma visto che è interessante e non ne avevo ancora parlato (e poi, in alcuni paesi europei è uscito il 5 agosto), ve lo segnalo. Si tratta dell’esordio discografico delle Puss N Boots https://www.youtube.com/watch?v=i0vwBVdevxc , uno dei tanti progetti collaterali di Norah Jones, oltre al disco con Billie Joe Armstrong e al gruppo dei Little Willies. Il disco si chiama No Fools, No Fun e la vede affiancata da Catherine Popper, bassista e cantante di pregio, con Grace Potter e Ryan Adams soprattutto, recentemente anche con Dawn Landes e Jack White, e Sasha Dobson, la meno nota delle tre, anche se appare in quasi tutti i dischi della Jones  . Diciamo che lo stile è tra il country e l’Americana, quindi siamo dalle parti dei Little Willies, però il progetto è più collaborativo, con delle belle armonizzazioni vocali, in un repertorio che pesca sia dai classici (Tom Paxton, Rodney Crowell, Neil Young https://www.youtube.com/watch?v=7IQ92bWuHso , Wilco) sia dalle composizioni delle tre ragazze. Ci sono anche alcuni brani registrati dal vivo nel 2013 https://www.youtube.com/watch?v=E7i0Sb6Khdc , ma le prime esibizioni live, in quel di New York, risalgono al 2008. Molto piacevole e divertente.

ben miller band any way, shape or formben miller band

Per avere una idea di con che tipi abbiamo a che fare date un’occhiata alla foto qui sopra. Forse sarà anche un fatto estetico il motivo per cui gli ZZ Top li hanno voluti come loro gruppo di spalla, prima nel tour americano e poi in Europa? Una lotta di barbe tra i tre texani e il gruppo adottivo del Missouri? Per il momento la lotta è ancora impari. Scherzi a parte, questi tre signori, Ben Miller, Doug Dicharry e Scott Leeper, sono una delle nuove sensazioni della musica roots americana, un misto di blues, rock, folk, country, Americana e bluegrass (washboard con pedale wah-wah, prego?), un attimo vicini come stile a gente come Old Crow Medicine Show, Last Bison, Avett Brothers con il banjo di Miller in primo piano e gli altri che lo seguono a tremila all’ora, con la slide dell’ospite Chad Graves in bella evidenza https://www.youtube.com/watch?v=is_sY6RX-sM  come in The Outsider, il brano di apertura del loro nuovo album, Any Way, Shape Or Form  quello successivo, magari nella seguente You Dont Know, parte un boogie alla ZZ Top o alla John Lee Hooker, mentre Ghosts è un country-bluegrass alla Trampled By Turtles per tornare al blues con Hurry Up And Wait e poi estrarre dal cilindro una ballata con tanto di pedal steel, suonata sempre da Chad Graves, come I Feel For You che potrebbe ricordare i vecchi Ozark Mountain, il gruppo, non le montagne. Il resto, se vi ha intrigato quello che avete letto, ve lo ascoltate sul CD, pubblicato il 5 agosto dalla New West https://www.youtube.com/watch?v=IoVYJEV_xEE . Il loro secondo, per la discografia ufficiale, Heavy Load, il primo, del 2012: ma ne hanno pubblicati due 1Ton e 2Ton, per la loro etichetta personale, Mudstomp.

Fine della prima parte, segue…

Bruno Conti

In Attesa Del Resto! Smokey Robinson – Smokey & Friends

smokey robinson & friends

Smokey Robinson – Smokey & Friends – Verve 19-08-2014

In questi giorni mi sono messo con impegno a preparare la lista delle uscite più interessanti di agosto e nel vagliare titoli e artisti (molti più di quanto pensavo, si superano i venti titoli di parecchio e li troverete nei prossimi giorni, divisi credo in tre parti, mentre qualcuno avrà la sua recensione a parte), mi sono imbattuto in questo nuovo album di Smokey Robinson, 74 primavere quest’anno, ma sempre pimpante. Anche se è altrettanto vero che, per usare un eufemismo, il nostro non realizza un disco degno della sua fama, o meglio, lo fa solo in parte. Questa volta, per andare sul sicuro, l’idea è quella di riproporre, nella formula del duetto, alcuni dei classici della sua ultracinquantennale carriera di cantante e autore. Ottima idea: ma poi scegli come produttore Randy Jackson, attuale responsabile di American Idol, il talent musicale che va per la maggiore negli Stati Uniti attualmente, e poi, credo con un piccolo “aiutino” della sua casa discografica, i musicisti con cui dovrai realizzare le nuove versioni di queste bellissime canzoni. In effetti, in un primo momento, avevo pensato di intitolare questo Post, “quanto talento sprecato”, ma poi per rispetto verso Robinson e alcuni dei musicisti impiegati ho lasciato perdere, anche se in parte lo penso ancora.

smokey and elton

Per essere onesti è meno peggio di quello che pensavo, il suono ogni tanto vira verso quel nu soul che va di moda al giorno d’oggi ma alcune canzoni funzionano. A questo punto immagino vogliate sapere chi c’è, e cosa canta. Ecco la lista dei brani e relativi interpreti:

01. “The Tracks Of My Tears,” feat. Elton John

https://www.youtube.com/watch?v=5A0lK8IdiRA
02. “You Really Got A Hold On Me,” feat. Steven Tyler

https://www.youtube.com/watch?v=YmbuOsqNFrs
03. “My Girl,” feat. Miguel, Aloe Blacc, JC Chasez
04. “Cruisin’,” feat. Jessie J
05. “Quiet Storm,” feat. John Legend

https://www.youtube.com/watch?v=9glRdQwQg7g
06. “The Way You Do (The Things You Do),” feat. CeeLo Green
07. “Being With You,” feat. Mary J. Blige

https://www.youtube.com/watch?v=ffFOr-uDBhQ
08. “Ain’t That Peculiar,” feat. James Taylor

https://www.youtube.com/watch?v=LGfPRaHklBA
09. “The Tears Of A Clown,” feat. Sheryl Crow
10. “Ooh Baby Baby,” feat. Ledisi
11. “Get Ready,” feat. Gary Barlow

Per cui un bel triplo uhm è d’uopo, anche se alcuni brani non sono male, neppure come suono, e poi se Bob Dylan lo ha definito “uno dei grandi poeti dei nostri tempi” un motivo ci sarà pure stato. La data di uscita del 19 agosto è riferita al mercato americano, in Europa uscirà a settembre.

Proseguo con il resto del lavoro, alla prossima.

Bruno Conti

Altri Dischi Dal Vivo, Sempre Quasi Ufficiali! The Band, Stephen Stills, David Crosby, Bonnie Raitt and Lowell George, Ry Cooder, James Taylor, Tom Waits, Santana, Gram Parsons, Janis Joplin

the band palladium circles the band carter barrom

Dopo il numero speciale dedicato al triplo di Bruce Springsteen vediamo gli altri titoli più interessanti, diciamo quasi ufficiali, usciti o di prossima uscita, in questo periodo. Non vi indico le date in quanto trattandosi di etichette “ballerine” non sempre sono molto attendibili, la qualità sonora è spesso e volentieri molto buona ed il contenuto pure, trattandosi quasi sempre di broadcast radiofonici. Non dimentichiamo che i potenziali acquirenti di questi prodotti sono appassionati che il più delle volte posseggono l’opera omnia degli artisti interessati e quindi certamente non danneggiano le case discografiche e gli artisti stessi, al limite quelli che ne beneficiamo sono i misteriosi personaggi alle spalle di queste operazioni. Comunque visto che si tratta di buona musica, ed in questo Blog è quello che ce interessa, procediamo con la disamina, partendo da ben due titoli dedicati alla Band.

The Band – Palladium Circles: The Classic NYC Broadcast 1976 – Iconography

The Band Carter Barron Amphitheater, Washington DC, July 17th 1976 – Keyhole

Entrambi i concerti provengono più o meno dallo stesso periodo, gli ultimi mesi di vita del gruppo di Robbie Robertson, Levon Helm, Rick Danko, Garth Hudson Richard Manuel, un paio di mesi prima della registrazione del “mitico” The Last Waltz, e il repertorio delle serate, pur presentando parecchi punti in comune è differente nei due CD, oltre che nelle esecuzioni, quindi niente timore, non si tratta di duplicati dello stesso concerto (come può capitare in questo materiale di dubbia provenienza, dove la “fregatura” potrebbe essere proprio nel fatto che, in alcuni casi, sono gli stessi concerti, sia pure con titoli diversi, ma non è questo il caso). Questo il contenuto dei due concerti:

Palladium, New York City https://www.youtube.com/watch?v=cNk2G8SxzaA

1. Ophelia
2. The Shape I’m In
3. It Makes No Difference
4. The Weight
5. King Harvest
6. Twilight
7. The Night They Drove Old Dixie Down
8. Across The Great Divide
9. Stage Fright
10. Acadian Driftwood
11. The Genetic Method
12. Chest Fever
13. This Wheel’s On Fire
14. Don’t Do It
15. Up On Cripple Creek
16. Life Is A Carnival
17. W.S. Walcott Medicine Show

Carter Barron, Washington DC https://www.youtube.com/watch?v=qNNSYrMix8k

1. Don’t Do It
2. The Shape I’m In
3. It Makes No Difference
4. The Weight
5. King Harvest (Has Surely Come)
6. Twilight
7. Ophelia
8. Tears Of Rage
9. Forbidden Fruit
10. This Wheel’s On Fire
11. The Night They Drove Old Dixie Down
12. The Genetic Method
13. Chest Fever
14. Up On Cripple Creek
15. The W.S. Walcott Medicine Show

stephen stills bread & roses festival

Stephen Stills- Bread And Roses Festival 04-09-1978 – Klondike

Si tratta di una rara apparizione acustica al Festival benefico organizzato da Mimi Farina, la sorella di Joan Baez, e tenuto al Greek Theater di Berkeley https://www.youtube.com/watch?v=78DMXbhsuUk . Da Thoroughfare Gap, che era il non proprio fantastico disco uscito in quel periodo, per fortuna ci sono solo due brani:

1. Love The One You’re With
2. Not Fade Away
3. One Moment At A Time
4. Everybody’s Talkin’
5. 4+20
6. Colorado
7. Take Me Back To Ohio Valley
8. Jesus Gave Love Away For Free
9. Fallen Eagle
10. Old Man Trouble
11. Thoroughfare Gap
12. Medley: Crossroads/You Can’t Catch Me
13. 49 Bye Byes/For What It’s Worth

david crsoby towering inferno 1989

David Crosby – Towering Inferno: The 1989 Broadcast – Gossip

Molto buono anche questo concerto di Crosby, tenuto al Tower Theatre di Philadelphia l’8 aprile del 1989. Accompagnato da una ottima band: Michael Finnigan (keyboards), Dan Dugmore (guitar), Jody Cortez (drums), e Davey Faragher (bass/vocals), questa è la tracklist della serata:

1. Tracks In The Dust
2. Guinnevere
3. Dreams
4. Drive My Car
5. Lady Of The Harbour
6. Deja Vu
7. Wooden Ships
8. Almost Cut My Hair https://www.youtube.com/watch?v=eec9hE-WZ0k
9. Long Time Gone

bonnie raiit lowell george ultrasonic studios 1972

Bonnie Raitt And Lowell George – Ultrasonic Studios 1972 – Iconography

Questa è una vera chicca, una session agli studi Ultrasonic di NYC nel 1972, con Bonnie Raitt accompagnata alla chitarra da Lowell George, che alla richiesta del presentatore della serata di eseguire Willin’ propone una nuovissima per l’epoca (siamo ancora negli anni della guerra del Vietnam) A Apolitical Blues. Ospite della serata anche John Hammond e Freebo al basso. Questa la sequenza dei brani:

https://www.youtube.com/watch?v=1GALqVg3biE

1. Intro
2. Love Me Like A Man
3. Under The Falling Sky
4. Love Has No Pride
5. Going Down To Louisiana
6. Can’t Find My Way Home
7. Big Road Blues
8. You Got To Know How
9. Apolitical Blues
10. Riding In The Moonlight
11. As The Years Go By
12. All Night Long
13. I Can’t Be Satisfied
14. The Sky Is Crying
15. Honest I Do
16. It’s Too Late

ry cooder broadcast from the plant 1974

Ry Cooder – Broadcast From The Plant: 1974 Record Plant, Sausalito, CA – All Access

Altro eccellente reperto d’epoca, Ry Cooder ai celeberrimi Record Plant Studios di Sausalito, con Russ Titelman al basso e Jim Keltner alla batteria, più Milt Holland – percussion, drums Bobby King – backing vocals Gene Mumford – backing vocals Cliff Givens – backing vocals, in promozione radiofonica per l’album Paradise And Lunch, ci regala una delle migliori performances di una sfolgorante carriera (a dimostrazione che questi album spesso sono delle vere pepite d’oro, scovate negli archivi o riprese, migliorate, da vecchi bootleg). Grande repertorio:

1. Police Dog Blues
2. F.D.R. In Trinidad
3. If Walls Could Talk
4. Tamp ‘Em Up Solid
5. Ax Sweet Mama
6. Billy The Kid
7. Vigilante Man
8. How Can A Poor Man Stand Such Times And Live https://www.youtube.com/watch?v=i8mOF332uwQ
9. Tattler
10. Comin’ In On A Wing And A Prayer
11. Alimony
12. Teardrops Will Fall
13. I’m A Pilgrim

james taylor georgia on my mind live in atlanta 1981

James Taylor – Georgia On My Mind: Live In Atlanta 1981 – Iconography

Questo titolo in particolare è dato in uscita il 18 agosto: si tratta di un concerto di James Taylor non più nel periodo d’oro (i capelli cominciano ad andarsene) ma sempre una buona annata, 1981, non so il giorno esatto, Atlanta Civic Center, nel corso del tour promozionale per il disco Dad Loves Is Work, buono ma non esattamente eccelso, però il concerto è nobilitato anche dalla ottima band che accompagna James: Dan Dugmore e Waddy Wachtel alle chitarre, Leland Sklar basso, Don Grolnick tastiere, Rick Marotta batteria, David Lasley e Arnold McCuller, armonie vocali, più John David Souther che canta con James Taylor una fantastica versione di Her Town Too https://www.youtube.com/watch?v=CQR1In6lGCg , forse il brano migliore di quel disco. Il resto non è da meno:

1. How Sweet It Is
2. Stand And Fight
3. Up On The Roof
4. Fire And Rain
5. Steamroller
6. Daddy’s All Gone
7. Her Town Too
8. Mexico
9. Country Road
10. Money Machine
11. You’ve Got A Friend

tom waits a s mall affair in ohio

Tom Waits – A Small Affair In Ohio: FM Radio Broadcast, Live In Cleveland, 1977 – All Access

Altro notevole concerto, registrato il 25 ottobre del 1977 all’Agora Ballroom di Cleveland https://www.youtube.com/watch?v=UeHUZt6cwLU , per promuovere Foreign Affairs, ma come era spesso (ed è tuttora) vezzo di questi grandi artisti il grosso del repertorio della serata viene dal precedente Small Change:

1. Standing On The Corner
2. I Never Talk To Strangers
3. The One That Got Away
4. Depot, Depot
5. Jitterbug Boy
6. Step Right Up
7. Invitation To The Blues
8. Eggs & Sausage
9. Small Change
10. I Can’t Wait To Get Off Work

santana live at the ryanearson stadiumsantana live at the bootom line 1978

Santana – Live At The Rynearson Stadium, Ypsilanti MI 25TH May 1975 – Klondike

Santana – Live At The Bottom Line 1978: Radio Broadcast Recording – All Access

Un’altra accoppiata di concerti, questa volta relativi ai Santana, in entrambi i casi non siamo più nel periodo migliore della band del grande Carlos, ma soprattutto nel primo concerto, registrato nel 1975, l’anno dopo il grande Lotus, ci sono sprazzi della vecchia classe. Il nome della località è esotico ma siamo nel Michigan, nel concerto appare una rara Time Waits For No One https://www.youtube.com/watch?v=KBYbD62hOEY , un paio di brani da Borboletta, Soul Sacrifice dal primo album e i classici Black Magic Woman, Oye Como Va e Incident At Neshabur, canta tale Leon Patillo, Tom Coster, tastiere, Leon Ndugu Chancler, batteria, David Brown, basso, Armando Peraza, percussioni:

01 – Black Magic Woman
02 – Gypsy Queen
03 – Oye Como Va
04 – Time Waits For No One
05 – Give And Take
06 – Incident At Neshabur
07 – Savor
08 – Soul Sacrifice

Tre anni dopo, al leggendario Bottom Line di New York, 16 ottobre 1978, il disco da promuovere è Moonflower e pure questa serata sembra riuscita:

1. Well Alright
2. Black Magic Woman/Gypsy Queen
3. Dance Sister Dance
4. Europa
5. Dealer/Spanish Rose
6. Incident At Neshabur
7. Batuka/No One To Depend On
8. One Chain
9. She’s Not There
https://www.youtube.com/watch?v=wvcjlmxTeG8

10. Open Invitation
11. Jungle Strut
12. Transcendence
13. Evil Ways

gram parson featuring emmylou harris live new york 1973

Gram Parsons – Live New York 1973 featuring Emmylou Harris 2 CD Nova Sales

Questo il contenuto:

  1. Cry One More Time
  2. Six Weeks on the Road
  3. Streets of Baltimore
  4. Drug Store Truck
  5. California Cottonfields
  6. Love Hurts
  7. That’s All It Took
  8. We’ll Sweep Out the Ashes
  9. The New Soft Shoe
  10. Big Mouth Blues
  11. A Song for You
  12. We’ll Sweep Out the Ashes in the Morning
  13. Cold Cold Heart
  14. Still Feeling Blue
  15. That’s All It Took
  16. Folsom Prison Blues
  17. How Can I Forget You / Cry One More Time
  18. Ain’t No Beatle, Ain’t No Rolling Stone
  19. Song for You

Difficile capire l’esatta provenienza, visto che in passato sia la Rhino che la Sierra hanno pubblicato materiale di quel periodo. comunque molto interessante.

janis joplin on television

Per concludere con un extra, questo Janis Joplin On Television è pubblicato dalla Immortal, quindi c’è sia in CD che in DVD. Poco più di mezz’ora la durata, ma come si rileva dal retro copertina sembra materiale interessante anche in questo caso:

https://www.youtube.com/watch?v=jXlP7PyaHdA

https://www.youtube.com/watch?v=AC1TNgAx4AI

janis joplin on television back cover

That’s all, prossima lista, uscite imminenti agosto e inizio settembre, oltre alle recensioni che mancano all’appello.

Bruno Conti