Magic Red & The Voodoo Tribe – The First Temptation – Mystery Media Inc.
Periodicamente mi capitano tra le mani dei CD della serie “missione impossibile”. Prendiamo questi Magic Red & The Voodoo Tribe, chi sono costoro (o costui) e da dove sbucano? Voi direte, semplice, smanetti un po’ in rete e trovi tutto quello che ti interessa! Giusto! Però, tanto per cominciare, nella biografia sul suo sito, non appaiono nome, luogo di nascita, attuale residenza (parrebbe New York, da altre fonti): in compenso, assolutamente “disinteressati”, troviamo i soliti giudizi magniloquenti. E per cominciare ad inquadrare il personaggio leggi, “Il più grande chitarrista che abbia mai visto dai tempi di Stevie Ray Vaughan” Steve Kennedy, Vice Presidente Vendite Sony Music, “Il più grande chitarrista sconosciuto del mondo” Tim Brack, del management di Kid Rock (?!?), e così via, con molti che lo presentano, di volta in volta, come un incrocio tra Stevie Ray Vaughan (che è ricorrente), Van Halen, Hendrix e Satriani. Segovia no, strano! Quando vedo questi giudizi mi insospettisco subito. Possibile che se è così bravo non si sia mai sentito nominare? Prima di addentrarci ulteriormente, posso comunque confermare che effettivamente bravo è bravo https://www.youtube.com/watch?v=9z7TG8kiqNo#t=13 .
Se dovessi paragonarlo a qualche recente “scoperta” penserei a BB Chung & The Buddaheads, ovvero Alan Mirikitani, un altro che miscela, blues, rock classico, Hendrix e virtuosismo alla chitarra in un cocktail affascinante http://discoclub.myblog.it/tag/bb-chung-king/ , con una discografia cospicua. E’ apparso dal nulla? Ovvio che no, in effetti questo The First Temptation è il primo disco di Magic Red con i Voodoo Tribe, risale al lontano 1999, nel frattempo ne ha pubblicati altri cinque, un altro con il gruppo, Fire and Soul , tre completamente strumentali, di cui uno, Station Identification, abbastanza recente, che contiene una trentina di brani sui due minuti ciascuno, per ipotetici spot pubblicitari o musica da film (che dovrebbe essere la sua attività, l’unica cosa certa, oltre al fatto che il soprannome gli deriva dal colore dei capelli), ovviamente ho dato una ascoltata veloce a tutta la discografia trovando anche tre ulteriori CD antologici, divisi per genere: le ballate, i pezzi rock, il blues. Il tutto è stato ristampato (o più semplicemente rimesso in circolazione) in tempi recenti, dalla sua etichetta, la Mystery Media, un nome, un programma https://www.youtube.com/watch?v=tCHQoxv4FW8 .
Manco a farlo apposta, il migliore, come spesso succede, è proprio il primo, l’album di cui parliamo, quello che meglio fonde la sua passione per il rock più tirato, il blues, gli strumentali virtuosistici, con il supporto di un’ottima band e di un cantante, un certo Patrick Vining, con una voce ruvida e potente, che potrebbe ricordare vagamente il Chris Farlowe dei tempi che furono. Quindi gli appassionati della chitarra elettrica più o meno sanno cosa aspettarsi: violente scariche di energia chitarristica, tra Hendrix, Vaughan o l’hard rock del Bonamassa più tirato, come nell’iniziale riffatissimo strumentale Sister Harrys Booogie, dove Magic Red comincia ad arrampicarsi sul manico della sua solista per estrarne dalle corde una serie di improvvisazioni ricche di inequivocabile virtuosismo. Ancora rock-blues ad altra gradazione per una grintosa Low Rent Blues, dove la voce dell’ottimo Vining si divide il proscenio del brano con la chitarra di Red, sempre onnipresente, in quelle sue scale che uniscono le “esagerazioni” di un Vai, un Van Halen, un Satriani, tutti debitamente ringraziati nelle note del CD, con il sound più classico di Albert Collins, BB King o Clapton, anche loro citati nei ringraziamenti del libretto.
Lo slow blues Don’t Mean Nothing appartiene più a questa seconda fazione, con le fluentissime divagazioni della solista che si avvicinano di più agli stilemi del genere, sempre con un occhio anche su SRV, comunque un bel sentire in entrambi i casi https://www.youtube.com/watch?v=09h7BhTKvXs , e Vining si difende alla grande. Tried To Keep You Satisfied vira quasi sul R&R misto a blues, mentre l’esagerata The Devil Lives In My Amplifier, di nuovo strumentale, ha decisi contorni quasi metal, sia pure di quello buono. Love Me Tonight rende omaggio al suono hard rock anni ’70, tornato molto di moda in tempi recenti, con Magic Red impegnato alla slide e Vining sempre in ottima forma (nome da ricordare) https://www.youtube.com/watch?v=_pCeIYrx3g8 . On And On è una delle più hendrixiane del lotto (o alla Trower se preferite, uno dei suoi migliori epigoni), con Bad Attitude che si spinge sui lidi del southern boogie-rock texano https://www.youtube.com/watch?v=JdqnVOpDlCY , ancora rock-blues per Guitar Man e Looking Down On The World, un altro strumentale “esagerato” come For You Michael, prima di concludere con la breve Those before me, solo Magic Red e la sua chitarra, in questo caso tra blues e jazz.
Bruno Conti