Quelle Brave (E Anche Belle) Non Bastano Mai! Sena Ehrardt – Live My Life

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Sena Ehrardt – Live My Life – Blind Pig

Sena Ehrardt fa parte delle nuove generazioni del blues, quelle che hanno probabilmente assorbito le loro influenze tramite la famiglia, non per nulla nei due dischi precedenti il chitarrista della band e co-autore di parecchi brani era il babbo Edward, gran chitarrista https://www.youtube.com/watch?v=2FZV7lFdE90 . Lo stesso che nella sua infanzia ed adolescenza l’aveva portata a vedere i concerti di musicisti come BB King, Koko Taylor, i Fabulous Thunderbirds, tutti di passaggio nella sua nativa Minneapolis. Anche se poi, secondo le sue stesse parole, a scatenare la decisione di diventare una musicista è stato un concerto di Luther Allison (uno che dal vivo è sempre stato considerato una sorta di controparte nera di Springsteen, per l’incredibile intensità e durata dei suoi concerti). Ma a cementare questa decisione sono apparsi anche personaggi come Susan Tedeschi o Jonny Lang. Diciamo che sin dall’esordio nel 2011, con Leave The Light On, Sena si è rivelata vocalist di pregio e buona autrice, anche se non suona nessuno strumento, è in possesso di una voce agile e coinvolgente, diciamo della categoria delle Beth Hart o Dana Fuchs, pur non avendo quella potenza vocale. La sua casa discografica le ha affiancato, prima Jim Gaines, per il secondo album All In, ed ora David Z, per questo Live My Life. Come ho scritto molte volte si tratta di due produttori, al di là della fama e dei musicisti con cui hanno lavorato, soprattutto il secondo, che non mi hanno mai fatto impazzire per il tipo di suono che realizzano nei loro dischi.

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Anche in questo caso David Z, in parecchi brani, impone questa patina radiofonica, ma per una volta, in lunghi tratti, il suo lavoro non mi dispiace https://www.youtube.com/watch?v=uyxJhwm63Rg . Affiancata da un gruppo dove spicca il suo collaboratore, chitarrista, fidanzato e spalla musicale, non necessariamente nell’ordine, Cole Allen, la Ehrardt ci propone un disco di rock, blues, pop e soul, con una netta preponderanza del primo, ma con abbondanti razioni anche degli altri tre e qualche occasionale caduta di stile. Il suono all’inizio è vivo, pimpante ed elettrico, come dimostra subito Stakes Have Gone Up, firmata dal tastierista Bruce McCabe, un buon esempio di contemporary blues (che non è una parolaccia), con un sound che può ricordare certe cose di Robert Cray o del primo Jonny Lang, ma anche delle sue citate controparti femminili Tedeschi, Fuchs e Hart, bella voce, la chitarra di Allen subito tagliente, ritmica sul pezzo, tastiere non invadenti, tutto ben miscelato.Things You Shouldn’t Need To Know è anche meglio, ancora più bluesata, scritta in coppia dalla Ehrardt (un nome che è uno scioglilingua) e da Allen, con un sostanzioso contributo dalla slide di Smokin’ Joe Kubek che inchioda un assolo fumante https://www.youtube.com/watch?v=Z5XdkR2p7f4 . Slow Down è proprio il vecchio classico di Larry Williams, un brano che è stato cantato anche dai Beatles, una via di mezzo tra R&R e blues, qui modernizzato su tempi rock’n’soul, sia pure leggermente snaturato e reso quasi irriconoscibile, con risultati finali comunque non malvagi, grazie a Cole Allen, che è chitarrista di pregio e sostanza e alla buona vocalità di Sena https://www.youtube.com/watch?v=-exNr2mapm0 .

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Help Me Through The Day è un vecchio brano di Leon Russell, una ballata di buon spessore dove David Z comincia ad inserire qualche tastierina non ancora troppo fastidiosa, ma la solita chitarra porta a casa il risultato. Fin qui tutto bene, ma Live My Life vira verso un funky rock più commerciale e di maniera, molto radiofonico, sembra un brano anni ’80 di Pat Benatar, fin nell’assolo di Allen che replica quelli di Neil Giraldo; anche Chilled To The Bone è un rock-poppettino teleguidato da David Z (però nella versione unplugged https://www.youtube.com/watch?v=eF_FFXCjdss, ormai il blues è un lontano ricordo e puree Too Late To Ask cantata a due voci con Cole Allen, rimane da quelle parti, ricordando molto le ultime cose di Jonny Lang, non proprio le più esaltanti. Everybody Is You è funky allo stato puro, molto seventies, anche se non memorabile, assolo escluso, ma quando tutto sembra prendere questa brutta china sbuca dal nulla una cover di If Trouble Was Money di Albert Collins che è un grande slow blues, dove sia la Ehrardt che Cole Allen, e anche Bruce McCabe alle tastiere, dimostrano tutto il loro valore, discreto il rocker Did You Ever Love Me At All, un altro duetto dei due piccioncini e non male anche la conclusiva Come Closer, con qualche elemento country. La stoffa e la voce ci sono, la ragazza ha anche dalla sua una notevole avvenenza, bionda, occhi azzurri, ma musicalmente non sempre tutto è di mio gradimento,  però come sempre trattasi di parere personale.

Bruno Conti

Quelle Brave (E Anche Belle) Non Bastano Mai! Sena Ehrardt – Live My Lifeultima modifica: 2014-10-11T18:54:56+02:00da bruno_conti
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