Come Quei Bei Doppi Dischi Dal Vivo Di Una Volta! Another Day, Another Time: Celebrating The Music Of Inside Llewyn Davis

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Another Day, Another Time: Inside The Music Of Llewyn David – 2 CD Nonesuch/Warner

Tutto partiva all’incirca un abbondante anno e mezzo fa, con la presentazione del film dei fratelli Coen Inside Llewyn Davis ( A Proposito Di Davis in italiano) al Festival del Cinema di Cannes del 2013. IL film era una sorta di versione riveduta e corretta della storia di Dave Van Ronk, Ramblin’ Jack Elliott e dei loro amici (qualcuno ha detto Dylan?), nella New York di inizio anni ’60, nella zona del Greenwhich Village, dove il boom della musica folk stava per esplodere in tutta la sua dirompente carica. Ma noi ovviamente non parliamo della pellicola cinematografica ma della sua bellissima colonna sonora: sul finire di quell’anno, circa tre mesi prima dell’uscita nelle sale, nel settembre del 2013, i fratelli Coen e il produtttore della musica della soundtrack, T-Bone Burnett, decidono di riunire i musicisti presenti nella colonna sonora ed altri validi alfieri, vecchi e nuovi, del filone folk, per uno storico concerto tenuto alla Town Hall di New York, il 29 settembre per la precisione, nel corso delle manifestazioni promozionali legate al lancio del film. Il tutto viene debitamente filmato (e prima al cinema e poi in DVD è uscito una sorta di documentario relativo all’avvenimento https://www.youtube.com/watch?v=-hQZyeMLMag ) e anche registrato, per la parte audio, e ora vede la luce in questo gennaio 2015 con un doppio CD pubblicato dalla Nonesuch Records di cui ora andiamo a parlare (purtroppo, come detto in altre occasioni, per questioni di diritti, essendo stati pubblicati da diverse case di produzione, non esiste una bella confezione che raggruppa i due formati). E comunque il doppio album basta e avanza.

Marcus Mumford, Oscar Isaac Another Day, Another Time the Music of "Inside Llewyn Davis"

La qualità musicale della colonna sonora era già di per sé molto elevata, ma i contenuti del doppio live, anche grazie alla partecipazione dei numerosi ospiti non presenti nella soundtrack stessa, sono ancora più eclatanti, in questa cavalcata nelle radici della musica popolare americana, ma anche nel repertorio di alcuni dei più grandi cantautori che la scena folk abbia saputo proporre, rivisitati in nuove scintillanti versioni. I primi a presentarsi sul palco sono i Punch Brothers, la strepitosa band di Chris Thile (che proprio in questi giorni presenta il nuovo album The Phosphorescent Blues), giovane talento dell’area folk-bluegrass, che, pur non avendo ancora compiuto 35 anni, ha già una discografia copiosa, con decine di album, prima a nome Nickel Creek, poi come solista e incollaborazioni varie, oltre a quelli con i Punch Brothers (dal 2006), tutti pubblicati negli ultimi venti anni: cantante, oltre che virtuoso del mandolino, Thile & Co. prima ci propongono una malinconica Tumbling Tumbleweeds, scritta da Bob Nolan dei Sons Of The Pioneers, prima di aprire le danze con la loro mossa versione di un celebre traditional come Rye Whiskey, con Thile, il violinista Gabe Witcher, il banjoista Noam Pikelny, il chitarrista Chris Eldridge e il contrabbassista Paul Kowert (tutti anche ottimi cantanti) impegnati a riversare il loro virtuosismo sul pubblico presente. Per il terzo brano, uno dei super classici della canzone americana, Will The Circle Be Unbroken, scritta negli anni ’30 da A.P. Carter della celebre famiglia, sul palco sale anche la coppia Gillian Welch e David Rawlings, per una ottima versione corale del celebre brano. In questa alternanza di classici e brani contemporanei, ma sempre inseriti nel grande filone della folk music, i due poi eseguono una loro composizione, The Way It Goes, bellissima, presente nell’album del 2011 The Harrow And The Harvest, tutt’ora l’ultimo della succinta discografia della coppia.

gillian welch old crow Another Day, Another Time the Music of "Inside Llewyn Davis"

Che rimane sul palcoscenico per unirsi all’ex Old Crow Medicine Show Willie Watson, per una superba versione di un altro capolavoro come The Midnight Special, altro brano tradizionale che molti attribuiscono a Leadbelly, ma che è stato eseguito negli anni da centinaia di musicisti, non ultimi i Creedence, la cui versione, peraltro molto bella, è forse la più conosciuta dal grande pubblico. David Rawlings esegue  un medley di I Hear Them All, brano scritto con Ketch Secor, sempre degli Old Crow, accoppiato con l’inno non ufficiale dei musicisti folk (e non) americani, This Land Is Your Land, la celeberrima canzone di Woody Guthrie che è anche l’occasione per far cantare tutto il pubblico presente (Rawlings non è un gran cantante, ma le armonie della Welch e la bontà della canzone fanno il resto). Le voci sono invece il grande pregio di un’altra coppia che si affaccia sulla scena americana, i Milk Carton Kids ci regalano una bella versione del brano New York tratta dal primo disco Prologue, impreziosita anche dagli intricati giri delle due chitarre acustiche. Ancora una coppia, le protette del produttore T-Bone Burnett, le Secret Sisters, con la dolce cantilena di Tomorrow Will Be Kinder e a seguire un altro nuovo gruppo come i Lake Street Dive, che, anche se forse perdono qualcosa nella versione acustica di Go Down Smooth, ci permettono di gustare comunque la bellissima voce della  cantante Rachael Price (e anche gli altri non scherzano http://discoclub.myblog.it/2014/03/12/raffinato-quartetto-che-voce-la-ragazza-lake-street-dive-bad-self-portraits/).

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Please Mr. Kennedy è una canzone del film, un bravo divertente interpretato da Elvis Costello, aiutato da Punch Brothers, Oscar Isaac e Adam Driver, mentre Conor Oberst (Bright Eyes) ci regala una ottima versione di un altro dei classici degli anni gloriosi del folk, Four Strong Winds che viene dal periodo ’60’s del duo canadese Ian & Sylvia (Tyson): canzone bellissima con le armonie vocali e l’accompagnamento musicale nuovamente di Gillian Welch David Rawlings, che rimangono anche per il brano scritto da Oberst, Man Named Thruth, molto nello spirito della musica di quel periodo. Colin Meloy dei Decemberists, in versione solitaria, come si confà alla serata, rilegge uno dei brani culto dell’epoca, quella Blues Run The Game, unica canzone “celebre” dello sfortunato Jackson C. Frank, uno dei “beautiful losers” per eccellenza. Meloy poi invita sul palco Gillian Welch e Joan Baez, la madrina del folk movement dell’epoca, per interpretare uno dei brani più noti della Baez stessa, Joe Hill, una delle grandi canzoni di protesta, resa in una versione emozionante a tre voci con la fisarmonica di Dirk Powell aggiunta per colorire il suono. Fine della prima parte del concerto (e del primo CD) con tre brani eseguiti dagli Avett Brothers: All My Mistakes è uno dei loro cavalli di battaglia, un brano dolcissimo e delizioso anche in versione acustica, molto bella pure la versione di un classico del country, scritta da Tom T. Hall come That’s How I Got To Memphis, con un bel crescendo coinvolgente e per finire un medley di altri due brani che confermano l’eccellenza di questa band americana che in pochi anni è diventata una delle migliori realtà in circolazione, Head Full Of Doubt/Road Full Of Promises si incastrano alla perfezione una nell’altra e il pubblico apprezza alla grande.

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La seconda parte del concerto riparte con ben tre brani cantati da Jack White, che in versione cantante folk fa un figurone: accompagnato da Lillie Mae Rische, violino e seconda voce, Fats Kaplin, banjo e chitarra, e Dominic Davis, basso, propone prima un brano della tradizione come Mama’s Angel Child, poi un brano di uno dei protagonisti del folk anni ’60 Tom Paxton, di cui riprende Did You Hear John Hurt?, un gioiellino, grazie anche alla deliziosa voce della Rische, per finire con un suo brano, We’re Going To Be Friends (così è scritto sul CD, ma mi sembra che il brano sia I Can Tell https://www.youtube.com/watch?v=nb70f4DtHdw) , molto sulla lunghezza d’onda della serata e accolto da un boato del pubblico. E’ poi il turno di Rhiannon Giddens (la multistrumentista e cantante dei Carolina Chocolate Drops, di cui sta per uscire il 10 febbraio per la Nonesuch il disco d’esordio da solista, prodotto guarda caso da T-Bone Burnett), reduce nel 2014 dalle partecipazioni ai New Basement Tapes e al tributo al Bitter Tears di Johnny Cash, ma per la serata alle prese, con la sua voce stentorea e potente, con il gospel-folk di una intensa Waterboys e poi con le derive celtiche delle impronunciabili (ma molto belle) Siomadh rud tha dhith orm/Ciamar a ni mi ‘n dannsa direach. Oscar Isaac è l’attore principale del film, ma si è scoperto anche ottimo cantante, qui, accompagnato dalle Secret Sisters e dai Punch Brothers, interpreta ottimamente Hang Me, Oh Hang Me, altro celebre brano tradizionale e uno dei migliori presenti nella colonnna sonora originale https://www.youtube.com/watch?v=X672aJ3iytY , nonché Green, Green Rocky Road una delle canzoni più note proprio di Dave Van Ronk, intorno alla cui figura è incentrata tutta le vicenda. Il primo brano di Dylan della serata Tomorrow Is A Long Time è affidato alla voce ed alla chitarra di Keb’ Mo’, a seguire, in una delle sue rarissime apparizioni live, uno dei vecchi amici di Bob, quel Bob Neuwirth tra gli interpreti principali di Renaldo & Clara, qui alla prese con un piccolo classico di Utah Phillips, Rock Salt And Nails, che molti ricordano nella versione di Steve Young, la voce è molto “vissuta”, ma la versione è decisamente bella.

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Per eseguire un altro dei classici della canzone folk delle isole britanniche Auld Triangle (anche questa presente nella soundtrack del film), molto irish (anche se tra l’ilarità del pubblico, precisano che nessuno di loro è irlandese), si presenta Marcus Mumford con tutti i Punch Brothers, in versione rigorosamente accappella, solo voci https://www.youtube.com/watch?v=9vi14x4nCpQ ; formato che prosegue anche nella successiva Didn’t Leave Nobody But The Baby, cantata dal trio Gillian Welch, Rhiannon Giddens, Carey Mulligan. Nell’ultima parte del concerto altra accoppiata inconsueta per uno dei brani più celebri del repertorio di Pete Seeger, Which Side Are You On, cantata con passione dalla strana coppia Elvis Costello e Joan Baez, con un congruo e sostanzioso accompagnamento strumentale guidato dal mandolino di Chris Thile. Baez che rimane ancora per la ripresa di un ennesimo super classico come The House Of The Rising Sun, che tutti ricordiamo per la versione meravigliosa degli Animals, ma che è sempre stata nel repertorio di tutti i grandi folksingers, da Dylan in giù, la voce non difetta certo alla nostra amica Giovanna, come dimostra in un altro bel duetto con il “giovane” Marcus Mumford, alle prese con un enesimo traditional come Give Me Conbread When I’m Hungry. Gli ultimi tre brani sono affidati proprio al leader dei Mumford And Sons, e non a caso sono tutti e tre di Bob Dylan: la prima è I Was Young When I Left Home, cantata benissimo da Marcus, che si conferma un ottimo talento, a dispetto dei tanti detrattori che si sono manifestati dopo l’enorme successo planetario e transgenerazionale (secondo l’assioma che se vende, fa musica commerciale e quindi risaputa). Fare Thee Well, cantata con Oscar Isaac, è il brano tradizionale a cui Dylan si è ispirato per scrivere proprio Farewell, la canzone che chiude il film (nella versione di Bob Dylan), mentre in questa serata speciale Mumford è accompagnato ancora una volta dai Punch Brothers https://www.youtube.com/watch?v=QyVo_AT-DYM , veri co-protagonisti del concerto. Scusate se mi sono dilungato un po’, ma il disco vale assolutamente tutti i complimenti utilizzati.

Domani ripartiamo proprio da Bob Dylan, quello nuovo, e non aggiungo altro.

Bruno Conti

In Viaggio Verso Un Suono Americano ! Waterboys – Modern Blues

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Waterboys – Modern Blues – Harlequin And Clown/Kobalt Label Services

Nel bene e nel male la storia dei Waterboys (i più illustri eredi della tradizione britannica del folk-rock degli anni ’80) è legata a quella del loro leader Mike Scott. Scott, scozzese di Edimburgo, con i suoi “Ragazzi dell’Acqua” ha pubblicato dischi memorabili nel corso degli anni ’80, a partire dai due capolavori This Is The Sea (85) e soprattutto Fisherman’s Blues (88), il disco della definitiva consacrazione artistica, ristampato due anni fa in un magnifico box http://discoclub.myblog.it/2013/11/24/replay-ecco-la-ristampa-dellanno-the-waterboys-fishermans-box/  Dopo due dischi del genere era difficile fare meglio: i Waterboys ci hanno provato, mutando spesso formazione (mantenendo sempre come perno della formazione oltre al leader Mike Scott, il violinista Steve Wickham), consolidando così una discografia numerosa (con tanti alti e pochi bassi), ma mai sullo stello livello di quelle “pietre miliari”. Nel tempo i “ragazzi” di Mike Scott (autore anche di buoni lavori solisti come Bring Em All (95) e Still Burning (97) sono diventati una grande band di “culto”, rispettata e ammirata da tutti, ma allo stesso tempo così sottovalutata da doversi muovere per tutta la carriera all’ombra del successo pregresso. A quattro anni dall’ultimo lavoro in studio, il riuscito An Appointment With Mr. Yeats (11), (un elegante omaggio al suo idolo letterario William Butler Yeats) http://discoclub.myblog.it/2011/09/25/nuovamente-waterboys-an-appointment-with-mr-yeats/ , Scott prende la sua band, attraversa l’oceano e la porta a registrare in quel di Nashville questo nuovo Modern Blues, con una nuova line-up formata oltre che da Mike voce e chitarra, e dallo storico indiavolato violinista Wickham, Zach Ernst e Jay Barclay alle chitarre, Ralph Salmins alla batteria, Paul Brown alla tastiere, il leggendario bassista David Hood (padre del leader dei Drive By-Truckers Patterson Hood), sotto la produzione di Bob Clearmountain (Bruce Springsteen), per quello che è senza dubbio il lavoro più “americano” della formazione.

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La partenza con Destinies Entwined, per chi ama i primi Waterboys, è davvero spiazzante, un brano che fa sussultare con riff di chitarra grintosi https://www.youtube.com/watch?v=7_4EhpohXNQ , per poi ritornare subito ad una ballata folk suadente come November Tale https://www.youtube.com/watch?v=YN-EmQ4Aa6Y , al blues robusto di Still A Freak, e ad una ballata cadenzata e sognante come I Can See Elvis https://www.youtube.com/watch?v=pQsYUh_dctA , mentre The Girl Who Slept For Scotland è una modesta canzone d’amore. Si prosegue con Rosalind (You Married The Wrong Guy), un pomposo pezzo rock con un ritornello accattivante, a cui segue il singolo Beautiful Now, un brano scritto con il “nostro amico” James Maddock, un brano radiofonico https://www.youtube.com/watch?v=BKwAmnbS1WU  (ma già sentito), cambiando pagina con i fiati celtic soul di una intrigante Nearest Thing To Hip https://www.youtube.com/watch?v=MDqVBKp5BfQ , andando a chiudere con il capolavoro dell’album, una torrenziale Long Strange Golden Road, che inizia con la voce di Jack Kerouac che legge Sulla Strada, e poi diventa una cavalcata musicale lunga dieci minuti, una sfida a tutti i grandi cantautori, dove si fondono insieme Dylan, Springsteen, Cohen e Van Morrison, da ascoltare a ripetizione https://www.youtube.com/watch?v=7KDFVRVHTLU . Epica!

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Anche in questo Modern Blues qualcosa dei Waterboys di un tempo si trova sempre (per esempio nelle ballate, dimostrando di essere capaci ancora di scrivere grandi canzoni), ma si tratta di carezze che riempono le orecchie solo di nostalgia, lasciando il dubbio proprio ai più nostalgici che nella produzione recente e anche in questo lavoro (riconoscendo però che è prodotto e suonato benissimo), questa grande band si stia forse avviando verso un dignitoso declino.

Tino Montanari

Novità Di Gennaio, Parte IID. Charlatans, Jim White, Pond, Gaz Coombes, Drew Holcomb, Hey Rosetta

charlatans modern nature

Completiamo la lista delle uscite di fine gennaio, con gli ultimi sei titoli. Partiamo con il nuovo album dei Charlatans Modern Nature. Dodicesimo album per la band inglese rock alternative, esce per la Bmg e non può mancare la versione Deluxe in 2 CD, con quattro tracce extra nel secondo dischetto https://www.youtube.com/watch?v=YLEGsayAXKw . Il sound è il solito classico pop-rock 60’s oriented con chitarra e organo in evidenza https://www.youtube.com/watch?v=3EQJH7uX_LQ forse un po’ più orecchiabile e “leggerino” del solito.

jim white take it like a man

Ottavo album di studio per Jim White, cantautore del Sud (nato in California, ma cresciuto in Florida) di cui si dice abbia svolto mille attività, dal tassista al modello, comico e pugilatore (vedi copertina), predicatore e surfer, questa volta il disco è attribuito a : Jim White vs The Packway Handle Band Take It Like A Man, una band di mountain music che ci mostra un’altra sfaccettatura del nostro, che in passato aveva collaborato anche con Victoria Williams, Morcheeba, Aimee Mann, Barenaked Ladies, Bill Frisell, David Byrne, che è stato il suo mentore per un periodo, un tipo “bizzarro” ed eclettico, come dimostra anche questo nuovo album https://www.youtube.com/watch?v=9OYK9DFrC_c, pubblicato dalla Yep Rock. Il disco mi sembra molto piacevole https://www.youtube.com/watch?v=zqv3r2a_IwY  e ci offfre una versione di Americana music abbastanza inconsueta, a tratti divertente https://www.youtube.com/watch?v=zqv3r2a_IwY, ma sempre di buona qualità.

pond man it feels like space again

I Pond sono una delle band storiche dell’alternative rock australiano, da non confondere con una band omonma di Portland,  con un sound influenzato dalla psichedelia https://www.youtube.com/watch?v=q1vpFmRtb3c  e dal garage, come pure dallo space rock (sono spesso accostati ai Tame Impala, in quanto entrambe le band vengono da Perth e anche lo stile musicale ha molte similitudini). Man It Feels Like Space Again, è il loro sesto album, etichetta Modular in Australia e Caroline Records (quindi Universal) nel resto del mondo. Nei pezzi lunghi, come la title-track https://www.youtube.com/watch?v=zqv3r2a_IwY , mi piacciono parecchio, altrove meno https://www.youtube.com/watch?v=HNnd-gl_U4w.

gaz coombes matador

Matador è il secondo album solista di Gaz Coombes dell’epoca post-Supergrass, l’etichetta è la Hot Fruit e questo è un sampler del disco se volete avere una idea dei contenuti…

e questa è 20/20 dal vivo a Londra. Lui è bravo, i dischi non sempre sono stati all’altezza, ma questo nuovo mi pare buono, vedete voi!

drew holcomb medicine

Drew Holcomb, con i suoi Neighbors, ha già pubblicato otto album (di cui due dal vivo https://www.youtube.com/watch?v=-s0Yl5RAAB0 ), questo Medicine è il nono album, esce per la propria etichetta Magnolia, ed è stato registrato a Nashville con il produttore Joe Pisapia (Kd Lang, Ben Folds, Josh Rouse). Fino ad ora se lo sono filato in pochi, ma questo signore è uno di quelli bravi, classico rock americano e il video è molto divertente

Ma ci sono anche canzoni di sostanza https://www.youtube.com/watch?v=IJAdBBvuUv8, vale la pena di dare una ascoltata.

hey rosetta decond sight

Altra band interessante è quella degli Hey Rosetta, gruppo canadese di sette elementi, sono al quarto disco, questo Second Sight, il primo che esce anche negli Stati Uniti, Sonic Records, distribuito dalla Ato di Dave Matthews negli USA https://www.youtube.com/watch?v=BoMQ1kECjvY . Come molte band canadesi ultimamente sono assai interessanti, un misto di rock classico ed attitudine alla Arcade Fire (ma quelli buoni) https://www.youtube.com/watch?v=P7n8H2H6umU, forse ogni tanto il cantante e leader Tim Baker esagera con il falsetto, ma mi sembrano bravi pure questi https://www.youtube.com/watch?v=S23-lI4brnQ

Direi che per questa settimana è tutto con le novità discografiche, alla prossima.

Bruno Conti

Novità Di Gennaio, Parte IIC. Rainbow, Alasdair Roberts, Punch Brothers, Jessica Pratt, Natalie Prass

rainbow a light in the black

Mi ero “dimenticato” di una ulteriore ristampa in uscita in questa ultima settimana di gennaio: per chi ama il vecchio hard-rock la Universal pubblica un cofanetto A Light In The Black, 5 CD + 1 DVD, con una vasta selezione di brani, molti alternate takes e Live, tratti dal repertorio della band di Ritchie Blackmore e Ronnie James Dio, tra il 1975 e il 1984. Non è l’integrale dei dischi ufficiali, ma è composta da brani “rari” (anche se molti erano usciti nelle versioni potenziate uscite in CD) ed inediti. Pare che non tutti i fans siano rimasti completamente soddisfatti: ad esempio il DVD riporta solo una parte dell’esibizione a Donington del 1980.

CD1
  1. Black Sheep Of The Family 3:22
  2. Sixteenth Century Greensleeves 7:33
  3. Snake Charmer 4:33
  4. The Temple Of The King 4:45
  5. Tarot Woman (rough Mix) 6:06
  6. Stargazer (rough Mix) 9:09
  7. Run With The Wolf (rough Mix) 3:49
  8. Mistreated (live In Osaka, Japan / 1976) 11:10
  9. Purple Haze / White Christmas / Lazy / Man On The Silver Mountain / Blues / Starstruck (live In Osaka, Japan / 1976) 16:18
CD2
  1. Sensitive To Light (rough Mix) 3:04
  2. The Shed 4:46
  3. Rainbow Eyes (rough Mix) 7:06
  4. Jesu, Joy Of Man’s Desiring (bob Daisley Rehearsal Tape) 1:41
  5. Long Live Rock N Roll (L.A. Rehearsal / 1977) 6:57
  6. Do You Close Your Eyes (bob Daisley Rehearsal Tape) 6:19
  7. Still I’m Sad (with Organ Intro / Bob Daisley Rehearsal Tape) 10:07
  8. Gates Of Babylon 6:48
  9. Catch The Rainbow (live/1976 / With Applause) 22:02
  10. Long Live Rock ‘n’ Roll (live In Munich, Germany / 1977) 3:32
  11. L.A. Connection (live In Munich, Germany / 1977) 5:13
CD3
  1. Eyes Of The World (instrumental Outtake) 6:51
  2. Ain’t A Lot Of Love In The Heart Of Me 5:00
  3. Lost In Hollywood 4:52
  4. Danger Zone 4:30
  5. Since You Been Gone (album Version) 3:21
  6. Bad Girl 4:52
  7. Over The Rainbow / Eyes Of The World (king Biscuit Flower Hour Radio Broadcast / Live At Calderone, New York / 1979) 9:23
  8. Love’s No Friend (king Biscuit Flower Hour Radio Broadcast / Live At Calderone, New York / 1979) 8:10
  9. Ode To Joy (king Biscuit Flower Hour Radio Broadcast / Live At Calderone, New York / 1979) 5:42
  10. All Night Long (single Remix Version) 3:50
  11. Weiss Heim 5:19
  12. Stargazer (live At Donnington/1980) 8:33

CD4

  1. Midtown Tunnel Vision 4:33
  2. I Surrender (album Version) 4:03
  3. Magic 4:08
  4. Vielleicht Das Nachster Mal 3:20
  5. Jealous Lover 3:13
  6. Spotlight Kid (live At Hammersmith Odeon, London / 1981) 5:07
  7. Rule Britannia / Fire (live At Hammersmith Odeon, London / 1981) 2:50
  8. Death Alley Driver 4:45
  9. Bring On The Night (Dream Chaser) 4:06
  10. Stone Cold (album Version) 5:18
  11. Power (live In San Antonio, Tx/1982) 4:39
  12. Miss Mistreated (live In San Antonio, Tx/1982) 4:26
  13. Tearin’ Out My Heart (live In San Antonio, Tx/1982) 8:20
CD5
  1. Can’t Let You Go (album Version) 4:21
  2. Desperate Heart (album Version) 4:35
  3. Anybody There (outtake / Polar Mix) 2:51
  4. Drinking With The Devil (outtake / Different Guitar Solo) 3:43
  5. Make Your Move 5:26
  6. Snowman 4:32
  7. Street Of Dreams (album Version) 4:27
  8. Stranded (live At St. David’s Hall, Cardiff/1983 / With Applause) 5:51
  9. Power (live In Cardiff/1984) 4:30
  10. Fire Dance (live In Cardiff/1984) 4:26
  11. Fool For The Night (live At The Tokyo Budokan/1984) 3:59
  12. Difficult To Cure (live At The Tokyo Budokan) 11:17
  13. Smoke On The Water (live At The Tokyo Budokan/1984) 4:42
DVD
  1. All Night Long (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 7:56
  2. Catch The Rainbow (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 5:06
  3. Eyes Of The World (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 1:23
  4. Lost In Hollywood (guitar Solo / Live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 3:32
  5. Will You Love Me Tomorrow? (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 3:15
  6. Long Live Rock ‘n’ Roll (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980 / Pt. 1) 2:29
  7. Kill The King (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980) 3:29
  8. Long Live Rock ‘n’ Roll (live At Monsters Of Rock, Donington Park, Uk / 1980 / Pt. 2) 2:20

Finite le ristampe passiamo ad alcune delle altre novità della settimana, riservandomi una quarta parte di questa rubrica, visto che oggi è andata sul Blog anche un’altra recensione.

alasdair roberts - alasdair roberts

Di Alasdair Roberts, ottimo cantautore scozzese, vi ho segnalato sul Blog già altre precedenti uscite (ad esempio l’eccellente Alasdair Roberts and Friends, A Wonder Working Stone, del 2013 https://www.youtube.com/watch?v=oKxpVV3dO4w&x-yt-ts=1422327029&x-yt-cl=84838260 ), questo nuovo omonimo CD esce sempre per la Drag City e ha un suono più raccolto e di impronta folk rispetto al precedente dove suonavano ben tredici musicisti: un clarinetto qui, un flautino là, ma principalmente si tratta di voce e chitarra acustica. Niente video, se vi incuriosisce potete ascoltare qualcosa sul sito della Drag City http://www.dragcity.com/artists/alasdair-roberts

punche brothers phosphorecent blues

Saltando sull’altro lato dell’oceano, oggi esce anche il nuovo album dei Punch Brothers, The Phosphorescent Blues, etichetta Nonesuch, produzione di T-Bone Burnett (erano anche sia nella colonna sonora che nel concerto dedicato al film Llewyn Davis): la band del mandolinista e cantante Chris Thile ci regala ancora una volta una prova di ottimo “futuribile” bluegrass (ma non solo, c’ anche una trascrizione di Debussy).

 

Questi i titoli:

1. Familiarity
2. Julep

https://www.youtube.com/watch?x-yt-ts=1422327029&v=Ppn7eQSBdJQ&x-yt-cl=84838260
3. Passepied (Debussy)
4. I Blew It Off
5. Magnet
6. My Oh My
7. Boll Weevil
8. Prélude (Scriabin)
9. Forgotten
10. Between 1st And A
11. Little Lights

jessica pratt on your own love again natalie prass

Due voci femminili dal cognome molto simile, Pratt e Prass, ma assolutamente diverse tra loro. La prima, Jessica Pratt, con Your Own Love Again, etichetta Drag City anche per lei, viene da Los Angeles, è già al secondo CD ed ho letto ottime critiche su di lei, però non mi convince a fondo la “vocettina” sottile per quanto intrigante https://www.youtube.com/watch?v=1hLJusxYhbY, anche se musicalmente mi pare ci sia del talento https://www.youtube.com/watch?v=1_vfB9pCxIE Paragonarla a Nick Drake, Joni Mitchell e Joanna Newsom mi pare eccessivo, comunque vedremo.

Per Natalie Prass si tratta del disco di esordio, pubblicato dalla Spacebomb via Caroline/Universal, il disco è prodotto da quel piccolo genietto di Matthew E. White (anche lui in uscita a marzo con il nuovo album Fresh Blood  https://www.youtube.com/watch?v=mE5Z3Q_ZO-4 e se non lo avete cercate il precedente Big Innerun vero gioiellino!) lo stile è stato definito country-soul con implicazioni orchestrali, è il disco del mese di Uncut, ma ha avuto eccellenti recensioni da tutte le riviste specializzate https://www.youtube.com/watch?v=5MgadJlTfdk . Se ne parla da mesi

e la giovane cantante americana aprirà per Ryan Adams nell’imminente tour inglese. Anche se mi pare la qualità sià superiore a quella della Pratt (non male comunque, ribadisco), non mi pare così straordinario come viene descritto (la sua ex datrice di lavoro, Jenny Lewis, nella cui band suonava la Prass, mi sembra di un livello superiore). Ma devo ascoltarlo in modo più approfondito, anche se manca sempre il tempo.

Per oggi è tutto, domani altre novità.

Bruno Conti

 

Sotto Un Cappello Texano…Tanta Buona Musica ! Ryan Bingham – Fear And Saturday Night

ryan bingham fear and saturday night

Ryan Bingham – Fear And Saturday Night – Axster Bingham Records

Nel giro di qualche anno, a partire dal suo esordio reale con Mescalito (07) (prima erano stati pubblicati Lost Bound Rails, Wishbone Saloon e Dead Horses, dischi da tempo introvabili), Ryan Bingham è diventato un personaggio importante del circuito musicale americano. Dopo il grande successo di Mescalito (accolto benissimo anche dalle nostre parti) https://www.youtube.com/watch?v=MRDNPo1_Q0w , per Ryan obiettivamente era difficile bissare un lavoro così fresco, energico e ispirato, ma il “nostro” c’era, a tratti,  riuscito, prima con i successivi Roadhouse Sun (09) e Junky Star (10), vincendo anche l’Oscar con la canzone The Weary Kind (dal film Crazy Heart di cui era tra gli interpreti) https://www.youtube.com/watch?v=4Aqh7XZUaW4 , poi Bingham ha voluto, o dovuto, cambiare, fondando la sua casa discografica Axster Bingham Records e distribuendosi da solo, una scelta che si è rilevata discutibile, abbandonando il produttore T-Bone Burnett per Justin Stanley, e il risultato è stato  un disco interlocutorio come Tomorrowland (12). Per questo nuovo Fear And Saturday Night, il “texano” si avvale di nuovo di una produzione “importante”, Jim Scott (Wilco, Tom Petty, Stones, Grace Potter & The Nocturnals), e di una nuova band composta da Shawn Davis al basso, Daniel Sprout e Jedd Hughes alle chitarre, Chris Joyner alle tastiere e Nate Barnes alla batteria: risultato, una cinquantina di minuti di musica di nuovo “polverosa”, con testi scritti come da abitudine nella sua roulotte e cantati come sempre con la sua voce rauca intrisa da whisky.

ryan bingham 1 ryan bingham 2

“Le paure del sabato notte” si aprono con il cadenzato country-rock di Nobody Knows My Trouble https://www.youtube.com/watch?v=cg3HfOaC4KE  e proseguono con una ballata elettrica e “dylaniana” come Broken Heart Tattoos https://www.youtube.com/watch?v=-y0GB5QNj84 , il blues chitarristico di Top Shelf Drug, passando per le atmosfere folk di Island In The Sky https://www.youtube.com/watch?v=4Dz2vSu0kkE, il ritmo da frontiera messicana in Adventures Of You And Me, e la title track Fear And Saturday Night, che è figlia di The Weary Kind, un brano quasi narrato, con la chitarra che traccia le linee armoniche e la voce roca di Ryan che dà il suo meglio. Una chitarra acustica apre My Diamond Is Too Rough https://www.youtube.com/watch?v=aDFpHvTucw4 , poi la canzone si tramuta in una ballata elettrica con un bel percorso di chitarre nel finale, mentre Radio ripercorre i sentieri cari al Neil Young di Harvest, per poi tornare alle pennellate acustiche e romantiche di Snow Falls In June e ad un brano pieno di “pathos” come Darlin, arrivando all’alba delle “paure” con il blues elettrico di Hands Of Time velocizzato in un “Bo Diddley style”, e il fatto di saper fare grande musica lo conferma con la conclusiva Gun Fightin’ Man, cadenzata, sofferta e tesa, con un tocco acido di blues che si fonde in modo mirabile con l’armonica di Bingham.

2013 Hangout Music Festival - Day 1 Ryan_Bingham 4

Fear And Saturday Night anche se forse non è al livello dei primi lavori, è sicuramente superiore di due spanne al precedente lavoro in studio, (anche per merito di Jim Scott che ha aggiunto quel “quid” che ha reso più efficace la musica di Ryan Bingham), e se anche il nostro non diventerà come Steve Earle o Joe Ely (come qualcuno ha azzardato), ha tutte le possibilità di proseguire un viaggio che potrebbe davvero portarlo a ridosso dei grandi “rocker” del Texas. Per chi scrive, uno dei migliori “road album” di questo inizio d’anno !

Tino Montanari

Novità Di Gennaio, Parte IIB. John Martyn, Standells, Shadows Of Knight, Winter/Cotton/Waters, Lone Bellow, Scott Kempner, Bettye Lavette, Howlin’ Rain

john martyn piece by piece john martyn sapphire

Continuiamo a oltranza con le uscite discografiche di questa ultima settimana di Gennaio 2015. Ancora alcune ristampe e pubblicazioni di materiale inedito pescato da polverosi archivi. Partiamo da John Martyn: la Universal, dopo il box integrale degli Island Years e il cofanetto quadruplo, The Best Of Island Years, con una selezione del materiale inedito contenuto in quello da 18 dischetti, ora continua a pubblicare i singoli album nelle versioni doppie Deluxe:

Sapphire è il disco del 1984, potenziato da un secondo CD di Alternate Takes, un brano non presente nell’album originale e tre brani dal vivo a Amburgo nel 1986 https://www.youtube.com/watch?v=wsFO-FVjpEc .

CD1
1. Sapphire
2. Over The Rainbow
3. You Know
4. Watching Her Eyes
5. Fisherman’s Dream
6. Acid Rain
7. Mad Dog Days
8. Climb The Walls
9. Coming In On Time
10. Rope-Soul’d

CD2
1. Sapphire
2. Over The Rainbow
3. You Know
4. Watching Her Eyes
5. Fisherman’s Dream
6. Acid Rain
7. Mad Dog Days
8. Climb The Walls
9. Coming In On Time
10. Rope-Soul’d
11. Love In Your Life
12. Fisherman’s Dream
13. Mad Dog Days
14. Fisherman’s Dream

Piece By Piece è il disco del 1986 e contiene nel secondo CD sette versioni alternate, una traccia non presente nell’originale e altri sette brani dal vivo del concerto ad Amburgo del 1986 https://www.youtube.com/watch?v=rvqTUhovRaU .

CD1
1. Nightline
2. Lonely Love
3. Angeline
4. One Step Too Far
5. Piece By Piece
6. Serendipity
7. Who Believes In Angels
8. Love Of Mine
9. John Wayne

CD2
1. Lonely Love
2. Angeline
3. Piece By Piece
4. Serendipity
5. Who Believes In Angels
6. Love Of Mine
7. John Wayne
8. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love)
9. Piece By Piece
10. Love Of Mine
11. Nightline
12. Serendipity
13. Angeline
14. John Wayne
15. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love)

Il suono è quello terribile anni ’80, ma la classe di John Martyn a tratti si percepisce comunque.

standells live on tour shadows of knight live 1966

Sempre per i completisti, la Sundazed pubblica due CD di materiale dal vivo, mai pubblicato prima, registrato nei lontani anni ’60. The Standells Live On Tour ’66 viene da un concerto registrato alla Università del Michigan, con attrezzature professionali (per l’epoca) https://www.youtube.com/watch?v=ENOjxMvy1Cw  e ha il seguente contenuto:

1. Introduction
2. Mr. Nobody
3. Good Lovin’
4. Why Did You Hurt Me
5. Sunny Afternoon
6. Gloria
7. Why Pick On Me
8. Please, Please, Please
9. Midnight Hour
10. Sometimes Good Guys Don’t Wear White
11. Dirty Water

Il materiale degli Shadows Of Knight viene da un concerto registrato al Cellar di Chicago, rimasterizzato da due bobine d’epoca miracolosamente riapparse a quasi 50 anni dalla data dell’esibizione (qualcosa era già apparso nel 1992 sempre la Sundazed, ma qui è stato aggiunto altro materiale. Questo il contenuto:

1. Everybody Needs Somebody to Love

https://www.youtube.com/watch?v=7DaHSnTFa8w
2. Don’t Fight It
3. Got My Mojo Working
4. Any Way That You Want Me
5. Gospel Zone
6. Got To Get You Off My Mind
7. It Takes A Long Time Comin’
8. Hey Joe

https://www.youtube.com/watch?v=AShfPk2w3Xg
9. Tomorrow’s Gonna Be Another Day
10. Peepin’ and Hidin’
11. Let It Rock
12. Willie Jean
13. Spoonful
14. Oh Yeah

https://www.youtube.com/watch?v=zVSCD57U2UY
15. Dark Side
16. Gloria

Le due band americane erano tra le migliori nel garage psichedelico di quell’epoca (come testimoniato nel celebre Nuggets) per cui i collezionisti avranno di che gioire.

winter cotton-waters

Questo doppio, infine, viene da quei concerti semiufficiali, tratti da broadcast radiofonici, in particolare questo concerto tenuto alla Boston Music Hall nel 1977, tratto dal tour di Muddy Waters per promuovere l’album Hard Again, il primo pubblicato dalla Blue Sky, lo vede affiancato dal suo “produttore” Johnny Winter e da James Cotton all’armonica, senza dimenticare Pinetop Perkins Bob Margolin https://www.youtube.com/watch?v=zcG4rNrbKQM . Con qualche intervista aggiunta questo è il resoconto della serata radiofonica:

Tracklist
CD1:
1. The Blues Had A Baby And TheyNamed It Rock ‘N’ Roll
2. Deep Down In Florida
3. Hideaway
4. You’ve Got To Love Her With A Feeling
5. Sweet Home Chicago
6. Rocket 88
7. Help Me
8. How Long?

CD2:
1. Instrumental
2. Mama Talk To Your Daughter
3. Mannish Boy
[Encore]
4. WBCN DJ Talks and Interviews Pinetop Perkins
5. You Don’t Have To Go
6. Got My Mojo Working
7. WBCN DJ Interview w/ Waters, Cotton and Winter

https://www.youtube.com/watch?v=zFEWn602qwE

lone bellow then came the morning

Veniamo ad un po’ di altre novità discografiche (non ristampe), in uscita sempre da domani martedì 27. I Lone Bellow avevano pubblicato un ottimo album omonimo d’esordio un paio di anni, ora tornano con questo secondo disco Then Came The Morning, sempre per la Descendant Records, che conferma quanto di buono si era detto per il precedente https://www.youtube.com/watch?v=1CKS7qWayDk . La formazione è sempre la solita: Zach Williams (guitar, lead vocals), Kanene Donehey Pipkin (mandolin, vocals), Brian Elmquist (guitar, vocals), con molti musicisti aggiunti ed il disco è prodotto da Aaron Dessner dei National, qui lo potete ascoltare http://www.npr.org/2015/01/18/377502471/first-listen-the-lone-bellow-then-came-the-morning (fino a che non lo tolgono) . Poi https://www.youtube.com/watch?v=1CKS7qWayDk. Mi sembra molto bello: in Europa esce il 3 febbraio.

scott kempner live on blueberry hill

La discografia solista di Scott Kempner (ex Dictators e Del-Lordsè veramente scarna: un disco nel 1992, Tenement Angels, ristampato nel 2011, e uno, Saving Grace, nel 2008, da allora c’è stata la reunion dei Del-Lords che ha fruttato un album Elvis Club, uscito nel 2013. Quindi i fans di Scott leggeranno con piacere dell’uscita di questo Live On Blueberry Hill (dalla zona di St. Louis in cui è stato registrato il concerto, il locale in effetti si chiama Cicero’s): l’altra notizia è che però la serata a cui risale la registrazione è del 1993, anche se vede la luce solo oggi per la prima volta, su etichetta MRI Music. Quindi non di facile reperibilità.

bettye lavette worthy

Nuovo album anche per Bettye LaVette, esce in Inghilterra per la Cherry Red Records, e vede ricostituirsi il sodalizio con Joe Henry (che aveva già prodotto nel 2005 il bellissimo I’ve Got My Own Hell To Raise): tra gli autori dei brani Dylan che firma Unbelievable, in origine su Under The Red Sky, Jagger-Richards Complicated, i Beatles Wait, oltre allo stesso Joe Henry, Mickey Newbury e la coppia Beth Nielsen Chapman/Mary Gauthier che firma la title-track. Questa è la lista completa dei brani:

DISC ONE: CD
1. UNBELIEVABLE
2. WHEN I WAS A YOUNG GIRL 
3. BLESS US ALL 
4. STOP 
5. UNDAMNED 
6. COMPLICATED 
7. WHERE A LIFE GOES 
8. JUST BETWEEN YOU AND ME AND THE WALL YOU’RE A FOOL 
9. WAIT
10. STEP AWAY 
11. WORTHY
Per la gioia di grandi e piccini (ma non dei nostri portafogli, visto che si parla di un prezzo intorno ai 30 euro) ne esiste anche una versione Deluxe doppia, con un DVD allegato, che riporta un concerto registrato al Jazz Café di Londra nel luglio 2014, e si tratta di un set completo, come potete leggere qui sotto:
DISC TWO: DVD
1. THE WORD 
2. EVERYTHING IS BROKEN
3. YOUR TIME TO CRY
4. THEY CALL IT LOVE 
5. JOY
6. HEART OF GOLD
7. DON’T LET ME BE MISUNDERSTOOD 
8. EITHER WAY WE LOSE 
9. BLACKBIRD 
10. MY MAN – HE’S A LOVING MAN 
11. LIKE A ROCK 
12. HEAVEN (THE CLOSEST I’LL GET) 
13. SLEEP TO DREAM 
14. I DO NOT WANT WHAT I HAVEN’T GOT
Sembra che, nonostante il prezzo, valga la pena di cercare questa edizione, considerando che in DVD della grande cantante soul non esiste nulla.
howlin rain mansion songs
Loro, gli Howlin Rain, un disco dal vivo, Live Rain, l’hanno appena pubblicato nel 2014, ma a sorpresa esce subito un nuovo disco di studio, Mansion Songs, etichetta Easy Sounds (anche questo quindi non sarà facilissimo da trovare) e nelle parole del leader della band Ethan Miller (nonché l’unico che appare in tutti i dischi della formazione) dovrebbe essere il primo di una trilogia. Attualmente gli Howlin Rain, visto che i Black Crowes sono in pausa indefinita, sono una delle migliori band americane di rock classico, magari insieme ai Drive-by-Truckers, e da quello che ho ascoltato il disco mi sembra ottimo. Verificate… https://www.youtube.com/watch?v=zrMb-4KhsIE e  https://www.youtube.com/watch?v=sX_JK1CtK3c

Per oggi è tutto, ma domani si continua.

Bruno Conti

Novità Di Gennaio, Parte IIA. Ristampe: Tyrannosaurus Rex, Ron Nagle, Willy DeVille & Pretty Things Rockpalast

Oggi doppia razione, dopo la recensione degli I Am Kloot

tyrannosaurus rex all people were fair tyrannosaurus rex prophet, seers tyrannosaurus rex unicorn

Seconda parte delle uscite discografiche relative al mese di gennaio, gli album in uscita il 26: visto che ce ne sono veramente molti (almeno tra i 25 e i 30 titoli) li ho divisi in tre parti, partiamo con un po’ di ristampe.

La Universal completa (?) il suo ciclo di ristampe in versione Deluxe dell’opera omnia di Marc Bolan con la pubblicazione dei primi album, quelli usciti ancora a nome Tyrannosaurus Rex, prima di passare a Marc Bolan & T. Rex, e pii semplicemente T. Rex. Sono gli album più folk, quelli in cui la formazione era un duo, a fianco di Bolan c’era il multristrumentalista Steve Peregrin Took, mentre il produttore era già Tony Visconti (qualcosa con Joe Boyd). I dischi sono usciti in innumerevoli versioni ma queste dovrebbero essere quelle definitive:

My People Were Fair And Had Sky In Their Hair …But Now They’re Content To Wear Stars In Their Brows, più che un titolo, un breve racconto, è il primo, uscito nel 1968.

Questi i contenuti della versione Deluxe:

CD1
1. Hot Rod Mama
2. Scenescof
3. Child Star
4. Strange Orchestras
5. Chateau In Virginia Waters
6. Dwarfish Trumpet Blues
7. Mustang Ford
8. Afghan Woman
9. Knight
10. Graceful Fat Sheba
11. Weilder Of Words
12. Frowning Atahuallpa ( My Inca Love )
13. Highways – BBC Top Gear 3/10/67
14. Scenescof – BBC Top Gear 3/10/67
15. Child Star – BBC Top Gear 3/10/67
16. Dwarfish Trumpet Blues – BBC Top Gear 3/10/67
17. Pictures of Purple People – BBC Top Gear 3/10/67
18. Hot Rod Mama – BBC Top Gear 3/10/67
19. Knight – BBC Top Gear 11/3/68
20. Afghan Woman – BBC Top Gear 11/3/68
21. Frowning Atahuallpa ( My Inca Love ) – BBC Top Gear 11/3/68
22. Strange Orchestras – BBC Top Gear 11/3/68
23. Deborah – BBC Top Gear 11/3/68
24. Mustang Ford – BBC Top Gear 11/3/68

CD2
1. Highways – Take 4 – Joe Boyd Session
2. Child Star – Take 2 – Joe Boyd Session
3. Dwarfish Trumpet Blues – Take 2 – Joe Boyd Session
4. Chateau In Virginia Waters – Take 3 – Joe Boyd Session
5. Dwarfish Trumpet Blues story
6. Hot Rod Mama
7. Scenescof
8. Child Star
9. Strange Orchestras
10. Chateau In Virginia Waters
11. Dwarfish Trumpet Blues
12. Mustang Ford
13. Afghan Woman
14. Knight
15. Graceful Fat Sheba
16. Weilder Of Words
17. Frowning Atahuallpa ( My Inca Love )
18. Deborah – A – Side
19. Puckish Pan – Stereo Tony Visconti Home Demo
20. Dwarfish Trumpet Blues – Tony Visconti Home Demo
21. Knight – Tony Visconti Home Demo
22. Scenescof – Tony Visconti Home Demo
23. Knight with bass guitar – Tony Visconti Home Demo
24. Lunacy’s Back – Tony Visconti Home Demo
25. Marc Bolan Interview – BBC Radio

Prophets, Seers And Sages: The Angels Of The Ages, il secondo, è sempre del ’68, e questa è la tracklist:

CD1
1. Deboraarobed
2. Stacey Grove
3. Wind Quartets
4. Conesuala
5. Trelawny Lawn
6. Aznageel The Mage
7. The Friends
8. Salamanda Palaganda
9. Our Wonderful Brownskin Man
10. Oh Harley (The Saltimbanques)
11. Eastern Spell
12. The Travelling Tragition
13. Juniper Suction
14. Scenescof Dynasty
15. One Inch Rock – Single A
16. Nickelodeon – Take 1
17. Stacey Grove (BBC Top Gear – 11/6/68)
18. One Inch Rock (BBC Top Gear – 11/6/68)
19. Salamanda Palaganda (BBC Top Gear – 11/6/68)
20. Eastern Spell (BBC Top Gear – 11/6/68)
21. Wind Quartets (BBC Top Gear – 11/6/68)
22. Juniper Suction – Poem – BBC
23. Juniper Suction – BBC
24. Top Gear – Jingle BBC 14/10/68
25. Conesuala – BBC Top Gear 14/10/68
26. The Travelling Tragition – BBC Top Gear 14/10/68

CD2
1. Deborah – Take 2 June 1968
2. Stacey Grove – Take 2 16/5/68
3. Wind Quartets – Take 4 10/6/68
4. Conesuala – Take 8 22/4/68
5. Trelawny Lawn – Take 3 8/8/68
6. Aznageel The Mage – Take 3 8/8/68
7. The Friends – Take 5 8/8/68
8. Salamanda Palaganda – Take 4 10/6/68
9. Our Wonderful Brownskin Man – Take 7 4/7/68
10. Oh Harley (The Saltimbanques) – Take 5 4/7/68
11. Eastern Spell – Take 12 16/5/68
12. The Travelling Tragition – Take 1 June 68
13. Juniper Suction – Take 1 14/7/68
14. Scenescof Dynasty – Takes 3 & 4 16/5/68
15. Nickelodeon – Take 5 10/6/68
16. One Inch Rock – Take 5 22/4/68
17. Wind Quartets – Take 1 16/5/68
18. Conesuala – Take 4 22/4/68
19. Trelawny Lawn – Take 1 8/8/68
20. Aznageel The Mage – Take 1 8/8/68
21. The Friends – Take 3 8/8/68
22. Salamanda Palaganda – Take 3 10/6/68
23. Our Wonderful Brownskin Man – Take 6 4/7/68
24. Oh Harley (The Saltimbanques) – Take 2 4/7/68
25. Eastern Spell – Take 2 16/5/68
26. The Travelling Tragition – Take 2
27. Juniper Suction – Take 3 14/7/68
28. Nickelodeon – Take 6 10/6/68
29. One Inch Rock – Take 4 16/5/68
30. Conesuala – Take 3 10/6/68

Unicorn è il terzo, uscito in origine nel 1969, anche questo ha un ricchissimo corredo di bonus tracks:

CD1
1. Chariots of Silk
2. ‘Pon A Hill
3. The Seal of Seasons
4. The Throat of Winter
5. Cat Black (The Wizards Hat )
6. Stones for Avalon
7. She Was Born To Be My Unicorn
8. Like A White Star, Tangled and Far, Tulip That’s What You Are
9. Warlord of The Royal Crocodiles
10. Evenings of Damask
11. The Sea Beasts
12. Iscariot
13. Nijinski Hind
14. The Pilgrims Tale
15. The Misty Coast of Albany
16. Romany Soup
17. Pewter Suitor – Single A – Side
18. King Of The Rumbling Spires – Single A – Side
19. Do You Remember ( Cult ) – Single B – Side
20. Once Upon A Sea Of Abyssinia from 20th Century Superstar
21. Demon Queen from 20th Century Superstar
22. Ill Starred Man from 20th Century Superstar
23. Blessed Wild Apple Girl from The Best of T.Rex
24. Chariots Of Silk – Live on BBC Top Gear 11/5/69
25. Once Upon The Seas of Abyssinia – Live on BBC Top Gear 11/5/69
26. Nijinsky Hind – Live on BBC Top Gear 11/5/69
27. The Misty Coast of Albany – Live on BBC Top Gear 11/5/69
28. Iscariot – Live on BBC Top Gear 11/5/69

CD2
1. Pewter Suitor – Take 3 Previously Unreleased
2. Chariots Of Silk – Take 1 from Unicorn
3. ‘Pon A Hill – Take 2 Previously Unreleased
4. The Seal Of Seasons – Take 5 Previously Unreleased
5. The Throat Of Winter – Take 2 Previously Unreleased
6. Cat Black (The Wizards Hat) – Take 1
7. Stones For Avalon – Take 2 Previously Unreleased
8. She Was Born To Be My Unicorn – Take 1
9. Like A White Star, Tangled And Far, Tulip That’s What You Are – Take 1
10. Warlord Of The Royal Crocodiles – Take 4 Previously Unreleased
11. Evenings Of Damask – Take 4 Previously Unreleased
12. The Sea Beasts – Take 3 Previously Unreleased
13. Iscariot – Take 4 Previously Unreleased
14. Nijinsky Hind – Take 5 Previously Unreleased
15. The Pilgrim’s Tale – Take 1
16. The Misty Coast Of Albany – Take 3 Previously Unreleased
17. Romany Soup – Take 1 Previously Unreleased
18. King Of The Rumbling Spires – Take 1 Previously Unreleased
19. King Of The Rumbling Spires – Take 3 Previously Unreleased
20. Do You Remember (Cult) – Take 2 Previously Unreleased
21. Once Upon The Seas Of Abyssinia – Take 3 Previously Unreleased
22. Demon Queen – Take 1
23. Ill Starred Man – Take 1
24. Blessed Wild Apple Girl – Take 2
25. The Lion And The Unicorn (live The Lyceum, London, 11th April 1969)
26. Interview – Blue Thumb promo 7″ Previously Unreleased

ron nagle bad rice

Bad Rice è l’unico disco di Ron Nagle, pubblicato nel 1970, album di culto già all’epoca, riceve il trattamento Deluxe da parte dell’ottima etichetta americana Omnivore Recordings, con l’aggiunta di un secondo CD di Demos. L’album era prodotto da Jack Nitzsche e vedeva la partecipazione tra i musicisti di Ry Cooder e Sal Valentino dei Beau Brummels. Suono tipico dell’epoca e disco interessante:

CD1: Bad Rice (Plus…)
1. 61 Clay
2. Marijuana Hell
3. Frank’s Store
4. Party In L.A.
5. That’s What Friends Are For
6. Dolores
7. Capricorn Queen
8. Sister Cora
9. Somethin’s Gotta Give Now
10. Family Style
11. House Of Mandia
12. Berberlang
13. Francine
14. Frank’s Store (Alternate Mix)
15. Dolores (Alternate Mix)
16. Bad Rice Radio Spot 1
17. Bad Rice Radio Spot 2

CD2: Pre Cooked/Converted: The Bad Rice Demos
1. From The Collection Of Dorothy Tate*
2. 61 Clay*
3. People Have Told Me
4. Out In The Hall
5. Showdown
6. Say My Name
7. Half As Much
8. Who You Gonna Tell
9. So Long Johnny
10. Sleep For Me
11. Rudy My Man
12. Wasted Paper
13. Alice Valentine
14. Saving It All Up For Larry

All tracks on Disc 2 previously unissued except *

willy deville live at rockpalast pretty things live rockpalast

Prosegue l’ottima serie delle ristampe dei Live At Rockpalast curata dalla Repertoire (peccato per i prezzi, un po’ “carucci”), questa volta (dopo i due concerti come Mink De Ville) è il turno di Willy DeVille come solista e anche la storica band inglese dei Pretty Things catturata al Rockpalast in una serie di concerti nell’ultima fase della carriera. Questi i contenuti per entrambi, lo leggete sul retro delle confezioni, così facciamo prima, i concerti sono del 1995 e 2008 per DeVille:

willy deville live at rockpalast back

mentre per i Pretty Things tre concerti del 1998, 2004 e 2007

pretty things live rockpalast back

Domani si continua, con le altre ristampe e molte uscite interessanti da entrambi i lati dell’Atlantico.

Bruno Conti

Una Band “Universale”! I Am Kloot – From There To Here

i am kloot from here

I Am Kloot – From There To Here – Kudos/Caroline Records

Dopo il pregevole Let It All In (13) recensito puntualmente su queste pagine http://discoclub.myblog.it/2013/02/04/lasciateli-entrare-i-am-kloot-let-it-all-in/ , torno con piacere a parlare degli I Am Kloot, anche non si tratta, purtroppo, del nuovo album, bensì di un lavoro quasi interamente strumentale. From There To Here, realizzato per l’omonima serie della BBC incentrata sul dramma delle bombe, da parte dell’IRA, che sconvolsero Manchester nel ’96. La colonna sonora è composta da sedici brani strumentali di atmosfera, scritti e registrati per essere suonati anche dal vivo, più tre canzoni ripescate dai loro album, a partire dalla meravigliosa The Same Deep Water As Me https://www.youtube.com/watch?v=uVZyX6Q_inM , il brano finale del loro omonimo secondo I Am Kloot (03), Even The Stars (scritta in memoria di un caro amico) dall’ultimo Let It All (13)), e la “positiva” Northern Skies, presa da Sky At Night (10).

i am kloot i am kloot 2

La title-track che apre il disco, e lo conclude , con la reprise alla fine, From There To Here, sono entrambe di una melodia ammaliante, melodia che si dipana per tutto lo sviluppo del lavoro, con punte vagamente “floydiane”, come in Blue https://www.youtube.com/watch?v=k66ErvDBQO4 ,  o acustici frammenti che vanno da Turning a Salford Refrain, passando per momenti più corali come The Bomb https://www.youtube.com/watch?v=e1pTEDDLnkM  e Heart Attack. Che musica fanno i I Am Kloot? Alcuni pensano che sia pop, a volte venato da melodie folk, altri pensano che facciano un vibrante rock, quale sia in fondo poco importa, alla fine contano le emozioni, e in questo disco abbandonarsi a questo sentimento è quasi inevitabile, essendo grati al talentuoso John Bramwell e ai suoi due “pards” Pete Jobson e Andy Hargreaves , per fare questa musica cinematica e universale.

Tino Montanari

Non Lo Avranno Fatto Durare Troppo? A Musicares Tribute To Paul McCartney DVD In Uscita Il 24 Marzo

musicares tribute to paul mccartney

Ovviamente il titolo del Post è ironico, mi riferisco alla durata del supporto! Lo scorso anno era uscito il DVD (o il Blu-Ray) dedicato a Bruce Springsteen, http://discoclub.myblog.it/2014/03/29/los-angeles-was-alive-that-night-musicares-tribute-to-bruce-springsteen/ 2 ore e 15 minuti di durata, che riportava l’esibizione del 2013, negli anni precedenti erano usciti anche il tributo dedicato a Neil Young (che partecipa anche a questo di Paul McCartney, registrato nel 2012, quando il canadese si era riunito per la prima volta sul palco con i Crazy Horse dopo 8 anni ed è presente anche in quello di Bruce, evidentemente ci ha preso gusto, anche se non era sul palco nel suo tributo, cosa che fanno sia il Boss che Macca), pure Brian Wilson, James Taylor e Barbara Streisand hanno avuto il loro dischetto, mentre non si sa ancora nulla del tributo dello scorso anno, la serata dedicata a Carole King, e quest’anno l’ospite annunciato della serata, che si svolge a Los Angeles da più di venti anni la settimana dei Grammy Awards, sarà Bob Dylan.

paul mccartney musicaresPhoto: Peter Wafzig/Getty Images

La “fregatura” nel DVD (o Blu-Ray) che sara pubblicato dalla Shout Factory il 24 marzo p.v. sta nella durata: “ben” un’ora, dicasi 60 minuti?!? Ma come si fa: sicuramente sono state tagliate dalla versione video Katy Perry che fa Hey Jude (e fin lì ce ne faremmo una ragione, a parte per l’abbigliamento, spettacolare) e i Foo Fighters che suonano Jet. Comunque questa è la lista della serata:

  • Performance by Cirque du Soleil from Love
  • Magical Mystery Tour – Paul McCartney
  • Junior’s Farm – Paul McCartney
  • Jet – Foo Fighters
  • Blackbird – Alicia Keys
  • No More Lonely Nights – Alison Krauss
  • Here, There and Everywhere – Tony Bennett
  • And I Love Her – Duane Eddy
  • Oh Darling – Norah Jones
  • Hey Jude – Katy Perry
  • I Saw Her Standing There – Neil Young & Crazy Horse
  • Fool On the Hill – Sergio Mendes
  • We Can Work It Out – Coldplay
  • Yesterday – James Taylor with Diana Krall
  • For No One – Diana Krall with James Taylor
  • I’m Gonna Sit Right Down and Write Myself a Letter – Paul McCartney with Diana Krall & John Pizzarelli
  • My Valentine – Paul McCartney
  • 1985 – Paul McCartney
  • Golden Slumbers/Carry That Weight/The End – Paul McCartney with Joe Walsh, Dave Grohl

E questo è quello che appare effettivamente sul DVD:

“Get Back”/”Hello Goodbye”/”Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” – Cirque du Soleil feat. The Beatles Love Cast
“Magical Mystery Tour” – Paul McCartney
“Junior’s Farm” – Paul McCartney
“Blackbird” – Alicia Keys
“No More Lonely Nights” – Alison Krauss and Union Station featuring Jerry Douglas
“And I Love Her” – Duane Eddy
“Oh! Darling” – Norah Jones
“I Saw Her Standing There” – Neil Young with Crazy Horse
“The Fool on the Hill” – Sergio Mendes
“We Can Work It Out” – Coldplay
“Yesterday” – James Taylor with Diana Krall
“For No One” – Diana Krall with James Taylor
“My Valentine” – Paul McCartney
“Nineteen Hundred and Eighty Five” – Paul McCartney
“Golden Slumbers”/”Carry That Weight”/”The End” – Paul McCartney featuring Dave Grohl and Joe Walsh

Quindi ne consegue che mancano anche Tony Bennett e il pezzo di McCartney con Diana Krall. Questi sono veramente i misteri che mi fanno impazzire (il termine esatto sarebbe incazzare): quanto può durare un DVD o un Blu-Ray? Tre ore almeno? E allora!

Comunque se mai la facessero su DVD sarebbe molto più interessante la serata, sempre nell’ambito dei Grammy, ma del 2014, per i 50 anni dalla prima apparizione dei Beatles all’Ed Sullivan Show. Sopra ne vedete un paio di piccoli estratti.

Bruno Conti

L’Ultimo Dei Vecchi Country Rockers? Greg Harris – Long Lonesome Feelin

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Greg Harris – Long Lonesome Feelin – MRM Records/Appaloosa/IRD

Dopo qualche anno di silenzio ritorna in campo il songwriter di San Diego Greg Harris che, come chitarrista e cantante, ha militato per periodi brevi e alterni (tra il ’79-’81 e ’86-’97) nella mitica formazione californiana dei Flying Burrito Brothers, contribuendo, con il proprio talento di polistrumentista e la propria voce, a dare una marcia in più alla storica band ormai orfana di quasi tutti i componenti originali.

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L’esordio da solista del “nostro” arriva con Acoustic (79), uno splendido album dal suono bluegrass, con una strepitosa versione di Norvegian Wood dei Beatles da lasciare senza parole, https://www.youtube.com/watch?v=HVBSalieaRU  bissato dal successivo Electric (82) https://www.youtube.com/watch?v=mIgSj2Pb4yk&list=PL_M4oF2DOqUYlqbJ4zJivrg5DkPH0a8mz  , Acoustic II (90) https://www.youtube.com/watch?v=OIhjgLxHrE8 , Things Change (96) un’ottima (ri)produzione del primo country-rock americano, con ospiti importanti come Garth Hudson della Band, Al Perkins, e la presenza di due cover di spessore, Blue Eyes di Gram Parsons, e My Back Pages di Bob Dylan ( che fu anche un vecchio hit dei Byrds di Roger McGuinn), e infine il successivo Electro-Acoustics (97), a parte l’esordio tutti distribuiti dalla benemerita Appaloosa Records, una etichetta che per merito del compianto Franco Ratti, non aveva mai smesso di credere nel suo talento. Dopo moltissimi anni di silenzio, la voce e la musica di Harris tornano con un disco autoprodotto, The Record (08), un ottimo album di country-rock elettrico e acustico allo stesso tempo, che merita di essere ascoltato e possibilmente recuperato, cosa che avviene parzialmente nell’ultimo CD, all’interno del quale vengono inseriti alcuni brani di quel disco, diversamente destinato all’oblio (il resto viene dal successivo The Last Of The Great Old Country Rockers, uscito addirittura solo per il download nel 2012).

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Questo nuovo lavoro Long Lonesome Feelin prodotto dal suo vecchio “pard” David Vaught, vede Greg accompagnato dal figlio Jesse Jay Harris (componente del gruppo Rancho Deluxe) alla chitarra, dal batterista Don Heffington in un brano e dal tastierista Skip Edwards, anche alla steel, oltre allo stesso Vaught, per una manciata di nuove composizioni di ottima qualità, recuperando, come già detto e vista la difficile reperibilità, cinque brani dal precedente lavoro in studio: Long Lonesome Feelin, Wills Point, Dales Tune, Long Road To Nowhere e Mexico.

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Il brano d’apertura Long Lonesome Feelin è una bella “road-song” con ripetuti soli di chitarra elettrica, seguita dal country lento di The Last Of The Great Old Country Rockers con il banjo a dettare il ritmo, il delicato “western-swing” di Wills Point, mentre The Guilded Palace Of Sin ( dedicata al primo grande album dei Flying Burrito Brothers di Chris Hillman e Gram Parsons, che però si chiamava The Gilded Palce Of Sin: domanda delle cento pistole, forse un refuso, visto che su The Record il titolo era giusto?) è una solare ballata west-coast dal profumo di frontiera, che ricorda quei tempi andati, per poi tornare al classico honky-tonky di Where’s Your Cowboy Hat e la cover acustica di un brano di Michael Smotherman Can You Fool. Si riparte con il “lungo viaggio dei ricordi” con una splendida ballata dall’influenza ispanica come Brother Lee Love, ben ritmata nell’arrangiamento e arricchita dal suono del banjo, un intermezzo strumentale con Dales Tune, un veloce bluegrass con chitarra, mandolino e banjo che a turno sostengono il ritmo, un’altra ballatona da cantare sotto le stelle come I Couldn’t Stand The Heartache, una intrigante Long Road To Nowhere, dall’andatura sostenuta e guidata da una bella slide guitar suonata dal figlio Jesse Jay, mentre Do Right Woman è una sofferta cover di un celebre brano di Dan Penn, andando a chiudere con il country gioioso di una divertente My Record On The Pig, e un dolce e romantico brano scritto con il grande Rick Danko della Band, Mexico, che scorre soave e lento, con un bel ritornello e invitanti note di mandolino.

Long Lonesome Feeling è una raccolta di ottime canzoni che confermano, se ne fosse bisogno, il talento di Greg Harris (non solo in qualità di strumentista), con un sound che alterna chitarre elettriche e acustiche, banjo e mandolino, e si inserisce a metà strada tra il country-rock dei tempi d’oro e quello che qualcuno definisce oggi “americana”, per un disco rassicurante, da ascoltare in momenti di relax. Bentornato!

Tino Montanari