Il Poeta Cantastorie Che Plasma “L’Argilla Londinese” ! Lee Fardon – London Clay

Lee Fardon London_Clay_CD

Lee Fardon – London Clay – Self Released

Cantastorie romantico e malinconico, Lee Fardon ha al suo attivo una lunga carriera che non gli rende certo giustizia per i molteplici suoi meriti. Nel corso degli anni ’70 Lee forma i Legionaires (insieme a Jim Hall, Noel Brown, Rod Godwin e Don Bodie), arrivando nel ’79 ad aprire i concerti dei Dire Straits. In seguito, conclusa l’esperienza con il gruppo, esce finalmente il suo esordio solista (per l’etichetta indipendente Aura) Stories Of Adventure (81), un disco vigoroso, essenziale, di grande spessore, guadagnandosi reazioni entusiastiche dal pubblico e dagli addetti ai lavori, seguito a breve dal suo capolavoro The God Given Right (82), un lavoro decisamente personale, valorizzato dalla voce angelica di Lee https://www.youtube.com/watch?v=b4zINEk7MKY , completando poi il trittico con The Savage Art Of Love (85), un disco che non ha la stessa intensità dei primi lavori, ma contiene alcuni dei migliori pezzi di Fardon. Dopo alcuni anni di silenzio, grazie all’entusiasmo di alcuni cultori musicali (Gianni Passino, Luciano Angelini e il giornalista Aldo Pedron, che  recensisce proprio oggi in rete il nuovo album, in contemporanea con questo Blog, strani casi della vita) e della etichetta discografica Club De Musique Records di Courmayer, incide l’ottimo Too Close To The Fire (92), prodotto da Mick Cox (chitarrista di Van Morrison), con dodici canzoni d’autore raffinate, suonate con gusto https://www.youtube.com/watch?v=vi-WaO4A3-k , tra le quali  spicca la meravigliosa Saturday Night (un brano che certi “osannati” songwriters farebbero carte false per avere nel loro repertorio). Il progetto successivo è il Lee Fardon Trio (93) una cassetta autoprodotta, che oltre al titolare vede coinvolti la cantante Jo Garrett e il chitarrista Mick Cox, e al termine di una pausa durata circa dieci anni (contrassegnata anche da innumerevoli traversie umane, e dopo fortunatamente aver riposto la bottiglia), Lee si rimette a scrivere, torna in sala d’incisione per incidere Lost & Found (03) dove ritorna come ospite la brava Jo Garrett e Compassion (04), sicuramente il più bel disco di Fardon dai tempi di The God Given Right.

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In questo nuovo lavoro London Clay (per dare i meriti che spettano loro, ne hanno parlato puntualmente sul suo Blog il giornalista Blue Bottazzi, che lo ha inserito tra i migliori dell’anno appena passato e anche Alfonso Cernelli nel suo Blog gli ha dedicato una intervista), Fardon si avvale di musicisti acustici raffinati quali il fido Tony Wilson alle chitarre, Dik Cadbury al basso, Steve Smith al piano, Paul Beavis alla batteria e percussioni, e le belle e brave Kelly Jakubowski al violino e Chloe Overton alle armonie vocali, per una raccolta di vecchi brani rivisitati e quattro nuove composizioni in una forma acustica e introspettiva, il tutto registrato presso i Beacon Studios a Herne Bay, nella quiete del Kent.

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L’iniziale Sons Of Plunder e la struggente The Sheriff And His Sister (sulla storia di due bambini ebrei mandati ai campi di sterminio) vengono ripescate dall’ultimo lavoro in studio Compassion, con largo uso di chitarre acustiche e dolci armonie vocali, mentre un violino tzigano e una chitarra spagnoleggiante rendono omaggio alla Maria And The Writer che svettava in The Savage Art Of Love, passando per la bella ballata pianistica Day By Day presa da Lost & Found, dove, a distanza di anni, il piano di Steve Smith sparge ancora note suadenti, mentre con Talk To Me cantata in duetto con Chloe Overton e il delizioso violino della Jakubowski in evidenza, si respirano echi del Van Morrison migliore. Con Everything inizia il percorso dei brani inediti, che prosegue con The Builders Song (era apparsa solo sulla cassetta del ’93), The Devils Question e Summer ’76, nei quali Fardon dimostra che sa ancora scrivere grandi canzoni, andando a chiudere (non in modo occasionale) con due tracce “rubate” al capolavoro indiscusso The God Given Right, con uno stratosferico violino nella bellissima Together In Heat, e infine la commovente ballata pianistica I Remember You, che chiudeva il disco, e che ancora oggi è parte inamovibile dei concerti di Lee Fardon.

Più di trent’anni fa un ragazzo arrivato dal sud di Londra sembrava aver raccolto le migliori doti di alcune generazioni di cantautori, sintetizzandole in un suono elettrico, urbano, dolce e romantico nello stesso tempo https://www.youtube.com/watch?v=qUpz09tKr9o , e il bello di Lee Fardon, adesso come allora, è che alle sue spalle non c’era nessuno, e anche oggi che, fortunatamente,  suona ancora in acustico nei Club il repertorio che ha saputo creare in tutti questi anni, con al suo fianco la chitarra dell’amico Tony Wilson, non ha perso una briciola del suo fascino https://www.youtube.com/watch?v=_e7g1_DbBuA . Fardon non è mai stato un’artista alla moda, spesso controverso, ma coerentemente non ha mai seguito la via del facile successo, e anche per questo London Clay non si tratta di acquistare solo un “prodotto”,  per chi scrive Lee Fardon è ben altra cosa, e se per voi amore e poesia, abbinate ad un suono armonico, voluttuoso  e magico, dicono ancora qualcosa, se il vostro cuore batte e si emoziona ascoltando della buona musica, è  giunto allora il momento di riscoprire un’artista di classe come questo grande cantautore, sperando che continui a produrre musica non solo per fortunati eletti. Ben tornato Mr. Fardon!

NDT: E’ un peccato che nel digipack della confezione (molto spartana), non siano compresi i testi delle canzoni, ma essendo un’autoproduzione acquistabile solo sul suo sito http://www.leefardon.com/ , non si poteva onestamente chiedere di più.!

Tino Montanari

Il Poeta Cantastorie Che Plasma “L’Argilla Londinese” ! Lee Fardon – London Clayultima modifica: 2015-02-03T18:06:45+01:00da bruno_conti
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