“Fenomeni” Musicali Naturali! Hurricane Ruth – Born On The River

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Hurricane Ruth – Born On The River – Hurricane Ruth

Sul retro copertina sono raffigurati quattro loschi figuri: da destra, Compare Turiddu, alla coppola e baffo mafioso, il sosia più giovane di Ozzy Osbourne, la di lui moglie Sharon, o un’altra sosia? E un altro personaggio con cappellino alla City Angels. Come dite? Sono i componenti della Hurricane Ruth Band! Scusate, non li avevo riconosciuti. Ruth LaMaster (un cognome imperioso) è una veterana della scena rock blues americana da oltre un trentennio, ma questo Born On The River è solo il secondo disco (dopo Power Of The Blues… del 2012) che esce a nome della band americana e quindi scusate se non ero informato. Tornando seri, la nostra amica, come l’incipit della recensione lascia intuire, non è una novellina, ma ha sempre operato ai margini, anche della scena indipendente. Nativa e residente in quel di Beardstown, Illinois, non proprio uno dei centri del blues mondiale, questa signora si è costruita negli anni una solida reputazione per essere una delle voci più energiche e potenti nell’ambito del blues elettrico, ma di  quelli che quasi sconfinano nell’hard rock e comunque ad altra gradazione chitarristica e vocale; finezze magari poche, ma tanta grinta ed esperienza maturate in lunghi anni on the road https://www.youtube.com/watch?v=hdWEqxGvo4E . Per intenderci, come tipo di sound siamo dalle parti di Dana Fuchs o Beth Hart (forse senza quella classe e varietà di temi musicali, anzi senza forse, ma i Led Zeppelin piacciono a tutte) o dei più giovani Blues Pills, guidati da Elin Larsson http://discoclub.myblog.it/2014/10/08/pillole-rinvigorenti-blues-pills-cddvd/ .

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I brani sono tutti firmati dalla stessa LaMaster, per la parte testi e da David Lumsden (compare Turiddu), la chitarra solista, Gary Davis (il sosia di Ozzy) al basso e Jim Engel (il City Angel) alla batteria: undici brani di rockin’ blues dalla struttura rocciosa, che partono con la lunga title-track Born On The River, costruita intorno ai continui riff di Lumsden, che poi sale al proscenio con una serie di soli, magari dalla grana grossa, ma di indubbia efficacia e che saranno apprezzati da chi ama questo stile tirato e rockeggiante, poco originale se volete, ma impreziosito dalle evoluzioni della poderosa voce della brava Ruth, che tiene fede al suo soprannome di Uragano, conquistato sul campo. La sezione ritmica picchia con energia e nella successiva Make Love To Me, quando il tempo rallenta, ci si avvicina alle atmosfere più consone ad un blues cadenzato e ribaldo,  per quanto sempre sul cattivello, con il solito Lumsden che macina assolo dopo assolo https://www.youtube.com/watch?v=487P_RxVvgw . Slow Burn potrebbe essere addirittura un brano dei primi Black Sabbath, involontariamente evocati nella presentazione scherzosa dei musicisti, molto heavy, dark e minacciosa, con chiari agganci all’hard rock di marca Seventies.

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The Walls è uno slow blues, ma sempre di quelli granitici, con la signora LaMaster che conferma le sue virtù vocali. Dance, Dance, Norma Jean è un boogie-rock à la ZZ Top, con citazioni dei grandi nomi del rock nel testo del brano, divertente e coinvolgente, sempre con grande impegno di Ruth e del chitarrista David Lumsden https://www.youtube.com/watch?v=WgcaEbvsxyk , mentre Money Train comincia a mostrare la corda di una certa ripetitività, anche se continuano a darci dentro di impegnohttps://www.youtube.com/watch?v=ZG6yxVn-mpw  e pure Cold Day In Hell e Big Helen sono solo ulteriori, piccole, variazioni sul tema, forse la seconda più raffinata e ricercata. Work It è un brano rock più classico e compatto, una sorta di canzone alla Black Crowes prima maniera, se avessero avuto una vocalist femminile in formazione, e anche Whiskey Chute ha queste connotazioni da rock sudista nella struttura del pezzo, più agile e meno “massiccio” di molti brani precedenti, prima di lasciarci con un altro festival del riff come la conclusiva Real Good Woman che conclude con grinta e compattezza, ma in un ambito abbastanza ripetuto e risaputo, per quanto ben strutturato. Se amate il genere acquistate con fiducia, sicuramente non indispensabile.

Bruno Conti

“Fenomeni” Musicali Naturali! Hurricane Ruth – Born On The Riverultima modifica: 2015-03-20T10:01:04+01:00da bruno_conti
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