Il “Chitarrista”, Con La C Maiuscola! Jeff Beck – Live+

jeff beck - live+

Jeff Beck – Live+ – Atco/Rhino/Warner

Jeff Beck è giustamente considerato uno dei più grandi chitarristi della storia del rock, uno della triade degli “inglesi”, con Eric Clapton e Jimmy Page, entrambi passati, come lui, nella formazione degli Yardbirds, uno dei gruppi seminali, prima nel blues, poi nel pop psichedelico ed infine del rock tout court. Uno dei primi sperimentatori del sound della chitarra elettrica, tra i primi (forse il primo) ad usare il distorsore, in anticipo su Hendrix, con la maniglia del whammy bar, un maestro del vibrato, e anche sul controllo della distorsione della sua solista, tutte tecniche che poi Hendrix averebbe portato alle estreme conseguenze. Inventore anche del power rock trio (ma c’erano già stati i Cream e gli Experience), allargato con il piano di Nicky Hopkins, che poi sarebbe sfociato nell’hard-rock e nel proto heavy metal dei “rivali” Led Zeppelin, battuti a livello di prima uscita discografica ma non certo di vendite. Dopo l’esperienza con il Jeff Beck Group e Beck, Bogert & Appice abbandona il rock-blues ed approda ad una differente versione del jazz-rock che nasceva in quei primi anni ’70 (Mahavishnu Orchestra, Return To Forever, Isotope e Nucleus, in Inghilterra, aggiungerei Alan Holdsworth e Ollie Halsall tra gli innovatori della chitarra elettrica): dischi come Blow By Blow, Wired e There And Back sono dei gioiellini del rock strumentale. Poi nel corso degli anni la produzione di Beck si è persa un po’ per strada a livello qualitativo, per “risorgere” negli anni 2000 con una serie di dischi, soprattutto dal vivo, (questo è il quarto, più un DVD, dal 2008). Le qualità tecniche del chitarrista dei sobborghi di Londra non si discutono e ne ho già parlato altre volte, per esempio recensendo l’ultimo disco di studio di Jeff Emotion & Commotion http://discoclub.myblog.it/2010/03/25/un-fenomeno-di-65-anni-coi-capelli-neri-corvini-jeff-beck-em/vincitore di due premi Grammy nel 2011, a cui se ne aggiunse un terzo per la collaborazione con Herbie Hancock nell’Imagine Project. E il suo DVD Live At Ronnie Scott’s ha ricevuto il disco di platino, una rarità per un video musicale. Lo scorso anno è uscito un DVD Live In Tokyo, che era la testimonianza della parte giapponese del tour 2014 https://www.youtube.com/watch?v=O-E1FBkzMms .

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Ora esce questo Live+, che riporta estratti dai concerti eseguiti nel segmento nord-americano dello stesso tour. E per la prima volta, accanto al Jeff Beck virtuoso irraggiungibile del rock-jazz strumentale, possiamo (ri)ascoltare il chitarrista verace per antonomasia, quello che ha reso unica una stragione della musica rock a cavallo degli anni ’60 e ’70, nel senso che ritorna a darci dentro con il R&R (peraltro onorato nel tributo a Les Paul dell’eccellente Rock’n’Roll Party, insieme alla band di Imelda May), ma questa volta tutti i suoi stili convivono in un unico album, anche grazie alla presenza di un grande vocalist americano come Jimmy Hall, già leader dei Wet Willie, una delle formazioni storiche del southern rock targato Capricorn, pure ottimo armonicista. Nella setlist del disco si trovano quelle che secondo chi scrive (e già questo depone a favore dell’album) sono tre delle più belle canzoni della storia, A Change Is Gonna Come di Sam Cooke, A Day In The Life dei Beatles e Little Wing di Jimi Hendrix, tre brani da Top Ten all-time. E anche il contorno non scherza, un trittico di brani rock-blues che Beck non faceva tutti insieme da secoli, Morning Dew (che era su Truth), Rollin’ & Tumblin’ (sul per il resto orrido You Had It There del 2001) e una ferocissima Going Down (che era su Jeff Beck Group del 1972, quello con l’arancia, prodotto da Steve Cropper) scritta da Don Nix per i Moloch, famosa per la versione di Freddie King, ma legata indissolubilmente a Jeff Beck che l’ha resa sua, nonostante i tentativi di mille altri, anche gli Stones in anni recenti.

Morning Dew, Going Down e Superstition (perchè c’è anche questa, in una gagliarda versione, in Live+) non si ascoltavano tutte insieme dai tempi del Live In Japan di Beck, Bogert & Appice, uno dei doppi dal vivo più scoppiettanti della storia del rock, con Beck che fa i numeri alla chitarra. Ma anche in questo nuovo CD il corvino Beck (sono passati 5 anni da Emotion and Commotion ma i capelli sono miracolosamente sempre più neri) è in grande forma, egregiamente aiutato dall’attuale formazione che si avvale della bravissima bassista Rhonda Smith, autrice di un incredibile assolo nell’omaggio alla Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin in You Know You Know, dove Beck esplora i limiti della chitarra elettrica, in un solo che ha una difficoltà tecnica mostruosa e una varietà di toni e coloriture sonore uniche; ottimo anche il batterista Jonathan Joseph che è esplosivo fin dall’iniziale Loaded, uno dei due brani “nuovi”, con Why Give It Away,  comunque tratti entrambi dall’EP Yosogay pubblicato solo per il mercato giapponese (infatti in altre recensioni ho visto che Beck annuncia l’ultimo brano citato come new, si pensava fossero inediti, ma chi scrive così, erra ). Entrambi i brani, oltre all’esplosiva Hammerhead, uno degli strumentali migliori contenuti in Emotion & Commotion https://www.youtube.com/watch?v=rk592FqzjQ0 , e alla sequenza Big Block e Where Where You, tratte da Jeff Beck’s Guitar Shop illustrano il lato più jazz-rock della serata, con una sequenza di soli mozzafiato, ai limiti del paranormale.

Per il sottoscritto, però, i momenti migliori sono quelli dove Jeff affronta il suo passato di rocker, la versione fantastica di Morning Dew, cantata da Jimmy Hall,  che ha classica voce dello shouter rock, quella del vecchio Rod Stewart dei tempi che furono o di altri grandi cantanti rock che non erano più nell’orbita di Jeff da anni, a parte qualche voce femminile come l’ottima Joss Stone o Imelda May, occasionalmente pure Beth Hart in una fantasmagorica versione di I’d Rather Go Blind al Kennedy Center nel 2012 https://www.youtube.com/watch?v=fALdOkf_eCM. o anche in  Goin’ Down https://www.youtube.com/watch?v=DVc4RSjnb00  Emozionante comunque la versione di A Change Is Gonna Come, un classico della musica soul, cantato con grande passione e stamina da Hall, che inchioda una performance da incorniciare https://www.youtube.com/watch?v=VKBRcP4Nmb0 , presentando il suo socio chitarrista come Geoffrey (il vero nome di Beck, evidentemente i due devono essere proprio amici) e pure in Little Wing, una versione lenta che rispetta i tempi di quella originale di Hendrix e non segue quelli più veloci della riscrittura di Clapton, in entrambi i brani Jeff Beck è grandioso ed unico alla solista, con quel sound che incanta anche nella versione strumentale magnifica di A Day In The Life, un omaggio alle melodie dei Beatles più ispirati https://www.youtube.com/watch?v=XzI5s6cdvqk  o nella breve ma stupenda cover del traditional Danny Boy, meno di due minuti dove anche i silenzi tra una nota e l’altra contribuiscono alla magia del brano. Nel ricordare che c’è anche un ottimo secondo chitarrista nella persona di Nicholas Meier, purtroppo non possiamo tacere anche i due brani di studio che costituiscono il + del titolo, due brani dal sound metallico e robotico, anche moderno, con accenni hip-hop e la presenza come voci femminili di tali Ruth Lorenzo, in Tribal e Veronica Bellino, anche alla batteria, che non ricorderò nelle mie preghiere della sera e che se sono anticipazioni del nuovo album in uscita a fine anno non depongono a favore di come sarà, ma per il momento non possono guastare il giudizio di un ottimo album dal vivo, tra i migliori dell’anno!

Bruno Conti

Il “Chitarrista”, Con La C Maiuscola! Jeff Beck – Live+ultima modifica: 2015-05-27T20:25:11+02:00da bruno_conti
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