From Los Angeles, California, The Dawes – All Your Favourite Bands

dawes all your favorite bands

Dawes – All Your Favourite Bands – Hub Records

Ma non erano i Doors? Ovviamente anche loro, from Los Angeles, California. Ma visto che pure i Dawes vengono da lì, consentite il giochetto di parole del titolo. Quella che conta è la musica, e i fratelli Goldsmith, Taylor, voce e chitarra, leader indiscusso e Griffin, batteria, con l’aiuto di Wylie Gelber, al basso eTay Strathairn, tastiere, confermano che la musica californiana, rivitalizzata dalla crescita di un talento come Jonathan Wilson e dalla “rinascita” di un personaggio come Jackson Browne (tutti musicisti fondamentali nella storia dei Dawes), gode di ottima salute. Ci sono molti altri solisti e gruppi che gravitano in questa area musicale (penso ai Blue Rodeo e Doug Paisley in Canada, un paio di decadi fa i Jayhwaks, di cui i Dawes potrebbero essere gli eredi, se non fossero già i “figli illeggitimi” di una notte di amore tra Jackson Browne e gli Eagles migliori del primo periodo), ma il quartetto di L.A, con questo All Your Favorite Bands, conferma tutto quanto di buono aveva fatto nei primi tre album (ne avevano pure fatti un paio quando si chiamavano Simon Dawes e in formazione c’era ancoral ‘ottimo Blake Mills), anzi, sotto la guida di David Rawlings, che regala una produzione sontuosa e ricca di dettagli, ma registrata in presa diretta e quindi immediata, come dovrebbe sempre essere per questo tipo di dischi, per evitare di infilarsi nel loro metaforico buco del…, mi fermo ma avete capito, e ultimamente succede ad alcuni, abbastanza spesso.

Il disco si apre con questa Things Happen qui sopra, perfetto singolo rock, come non se ne fanno quasi più, bella melodia, armonie musicali fantastiche, incrocio di chitarre e tastiere, tutto molto semplice, ma lascia già intuire dove andrà a parare tutto il resto del disco. Che comprende almeno tre piccoli “capolavori” (troppo? diciamo gioiellini), le tre canzoni più lunghe, ricche ed elaborate: Somewhere Along The Way è una sontuosa ballata mid-tempo alla Jackson Browne, circa 1974/1976, con le deliziose armonie vocali del gruppo arricchite dal delicato lavoro del piano di Strathairn e dai tocchi delle chitarre acustiche, probabilmente di Rawlings e Richard Bennett e da un ricamo della elettrica di Taylor Goldsmith, di nuovo pressoché perfetta, l’epitome del sound californiano, un piccolo appunto, peccato che sfumi dopo “soli” 5 minuti e 40 secondi. Altra canzone bellissima è I Can’t Think About It Now, un brano degno delle migliori composizioni degli Eagles più ispirati, con il tocco di genio delle armonie vocali delle McCrary Sisters e di Gillian Welch che rendono quasi epico un brano giocato sui chiaroscuri di chitarre elettriche fantastiche, organo e sezione ritmica raffinatissima nel leggero crescendo della parte centrale strumentale, un vera delizia per i padiglioni auditivi dell’ascoltatore https://www.youtube.com/watch?v=FVqIJjkMEwY . A completare questo trittico da sogno i quasi dieci minuti di Now That It’s Too Late, Maria, un’altra ballata che ai temi sonori già ricordati aggiunge spunti degni della Band, con l’organo che quasi fluttua sullo sfondo, mentre la chitarra di Taylor Goldsmith tratteggia un lavoro ritmico-solista di rara bellezza e la voce è ispirata e avvolgente, per lasciare spazio ad una coda strumentale finale dove la solista e il piano si completano a vicenda https://www.youtube.com/watch?v=g2Vc9c6p2qs .

E non è che le altre canzoni siano brutte, anzi: Don’t Send Me Away con la macchina che si trasforma in un contenitore di rimpianti mai dimenticati  “I’m getting on the freeway/Your jacket’s in my car/Your ashes in my ashtray/And I’m there with you, wherever you are.”, ha uno strano tempo di non facile attribuzione, ma è comunque un altro bel pezzo rock, con un tagliente assolo di chitarra che spezza la struttura morbida del brano. All You Favourite Bands, la title-track, è un’altra bellissima ballata di stampo pianistico che poi si apre nella seconda parte e diventa un’altra perla di puro West-Coast sound, degna dei citati Jayhawks (che perlatro californiani non erano). Anche To Be Completely Honest ha le stimmate di quelle ballate dolenti, ma ricche di elettricità, che sono il segno distintivo del miglior Jackson Browne, “solite” armonie vocali da applausi, l’organo e la chitarra sempre in perfetta simbiosi sonora e un’altra canzone di grande spessore qualitativo https://www.youtube.com/watch?v=fYl_6H6wijo . Rimangono la romantica e spezzacuori Waiting For You Call, altra ballata valzerata (la forma preferita di questo album) che per certi versi mi ha ricordato certe incursioni nel genere da parte di Elvis Costello, quando Steve Nye prendeva il bastone di comando, qui coadiuvato dalla pedal steel di Paul Franklin che si “lamenta” sullo sfondo e, last but not least, Right On Time, un bel pezzo rock di quelli più vibranti ed arrembanti, con la batteria a dettare il ritmo, organo, piano e chitarre a delineare le sonorità, ed il cantato di Taylor Goldsmith e soci ancora una volta a costituire la classica ciliegina sulla torta https://www.youtube.com/watch?v=lbeW4mrsPXk.

California uber alles (non quella dei Dead Kenedys).

Bruno Conti

From Los Angeles, California, The Dawes – All Your Favourite Bandsultima modifica: 2015-06-03T18:13:57+02:00da bruno_conti
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