Speriamo Che Prima Del Prossimo Disco Passino Altri 33 Anni! Bill Wyman – Back To Basics

bill wyman back to basics

Bill Wyman – Back To Basics – Proper CD

Prima di iniziare, una precisazione: se contiamo l’album Stuff gli anni sarebbero “solo” 23, ma siccome quel disco è uscito soltanto in Giappone ed Argentina, normalmente ci si riferisce all’omonimo Bill Wyman del 1982 come ultimo disco solista del bassista nato William George Perks 79 anni fa. Ma andiamo con ordine: è opinione comune, e sensata, che i Rolling Stones senza Bill Wyman (che li lasciò nel 1993 ufficialmente per logorio fisico e mentale) siano sempre i Rolling Stones, mentre Bill Wyman senza gli Stones è un bassista in pensione senza una ben precisa direzione artistica. Wyman, aldilà della sua capacità con lo strumento che nessuno ha mai messo in discussione, non è mai stato un songwriter prolifico: appena due brani scritti durante il suo regno con le Pietre Rotolanti (In Another Land, da lui anche cantata ed uscita perfino come singolo, e la rara Downtown Suzie – era sulla compilation Metamorphosis – cantata però da Mick Jagger) ed il resto distribuito nei tre album solisti usciti tra il 1974 ed il 1982 (Monkey Grip, Stone Alone ed il già citato Bill Wyman), nessuno dei quali conteneva canzoni meritorie di essere tramandate alle generazioni future.

(NDM: a metà anni ottanta ci sarebbero anche i due dischi che Bill ha inciso con Willie And The Poor Boys, ma quando sei in una band con Jimmy Page, Paul Rodgers e Charlie Watts o fai il disco del secolo o è meglio che lasci perdere…)

Ciò che si ricorda più facilmente di Wyman in campo musicale negli anni recenti (dato che in altri campi è sempre stato molto “attivo”, dalla relazione scandalosa con la starlette minorenne Mandy Smith, all’apertura di ristoranti, fino alla vendita di metal detectors) è sicuramente la sua mini-carriera con i Bill Wyman’s Rhythm Kings, un combo variabile che ha visto al suo interno fior di musicisti (qualche nome: Albert Lee, Gary U.S. Bonds, Georgie Fame, Gary Brooker, Eddie Floyd, Andy Fairweather-Low) e che negli anni dal 1997 al 2004 ha pubblicato cinque album, più due live postumi: dischi nei quali, pur non mancando i momenti piacevoli, la miccia non si è mai accesa del tutto, dimostrando che quando manca l’anima non bastano bravura e mestiere (altrimenti i Toto sarebbero la più grande rock band del mondo…).

Ora quindi che fa il buon Bill? Un disco come solista! Devo però avvertirvi di lasciar perdere pugni al cielo e fregatine alle mani, perché se lo fate vuol dire che non sapete, o non vi ricordate, come se la cava il nostro come cantante (dato che comunque con i Rhythm Kings si avvicinava raramente al microfono). Ve lo dico io: malissimo! Un cantante cosa deve avere per essere considerato tale? Voce, intonazione, feeling, capacità interpretativa: a volte basta anche una sola di queste cose per cavarsela, ma nel caso di Wyman io non riesco a trovarne mezza. Il suo “cantare” è infatti una via di mezzo tra un sussurro ed un rantolo, quasi sempre sulla stessa tonalità, zero feeling ed ancora meno intonazione, un approccio che sarebbe in grado di penalizzare qualsiasi canzone. E se mi dite che anche J.J. Cale non aveva voce, e pure Lou Reed parlava invece di cantare, vuol dire che non avete mai sentito Bill all’opera… E non date la colpa all’età avanzata, non ha mai avuto voce, punto. L’età al massimo ha peggiorato le cose.

Ma questo non è l’unico problema di Back To Basics, in quanto, oltre al Bill Wyman cantante abbiamo anche il Bill Wyman compositore, che non è molto meglio, e quindi l’ascolto dei dodici brani (fortunatamente non esistono versioni deluxe) si rivela un compito al limite del proibitivo; peccato, in quanto la band che accompagna Bill è formata da ottimi sessionmen, che rispondono ai nomi di Robbie McIntosh (chitarre, ex Pretenders e Paul McCartney touring band), Terry Taylor (chitarre, già nei Rhythm Kings), Guy Fletcher (tastiere, collaboratore storico di Mark Knopfler) e Graham Broad (batteria, Van Morrison, Roger Waters), ed il disco, grazie al produttore Andy Wright, avrebbe anche un bel suono.

L’inizio del CD non è nemmeno da buttare: What & How & If & When & Why (più che un titolo, una lezione di grammatica) ha un bel tiro, basso e batteria “a pompa” ed un ottimo riff chitarristico, ed il “parlar rantolando” di Bill a tempo con il ritmo sembra quasi avere un senso. Già con I Lost My Ring, un errebi-funky suonato comunque bene, il disco comincia a mostrare la corda, con il sussurro di Bill paragonabile a quelli dei maniaci omicidi dei film, mentre servirebbe semplicemente un cantante: meno male che nel ritornello ci sono le voci femminili a cercare di rimettere la melodia in carreggiata. Love, Love, Love, voce a parte, è un pop quasi beatlesiano (da un ex Stone…) abbastanza risaputo, e con un testo da seconda elementare; Stuff è un rifacimento della title track dell’album “giapponese”, e sinceramente mi chiedo cosa ci trovi Bill di tanto interessante da doverla incidere di nuovo. Running Back To You non sarebbe male se fosse uno strumentale, ma purtroppo è cantata anche questa, She’s Wonderful vorrebbe essere una soul ballad con accenni swamp, ma solo nelle intenzioni, e comunque Bill come apre bocca ammoscia tutto.

Seventeen è brutta e basta, anche se a cantare ci fosse Freddie Mercury, I’ll Pull You Through ha lo stesso attacco strumentale di almeno altre quattro canzoni all’interno del CD, e questo lascia capire il valore di Wyman anche come songwriter. Credo di aver scritto anche troppo, se vi dico che i restanti quattro pezzi non alzano il valore del disco (anzi) mi dovete credere sulla parola.

Bill Wyman è tornato: alzi la mano chi ne sentiva la mancanza.

Marco Verdi

bill wyman solo box

P.S: quasi in contemporanea la Edsel mette in commercio un box di 4CD con tutti i precedenti lavori di Bill (Stuff compreso), con tanto di bonus tracks per ogni disco, che ha al suo interno anche un DVD: così in due colpi soli vi potete fare la sua discografia completa.

Ideona, vero?

Speriamo Che Prima Del Prossimo Disco Passino Altri 33 Anni! Bill Wyman – Back To Basicsultima modifica: 2015-07-11T09:38:03+02:00da bruno_conti
Reposta per primo quest’articolo