Nel Frattempo Proseguono Le Ristampe Degli Album Di Paul MCartney: Questa Volta Tocca A Tug Of War E Pipes Of Peace

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Prosegue la ristampa potenziata del catalogo di Paul McCartney su etichetta MPL/Hear Music del gruppo Universal. I prossimi due titoli sono previsti per il 2 ottobre. Diciamo che non si tratta di album tra i più memorabili della discografia di Macca (ma neppure tra i più brutti) però i fans dei Beatles ed i collezionisti più incalliti saranno felici perché, come vedete, ci saranno anche le classiche edizioni SuperDeluxe. Nel caso di Tug Of War, versione in quattro dischetti, uno dei CD conterrà la versione remix 2015 dell’album, di cui francamente si potrebbe anche fare a meno, perchè le differenze di prezzo tra le versioni doppie Deluxe e quelle più “lussuose” sono pur sempre nell’ordine di una ottantina di euro. Comunque vediamo i contenuti e le edizioni proposte.

Paul McCartney – Tug Of War – 2 CD – 2 LP – 3CD + 1 DVD

CD 1: Remixed Album

Tug of War (Remixed 2015)
Take It Away (Remixed 2015)
Somebody Who Cares (Remixed 2015)
What’s That You’re Doing? (Remixed 2015)
Here Today (Remixed 2015)
Ballroom Dancing (Remixed 2015)
The Pound Is Sinking (Remixed 2015)
Wanderlust (Remixed 2015)
Get It (Remixed 2015)
Be What You See (Link) (Remixed 2015)
Dress Me Up As a Robber (Remixed 2015)
Ebony and Ivory (Remixed 2015)

CD 2: Original Album

Tug of War
Take It Away
Somebody Who Cares
What’s That You’re Doing?
Here Today
Ballroom Dancing
The Pound Is Sinking
Wanderlust
Get It
Be What You See (Link)
Dress Me Up As a Robber
Ebony and Ivory

CD 3: Bonus Audio

Stop, You Don’t Know Where She Came From [Demo] (previously unreleased)
Wanderlust [Demo] (previously unreleased)
Ballroom Dancing [Demo] (previously unreleased)
Take It Away [Demo] (previously unreleased)
The Pound Is Sinking [Demo] (2015 Remaster)
Something That Didn’t Happen [Demo] (previously unreleased)
Ebony and Ivory [Demo] (previously unreleased)
Dress Me Up As a Robber/Robber Riff [Demo] (previously unreleased)
Ebony and Ivory [Solo Version] (B-side of “Ebony and Ivory” 12-inch single)
Rainclouds (B-side of “Ebony and Ivory” 7-inch single)
I’ll Give You a Ring (B-side of “Take It Away” single)

DVD – Bonus Film

Tug of War Music Video (Version 1)
Tug of War Music Video (Version 2)
Take It Away Music Video
Ebony and Ivory Music Video
Fly TIA – Behind The Scenes on Take It Away (new 18 minute documentary using previously unreleased archive footage)

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Paul McCartney – Pipes Of Peace – 2 CD – 2 LP – 2 CD + DVD

CD 1: Remastered Album (Stereo)

Pipes of Peace
Say Say Say
The Other Me
Keep Under Cover
So Bad
The Man
Sweetest Little Show
Average Person
Hey Hey
Tug of Peace
Through Our Love

CD 2: Bonus Audio

Average Person [Demo] (previously unreleased)
Keep Under Cover [Demo] (previously unreleased)
Sweetest Little Show [Demo] (previously unreleased)
It’s Not On [Demo] (previously unreleased)
Simple As That [Demo] (previously unreleased)
Say Say Say [2015 Remix] (previously unreleased)
Ode to a Koala Bear (B-side of ‘Say Say Say’ single)
Twice in a Lifetime (bonus track from 1993
Christian Bop (previously unreleased)

DVD

Pipes of Peace Music Video
So Bad Music Video
Say Say Say Music Video
Hey Hey in Montserrat (previously unreleased home movie footage, 3 mins)
Behind the Scenes at AIR Studios (previously unreleased 6 min edit)
The Man (previously unreleased home movie footage, 4 mins)

Questo è quanto, alla prossima.

Bruno Conti

Novità Di Settembre, Appendice Finale. Darlene Love, Lucero,Tommy Keene, Dead Weather, Taste

darlene love introducing

E siamo arrivati al capitolo finale delle varie anticipazioni sulle uscite discografiche più interessanti (almeno per il Blog) del mese di settembre: nel Post odierno ho recuperato alcuni titoli che erano sfuggiti per vari motivi nei capitoli precedenti. Sicuramente ce ne saranno altri che mancano all’appello, alcuni di cui comunque ci saremmo occupati in ogni caso ed insieme ai più importanti di quelli via via segnalati avranno diritto ad un Post apposito ad hoc.

Questo Introducing Darlene Love in un primo momento mi era sfuggito perché pensavo si trattasse di una antologia dedicata alla leggendaria cantante americana da sempre associata con Phil Spector, ma che vanta anche una sorta di venerazione da parte di Bruce Springsteen e Miami Steve Van Zandt. Proprio Little Steven è il produttore e l’arrangiatore di questo progetto in uscita il 18 settembre per la Wicked Cool Records via Columbia, con la partecipazione di una miriade di ospiti incredibili:

1. Among The Believers (Stevie Van Zandt)
2. Forbidden Nights (Elvis Costello)
3. Love Kept Us Foolin Around (Linda Perry)
4. Little Liar (Desmond Child/Joan Jett)
5. Still Too Soon To Know (Elvis Costello)
6. Who Under Heaven (Jimmy Webb)
7. Night Closing In (Bruce Springsteen)
8. Painkiller (Michael Des Barres/Paul Ill)
9. Just Another Lonely Mile (Bruce Springsteen)
10. Last Time (Stevie Van Zandt)
11. River Deep, Mountain High (Phil Spector/Jeff Barry/Ellie Greenwich)
12. Sweet Freedom (Barry Mann/Cynthia Weil)
13. Marvelous (Walter Hawkins)
14. Jesus Is The Rock (That Keeps Me Rollin) (Stevie Van Zandt)

Quelli tra parentesi sono gli autori, ma molti di loro partecipano in modo fattivo anche alla realizzazione dell’album di Darlene Love, il primo album nuovo dal lontano 1988; come vedete ci sono due canzoni di Springtsteen e due di Costello (e tre di Van Zandt, che suona anche la chitarra in tutto il disco): francamente non sentivo la mancanza di Linda Perry e Desmond Child, ma fanno parte del pacchetto totale e in ogni caso il video di Forbidden Nights è delizioso, con l’avvertenza che quelli che si vedono non sono i sosia di Patti Scialfa, Bruce Springsteen, Joan Jett, Bill Murray, Elvis Costello, Paul Shaffer e Steven Van Zandt, oltre a David Letterman con barba, ma gli originali..

e qui la troviamo con Bruce e soci alla serata speciale per i 25 anni della Rock And Roll Hall Of Fame

lucero all a man should do

Un po’ a sorpresa, sempre il 18 settembre, esce anche il nuovo album dei Lucero
All A Man Should Do. Dieci nuovi brani per la band di Ben Nichols, preceduti dal singolo, che già mi piace solo dal titolo, Went Looking For Warren Zevon’s Los Angeles

1. Baby Don’t You Want Me
2. Went Looking for Warren Zevon’s Los Angeles
3. The Man I Was
4. Can’t You Hear Them Howl
5. I Woke Up in New Orleans
6. Throwback No. 2
7. They Called Her Killer
8. Young Outlaws
9. I’m in Love with a Girl
10. My Girl & Me in ‘93

Etichetta Ato Records, come al solito.

tommy keene laugh in the dark

Nuovo album anche per Tommy Keene, purtroppo uno dei secreti meglio conservati del rock americano, questo Laugh In The Dark, in uscita negli USA il 4 settembre per la Second Motion (e il 25 settembre per il mercato europeo), tra CD, EP, Compilations e Live è già il 20° album della sua discografia. Se vi piace il rock classico ad alto tasso chitarristico (vogliamo chiamarlo power pop?) ricco di melodie, canzoni di gran classe e raffinatezza questo signore fa per voi. Titoli dei brani:

1. Out Of My Mind
2. Dear Heloise
3. Last Of The Twilight Girls
4. All The Lights Are Alive
5. Laugh In The Dark
6. I Belong To You
7. Alone In These Modern Times
8. I Want It To Be Over Now
9. Go Back Home
10. All Gone Away

Video del nuovo album ancora nulla, per avere una idea di chi parliamo un paio di brani dal passato. Dal classico Songs From The Film del 1986

e dall’ultima uscita del 2013, Excitement at Your Feet, un disco di cover, questa è la sua versione di Guiding Light dal capolavoro dei Television Marquee Moon

e le tracce audio del nuovo disco

dead weather dodge and burn

Registrato approssimativamente tra il luglio 2014 e il luglio 2015 (ma il singolo solo in vinile con Open Up e Buzzkill(er) era stato inciso sul finire del 2013 e pubblicato dall’etichetta personale di Jack White Third Man Records). Stessa etichetta, con distribuzione Warner, per il terzo album dei Dead Weather Dodge And Burn, uscita prevista per il 25 settembre: con White, versione capello corto, i soliti Alison Mosshart, Dean Fertita e Jack Lawrence. Non mi hanno mai fatto impazzire, lo preferisco con i Raconteurs, comunque questo è il brano che anticipa l’album, un buon pezzo di hard rock classico

taste what0s going on

E per finire, Taste What’s Going On Live At The Isle Of Wight. Come i più attenti avranno notato, nel recentissimo cofanetto quadruplo della band di Rory Gallagher I’ll Remember,  il concerto registrato all’isola di Wight non c’era, pur facendo parte della discografia ufficiale ed essendo stato pubblicato varie volte in CD. Ma questa volta il concerto esce in vari formati: CD, 2 LP e, per la prima volta, anche in DVD e Blu-Ray. Il tutto ad opera della Eagle Rock e con data di pubblicazione 18 settembre. Se proprio vogliamo essere pignoli nel DVD Message to Love:The Isle of Wight Festival 1970 c’erano due brani dei Taste, Sinner Boy e Gamblin’ Blues, ma questa volta c’è tutto il concerto completo:

TRACKLISTING CD / 2LP
1) What’s Going On
2) Sugar Mama
3) Morning Sun
4) Gambling Blues
5) Sinner Boy
6) I’ll Remember
7) I Feel So Good
8) Catfish Blues
9) Same Old Story
10) Blister On The Moon

TRACKLISTING DVD / Blu-Ray
1) What’s Going On
2) Sugar Mama
3) Morning Sun
4) Gambling Blues
5) Sinner Boy
6) Same Old Story
7) Catfish Blues
8) I Feel So Good

Quindi anche chi già possiede il CD sarà costretto al “sacrificio”, ci tocca!

In ogni caso soldi ben spesi, la leggenda di Rory Gallagher continua…

E anche noi proseguiamo, ci sentiamo alla prossima.

Bruno Conti

Per La “Gioia” Del Grande Van, E Nostra, Ristampe Varie Future. Van Morrison, Il 30 Ottobre Astral Weeks & His Band And The Street Choir

van morrison astral weeks van morrison his band

Quest’anno, dopo essere stato per alcuni anni senza un contratto discografico, Van Morrison ha firmato un contratto di distribuzione con la Sony/Bmg, l’ultima major che gli mancava di avere girato, e di conseguenza a metà marzo ha pubblicato un “nuovo” album, Duets: Reworking Tha Catalogue su etichetta RCA http://discoclub.myblog.it/2015/03/21/vivo-van-morrison-duets-re-working-the-catalogue-la-recensione/, decisamente un buon disco. Come conseguenza logica, anche dal titolo del CD, la Sony, che ha acquisito pure i diritti del catalogo discografico, ed essendo in possesso di una ulteriore etichetta come la Sony Legacy, specializzata in questo tipo di operazioni, si prepara a ristampare i vecchi album di Morrison che erano spariti dal mercato, e proprio verso la seconda metà di agosto venivano annunciati i primi 4 titoli di questa operazione, Saint Dominic’s Preview, Hard Nose The Highway, It’s Too Late To Stop Now e Enlightenment, credo sempre scelti a caso con il vecchio sistema del bambino bendato utilizzato per le estrazioni delle lotterie, anche se non è dato sapere se saranno singoli dischi o versioni doppie potenziate, come spesso è peculiarita della serie Legacy, e con una data presunta, ma non indicata di uscita, nel 2016. Nel frattempo il primo frutto tangibile di questa operazione è la pubblicazione del classico doppio The Essential Van Morrison, senza inediiti e rarità, ma con una ottima selezione di brani per chi si vuole avvicinare alla musica del grandissimo Van The Man.

van morrison the essential

I classici e i successi ci sono tutti, mancano ovviamente i brani più lunghi e le chicche prelibate del suo immenso repertorio:

[CD1]
1. Gloria (w. Them)
2. Here Comes The Night (w. Them)
3. Spanish Rose
4. Brown Eyed Girl
5. Astral Weeks
6. The Way Young Lovers Do
7. Moondance
8. Crazy Love
9. And It Stoned Me
10. Into The Mystic
11. Domino
12. Wild Night
13. Tupelo Honey
14. Jackie Wilson Said (I’m In Heaven When You Smile)
15. Warm Love
16. Fair Play
17. Caravan
18. Hungry For Your Love
19. Cleaning Windows (Live)

[CD2]
1. Bright Side Of The Road
2. And The Healing Has Begun
3. Tore Down A La Rimbaud
4. Someone Like You
5. Irish Heartbeat (w. The Chieftains)
6. Whenever God Shines His Light (w. Cliff Richard)
7. Have I Told You Lately
8. Real Real Gone
9. Enlightenment
10. Why Must I Always Explain?
11. Days Like This
12. That’s Life
13. Rough God Goes Riding
14. Precious Time
15. Once In A Blue Moon
16. Magic Time
17. Playhouse
18. Sweet Thing (Live)

Ma nel frattempo, con immensa gioia di Morrison, mi immagino, e da qui il titolo del Post, la Warner/Rhino che possiede i diritti dei primi 3 album, annuncia le ristampe dei due in loro possesso non ancora usciti, dopo la ripubblicazione potenziata nell’ottobre 2013 di  Moondance, senza l’approvazione dell’artista irlandese che aveva fatto sentire la sua voce per esprimere il suo disappunto per l’intero progetto http://discoclub.myblog.it/tag/moondance/. Non ho ancora avuto occasione di leggere se si è espresso anche su questo nuovo capitolo della sua saga, ma presumo non la prenderà molto bene neppure in questo caso. In ogni caso la Warner ha annunciato l’uscita dei due titoli per il 30 ottobre, e per una volta, bontà loro, escono entrambi “solo” in versione singola, comunque rimasterizzati e potenziati con alcune tracce extra. Se vi manca, nel frattempo vi consiglierei di provvedere anche all’acquisto dell’Astral Weeks revisited in edizione Live…

 

Comunque questi i contenuti delle nuove versioni:

Van Morrison – Astral Weeks

Track Listing
1. “Astral Weeks”
2. “Beside You”
3. “Sweet Thing”
4. “Cyprus Avenue”
5. “The Way Young Lovers Do”
6. “Madame George”
7. “Ballerina”
8. “Slim Slow Slider”
Bonus Tracks – Previously Unreleased
9. “Beside You” (Take 1)
10. “Madame George” (Take 4)
11. “Ballerina” (Long Version)
12. “Slim Slow Slider” (Long Version)

Van Morrison – His Band And The Street Choir

Track Listing
1. “Domino”
2. “Crazy Face”
3. “Give Me A Kiss”
4. “I’ve Been Working”
5. “Call Me Up In Dreamland”
6. “I’ll Be Your Lover, Too”
7. “Blue Money”
8. “Virgo Clowns”
9. “Gypsy Queen”
10. “Sweet Jannie”
11. “If I Ever Needed Someone”
12. “Street Choir”
Bonus Tracks – Previously Unreleased
13. “Call Me Up In Dreamland” (Take 10)
14. “Give Me A Kiss” (Take 3)
15. “Gypsy Queen” (Take 3)
16. “I’ve Been Working” (Alternate Version)
17. “I’ll Be Your Lover, Too” (Alternate Version)

Ci risentiamo poi al momento dell’uscita per un esame più approfondito, sempre tempo permettendo.

Bruno Conti

Eravate Preoccupati? Finalmente il 2 Ottobre Il Nuovo Joe Bonamassa – Live At Radio City Music Hall

joe bonmassa live at radio city musici hall

Joe Bonamassa – Live At Radio City Music Hall – CD/DVD o CD/Blu-Ray J&R Adventures/Mascot/Provogue 02-10-2015

Non è passato neppure un mese dall’uscita del nuovo album dei Rock Candy Funk Party (devo ancora pubblicare la recensione, decisamente positiva, tra l’altro) e poco più  di cinque mesi dall’uscita dello splendido Muddy Wolf At Red Rocks ( per chi scrive il disco dal vivo dell’anno http://discoclub.myblog.it/2015/04/03/nothing-but-the-blues-and-more-puo-bastare-joe-bonamassa-muddy-wolf-at-red-rocks/) e già siamo in rampa di lancio per un nuovo album (e video) Live di Joe Bonamassa. L’ironia ovviamente si spreca ma il soggetto ci mette del suo, anche se poi tutti i suoi dischi a livello qualitativo sono più che buoni. Prendete questo nuovo Live At Radio City Music Hall la cui uscita è prevista per il prossimo 2 ottobre, conterrà il meglio dei due concerti tenuti al leggendario teatro di New York nel mese di gennaio del 2015, con 2 canzoni nuove, registrate per l’occasione, 9 brani inediti nelle versioni dal vivo ed il seguente contenuto della parte audio e video:

CD TRACK LISTING:

  1. I Can’t Be Satisfied 
  2. One Less Cross To Bear **
  3. Living On The Moon * 
  4. I Gave Up Everything For You, ‘Cept The Blues *
  5. Dust Bowl
  6. Trouble Town *
  7. Still Water **
  8. Different Shades Of Blue *
  9. Happier Times *
  10. Never Give All Your Heart *
  11. Hidden Charms 
  12. Love Ain’t A Love Song 
  13. So, What Would I Do? *

** Newly recorded song * Previously Unreleased live track

VIDEO TRACK LISTING:

  1. Joe Bites The Big Apple (titles)
  2. Dust Bowl
  3. Trouble Town *
  4. Still Water **
  5. Different Shades Of Blue *
  6. The Huckleberries – Introducing the acoustic band
  7. Black Lung Heartache 
  8. Happier Times *
  9. Never Give All Your Heart *
  10. Hidden Charms 
  11. Living On The Moon *
  12. I Can’t Be Satisfied 
  13. Double Trouble 
  14. One Less Cross To Bear **
  15. Love Ain’t A Love Song 
  16. Introducing the Electric Band
  17. “Happy Birthday Mom!”
  18. I Gave Up Everything For You, ‘Cept The Blues *
  19. So, What Would I Do? *

** Newly recorded song * Previously unreleased live track BONUS FEATURETTE:

    • Joe Bites The Big Apple (behind-the-scenes) 45 Mins

75 minuti di musica nel compact disc, due ore e mezzo di materiale video, comprensivo di 45 minuti di materiale girato dietro le quinte, un libretto di 40 pagine con foto esclusive, e questo è un piccolo assaggio del tutto (formazione con i fiati):

Se ne parla più diffusamente dopo l’uscita.

Bruno Conti

Un Simpatico Affare Di Famiglia, Con Amici Illustri: Watkins Family Hour

watkins family hous

Watkins Family Hour – Same – Family Hour Records/Thirty Tigers

Quando nel 2002 ai fratelli Sean e Sara Watkins, nel pieno della loro avventura con i Nickel Creek, la band di progressive country bluegrass tra le migliori del panorama musicale americano, venne offerta una serata al mese da utilizzare nel famoso locale Largo di Los Angeles per presentare nuovo materiale, libere improvvisazioni ed esecuzioni delle cover più disparate, probabilmente non immaginavano che l’idea ed il progetto originale si sarebbero  ampliati fino ad accogliere, nel corso degli anni, colleghi come Jackson Browne, i Dawes, Nikka Costa, Fiona Apple e musicisti straordinari come Greg Leisz e Benmont Tench, oltre ad una sezione ritmica da sogno formata da Sebastian Steinberg al basso e Don Heffington alla batteria. Ora l’idea originale diventa un album che nel titolo del Post ho definito “simpatico”, ma in effetti è una vera boccata di pura aria fresca californiana, pescata da qualche zona non contaminata dall’inquinamento della megalopoli L.A. (e ce ne sono, anche musicalmente). Il disco in definitiva è un tuffo nel miglior country-rock west-coastiano targato anni ’70 (e non solo), realizzato con gusto e destrezza musicale da questo manipolo di musicisti che eseguono undici cover di canzoni più o meno famose con la nonchalanche di un gruppo di amici e parenti che si ritrovano a suonare insieme solo per il puro piacere di farlo e coinvolgono l’ascoltatore con la loro indiscussa bravura https://www.youtube.com/watch?v=l7PJfKJz7ak .

Nella parte strumentale in effetti i protagonisti indiscussi sono la pedal steel e il dobro di Greg Leisz, vero maestro ad entrambi gli strumenti, nonché il piano e l’organo di Benmont Tench, uno dei più grandi tastieristi espressi dalla musica americana negli ultimi quaranta anni; se aggiungiamo i florilegi violinistici di Sara Watkins, altra virtuosa al suo strumento e il delizioso intrecciarsi delle voci di tutti i protagonisti impegnati, dai fratelli Watkins ad una Fiona Apple, a tratti grintosa in modo inconsueto, oltre al fare sornione di Tench e Heffington e Steinberg che cantano pure loro in un brano ciascuno, otteniamo un piccolo compendio di folk, pop, rock e country, con una chiara preponderanza di quest’ultimo. Niente di forndamentale o sconvolgente ma una quarantina di minuti di piacevole musica senza tempo eseguita con una grazia ed una delicatezza ammirevoli. Si parte con quella bellissima canzone, scritta da Robert Earl Keen, che risponde al nome di Feeling Good Again, con la pedal steel e il piano a creare una atmosfera di puro Texas country, ribadita dal violino di Sara Watkins, che fornisce anche una convincente interpretazione vocale; a seguire un classico della country music classica come Where I Ought To Be, scritta da Harlan Howard ma famosa per l’interpretazione di Skeeter Davis, qui in versione a due voci, Sara e Fiona Apple, che è quella principale e canta con una grinta e una convinzione inconsuete per la cantautrice newyorkese, cattiveria e voce roca come raramente, o quasi mai, era capitato in passato https://www.youtube.com/watch?v=Y3J2Rk_cMK8 .

La pedal steel, il piano e il violino sono nuovamente i protagonisti di una deliziosa interpretazione di un brano di uno dei re della country music, quel Roger Miller di cui viene ripresa una Not In Nottingham cantata con grande autorevolezza da Sean Watkins. Steal Your Heart Away è un pezzo di Lindsay Buckingham che in questa versione, cantata ancora da Sara, diventa una sorta di perfetto country-rock anni ’70, alla Eagles o Jackson Brown, Fletwood Mac goes country, delizioso, con Benmont Tench e Greg Leisz strepitosi ai rispettivi strumenti. Tench, canta con spirito alla Randy Newman, ironico e sornione, una Prescription For The Blues che tiene perfettamente fede al al titolo anche grazie agli svolazzi swing del violino della Watkins. Eccellente anche la rivisitazione di una canzone di Bob Dylan che al sottoscritto piace moltissimo, quella Going Gone Gone di cui ricordo una versione cantata da Robin Holcomb che conteneva un assolo sublime di Bill Frisell https://www.youtube.com/watch?v=ALM2SI0GZj8 , molto bella anche questa, cantata con grande partecipazione da Sean Watkins. Hop High è un traditional folk che permette di gustare le evoluzioni violinistche di Sara Watkins che per l’occasione sfodera anche una interpretazione vocale da brividi, mentre tutta la band gira a mille, Leisz per l’occasione al dobro e fratello Sean all’acustica nella jam strumentale nella parte centrale https://www.youtube.com/watch?v=hORlxyPOpJs .

She Thinks I Still Care è una bellissima ballata che faceva parte del repertorio di George Jones, qui cantata, molto bene, in una versione raccolta, dal bassista Sebastian Steinberg che si scambia anche i ruoli strumentali con Sean https://www.youtube.com/watch?v=LKPMcZPHcto , mentre The King Of The 12 Ounce Bottles, scritta da tale Lee Ving, leader di una band country punk negli anni ’80, è l’occasione per sentire anche la voce del batterista Don Heffington, un’altra country ballad della più bell’acqua con la pedal steel di Leisz ancora una volta sugli scudi, ben spalleggiato da Tench per l’occasione all’organo. Early Mornin’ Rain è uno dei capolavori assoluti di Gordon Lighfoot, bellissima canzone anche nella versione che si avvale dei talenti vocali femminili di Sara Watkins, eccellente anche al violino in contrapposizione al dobro di Leisz https://www.youtube.com/watch?v=6TV4Veh1Ddg , prima di unire nuovamente le forze con Fiona Apple per riprendere un altro classico assoluto, quella Brokedown Palace, brano del 1970 dei Grateful Dead, che è la canzone ideale per un “fare thee well” sentito e glorioso  https://www.youtube.com/watch?v=9egfDHqY-to  che conclude nel migliore dei modi questo delizioso tuffo nel passato con la Famiglia Watkins e i loro amici!

Bruno Conti

Il Meno Famoso Dei “Re” Del Blues. Freddie King – Going Down At Onkel Po’s

freddie king live at onkel po's

Freddie King – Going Down At Onkel Po’s – Rockbeat Records

Ultimamente, nella esponenziale crescita delle uscite di vecchi concerti più o meno ufficiali, i compilatori di queste chicche (perché di questo spesso parliamo), si stanno interessando anche al materiale di archivio relativo ai grandi del Blues, bianchi e neri che siano: per l’occasione parliamo di Freddie King. Tra l’altro non sempre questi Live vengono pubblicati da etichette sconosciute di provenienza britannica, ci sono anche case come la Cleopatra e la Rockbeat che operano regolarmente sul mercato americano. Poi la fonte è spesso quella dei vecchi bootleg, al limite i “promo” di antica memoria; facendo alcune ricerche risulta che questo concerto, registrato il 19 ottobre del 1975 all’Onkel Po’s Carnegie Hall (nome completo del locale!) di Amburgo in Germania, era uno dei mitici dischi della serie King Biscuit Hour, ora ampliato in  versione doppia.

freddie king taking care of businessfreddie king texas flyer

La stessa Bear Family, oltre al monumentale cofanetto Taking Care Of Business 1956-1973, che se le vostre finanze lo consentono è fondamentale per conoscere l’opera omnia di Freddie King in studio, ha pubblicato anche un compendio in 5 CD, Texas Flyer 1974-1976, composto di materiale inedito, per l’80% dal vivo, che ha qualche brano in comune con l’Onkel Po’s in questione. La versione Rockbeat ha una qualità sonora decisamente buona, Freddie King è  nel pieno del suo vigore come chitarrista e cantante, uno dei tre Re del blues, morto a soli 42 anni, nel 1976, quando la sua traiettoria artistica non era certo in fase calante, i due ultimi album in studio usciti per la RSO, Burglar e Larger Than Life, il primo prodotto da Tom Dowd, il secondo da Mike Vernon, riflettevano sì la nuova svolta più elettrica e rock che molti bluesmen neri stavano affrontando, ma erano comunque ottimi dischi, e le sue sessions ai Criteria Studios con “Manolenta”, inserite come bonus in Give Me Strength: The ‘74/’75 Recordings dimostrano che King era ancora uno dei più grandi chitarristi di blues in circolazione https://www.youtube.com/watch?v=-fz0Jip2CDk , uno che con le sue registrazioni per la King e la Federal, in CD per la Real Gone, ha forgiato la carriere di gente come Eric Clapton, Peter Green, Jeff Beck,  i fratelli Vaughan e generazioni intere di chitarristi che poi hanno fatto la storia del blues-rock.

Armato della sua chitarra Gibson Les Paul, in possesso di una tecnica solista aggressiva, nel suo repertorio ci sono strumentali come Hideway e The Stumble, blues lancinanti come Have You Ever Loved A Woman e versioni di grandi classici del blues, suonate con vibrante forza e tecnica sopraffina. Accompagnato da un solido quintetto che prevede una chitarra ritmica, piano, organo, basso e batteria, Freddie King ancora una volta ci dimostra perché è stato uno dei più grandi chitarristi (e cantanti) della storia del blues elettrico. Certo il suo stile di vita on the road, 300 concerti all’anno, una dieta a base di bloody marys, party in continuazione, non giovavano al suo stomaco, tanto che alla fine le sue ulcere sono deteriorate in pancreatite e il 28 dicembre del 1976 ci ha lasciato, ma in questa serata tedesca pare ancora in gran forma: si parte con la consueta introduzione della band,  poi arriva il Grande Capo, con una funky Big Legged Woman, sostenuta da un forte uso delle tastiere, sempre molto presenti in tutto il concerto, ma con quella chitarra magica che si arrampica su tonalità vibranti e note lunghissime, e la voce, ancora piena di forza ed energia, poi The Moon Is Rising, puro Chicago Blues ad alta tensione, anche se, a ben vedere, King era texano, il primo slow micidiale Woman Across The River, Boogie Funk, tirata a velocità impossibili, e ancora 56th And Wichita, oltre dieci minuti di pura magia sonora, un altro lento incredibile, la sua versione di Feelin’ Alright dei Traffic, un’altra esplosione di pura potenza come Mojo Boogie, poi un uno-due da leggenda con la “sua” Have You Ever Loved A Woman, intensissima e una Rock Me Baby gigionesca ma canonica.

Concludono la prima parte il soul di Something You Got e una tirata Messin’ With The Kid. Si riparte con Sweet Home Chicago, un altro lento d’atmosfera come You’re The One, una poderosa Woke Up This Morning con la chitarra che viaggia alla grande, il vecchio standard Ain’t Nodoby’s Business, altro lento intensissimo in crescendo, lo strumentale King’s Thing, una lunghissima Going Down, il suo cavallo di battaglia del periodo, The Things That I Used To Do, sempre molto intensa, la celebrazione di Let The Good Times Roll e la conclusione con una chilometrica, oltre quindici minuti, versione di Stormy Monday, dove Freddie King dà una ennesima lezione di blues, tra picchi e vallate, silenzi e ripartenze, tutto il repertorio della sua arte a disposizione del pubblico, prima di chiudere con una Hideaway non riportata nei credits del disco ma riconoscibilissima. Sono passati 40 anni ma non si direbbe!

Bruno Conti

Novità Di Settembre Parte V. Los Lobos, Shawn Colvin, Patty Griffin, Colin Linden, Anderson-Ponty Band

los lobos gates of gold

Il 25 settembre tornano anche i Los Lobos con il loro nuovo album di studio Gates Of Gold, etichetta 429 Records negli USA ( qui si possono ascoltare estratti dal disco http://www.429records.com/sites/429records/429details/d_loslobos_gatesofgold.asp e sembra un altro gran disco dei “Lupi”) e Proper per l’Europa, il primo dopo il Live Disconnected In New York City del 2013 che festeggiava i 40 anni di carriera e il precedente disco del 2010 Tin Can Trust, che era stato nominato per il Grammy nel settore “Americana”. Prodotto dalla band al completo, David Hidalgo, Louie Perez, Cesar Rosas, Conrad Lozano and Steve Berlin, contiene undici nuove canzoni:

1. Made to Break Your Heart
2. When We Were Free
3. Mis-Treater Boogie Blues
4. There I Go
5. Too Small Heart
6. Poquito Para Aqui
7. Gates of Gold
8. La Tumba Sera El Final
9. Song of the Sun
10. I Believed You So
11. Magdalena

Questa è la title-track…

https://soundcloud.com/loslobos/gates-of-gold

shawn colvin uncovered

Shawn Colvin aveva già pubblicato un album di cover, oltre 20 anni fa, nel 1994, si chiamava Cover Girl, ed era il suo terzo disco, dopo Steady On, il bellissimo esordio e Fat City. Ora esce questo Uncovered che presumo verrà testato nel tour che la Colvin farà da ottobre, ho letto infatti che sarà lei l’opening act della nuova tournée di Don Henley in molte date. Tornando al nuovo disco, uscirà per la etichetta Fantasy del gruppo Universal e questi sono i brani contenuti nel CD, con i relativi autori:

 1. Tougher Than The Rest (Bruce Springsteen)
2. American Tune (Paul Simon)
3. Baker Street Feat. David Crosby (Gerry Rafferty)
4. Hold On (Kathleen Brenan-Tom Waits)
5. I Used To Be A King (Graham Nash)
6. Private Universe (Neil Finn)
7. Heaven Is Ten Zillion Light Years Away (Stevie Wonder)
8. Gimme A Little Sign Feat. Marc Cohn (Jerry Winn-Alfred Smith-Joseph Hooven)
9. Acadian Driftwood (Robbie Robertson)
10. Lodi (John C. Fogerty)
11. Not A Drop of Rain (Robert Earl Keen Jr.)
12. ‘Till I Get it Right (Red Lane-Larry Henley)

Tra gli ospiti, come riportato nella tracklist, David Crosby Marc Cohn. Lei è bravissima, ricordo di averla vista in solitaria, ad inizio carriera, in un concerto promozionale per stampa ed addetti ai lavori al Sorpasso di Milano, un locale che ha avuto una vita brevissima. Il disco è prodotto da Steuart Smith e Stewart Lerman, con lo stesso Smith, che suona chitarre e tastiere, e il basso in American Tune, lasciando lo strumento a Glenn Fukunaga negli altri brani, David Boyle alle tastiere, Mike Meadows alle percussioni e Milo Deering, pedal steel, lap steel e mandola, a completare la formazione la stessa Shawn Colvin che è una eccellente chitarrista acustica.

Non ci sono ancora video del nuovo album ma durante i concerti della crociera Cayamo ha cantato Acadian Driftwood, il bellissimo brano della Band

https://www.youtube.com/watch?v=5F2_PFzC_eQ

patty griffin servant of love

Proprio con Emmylou Harris, Shawn Colvin Buddy Miller, Patty Griffin aveva fatto un tour che si chiamava Three Girls And Their Buddy trasmesso dalla televisione pubblica americana PBS e di cui circolano parecchi bellissimi video https://www.youtube.com/watch?v=KjX7Z6gyvQg. Però oggi parliamo della Griffin, che pubblica il decimo album solo della sua carriera, Servant Of Love, sulla propria etichetta, con distribuzione Thirty Tigers. Come saprà chi legge abitualmente il Blog secondo me Patty Griffin è una delle più grandi cantautrici e cantanti in circolazione in America http://discoclub.myblog.it/2010/02/12/patty-griffin-downtown-church-o-forse-no/ , ormai da parecchi anni non sbaglia un disco e anche il nuovo CD, con il solito Craig Ross alla guida ha tutte le carte in regola per non deludere.

1. Servant of Love
2. Gunpowder
3. Good and Gone
4. Hurt a Little While
5. 250,000 Miles
6. Made of the Sun
7. Everything’s Changed
8. Rider of Days
9. There Isn’t One Way
10. Noble Ground
11. Snake Charmer
12. You Never Asked Me
13. Shine a Different Way

Anche per questo disco non ci sono ancora video promo e allora andiamo a ripescare una delle ultime apparizioni dal vivo di Patty Griffin con l’ex fidanzato Robert Plant…

Stranamente, in alcuni paesi europei, il disco verrà pubblicato, in anticipo, l’11 settembre.

colin linden rich in love

Colin Linden è uno dei prototipi del musicista perfetto: produttore (Bruce Cockburn, Tom Wilson, Colin James, recentemente Lindi Ortega, disco di cui varrebbe la pena parlare più diffusamente), ma anche componente, nonché produttore, della grande band canadese Blackie And The Rodeo Kings, e soprattutto chitarrista (Bob Dylan, Greg Allman, Bruce Cockburn, Emmylou Harris, e Robert Plant e Alison Krauss solo per citarne alcuni), senza dimenticarsi che è un grande artista anche in proprio. Questo Rich In Love che uscirà per la Stony Plain sempre il 25 settembre, dovrebbe essere il tredicesimo album, live compresi, ma antologie e collaborazioni escluse, potrei sbagliare. Comunque tra gli ospiti presenti annovera Charlie Musselwhite, Reese Wynans e Amy Helm, e questi sono i titoli dei brani:

1. Knob & Tube
2. I Need Water
3. Delia Come For Me
4. The Hurt
5. Everybody Ought To Be Loved
6. Rich In Love
7. Date With The Stars
8. And Then You Begin
9. No More Cheap Wine
10. Luck Of A Fool
11. I Made A Promise
12. Paybacks Are Hell

https://soundcloud.com/stony-plain-records/colin-linden-09-no-more-cheap

Blues, country, folk, musica da cantautore, nei dischi di Colin Linden trovate tutto, unito ad una grandissima perizia alle sue chitarre, acustica ed elettrica e spesso anche in modalità slide. Quindi uno che non è solo ricco in amore ma anche nella propria musica, sentire prego…

anderson ponty band better late than never

Questa era una accoppiata che mancava, APB, sta per Anderson Ponty Band, e ancora più nello specifico Jon Anderson, il cantante degli Yes Jean Luc Ponty, il grande violinista jazz-rock francese, non propriamente due giovanotti ma sulla carta potrebbe essere interessante. Il disco si chiama, non senza ironia, Better Late Than Never, esce in formato CD+DVD, con la parte video formata da 10 tracce registrate dal vivo, oltre ad interviste varie. Nella parte audio 14 brani, questi, credo sempre Live:

1. Intro
2. One In The Rhythms Of Hope
3. A For Aria
4. Owner Of A Lonely Heart
5. Listening With Me
6. Time And A Word
7. Infinite Mirage
8. Soul Eternal
9. Wonderous Stories
10. And You And I
11. Renaissance Of The Sun
12. Roundabout
13. I See You Messenger
14. New New World

Nella band, oltre a Ponty e Anderson, troviamo Jamie Glaser alle chitarre, Wally Minko alle tastiere, Baron Browne al basso, Raymond Griffin alla batteria, non nomi di primissimo piano. E anche l’etichetta, Liaison, è la prima volta che la sento nominare. Mah, vedremo, per il momento

Anche per oggi è tutto. Come detto ci sarà un appendice, con altri dischi interessanti in uscita nel periodo, di cui non si è parlato, per vari motivi.

Bruno Conti

Novità Di Settembre Parte IV – Hors-Série. Don Henley – Cass County

don henley cass county

Continuiamo con la disamina delle uscite del prossimo mese di settembre, questa è una hors-série, fuori serie, di quelle previste per l’ultima settimana, venerdì 25.

Domani concludiamo con gli altri titoli previsti per quel giorno.

Per eventuali ulteriori uscite o titoli sfuggiti (e so già che ce ne sono), saranno aggiunte in una appendice finale, insieme ad eventuali ristampe dell’ultima ora, mentre i soliti Live dei broadcast radiofonici, sempre assai numerosi, avranno dei loro Post ad hoc a parte.

Don Henley, texano di nascita, ma californiano di adozione, sta lavorando, da almeno quattro-cinque anni, su questo album di canzoni sullo stile dei brani classici country di Nashville, dove è stato in parte registrato, il resto viene da Dallas, Texas: canzoni che sono state scritte in undici casi su dodici dallo stesso Henley con Stan Lynch, meno Bramble Rose, quella del duetto di apertura con Miranda Lambert Mick Jagger, che suona anche l’armonica nel pezzo, traccia che è stata scritta dalla bravissima Tift Merritt per il suo omonimo, e bellissimo, disco di esordio del 2002 (E che l’ha presa con molta calma “if you could have only seen me dance when I had the crazy and incredible news that Bramble Rose was to appear on Don Henley’s new album with Miranda Lambert and Mick Jagger singing along”).

A fine settembre Cass County sarà una realtà, pubblicata “naturalmente” in versione normale e Deluxe dalla Capitol del gruppo Universal, con alcune cover previste nelle quattro bonus, tra cui The Brand New Tennessee Waltz di Jesse Winchester When I Stop Dreaming, il duetto con la Parton, vecchio brano di Charles e Ira Louvin, di cui esistono varie versioni, molto belle quella degli Everly Brothers e la mia preferita, quella di Emmylou Harris  che appariva su Luxury Liner ed è comunque anche nella versione standard dell’album.

Questi sono i titoli e gli ospiti previsti nei duetti:

Standard Edition:

1. Bramble Rose (featuring Mick Jagger & Miranda Lambert)
2. The Cost Of Living (featuring Merle Haggard)
3. Take A Picture Of This
4. Waiting Tables
5. No, Thank You
6. Praying For Rain
7. Words Can Break Your Heart
8. That Old Flame (featuring Martina McBride)
9. When I Stop Dreaming (featuring Dolly Parton)
10. A Younger Man
11. Train In The Distance
12. Where I Am Now

Deluxe Edition:

1. Bramble Rose (featuring Mick Jagger & Miranda Lambert)
2. The Cost Of Living (featuring Merle Haggard)
3. No, Thank You
4. Waiting Tables
5. Take A Picture Of This
6. Too Far Gone
7. That Old Flame (featuring Martina McBride)
8. The Brand New Tennessee Waltz
9. Words Can Break Your Heart
10. When I Stop Dreaming (featuring Dolly Parton)
11. Praying For Rain
12. Too Much Pride
13. She Sang Hymns Out Of Tune
14. Train In The Distance
15. A Younger Man
16. Where I Am Now

E almeno a giudicare dalle anticipazioni che circolano in rete sembra avere fatto centro, il sound è quello classico Henley/Eagles style, produzione dello stesso Henley con Stan Lynch, il vecchio batterista degli Heartbreakers, evidentemente tra spiriti affini ci si intende.

Tra gli ospiti, oltre a quelli che duettano con il buon Don nei brani citati, Jamey Johnson, Alison Krauss, Vince Gill, John Sebastian, ma anche Ashley Monroe, Trisha Yearwood Lucinda Williams, ma forse si farebbe prima a dire chi non ci sarà (si parlava anche di Sheryl Crow , non ho la lista definitiva), le informazioni recuperate non sono complete, manca ad esempio la lista dei musicisti che suonano nel disco, però questo è sicuramente l’ultimo brano apparso so YouTube pochi giorni fa.

Per oggi finiamo qui.

Bruno Conti

Un “Bellissimo” Esempio Di Folk-Rock Dall’Australia! The Waifs – Beautiful You

waifs beautiful you

The Waifs – Beautiful You – Compass/IRD

Sono in tre, sono australiani (ma vivono prevalentemente neglli Stati Uniti), eppure tornano regolarmente down under per registrare i loro album, una decina, compresi due live, fino a questo punto: anche questo nuovo Beautiful You è stato registrato negli studi tra Byron Bay e Sydney, da Nick DiDia, che curiosamente è un americano che ora vive e opera proprio in Australia, famoso per il suo lavoro di produzione con i Powderfinger, ma soprattutto per essere stato l’ingegnere del suono per Springsteen in The Rising, Neil Young, Pearl Jam, Aimee Mann, Paul Westerberg, Matthew Sweet, ma anche band decisamente più dure come Danzig, Rage Against The Machine, King’s X, Korn e via così, quindi uno abituato a trattare suoni “duri”, ma anche musicisti più raffinati e meno violenti. Cosa ci fa uno così con i Waifs, gruppo noto per la sua tipica propensione ad un folk-rock abbastanza morbido, sia pure innervato da roots-rock, ma anche da elementi country, blues, persino indie rock? Non lo so, però ha fatto un ottimo lavoro, perché il disco suona maledettamente bene. I tre membri principali della formazione, Donna Simpson Vikki Thorn, che sono sorelle nonostante i cognomi differenti che utilizzano in questo album, più l’ottimo Josh Cunningham, il lato maschile delle band, eccellente polistrumentista impegnato ai vari strumenti a corda, da mandolino e ukulele, fino alle chitarre acustiche ed elettriche, si integrano perfettamente con la sezione ritmica di David Ross MacDonald, alla batteria e Ben Franz, basso acustico ed elettrico, ma anche alla pedal steel, nei brani di impronta più country, nonchè un paio di tastieristi aggiunti, tra cui lo stesso DiDia, soprattutto all’organo Hammond, che donano un sapore più rock alle procedure, rispetto agli album precedenti, comunque quasi sempre di fattura superba anche in passato.

Lo stesso disco del 2011, Temptation, era assai riuscito, pur essendo incentrato su testi relativi alla nuova Cristianità scoperta da Cunningham in quel periodo e dalla battaglia con i demoni dell’alcolismo, in cui era piombata Donna Simpson, con relativi periodi di riabilitazione che, a giudicare dal nuovo disco, sembrano avere raggiunto il loro scopo. Gli elementi ci sono ancora, ma sono stati ridimensionati, Cunningham è meno “fervente” e la Simpson, racconta storie sui problemi dell’alcol viste dall’esterno, quando succedono ad altri, ma non per questo sono meno terribili, come nella bellissima title-track Beautiful You https://www.youtube.com/watch?v=JF2nb-9CrFo , dove la Simpson, sostenuta al solito dalle perfette armonie vocali dei compagni (una delle caratteristiche vincenti di questa formidabile band, soprattutto l’interplay tra sorelle), racconta le peripezie di vita della protagonista, mentre sullo sfondo si agitano la lirica solista di Josh e l’intreccio elettroacustico di piano e chitarre, con una sezione ritmica misurata, ma in possesso della giusta grinta, il resto lo fanno le melodie che entrano immediatamente in circolo, magari non particolarmente uniche ed innovative, ma assai solide, altra caratteristica di sempre di questa band.

Ma tutti i dodici brani del CD brillano per la loro bellezza, partendo dal lento ma sicuro crescendo di Black Dirt Track, che porta la firma e la voce di Vikki Thorn, che ci ricorda il quieto vivere della sua infanzia e gioventù in una Australia rurale, con la giusta dose di malinconia e rimpianto, ma anche con un brio e una vivacità che viaggiano insieme all’incalzare della musica, e il buon Josh Cunningham, con la sua voce da perfetto songwriter anni ’70, una sorta di alter ego o gemello virtuale di James Taylor, ci delizia e ci “ammonisce”, con la sua partecipe interpretazione nella deliziosa Dark Highway https://www.youtube.com/watch?v=DSnmPJjAOnc , mentre le armonie delle sorelle, e in questo caso anche l’armonica a bocca di Vikki Thorn hanno anche quasi il sapore delle ballate più dolci di Neil Young. Quando inizia la quarta canzone 6000 Miles mi sono subito chiesto “che ci fa Brandi Carlile nel disco?”, tanto la voce, peraltro bellissima di Vikki Thorn, è simile a quella della cantante della zona di Seattle, quasi due gemelle separate alla nascita, con intrecci di mandolino e pedal steel che donano un flavor simil country alla atmosfera del brano, uno dei più belli del disco. Somebody’s Gonna Get Hurt sembra una di quelle perle di acustic rock che le Indigo Girls erano in grado di regalarci ad inizio carriera, con elettriche ed organo a sostenere la voce solista di Donna Simpson e quella armonizzante della sorella Vikki, una vera delizia sonora https://www.youtube.com/watch?v=Px_4u7GOk40 . Vikki Thorn che è l’autrice della dolce e delicata folk ballad Come Away, un’altra deliziosa confezione sonora, con la pedal steel che si “lamenta” sullo sfondo insieme all’armonica, mentre la voce, sempre incredibilmente simile a quella della Carlile (ma il plagio non è previsto considerato che i Waifs erano già in pista da inizio anni ’90, quando la brava Brandi andava ancora alle elementari) https://www.youtube.com/watch?v=qk2VHNyS4xU . Nell’alternarsi delle varie voci soliste, uno dei punti di forza del disco, bellissima anche l’avvolgente When A Man Gets Down, opera della Simpson, ma con la sorella che la punteggia con la sua voce e la sua armonica.

Cracks Of Dawn è il secondo contributo di Josh Cunnigham (autore anche di un album solista nel 2011 di cui ignoravo l’esistenza) , un bel pezzo dal tessuto più rock con ampi spazzi di chitarra elettrica a nobilitarne lo spirito avventuroso negli arrangiamenti, insomma altra gran bella canzone. Come pure, in questa fase finale del disco che alza la quota rock, molto bella è Blindly Believing, un brano che ci riporta alla mente gli intrecci vocali di Nicks e McVie nei migliori Fleetwood Mac targati ’70 (molto amati anche dalla Carlile, ricordata poc’anzi), con Cunningham che fa il Buckingham (anche per assonanze nel cognome) della situazione https://www.youtube.com/watch?v=jzTDD1O8-7o  e Rowena & Wallace, una canzone bluesata dalla penna di Donna Simpson, ha un andamento sonoro che ricorda i brani più tirati di Lucinda Williams, sia vocalmente che a livello sonoro, con una parte strumentale devastante dove la solista di Cunningham e l’armonica della Thorn affilano le armi per un duetto/duello a tutto vantaggio dell’ascoltatore, bellissima, per quanto mi riguarda poteva andare avanti ancora per un quarto d’ora. Born To Love, terzo ed ultimo pezzo firmato da Josh Cunningham, mantiene questo spirito aggressivo e blues, con ottimi passaggi di chitarra ed armonica ancora una volta https://www.youtube.com/watch?v=l6Nndo0Thyk . A concludere il tutto troviamo February, un altro notevole mid tempo tirato della Thorn, con la band di nuovo in vena di roccare alla loro maniera, cioè benissimo, in un tripudio di chitarre ingrifate, insomma se deve essere folk che sia anche rock, se il risultato ci dà un folk-rock di questo spessore. Nel genere, tra i migliori dischi dell’anno, The Waifs, prendete nota!

Bruno Conti

Interludio Di Mezza Estate: Una Piccola Gemma “Nascosta”! Susan James – Sea Glass

susan james sea glass

Susan James – Sea Glass – Susan James Music

Come certo saprete, il titolare del Blog e il sottoscritto, che coincidono nella stessa persona, hanno una comune passione per le voci femminili (condivisa anche con Tino Montanari), meglio se poco conosciute, ma non è un fattore dirimente, l’importante è che abbiano talento e si distinguano nel proprio campo musicale, quanto più eclettico e diversificato il loro sound, tanto più interessante ai nostri occhi, ma anche questo non è un dogma assoluto. Prendiamo Susan James, cantante di gran talento di Los Angeles, California, in pista già dagli anni ’90, con una carriera divisa in due fasi, la prima che ci ha regalato due album in quel periodo di fine secolo scorso, ed una seconda che l’ha portata alla pubblicazione di tre eccellenti album tra il 2011 e il 2015., questo compreso Se volete leggere quanto avevo scritto su di lei in relazione a Highways, Ghosts, Hearts & Home andate qui http://discoclub.myblog.it/2011/03/20/temp-ce08440afc5fb26c5bb040bb377c17ab/, (magari c’è una piccola inesattezza perché parlavo di quarto album, che sarebbe uscito solo nel 2013 sotto forma del sempre ottimo Driving Towards The Sun).

Quindi perché proprio oggi mi ritrovo a parlare del nuovo album di Susan James? Guardate nei commenti a lato sul Blog, a nome Shawn, e trovate la risposta: in effetti volevo parlare del nuovo disco degli australiani Waifs, di cui da vari giorni rimando la recensione, ma poi ascoltando il nuovo disco della James mi sono appassionato a quanto sentito ed ho deciso di dedicarle un “breve”, ma al solito non troppo, anzi, spazio, so quando inizio ma non quando finisco. Come l’addetto stampa di Susan (che forse aveva letto quanto scritto su di lei nel mio Blog) ci segnala, il nuovo disco Sea Glass è già uscito dal 16 giugno scorso, ma devo dire che purtroppo se ne sono accorti in pochi, almeno in Europa (dove credo sia prevista una distribuzione dal mese di ottobre), in quanto il CD è disponibile solo sul mercato americano, attraverso la sua etichetta personale, e quindi non di facile reperibilità. Ed è un peccato perché il dischetto (o il download) è una piacevole sorpresa (sia pure ascoltato solo in streaming al link segnalatomi, e devo dire che ultimamente mi capita spesso di usare questo formula di ascolto, che non amo moltissimo, sia per il Buscadero che per il Blog, ma ce ne facciamo una ragione, se non sì può fare diversamente): il suono, rispetto ai dischi precedenti, vira da quel quel country-folk-rock californiano che caratterizzava la James dei dischi precedenti https://www.youtube.com/watch?v=vQBfykLsQ-o , ad un alt-country-psych-folk, che è ben rappresentato dal brano che potete ascoltare nel video inserito poco sotto. Poseidon’s Daughter, la traccia che apre il nuovo album è un piccolo gioiellino di folk-pop barocco con celestiali armonie vocali, intricati lavori di chitarre acustiche (la nostra amica, come dimostrato anche nei precedenti album, è appunto una eccellente praticante dell’arte della solista acustica), atmosfere che attingono dal pop vocale e strumentale dei Beach Boys o dei Beatles di Abbey Road (seconda facciata, il cosiddetto long medley) grazie alla presenza dell’irlandese Sean O’Hagan, non dimenticato fondatore dei Microdisney e degli High Llamas, tra gli anni ’80 e ’90 frequentatore di quel pop raffinato e multistrato che attinge dalla grande tradizione britannica e che la fonde, nel disco in questione, dove svolge la funzione di arrangiatore di archi e strumentazione varia, con il sound californiano di Susan James, che secondo il sottoscritto ha anche degli agganci con la parte più bucolica e pastorale degli album di Jonathan Wilson, altro musicista californiano che ama pure la musica inglese leggermente psichedelica dei primi anni ’70.

Se aggiungiamo al tutto che Susan, come ricordato in passato, ha una voce che evoca cantanti “storiche” come la Mitchell o Carly Simon, ma in questo disco, a chi scrive, ricorda pure la non dimenticata Annie Haslam dei Renaissance, con le sue tonalità pure ed elaborate che si inseriscono nel substrato strumentale creato da O’Hagan, dove tastiere analogiche ed archi, violini, celli, viole, si fondono con melodie di morbido pop anni ’70, caratterizzate da cascate di chitarre acustiche e florilegi vocali di gran classe. Nella colta recensione presa dal LA Weekly, che trovate sempre al link http://susanjames.bandcamp.com/album/sea-glass, vengono citate anche, come punti di riferimento, Nancy Priddy (che conosco di nome, per un album pubblicato nel 1968, prodotto da Phil Ramone, considerato un piccolo classico del folk-psych, ma non avendolo mai sentito, mi astengo) e Judy Henske, grande folk-singer anni ’60, prima per la Elektra e poi Reprise, sullo stile Judy Collins, ma autrice anche di un paio di album, con il marito Jerry Yester, proprio quello dei Lovin’ Spoonful, pubblicati tra il 1969 e il 1971 dalla Straight di Frank Zappa, e che sono in effetti altri piccoli classici del folk psichedelico e in questo caso, conoscendoli, confermo che meriterebbero essere investigati, Farewell Aldebaran Rosebud.

Tornando a questo Sea Glass, sono solo dieci brani, compreso un intermezzo di meno di un minuto, piacevoli ed intensi:  dopo l’eccellente apertura proseguono in questa raffinata cavalcata, che, nonostante in definitiva nasca da transatlantici incontri via Skype tra la James, nel suo studio di Topanga Canyon e O’Hagan sul suolo britannico (si chiama tecnologia) suona proprio come un disco fatto e finito, come in effetti è, dalla strumentazione ricca e rifinita fin nei minimi nei particolari di canzoni come Awful Lot, raffinata e arrangiata come fosse quasi un prodotto delle collaborazioni tra Brian Wilson Van Dyke Parks, o qualche gemma perduta di un Bacharach che allunga la sua produzione con Dusty Springfield fino ad incrociare i Beatles più orchestrali, sempre con quella voce bellissima in evidenza. Hey Julianne vira ancora di più verso i Beach Boys, ma con Paul McCartney e il suo dancing bass agiunto in formazione; Calico Valley, dal ritmo leggermente più incalzante, ma sempre immersa in florilegi deliziosi di tastiere e archi che rendono preziosi gli arrangiamenti. Ay Manzanita è una ballata malinconica che mette in evidenza ancora una volta la bellissima voce della James, che raggiunge tonalità vicine a quelle della ricordata prima Annie Haslam, con i suoi Renaissance, fautori di un pop-rock orchestrale, qui virato su tonalità spagnoleggianti.

Dopo il brevissimo interludio strumentale di Odyssea, arriviamo a Sea Glass, la title-track, altra confezione sonora complessa e di grande fascino, senza sezione ritmica, mentre Truth Of Consequence introduce di nuovo intricati passaggi vocali di rara bellezza, su una base più rock e vivace, ancora più accentuata nella vivace Tell Me Cosmo, altro esempio di quel morbido folk-rock-psych più volte citato, con tanto di flauto “cosmico”, se non è un mellotron. Come nei dischi seri l’ultima canzone si chiama giustamente Last Song, di nuovo in aria del miglior prog psichedelico dei primi anni ’70, tra voci sognanti e archi avvolgenti. Che dire ancora, bel disco, i rimandi e le citazioni ad altri musicisti sono ovviamente voluti e spero non casuali!

Augh, ho parlato, adesso sta a voi cercare il disco, diciamo che per noi italici l’esborso finanziario, soprattutto a livello spese di spedizione, potrebbe risultare oneroso, ma ne vale la pena, se non vi fidate, al link di cui sopra,  potete ascoltare l’intero album in streaming. Nel frattempo cercherò di scoprire se esiste questo fantomatico sesto album, che non mi torna nella discografia.

Bruno Conti