E Quest’Anno Per Natale Una Bella Seduta Spiritica! Elvis Presley With The Royal Philarmonic Orchestra – If I Can Dream

elvis if i can dream

Elvis Presley With The Royal Philarmonic Orchestra – If I Can Dream – RCA/Sony Legacy CD – Deluxe CD + 2LP

Si sa che nel mondo della musica, e non solo rock, i morti vendono.

Ma, a parte registrazioni inedite di studio o dal vivo di artisti passati a miglior vita, una delle pratiche più controverse è utilizzare tracce vocali o strumentali del musicista in questione e rivestirle di sonorità totalmente nuove. Negli anni questa procedura ha prodotto effetti che vanno dal censurabile (il caso più famoso sono i due dischi del 1975 di Jimi Hendrix, Crash Landing e Midnight Lightning, ad opera del famigerato Alan Douglas, che cancellò le basi originali facendole risuonare da sessionmen che Jimi non l’avevano neppure conosciuto) al comprensibile (come le registrazioni postume dei Queen con Freddie Mercury alla voce, o anche i singoli Free As A Bird e Real Love dei riformati Beatles e cantati da John Lennon, certo due operazioni commerciali ma anche un omaggio delle rispettive band al loro passato) al dovuto (per esempio, l’album uscito quest’anno di Pops Staples, Don’t Lose This, il quale in punto di morte aveva passato alla figlia Mavis le sue ultime registrazioni chiedendole di pubblicarle), ma potrei citare molti altri casi.

Elvis Presley è indubbiamente l’artista che nella storia della musica ha reso più da morto che da vivo: è infatti interminabile la lista di dischi usciti dopo la sua scomparsa avvenuta prematuramente nel 1977, ed in molti casi si sono spacciati per nuovi lavori che riciclavano sempre lo stesso materiale. Chiaramente Elvis non è stato esente anche da operazioni di dubbio gusto, come obbrobriosi remix in chiave dance di suoi successi (A Little Less Conversation, tanto per fare un esempio) e, addirittura (pochi anni fa), una intera tournée americana di concerti con sue immagini di repertorio proiettate su megaschermi ed accompagnamento live eseguito sul momento, una cosa che definire macabra è dir poco. E per il Natale del 2015 (anno in cui il King avrebbe festeggiato gli 80 anni) che cosa vanno a pensare quei geniacci della RCA? Prendiamo quattordici tra le canzoni più famose di The Pelvis (17 nella versione a box set con vinile allegato) e facciamole accompagnare dalla Royal Philarmonic Orchestra, infilandoci un paio di ospiti scelti tirando i dadi e legittimiamo il tutto chiedendo all’ex moglie Priscilla di fare da garante dichiarando che questo è ciò che Elvis avrebbe sempre voluto fare ma non ha fatto in tempo in quanto il destino ce lo ha strappato troppo presto.

Il risultato di cotanta pensata è If I Can Dream, un disco che sinceramente non saprei come definire, un’operazione commerciale delle più discutibili, con Elvis trattato ormai come un prodotto da piazzare sul mercato e basta, un pastrocchio artisticamente fine a sé stesso, che venderà comunque a palate in quanto la maggior parte del pubblico è di bocca buona e questo disco è perfetto per un certo tipo di mercato natalizio (e basta leggere le prime recensioni entusiastiche online per rendersene conto). La scelta delle canzoni è stata chiaramente bilanciata in modo da accontentare un po’ tutti: troviamo quindi l’Elvis rock’n’roller, quello più balladeer, quello quasi “operistico” ed anche quello gospel, come da tracklist qua sotto:

 1. Burning Love
2. It’s Now or Never
3. Love Me Tender
4. Fever – Elvis Presley feat. Michael Bublé
5. Bridge Over Troubled Water
6. And the Grass Won’t Pay No Mind
7. You’ve Lost That Loving Feeling
8. There’s Always Me
9. Can’t Help Falling In Love
10. In the Ghetto
11. How Great Thou Art
12. Steamroller Blues
13. An American Trilogy
14. If I Can Dream

Dulcis in fundo, abbiamo anche degli ospiti, e se il grande Duane Eddy è una scelta sulla carta eccellente (anche se dispiace che il leggendario chitarrista si sia prestato ad una comparsata del genere), Michael Bublé, uno che per soldi canterebbe anche con Peppa Pig, stupisce meno, ma è ancora ottimo se paragonato al tragico trio pop-operistico Il Volo, che rende la già indigesta It’s Now Or Never (che come saprete è O Sole Mio in inglese) praticamente inascoltabile, anche se pensiamo che tra gli italiani d’America verrà oltremodo apprezzata. Nella maggior parte dei casi l’orchestra serve solo ad appesantire canzoni dove non servivano orpelli: mi dite a che cavolo serve la Filarmonica in Fever (dove quindi Bublé non è il problema principale), nella cadenzata e ruspante Steamroller Blues o in Burning Love (ovvero come rovinare una delle migliori canzoni dell’ultimo periodo del Re)? E poi certi arrangiamenti erano già ridondanti all’epoca (penso a Bridge Over Troubled Water o In The Ghetto), che bisogno c’era di renderli ancora più grevi? Anche un maestro come Eddy si perde in questo assurdo marasma, ed i suoi interventi chitarristici (nel già citato classico di Paul Simon ed in An American Trilogy) suonano posticci, inutili e, specie nel primo caso, completamente fuori contesto. Certe interpretazioni di Elvis nella loro forma originale erano strepitose, specie nell’ultima decade di carriera quando aveva raggiunto una potenza vocale impressionante, ma così rischiano di venire sepolte dalle orchestrazioni: come se la nefasta esperienza di Phil Spector in Let It Be dei Fab Four non avesse insegnato nulla. Forse gli unici due casi in cui ci sono andati con mano più leggera sono la relativamente poco nota And The Grass Won’t Pay No Mind (un brano di Neil Diamond inciso da Elvis nel 1969), che rimane godibile ed alla quale l’orchestra conferisce un sapore quasi da film western, e con Can’t Help Falling In Love, che è talmente una grande canzone che sopravvive a qualsiasi tipo di trattamento.

Ovviamente chiunque è libero di farsi una propria opinione in merito, ma a me questo disco mette una tristezza infinita.

Marco Verdi

elvis seance

*NDB Il nome del Blog, come molti sanno e come si intuisce dal logo, che era quello originale, nasce dal negozio di Milano di cui ero titolare: ebbene, come mi chiede di ricordare Marco, negli anni gloriosi del vinile uscì un LP intitolato The Elvis Presley Séance, con la registrazione di una seduta spiritica alla presenza di una nota medium registrata a luglio e pubblicata su disco il 17 agosto del 1979, il giorno dopo il 2° Anniversario della morte di Elvis. Giuro, parola di giovane marmotta! Il manufatto è quello che vedete sopra, ebbene sì, succedevano anche queste cose, quindi non meravigliamoci troppo per If I Can Dream.

E Quest’Anno Per Natale Una Bella Seduta Spiritica! Elvis Presley With The Royal Philarmonic Orchestra – If I Can Dreamultima modifica: 2015-11-05T00:52:36+01:00da bruno_conti
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