“Ho Visto Il Futuro Del Rock’N’Roll E Il Suo Nome E’ Michael McDermott!”, Ovvero Dischi Così Springsteen Non Ne Fa Più! Westies – Six On The Out

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The Westies – Six On The Out – Pauper Sky Music/Appaloosa/Ird 

Forse il titolo è un’iperbole esagerata e si poteva già usare negli anni ’90, ma indubbiamente sulla carriera di Michael McDermott, oltre ai suoi eccessi, ha pesato anche una frase di Stephen King che faceva il paio con “ho visto il futuro del rock’n’roll” detta da Jon Landau nel 1974 su un certo Springsteen, o sui vari altri “nuovi Dylan” di quegli anni, da Elliott Murphy a John Prine, oltre allo stesso Bruce. La frase di King diceva letteralmente, “uno dei più grandi cantautori del mondo e forse il più grande talento non riconosciuto del rock’n’roll degli ultimi 20 anni”, nelle note di presentazione del terzo, omonimo album di Michael, uscito nel 1996, bellissimo come i primi due 620 W. Surf https://www.youtube.com/watch?v=jahVGhCsOKM  e Getshemane. Da lì fu il principio della fine, McDermott entrò in una spirale di droga e alcol, alimentata anche dal fatto di sentirsi una sorta di Padreterno, come testimoniavano tutte le recensioni fantastiche dei suoi primi album. Ma non le vendite: allora come oggi ci volle un attimo perché la sua casa discografica gli desse una pedata nel culo, senza un ringraziamento. E il nostro amico si trovò catapultato in questo mondo parallelo dove lui non era più “la grande speranza bianca del R&R” ma un cantautore tra i tanti (pur sempre di talento) che continuava a produrre buoni album che, salvo in alcuni momenti, non avevano più quella scintilla globale di genio che caratterizzava i primi dischi.

Per accorciare la storia, già raccontata molte volte dal sottoscritto http://discoclub.myblog.it/2014/05/05/singer-songwriter-eccellenza-michael-mcdermott-and-the-westies-west-side-stories/ , nel 2009, grazie anche all’Italia, dove conosce e poi sposa, a Ferrara, Heather Horton, quella che oggi è anche la mamma di sua figlia, fedele compagna musicale, come violinista e seconda voce, in questa rinascita artistica, che già aveva mostrato i primi frutti con Hit Me Back nel 2012 e poi ha raggiunto la sua completa fruizione nella creazione dei Westies, gruppo che opera nell’area di Chicago, dove Michael McDermott vive da alcuni anni e si esibisce spesso: prima con l’ottimo album West Side Stories, nel 2014, disco che lo riportava quasi a vertici delle prime prove ed ora con questo Six On The Out che conferma la sua ritrovata vena compositiva. Paragonato da King a Springsteen e Van Morrison, McDermott è sicuramente un rocker, ma ha anche una notevole capacità letteraria nei suoi testi, musicalmente si destreggia bene anche in lidi che lo avvicinano al folk ed alla musica celtica, grazie alla presenza del violino ammaliante di Heather Horton e alla capacità di scrivere ballate rock che sono pura poesia sonora, come l’iniziale If I Had The Gun, dove la sua voce roca e vissuta si erge su un accompagnamento dove si apprezzano anche le chitarre del bravissimo Will Kimbrough e di John Pirruccello, che sostituiscono Joe Pisapia e Daniel Tashian, che avevano suonato nel disco precedente. Lex Price, il bassista, che suona anche bouzouki, mandolino e chitarra acustica, è di nuovo il produttore dell’album, mentre Ian Fitchuk, il batterista, si occupa anche delle tastiere.

Il disco, come il precedente, in Italia esce per la Appaloosa, con bella confezione digipack con i testi e traduzione in italiano, cosa che permette di apprezzare ancora di più i testi delle canzoni di McDermott. Pauper’s Sky è un bel mid-tempo rock, nella migliore tradizione di quel blue-collar springsteeniano, di cui il nostro è tuttora grande portavoce o rappresentante (nonché grande fan e ammiratore, con intere serate a lui dedicate https://www.youtube.com/watch?v=UpEpINoxKN0), scegliete voi il termine, comunque gran bella musica, incalzante ed intensa come si conviene a questo tipo di brani. Parolee, tra mandolini, chitarre acustiche e violini, ha quell’aura celtic-rock di certi brani dei Waterboys, se Springsteen ne fosse stato il cantante,  elettroacustica, bellissima, con tocchi di organo e le celestiali armonie vocali di Heather Horton a rendere più affascinante il tutto, anche Dylan ed Eric Andersen tra i riferimenti, secondo me; anche The Gang’s All Here rimane su queste coordinate sonore, molto pastorali ed eteree, con il penny whistle di John Mock che accentua questo delizioso spirito irish. Like You Used To, cantata da Heather Horton, è un’altra dolcissima ballata di purezza cristallina, suonata in punta di strumenti dai Westies, che qui si confermano vero gruppo, con un suono ben definito e di grande fascino, il breve solo di Kimbrough è tutto da godere.

Everything Is All I Want For You mi ricorda certe cose raffinate di Elliott Murphy, un altro che quanto a fare buona musica rock non è secondo a nessuno, Splendida Henry McCarthy, una solenne rock ballad dal suono avvolgente che ci catapulta da New York a Silver City, sulle tracce di Billy The Kid, con Santa Fe che accelera i tempi per un’altra border song, tra rock, country e di nuovo il Boss, suonata in modo divino, come pure il lamento folkie iniziale di una delicata Once Upon A Time, che poi si apre a mano a mano in un superbo crescendo da godere in religioso silenzio. Molto bella anche This I Know, ma non c’è un brano scarso in questo Six On The Out, che si conclude con la lunga Sirens, altra canzone splendida che conferma il ritorno di Michael McDermott ai livelli che gli competono, cioè quelli di uno dei migliori cantautori in circolazione. Sentire per credere.

Bruno Conti     

“Ho Visto Il Futuro Del Rock’N’Roll E Il Suo Nome E’ Michael McDermott!”, Ovvero Dischi Così Springsteen Non Ne Fa Più! Westies – Six On The Outultima modifica: 2016-03-05T01:05:52+01:00da bruno_conti
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