Finché Fa Dischi Così Belli, Può Farne Quanti Ne Vuole! Joe Bonamassa – Live At The Greek Theater

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Joe Bonamassa – Live At The Greek Theatre – 2 CD – 2 DVD – Blu-Ray – 3 LP – Mascot/Provogue

Credo che per Joe Bonamassa il disco dal vivo sia come una religione (o forse vuole battere i record assoluti di uscite, ma gente come Grateful Dead, Phish o gli stessi Gov’t Mule saranno difficilmente superabili, anche se a questi ritmi potrebbe farcela): in fondo è ancora giovane, 39 anni quest’anno, e fino ad oggi a nome suo ne già ha pubblicati 13, compreso quello con Beth Hart (14 con questo) più la collaborazione con i Rock Candy Funk Party. Comunque al di là dei fattori numerici quello che conta è la qualità degli album, e quella ultimamente non manca mai, e dietro questi album dal vivo c’è spesso una idea intrigante: il disco acustico alla Vienna Opera House, la collaborazione con una grande vocalist come la Hart, il disco nell’anfiteatro di Red Rocks, che è anche un omaggio alla musica di Howlin’ Wolf e Muddy Waters, nel caso di Live At The Greek Theatre, l’oggetto del concerto è la musica dei tre grandi King del blues, B.B., Freddie e Albert, in una selezione dei loro brani migliori, più qualche chicca, estratti dal tour di 14 date negli anfiteatri americani dell’estate del 2015. E per sapere cosa ci/vi aspetta per il futuro, nel 2016 Bonamassa ha girato i palcoscenici europei (compresa una data italiana) con uno spettacolo incentrato sui grandi della British Blues Invasion, ovvero Beck, Clapton e Page, non aggiungo altro.

Ma concentriamoci su questo doppio CD ( e nel DVD doppio ci sono vari extra musicali, oltre ad una intervista con i genitori di Joe): Bonamassa è accompagnato dalla sua fantastica band, Anton Fig, batteria, Michael Rhodes, basso, Reese Wynans, tastiere, oltre a Lee Thornburg, Paulie Cerra e Ron Dziubla, alla sezioni fiati, Kirk Fletcher, chitarra aggiunta e le coriste Jade Mcrae e Juanita Tippins, guidate dalla bravissima Mahalia Barnes (la figlia di Jimmy, che duetta anche con Joe in una spumeggiante versione di Let The Good Times Roll, uno dei super classici di B.B. King). Brano che troviamo solo verso metà concerto, l’apertura è affidata a See See Baby, dal repertorio del forse meno noto, ma sempre grandissimo, dei tre re, Freddie King, versione compatta e swingante, con i fiati a manetta, Dziubla e Cerra anche al proscenio e il piano di Wynans subito sul pezzo, poi entra la solista di Joe, limpida ed inventiva, come richiede il repertorio. Anche Some Other Day Some Other Time era di Freddie, Federal 1964, forse meno conosciuta della precedente, la cantava pure Tony Bennett, ma qui Bonamassa comincia a scaldare le mani con un paio di soli dei suoi e il ritmo ha tocchi latineggianti. Ormai si sarà capito che la prima parte del concerto è dedicata a Freddie King, Lonesome Whistle Blues è un lento di quelli atmosferici e sofferti, tutto chitarra lancinante e torrida e piano, ma Joe canta anche bene e con voce sicura in tutto il concerto, ben spalleggiato a richiesta da Mahalia, per esempio in Sittin’ On The Dock Boat di nuovo danzabile e R&B, con formidabili inserti di chitarra, che poi assurge a protagonista assoluta in You’ve Got To Love Her With A feeling, uno slow dove la solista vi fa il pelo e il contropelo, e Going Down l’avrà anche scritta Don Nix ma la versione di riferimento era quella di Freddie, blues e rock a braccetto.

Cambia il soggetto, si passa ad Albert King, ma partendo da I’ll Play The Blues For You si rimane in quel blues misto soul di cui l’omone di Indianola era maestro assoluto nelle sue incisioni Stax, con tanto di Flyng V sfoderata da Joe https://www.youtube.com/watch?v=qoX0Olfqziw , e anche I Get Evil era uno dei classici assoluti del blues, qui rifatto con grinta da leone e assolo di organo di Wynans da sballo. Breaking Up Somebody’s Home è in una versione lunga e torrida, con la band che crea un train sonoro dove Bonamassa può scaricare la solista alla grande e in Angel Of Mercy la febbre sale ancora, il concerto comincia a scaldarsi, il blues si tinge di rock e si comincia a godere https://www.youtube.com/watch?v=kUJsi4vuGjY , mentre il funky-jazz-soul di Cadillac Assembly Line, ancora Albert, conclude la prima parte https://www.youtube.com/watch?v=bSLXTxKHDS4 .

Per il secondo CD è B.B. King time, ma all’inizio del dischetti c’è ancora una Oh Pretty Woman di Albert King da manuale del blues, di Let The Good Times Roll abbiamo detto, ma non vogliamo parlare di una Never Make Your Move Too Soon bella cattiva https://www.youtube.com/watch?v=HW9qLOfHabI ? Poi tocca allo spiritual meets blues di Ole Time Religion, che uno di solito non assocerebbe a lui, ma era su un disco del 1959 B.B. King Sings Spirituals e qui le tre coriste prima di lasciare il proscenio alla solista di Joe ci danno dentro di gusto.. Poi a seguire una versione in crescendo torrenziale di Nobody Loves Me But My Mother, quattro minuti di assolo da spellarsi le mani per gli applausi prima della parte cantata, una divertente Boogie Woogie Woman per stemperare la tensione, prima di una colossale Hummingbird, dieci minuti di pura magia sonora, dove Bonamassa dà fondo a tutte le sue riserve di feeling, splendida versione. E i tre bis diciamo pure che non sono malaccio neanche quelli: Hide Away, velocissima e fulminante, Born Under A Bad Sign, in una versione da “Creaminologo”, ma con fiati, coriste e tastiere aggiunte ad allargarne lo spettro sonoro, e per finire in gloria The Thrill Is Gone, che fin che verrà fatta così bene il brivido non se ne andrà mai. Riding With The Kings, posta in coda come bonus è un adattamento del pezzo di John Hiatt, una versione sapida cantata a due voci con Mahalia Barnes. Fino a che fa dei dischi così  belli come si fa a rimproverarlo, forse per la copertina un po’ pacchiana!

Bruno Conti

Finché Fa Dischi Così Belli, Può Farne Quanti Ne Vuole! Joe Bonamassa – Live At The Greek Theaterultima modifica: 2016-10-03T20:42:39+02:00da bruno_conti
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