Prosegue La “Striscia” Del Blues. Popa Chubby – Two Dogs

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Popa Chubby – Two Dogs – earMusic/Edel

Popa Chubby o se preferite Ted Horowitz, visto che in teoria il nome d’arte dovrebbe appartenere al gruppo (come racconta lui stesso, attribuendo la paternità del nickname al grande tastierista di Parliament/Funkadelic Bernie Worrell), poi, per estensione, è ovvio che essendo Horowitz l’unico membro fisso della band, il nomignolo è rimasto legato a lui. Confesso che non saprei dirvi che numero sia questo nuovo album nella sua discografia, direi almeno 25 in circa altrettanti anni di carriera deve averli pubblicati. Come sempre i migliori sono i primi, e quelli dal vivo, ma Popa Chubby, a parte forse un paio di volte, con l’ex moglie Galea, non è mai andato sotto il livello di guardia, ed i suoi dischi sono sempre abbastanza soddisfacenti, con delle punte di eccellenza. Anche questo Two Dogs non devia dalla regola aurea del “Blues according to Popa Chubby”, che è stato anche il titolo di un suo disco: per l’occasione Horowitz ha inciso solo materiale originale (ma poi non ha resistito, e alla fine dell’album comunque ci sono un paio di cover di pregio). Dopo Catfish dello scorso anno http://discoclub.myblog.it/2016/11/19/il-solito-popa-chubby-the-catfish/ , il primo per la earMusic, quindi dai gatti si passa ai cani, ma il risultato di fondo non cambia: il tastierista è il “solito” Dave Keyes, un nome, una garanzia, da molti anni con il “Chubby”, per il resto, si segnala la presenza alla batteria di Sam Bryant, uno ha che suonato per diversi anni nella band di Kenny Wayne Shepherd, e quindi è abbastanza uso al blues-rock diciamo energico di Popa Chubby, che comunque incorpora anche da sempre elementi soul e R&B.

L’album si apre con It’s Alright, un classico pezzo blues alla Horowitz, chitarra fluida e pungente, un ritmo influenzato, come ricorda lo stesso Chubby nel filmato, dai vecchi ritmi Detroit della Motown, quel pop errebì gioioso che imperava negli anni ’60, con le tastiere di Keyes molto presenti a controbilanciare il lavoro della solista, uno dei suoi pezzi migliori degli ultimi anni; Rescue Me dovrebbe essere una vecchia canzone mai incisa in passato per svariati problemi, che questa volta trova la via del nuovo disco, altro brano positivo e vibrante, tra R&R e blues, a tutto riff, con la chitarra sempre pungente del nostro, mentre Preexisting Order un brano che verte sull’health care americana, ha un ritmo quasi da soul revue, con l’intervento di fiati rotondi a dare corpo ad un’altra canzone dove si respira un’aria musicale brillante e positiva. Sam Lay’s Pistol è un altro pezzo che viene dal passato, scritto con l’ex moglie Galea, narra le vicende incredibili e grottesche di Sam Lay, il vecchio batterista che fu con i grandi della Chess e del blues (pure con Butterfield Blues Band e quindi presente alla svolta elettrica di Dylan) che aveva l’abitudine di portare sempre con sé una pistola, con cui una volta si sparò per sbaglio, anche negli zebedei, brano leggero e piacevole ancora una volta, ma suonato con il solito piglio deciso che sembra caratterizzare questo Two Dogs;la cui title-track è un bel esempio del classico blues degli episodi più funky del nostro, giro rotondo di basso, ancora i fiati presenti e chitarrina insinuante con wah-wah in evidenza.

Niente male pure Dirty Old Blues un rock-blues tirato e brioso, con Popa Chubby che va alla grande di slide, un pezzo da “Instant Grat” lo definisce, e in effetti la gratificazione è immediata; e il groove è potente e coinvolgente anche nella successiva Shakedown, un wah-wah hendrixiano incontra un ritmo da Memphis e dintorni e il divertimento è assicurato. Wound Up Getting High è la preferita dello stesso Horowitz, una sorta di southern ballad, solo piano e chitarra acustica, con piccoli interventi dell’elettrica; Clayophus Dupree è il primo dei due strumentali del disco, dove si apprezza tutta la tecnica del nostro che è chitarrista di pregio e dal feeling unico, molto piacevole anche il lavoro dell’organo di Dave Keyes che fa molto Booker T & The Mg’s, mentre lo stesso Popa Chubby siede alla batteria, novello Al Jackson. Me Won’t Back Down  rientra nell’agone più funky-rock della musica del nostro, ma mi sembra uno degli episodi meno convincente del disco, al di là del solito buon lavoro al wah-wah, eecellente Chubby’s Boogie, l’altro pezzo strumentale dell’album, un tributo a Freddie King, ma pure con rimandi alla musica degli Allman Brothers, grazie alle twin guitars suonate dallo stesso Horowitz, notevole anche Keyes al piano, una delle migliori tracce del CD, che comunque segnala in generale un ritorno alla miglior forma del nostro. Come testimoniamo anche le due bonus tracks dal vivo poste in coda all’album: una Symphathy For The Devil, tratta dal tour di Big, Bad And Beautiful, con il classico brano degli Stones che riceve un trattamento Deluxe e una più intima e raccolta Hallelujah, il brano di Leonard Cohen via Jeff Buckley, solo per chitarra e piano, quasi dieci minuti per una versione molto sentita e commovente.

Bruno Conti

Prosegue La “Striscia” Del Blues. Popa Chubby – Two Dogsultima modifica: 2017-12-07T15:10:35+01:00da bruno_conti
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