*NDB In questi giorni festivi, oltre ai Post abituali sulle ultime novità e alle liste mancanti dei migliori dischi del 2017, ne approfittiamo per recuperare anche qualche recensione che per svariati motivi non era ancora stata utilizzata: ieri era toccato al disco di Juanita Stein, oggi alla ristampa dei Winter Brothers, la parola a Marco.
The Winters Brothers Band – The Winters Brothers Band – Wounded Bird/Warner CD
E’ noto che il periodo d’oro del southern rock siano stati gli anni settanta, decade nella quale non solo si sono create delle vere e proprie leggende (principalmente tre: The Allman Brothers Band, Lynyrd Skynyrd e la Marshall Tucker Band, ci sarebbe anche la Charlie Daniels Band ma io l’ho sempre visto come un gruppo a cavallo fra rock e country), ma nella quale hanno anche assaporato una buona popolarità gruppi che col tempo hanno perso appeal verso il pubblico, come gli Amazing Rhythm Aces, gli Outlaws, la Atlanta Rhythm Section, i Wet Willie ed i primi Molly Hatchet prima di virare verso un più remunerativo hard rock. Infine ci sono state anche tante band che non hanno raggiunto una grande fama neppure all’epoca, pur non demeritando affatto, e tra di esse di sicuro troviamo la Winters Brothers Band, quintetto proveniente da Nolensville, Tennessee, che nel suo primo periodo di attività, la seconda metà degli anni settanta, pubblicò appena due album, per poi farne uscire un terzo nel 1985 ed altri due, con una formazione prevedibilmente molto diversa, nel nuovo millennio (e la loro attività concertistica prosegue tutt’ora). Oggi la Wounded Bird, un’etichetta specializzata in ristampe di dischi poco noti e distribuita dalla Warner, ripubblica l’esordio del gruppo, l’omonimo The Winters Brothers Band del 1976, senza peraltro aggiungere alcunché come bonus.
https://www.youtube.com/watch?v=Lmuro9vpQc8
La band, guidata dai fratelli Donnie e Dennis Winters, entrambi cantanti e chitarristi (e completata da Gene Watson, basso, Kent Harris, batteria ed il bravissimo David “Spig” Davis al pianoforte) ebbe probabilmente la sfortuna di esordire quando il rock sudista cominciava già a mostrare la corda, al punto che il loro secondo lavoro, Coast 2 Coast, uscì nel 1978 in piena era punk e venne semplicemente ignorato. C’è da dire che la WBB era anche un combo forse di livello inferiore rispetto ai maestri del genere, ma è giusto riconoscere che in questo esordio i cinque fecero del loro meglio, consegnando al mondo dieci canzoni di piacevolissimo rock chitarristico, con un buon gusto per la melodia ed armonie vocali degnissime, ed anche dal punto di vista compositivo The Winters Brothers Band risulta un album ben fatto, al quale questa ristampa opportunamente rimasterizzata non può che far bene, anche se forse si poteva creare un doppio CD a prezzo speciale con entrambi i dischi del primo periodo (e di sicuro allungare il primo con qualche inedito dal vivo). I WBB hanno un suono molto fluido, con le twin guitars dei due fratelli sempre protagoniste dei brani, ed il pianoforte di Davis subito pronto a raggiungerle, un sound che chiaramente dava il suo meglio dal vivo dove i pezzi potevano essere dilatati a piacere (ed i nostri erano spesso tra i partecipanti delle prime Volunteer Jams create da Daniels https://www.youtube.com/watch?v=r3bUsvoAu90 ).
https://www.youtube.com/watch?v=DI0Ng_NxmsU
L’inizio è ottimo, con la scorrevole e tersa I Can’t Help It, una rock ballad chitarristica dalla melodia limpida e ritornello corale, vicina alle cose più immediate della MTB dell’altra coppia di fratelli, Toy e Tommy Caldwell. Shotgun Rider, uno dei loro brani più popolari, continua sulla stessa falsariga, southern sì, ma piacevole ed orecchiabile, qui con un maggior coinvolgimento del piano. Sung Her Love Songs è più meditata, inizia quasi come un pezzo di Crosby, Stills & Nash, poi il refrain si distende e prelude ad un bel assolo di piano, con un leggero sapore jazzato che pervade la canzone, che confluisce senza soluzione di continuità in Devil After My Soul, più potente, con la chitarra che si staglia liquida sopra una sezione ritmica tonica, fino ad un cambio di tempo che la trasforma in una jam nella quale anche il pianoforte non si tira indietro. Anche Misty Mountain Morning fa parte delle canzoni più conosciute della WBB, possiede il solito motivo orecchiabile ed ospita Charile Daniels al violino, mentre Old Stories aumenta il ritmo, ma la miscela voce-chitarre-piano resta invariata. Decisamente trascinante Smokey Mountain Log Cabin Blues, un boogie dal ritmo acceso, con la chitarra slide ed il solito pianoforte notevole (che per l’occasione è suonato da Taz Digregorio, tastierista della band di Daniels), ed anche Sweet Dream Lady è tra le migliori, con i ragazzi che suonano davvero che è un piacere. Il disco termina con la solare Dream Ride, di nuovo apprezzabile nel combinare immediatezza e tecnica, e con Laredo, che è invece una honky-tonk song pura e semplice, ancora con il fiddle del barbuto Charlie in evidenza.
Forse la Winters Brothers Band (anzi, sicuramente) non era all’altezza degli altri gruppi storici del suono del Sud, ma continuare a far finta che non siano mai esistiti sarebbe un errore, oltre che un peccato.
Marco Verdi