Alle Radici Della Musica Americana, Con Classe E Forza Interpretativa! Shemekia Copeland – America’s Child

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Shemekia Copeland – America’s Child – Alligator/Ird

Shemekia Copeland è uno di quei rari casi in cui un figlio (o una figlia, in questo caso) d’arte raggiunge, o si avvicina, agli stessi livelli qualitativi del padre o della madre, mi vengono in mente pochi casi di artisti che hanno avuto una carriera consistente ed importante: Jakob Dylan, le due figlie di Johnny Cash, Rosanne e Carlene Carter, Norah Jones, Natalie Cole, altri meno famosi, forse l’unico è stato Jeff Buckley a superare il babbo, almeno come popolarità, anche se per me Tim Buckley rimane inarrivabile. La Copeland , sia pure in un ambito più circoscritto, quello del blues, e con un papà sì famoso ma non celeberrimo come Johnny Copeland, pare sulla buona strada. Questo America’s Child è il suo ottavo album (sei per la Alligator, da cui è andata e tornata) dal 1998, anno del primo disco a soli 19 anni, e mi sembra quello della svolta: dopo avere avuto un figlio di recente (come Dana Fuchs https://discoclub.myblog.it/2018/07/09/strepitosa-trasferta-soul-a-memphis-per-una-delle-piu-belle-voci-del-rock-americano-dana-fuchs-love-lives-on/ ) ha deciso anche lei di recarsi a registrare il nuovo album in Tennessee, nella capitale Nashville, sotto la guida di un musicista, Will Kimbrough, che di solito non si accosta tout court alla musica blues.

Ed in effetti il disco, pur mantenendo decise le sue radici blues, inserisce anche elementi rock, soul, country e parecchio del cosiddetto “Americana” sound, risultando un eccellente disco, molto ben realizzato, anche grazie alla presenza di una serie di ospiti veramente notevole: ci sono John Prine, Rhiannon Giddens, Mary Gauthier, Emmylou Harris, Steve Cropper J.D. Wilkes, Al Perkins e altri strumentisti di valore tipo il bassista Lex Price (all’opera anche nel precedente disco della Copeland, il già ottimo Outskirts Of Love https://discoclub.myblog.it/2015/09/21/la-piu-bianca-delle-cantanti-nere-recenti-shemekia-copeland-outskirts-of-love/ ), il meno noto ma efficace batterista Pete Abbott, Paul Franklin che si alterna alla pedal steel con Perkins in un brano, mentre Kenny Sears suona il violino in una canzone e Will Kimbrough è strepitoso alla chitarra solista, ma anche all’organo e alla National Guitar in tutto il CD. Saggiamente Shemekia, che non è autrice, si è affidata per le nuove canzoni ad alcuni degli ospiti presenti, scegliendo poi alcune cover di pregio, come I Promised Myself, una splendida deep soul ballad, scritta dal babbo Johnny Copeland, nella quale Steve Cropper accarezza le corde della sua chitarra quasi con libidine, mentre la nostra amica, in possesso di una voce strepitosa, per quei pochi che non la conoscessero, si rivela ancora una volta degna erede di gente come Koko Taylor o Etta James. Ma questo succede solo a metà disco, prima troviamo la cavalcata rock-blues della potente Ain’t Got Time For Hate, firmata da John Hahn e Will Kimbrough, che con la sua chitarra duetta con il grande Al Perkins alla pedal steel, mentre J.D. Wilkes è all’armonica ed il coro, quasi gospel, nel classico call and response, è formato da Gauthier, Prine, Harris, ma anche Gretchen Peters, Tommy Womack e altri.

Emmylou Harris e Mary Gauthier, coautrice del brano, che rimangono pure nella successiva, gagliarda ed impegnata socialmente Americans, sempre con Kimbrough e questa volta Perkins che imperversano alla grande con le loro chitarre in una canzone veramente splendida. Notevole anche la più raccolta e cadenzata Would You Take My Blood?, ancora della copia Hahn/Kimbrough che è autore di notevole peso, un altro pezzo rock-blues potente con organo e chitarra sugli scudi; Great Rain di John Prine era su The Missing Years, e l’autore, in grande voce per l’occasione, è presente per duettare con la Copeland in una nuova versione vibrante e ricca di elettricità, mentre nel brano Smoked Ham And Peaches, ancora della Gauthier, Rhiannon Giddens è all’african banjo e Kimbrough alla National, per un delizioso county- blues elettroacustico, seguito  da una The Wrong Idea di grande presa sonora, un country-southern –rock a tutte chitarre, con il violino di Kenny Sears aggiunto per buona misura, e qui siamo in piena roots music, di quella di grande fattura. In The Blood Of The Blues, come da titolo, è un altro tuffo nelle 12 battute più grintose, solo la voce poderosa di Shemekia, e un trio chitarra,basso e batteria a darci dentro di gusto; Such A Pretty Flame è una blues ballad soffusa e notturna che profuma delle paludi della Louisiana, scritta da uno dei Wood Brothers, mentre One I Love viene dalla penna di Kevin Gordon, un altro che di belle canzoni se ne intende, un pezzo chitarristico rock classico, con l’armonica di Wilkes aggiunta, inutile dire che entrambe sono cantate splendidamente. Molto bella anche la cover inaspettata di I’m Not Like Everybody Else dei Kinks di Ray Davies, trasformata in un gagliardo gospel-blues alla Mavis Staples, mentre a chiudere troviamo un traditional Go To Sleepy Little Baby, una deliziosa ninna nanna dedicata al figlio che chiude su una nota tenera un disco veramente bello, dove gli ospiti sono solo la ciliegina sulla torta, ma la grande protagonista è la voce di Shemekia Copeland. Consigliato caldamente.

Bruno Conti

 

Alle Radici Della Musica Americana, Con Classe E Forza Interpretativa! Shemekia Copeland – America’s Childultima modifica: 2018-09-04T08:23:46+02:00da bruno_conti
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