Ormai E’ Una Garanzia, Prolifico Ma Sempre Valido: Ha Fatto Tredici! Joe Bonamassa – Redemption

joe bonamassa redemption 21-9

Joe Bonamassa – Redemption – Mascot/Provogue

Sono già passati due anni e mezzo dall’ultimo album di studio di Joe Bonamassa Blues Of Desperation, uscito nel marzo 2016 https://discoclub.myblog.it/2016/03/20/supplemento-della-domenica-anteprima-nuovo-joe-bonamassa-ormai-certezza-blues-of-desperation-uscita-il-25-marzo/ . Calma, vi vedo irrequieti: lo so che in questo periodo  il musicista newyorkese ha pubblicato almeno tre album dal vivo https://discoclub.myblog.it/2018/05/13/uno-strepitoso-omaggio-ai-tre-re-inglesi-della-chitarra-joe-bonamassa-british-blues-explosion-live/ , la reunion dei Black Country Communion, ha partecipato al disco dei Rock Candy Funk Party, e alla fine di gennaio è uscito l’album in coppia con Beth Hart Black Coffee https://discoclub.myblog.it/2018/01/21/supplemento-della-domenica-di-nuovo-insieme-alla-grande-anteprima-nuovo-album-beth-hart-joe-bonamassa-black-coffee/ . Ma stiamo parlando di Bonamassa, “the hardest working man in show business”, uno che i dischi li fa anche quando dorme. E quello che sorprende, a parte per i suoi detrattori, o quelli che non lo amano, è che la qualità dei dischi rimane sempre sorprendentemente alta. Il CD Redemption, disco di studio n* 13, uscirà il 21 settembre, quindi visto che la recensione, come al solito, l’ho scritta qualche tempo prima dell’uscita, non ho tutte le informazioni precise.

Comunque si sa che questa volta il produttore Jerry Shirley, su suggerimento di Bonamassa si presume, ha voluto apportare alcune modifiche al sound: ci sono due chitarristi aggiunti alla formazione abituale, ossia Kenny Greenberg e Doug Lancio, per consentire a Joe di concentrarsi di più sulle parti soliste, un ospite a sorpresa come il cantante country Jamey Johnson, e tra gli autori o co-autori delle canzoni troviamo Dion DiMucci, Tom Hambridge sempre più lanciato, James House, Gary Nicholson e Richard Page. Per il resto la band è quella solita, ormai collaudata: Anton Fig, batteria, Michael Rhodes, basso e Reese Wynans alle tastiere, oltre alla piccola sezione fiati , Lee Thornburg  e Paulie Cerra, usata in alcuni brani, Gary Pinto alle armonie vocali e le coriste Mahalia Barnes, Jade McRae, Juanita Tippins. Il risultato è più variegato del solito, sono stati impiegati diversi stili ed approcci e il menu sonoro è abbastanza diversificato: Evil Mama parte violentissima, con citazione del classico riff di Rock And Roll dei Led Zeppelin, poi diventa un possente rock-blues fiatistico dal solido groove ,con le coriste di supporto al cantato vibrante di Joe, brano che sfocia in uno dei suoi immancabili assoli torcibudella, con finale wah-wah e le altre chitarre che lavorano all’unisono di supporto, notevole. King Bee Shakedown ancora con fiati sincopati vira verso un blues tinto di rockabilly e boogie, mosso e divertente, con la slide che impazza.

Molly O è uno dei suoi tipici brani di hard rock classico che alterna nel repertorio solista e in quello dei Black Country Communion, storia tragica e drammatica, di impianto marinaro, riff gigantesco zeppeliniano e suono veramente poderoso con la ritmica in modalità 70’s, mentre le chitarre mulinano di gusto, Deep In The Blues Again è più agile e scattante, con le chitarre stratificate e un approccio da rock classico americano, molto radiofonica, sempre radio buone comunque e non mancano gli assoli, meno invasivi di altre occasioni. Self-Inflicted Wounds è un brano quasi da cantautore, Bonamassa lo considera una delle sue migliori prove come autore, molto atmosferico nel suo dipanarsi, assolo liberatorio incluso, mentre Pick Up The Pieces, notturna e jazzata, con piano e sax a sottolinearne una certa drammaticità, potrebbe ricordare certe collaborazioni con Beth Hart, più soffusa e felpata grazie ad una National acustica.

A questo punto a sorpresa Bonamassa goes country, magari southern, grazie alla collaborazione in quel di Nashville (dove comunque è stato registrato gran parte del disco, ma anche a Las Vegas, Sydney e Miami) con Jamey Johnson, The Ghost Of Macon Jones è un country-rock and western di ottimo impatto dal ritmo galoppante. Just Cos You Can Don’t Mean You Should sembra un omaggio di Joe al suono e al timbro di Gary Moore, un brano lento e cadenzato con uso di fiati, dove Bonamassa “imita” l’approccio blues-rock del chitarrista irlandese con ottimi risultati, bellissimo l’assolo https://www.youtube.com/watch?v=XbNgt8jh9io . La title track è il pezzo scritto con Dion, un blues elettrocustico di sicuro fascino, con un arrangiamento avvolgente e raccolto, che poi esplode in un assolo crudo e violento fatto di tecnica e feeling https://www.youtube.com/watch?v=wDe-dI3c5d0 ; anche I‘ve Got Some Mind Over What Matters rimane in questo approccio blues molto classico e misurato, senza eccessi particolari, prima di sorprenderci con una quasi spoglia Stronger Now In Broken Places, quasi solo voce e chitarra acustica, intima e malinconica il giusto, con dei tocchi sonori aggiuntivi di Jim Moginie dei Midnight Oil e Kate Stone, per questa traccia registrata in Australia. La chiusura è affidata ancora a un torrido slow blues elettrico, con uso fiati e piano, Love Is A Gamble dove Joe Bonamassa scatena ancora una volta tutta la sua verve chitarristica in un lancinante assolo.

Non si può negare che sia sempre bravo e ancora una volta centra l’obiettivo, come detto esce il 21 settembre.

Bruno Conti

Ormai E’ Una Garanzia, Prolifico Ma Sempre Valido: Ha Fatto Tredici! Joe Bonamassa – Redemptionultima modifica: 2018-09-17T08:25:30+02:00da bruno_conti
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