Fatica A Trovare Una Propria Strada. John Butler Trio – Home

john butler trio home

John Butler Trio – Home – Caroline/Universal

John Butler il chitarrista e cantante australiano festeggia quest’anno i 20 anni di attività discografica: tanto è passato dall’uscita del primo disco omonimo come solista targato 1998. Non ho seguito con costanza  i suoi album, ma alcuni non mi erano dispiaciuti, soprattutto quelli dal vivo, ma anche alcuni dei suoi album di studio, per esempio Three (che però era il secondo), con elementi roots-rock e anche country e bluegrass, e anche altri dischi della sua produzione, fino a Flesh And Blood del 2014, spesso anche con inserimento di elementi jam, folk e blues, grazie alla sua abilità con Weissenborn, lap steel, slide e solista tradizionale, un po’ nella vena sonora di gente come Ben Harper e Jack Johnson. Di tanto in tanto nei CD sono apparse anche “contenute” virate verso un suono più commerciale, per l’uso di produttori non proprio impeccabili e sulla nostra lunghezza d’onda, impegnati con Beastie Boys, Tone Lock o Mark Ronson. Questo nuovo album, o quantomeno uno dei singoli che lo ha preceduto, la tille-track Home segna una decisa sferzata verso un suono “elettronico” https://www.youtube.com/watch?v=9zhrpfEHvSE , e anche la traccia di apertura Tahitian Blue ha molti elementi di quel suono massificato ed omologato che impera oggi e su cui molti gruppi, anche validi ,come Mumford And Sons, Kings Of Leon, in parte i Decemberists, Arcade Fire e svariate altre band, si sono adagiati per una presunta voglia di cambiamento, presentata come la ricerca di sonorità nuove e più interessanti.

Sarà, ma i risultati mi sembra non coincidano più molto con i gusti dei vecchi fans ed appassionati in generale di buona musica: anche Butler mi pare si sia adeguato a questo tran tran da musica per spot pubblicitari, come dimostra l’altro singolo Wade In the Water, un po’ più rock e con la chitarra che cerca di farsi largo, a fatica, tra percussioni e tastiere stratificate, grooves reiterati e radiofonici. Andando a cercare si trova qualche brano migliore, dal country-blues con uso di banjo di Just Call, che dopo un inizio promettente si perde in sonorità becere e ritornelli scontati; insomma anche con tutta la buona volontà del San Tommaso trovo difficile trovare brani da salvare, c’è qualche traccia che magari a tutto volume sulle highways australiane potrebbe essere piacevole come Running Away, quando nella parte strumentale Butler toglie il freno a mano e lascia la mano libera di scorrere sulle corde della sua solista. O nella romantica hard ballad Miss YourLove che poi si perde subito in uno “zuccherificio” di buoni  sentimenti.

Salverei alla fine giusto la lunga Faith, tra folk, rock e stile da cantautore classico, che con la sua chitarra arpeggiata e qualche falsetto giudizioso si riallaccia allo stile dei vecchi dischi e pure Coffee Methadone And Cigarettes indica che volendo John Butler è in grado di realizzare ancora buona musica, come conferma questa dolente ballata di eccellente fattura, percorsa da un raffinato spirito elettroacustico dove le chitarre sono usate con classe ed eccellenti risultati complessivi, senza dimenticare anche il buon country-roots della dondolante Tell Me Why, un trittico di canzoni che magari non è sufficiente a salvare l’album ma indica che il nostro amico non ha perso del tutto il suo tocco. Brown Eyed Bird ritorna al connubio tra elettronica, chitarre acustiche e melodie non memorabili e anche You Don’t Have To Be Angry Anymore fatica a raggiungere la sufficienza, con We Want More, che nonostante l’acustica in vena di flamenco, è ancora sull’orlo della tamarrata. Poche luci e molte ombre, visto che il talento non manca  speriamo per il prossimo disco, ma ho dei seri dubbi.

Bruno Conti

Fatica A Trovare Una Propria Strada. John Butler Trio – Homeultima modifica: 2018-10-15T09:01:40+02:00da bruno_conti
Reposta per primo quest’articolo