Una Splendida Serata, Finalmente Disponibile: Give The People What They Want! David Bowie – Glastonbury 2000

david bowie glastonbury 2000

David Bowie – Glastonbury 2000 – Parlophone/Warner 2CD – 2CD/DVD – 3LP

Negli ultimi anni non sono mancati album live d’archivio accreditati a David Bowie, ma limitatamente a concerti degli anni settanta (Cracked Actor e Welcome To The Blackout) o inseriti all’interno dei cofanetti riepilogativi della carriera che escono annualmente dal 2015. Questa volta però il discorso è diverso, in quanto Glastonbury 2000 documenta (come da titolo) uno show del Duca Bianco del nuovo millennio (l’unico finora era il bellissimo A Reality Tour, registrato nel 2003 ma pubblicato nel 2010), e non un concerto normale, bensì la storica apparizione del nostro come headliner della serata del 25 Giugno 2000 del famoso festival rock inglese. Lo spettacolo, che esce sia in formato audio che video, girava da anni su bootleg di alterna qualità, ed era stato mostrato in televisione una volta sola, ma esclusivamente la prima mezz’ora: con questo doppio CD (e DVD) possiamo finalmente godere dello show completo, e devo dire che ne valeva assolutamente la pena.

Già il fatto di avere Bowie sul palco in quel periodo era una notizia, in quanto nel 2000 tenne solo quattro concerti (compreso questo), ma se aggiungiamo che Mr. Ziggy mancava dal palco di Glastonbury dal 1971 e che quella sera estiva del 2000 si trovò di fronte a 120.000 persone, capirete perché stiamo parlando di un vero e proprio evento (e fa impressione pensare che, a soli 53 anni, questo sarà uno dei suoi ultimi show, almeno di fronte a così tanto pubblico: il nostro intraprenderà infatti solo più due tour in seguito, nel 2002 e nel 2003/2004, e poi più nulla fino all’inattesa morte avvenuta all’inizio del 2016). E David ripaga il numeroso pubblico con una performance da ricordare, una serata in cui il nostro non prende più di tanto in considerazione le sperimentazioni degli anni novanta, ma regala una scaletta che è il sogno di ogni fan; in aggiunta, Bowie è in forma fisica e vocale strepitosa, e guida una band che è tra le migliori da lui mai avute, formata da Mark Plati ed Earl Slick alle chitarre, Gail Ann Dorsey al basso e voce, Sterling Campbell alla batteria, Mike Garson alle tastiere e con i cori di Emm Gryner e Holly Palmer. Grande musica quindi, versioni dei vari brani spesso allungate e con molto spazio per la band, che dona al concerto un’impronta decisamente rock e, come dicevo, una setlist che è il classico caso di “give the people what they want”.

E poi, ovviamente, c’è Bowie, un intrattenitore nato dalla classe sopraffina, che si presenta come al solito attentissimo anche al look, con una lunga e variopinta giacca rockdello stilista Alexander McQueen ed una folta chioma bionda in puro stile The Man Who Sold The World. L’inizio per la verità è quasi spiazzante, dato che Wild Is The Wind non è proprio uno dei brani più noti di David (era su Station To Station): una ballata molto ritmata, distesa e gradevole, in cui il nostro dimostra da subito di essere in forma eccellente, e con uno splendido lavoro al pianoforte di Garson. Station To Station sarà tra l’altro l’album di Bowie più omaggiato durante la serata, con altre tre tracce provenienti da esso: il funk-rock Stay, con ottima prestazione chitarristica, l’insinuante Golden Years e l’avvolgente title track. Con China Girl hanno inizio le hits, una versione decisamente più rock e meno pop di quella presente su Let’s Dance; a seguire abbiamo una serie incredibile di classici, suonati dal gruppo con rinnovato vigore: dalla famosissima Changes alla straordinaria ballata Life On Mars? (cantata decisamente bene), fino ad una strepitosa Absolute Beginners di otto minuti, uno dei brani più belli di Bowie.Un attimo di relax col la fluida Ashes To Ashes per poi essere piacevolmente assaliti dal rock’n’roll di Rebel Rebel https://www.youtube.com/watch?v=7CLTj-mDXVg , mentre Little Wonder, tratta dal controverso Earthling, non è esattamente il massimo, anche se qui suona più rock e meno drum’n’bass.

Il secondo CD si apre con la danzereccia Fame, anch’essa molto più elettrica in quella serata, e prosegue con una sontuosa versione di una delle più belle canzoni inglesi degli anni settanta, cioè All The Young Dudes, accolta da un prevedibile boato (e David canta splendidamente). Dopo una limpida The Man Who Sold The World elettroacustica, che non ricordavo così bella, e la già citata Station To Station, ecco Starman, uno dei brani di Bowie che preferisco, dotata di un ritornello memorabile e di una bellissima parte di chitarra https://www.youtube.com/watch?v=UwIlqtyxpnU . La poco nota Hallo Spaceboy, non un grande brano, precede una sequenza formidabile di hits che comprende la coinvolgente Under Pressure, successo planetario del nostro insieme ai Queen, la grande rock ballad Ziggy Stardust https://www.youtube.com/watch?v=_OZsiqiC2ME , il superclassico Heroes, sempre un piacere ascoltarla, e Let’s Dance, che inizia come un brano lento per poi assumere la veste conosciuta dopo la prima strofa; finale in tono minore, con la non eccelsa (ma dal suono potente) I’m Afraid Of Americans, che però non va ad inficiare una performance memorabile, che fa di Glastonbury 2000 uno dei migliori album dal vivo di David Bowie.

Marco Verdi

Una Splendida Serata, Finalmente Disponibile: Give The People What They Want! David Bowie – Glastonbury 2000ultima modifica: 2018-12-07T19:55:14+01:00da bruno_conti
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