Un Gran Bel Concerto Per Una Delle Leggende “Minori” Del Blues. Johnny Shines – The Blues Came Falling Down Live 1973

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Johnny Shines – The Blues Came Falling Down Live 1973 – Omnivore Recordings

Johnny Shines è considerato, giustamente, almeno dalla critica, uno dei più grandi “praticanti” del blues acustico del Delta: anche se il nostro nasce nei sobborghi di Memphis, Tennessee, nel 1915, ha poi frequentato la zona, diventando discepolo prima del giovane Howlin’ Wolf, e per questo fu chiamato “Little Wolf”, poi in seguito incontrò colui che fu la sua più grande ispirazione, Robert Johnson , cercando di carpirne lo stile e la tecnica. Però, per varie vicissitudini e necessità lavorative della vita, la sua carriera non è mai decollata e per il grande pubblico Shines rimane uno sconosciuto, per quanto illustre: 4 canzoni registrate per Columbia nel 1946, pubblicate solo 20 anni dopo, 2 brani per la Chess incisi nel 1951, anche questi poco fortunati a livello discografico, visto che Johnny non gradì molto il cachet da “lustrascarpe” proposto dal boss Leonard Chess, che infatti lo inserì nei loro registri come “Shoe Shine Johnny”. Poi all’esplosione del blues nel South Side di Chicago, qualche registrazione per etichette locali, che non uscirono dai confini della città, una prima “riscoperta” a metà anni ’50, quando si esibiva negli stessi locali di Howlin’ Wolf, e quella definitiva nella grande ondata del blues anni ’60, con registrazioni per Vanguard, Testament, Biograph, Adelphi, Blue Horizon, Rounder e così via, rimanendo comunque sempre un artista di culto.

Dopo la morte, avvenuta nel 1992 a Tuscaloosa, in Alabama, diverse etichette periodicamente ne hanno pubblicato materiale edito ed inedito, ora arriva questo concerto “scoperto” dalla Omnivore e relativo ad una serata alla Washington University, Graham Chapel, St. Louis, nel 1973, anche se dalle note non è dato sapere la data esatta di questo Live, che comunque rimane una performance assolutamente degna della sua reputazione come uno dei grandi ”eroi misconosciuti” delle 12 battute classiche. Una qualità sonora spettacolare, che ci permette di godere la tecnica chitarristica sopraffina di Shines, un vero maestro della chitarra acustica, come ci dimostra subito in uno scintillante Big Boy Boogie, uno strumentale fantastico dal ritmo ondeggiante, in cui le sue mani volano sulla chitarra, mentre Johnny intrattiene il pubblico con alcuni commenti mentre si esibisce; Seems Like A Million Years, uno degli altri tredici brani a sua firma (ce ne sono anche quattro di Robert Johnson, uno di Sleepy John Estes e uno di Blind Willie Johnson) è il primo pezzo dove si apprezza la sua voce vissuta, profonda e risonante, vibrante e potente, in grado di salire e scendere di tono in modo mirabile, mentre narra le storie dei suoi protagonisti comuni, accompagnandosi sempre con quella chitarra che è una propaggine imprescindibile della sua anima.

Per Cold In Hand Blues sfodera un bottleneck magistrale, fremente e palpitante come la sua interpretazione vocale, trattenuta ma al contempo intensa https://www.youtube.com/watch?v=5VvR7f4sAk4 , Kind Hearted Woman Blues è il primo dei brani di Johnson, un esempio del miglior Delta blues eseguito in modo perfetto ed appassionato. Seguita  da una veemente Have You Ever Loved A Man (i temi dei brani sono sempre quelli, si intrecciano con quelli di decine di altri autori, come è consuetudine nel blues, dove ogni canzone difficilmente appartiene ad un singolo autore, ma fluttua nell’aria per essere carpita ed adattata alle proprie esigenze da chi la trova), e ancora dalla vissuta e potente Stay High All Night Long, dal traditional gospel Stand By Me, da un’altra composizione di Johnson, I’m A Steady Rollin’ Man,e poi ancora di Shines, Happy Home e Someday Baby Blues di John Estes, un ulteriore Johnson “minore” (se esiste) la breve e intricata They’re Red Hot (Hot Tamales). You’re The One I Love, preceduta da una lunghissima introduzione sulle virtù del blues, è più lenta e meditativa, Sweet Home Chicago, l’ultimo pezzo di Robert Johnson, direi che non ha bisogno di introduzione, il pubblico gradisce, le mani battono a tempo e quelle di Shines volano nuovamente sul manico della chitarra.

Non mancano un paio di slow magnifici come The Blues Came Falling Down e Big Star Falling (negli ultimi tre brani c’è anche Leroy Jodie Pierson alla seconda chitarra). Nel finale di concerto riappare il bottleneck per Tell Me Mama, Ramblin’ e una sgargiante rilettura del classico di Blind Willie Johnson It’s Nobody Fault But Mine, la brevissima e scatenata Goodbye Boogie e la conclusiva, intensa How You Want Your Rollin’ Done. Per chi ama il blues duro e puro, ma non noioso: un bel “regalo” per rivalutare un personaggio  come Johnny Shines , che forse in vita non ha avuto il credito che meritava.

Bruno Conti

Finché La Barca (Country) Va, Lasciala…Suonare! VV. AA. – A Tribute To The Bakersfield Sound Live!

a tribute to the bakersfield sound live

VV.AA. – A Tribute To The Bakersfield Sound Live! – TimeLife CD

Non sono certo io a dovervi spiegare l’importanza che ha avuto il cosiddetto Bakersfield Sound (dal nome della cittadina californiana di Bakersfield, da cui tutto ebbe origine) nell’ambito della musica country: movimento nato negli anni cinquanta in contrapposizione con il crescente suono di Nashville, era caratterizzato da un suono comunque classico ma con una strumentazione diretta e “rock”, senza le melensaggini tipiche della capitale del Tennessee. I due pionieri del genere furono sicuramente Buck Owens e Merle Haggard, due grandissimi autori e performers che influenzarono notevolmente le generazioni di musicisti a venire, Dwight Yoakam e Marty Stuart su tutti. Lo scorso anno si è tenuta in acque americane una crociera a tema country, la StarVista Live Country Music Cruise, con veri concerti e serate a tema: uno degli eventi di punta è stato sicuramente il tributo al suono di Bakersfield, fortemente voluto dai musicisti Wade Hayes e Chuck Mead (quest’ultimo ex leader dei bravissimi BR5-49), concerto che oggi possiamo goderci anche noi grazie a questo A Tribute To The Bakersfield Live!

Il dischetto è decisamente ben fatto ed estremamente gradevole, con Hayes e Mead che si alternano come voce solista, ben sostenuti dai Grassy Knoll Boys (la band che solitamente accompagna Mead dal vivo): musica pimpante e coinvolgente, con chitarre, piano e steel in evidenza e ritmo spesso elevato, con alla fine della serata (anzi, mattinata, il concerto si è tenuto al mattino) una serie di ospiti a rendere più appetitoso il piatto. Il disco è anche una sorta di tributo ad Owens e Haggard, dato che il 90% delle canzoni incluse proviene dai loro songbook: si parte subito con una tripletta di Buck, prima con una vivace versione strumentale della classica Buckaroo (con la steel in gran spolvero), seguita da una bellissima rilettura della leggendaria Streets Of Bakersfield, in odore di Messico, e da una scintillante I’ve Got A Tiger By The Tail. Swinging Doors è una delle più note di Haggard, e Hayes si destreggia decisamente bene supportato al meglio da Mead & Band: puro country; Above And Beyond è ricca di swing, e certifica l’ottima intesa tra i due leader, mentre The Bottle Let Me Down, ancora Hag, è una delle più famose drinkin’ songs di sempre, puro honky-tonk di gran classe.

Close Up The Honky Tonks è uno dei pezzi più famosi di Owens, versione limpida e godibilissima, Big, Big Love è la prima di due canzoni a non essere né di Buck né di Merle, bensì di Wynn Stewart, ed è un trascinante e ritmato brano tra country e rockabilly, così come Big City (torniamo a Haggard), swingata e di fattura squisita. La guizzante Hello Trouble vede il primo ospite, cioè il cantante e pianista di Nashville Tim Atwood, che se la cava egregiamente, seguito a ruota da Emily West, che nobilita con la sua bella voce la languida ballad Together Again; Johnny Lee presta il suo vocione vissuto a Carolyn, raffinata e suonata in punta di dita, mentre lo slow Cryin’ Time è affidato a Rudy Gatlin. Gran finale con Ray Benson, mitico leader degli Asleep At The Wheel, che sprizza carisma da ogni nota nell’intensa Misery And Gin, e poi tutti insieme sul palco per il superclassico di Joe Maphis Dim Lights, Thick Smoke (And Loud, Loud Music), gioiosa e coinvolgente come sempre.

Bel dischetto, fresco e rigenerante.

Marco Verdi

Novità Prossime Venture 4. Gregg Allman – Laid Back In Versione Doppia Deluxe, Esce il 30 Agosto

gregg allman laid back deluxe

Gregg Allman – Laid Back – 2 CD Deluxe Mercury/Universal – 30-08-2019

Il primo album solista di Gregg Allman Laid Back, venne registrato nella primavera del 1973, qualche mese dopo le sessions di Brothers And Sisters, il primo disco degli Allman Brothers del post Duane Allman: poi entrambi vennero pubblicati a brevissima distanza l’uno dall’altro, quello degli Allman ad Agosto, mentre il disco solista di Gregg uscì ad Ottobre, e per promuovere l’album poi il nostro si imbarcò in tour americano con il supporto della band Cowboy e dei vari musicisti presenti nel disco di studio, con solo Chuck Leavell Jay Johnny Johanson (o Jaimoe se preferite) degli Allman Brothers, oltre ad una intera orchestra. Il LP venne prodotto da Johnny Sandlin, lo storico collaboratore della Capricorn, etichetta per la quale venne pubblicato il disco, ottenendo anche un buon riscontro di vendita, arrivando al 13° posto delle classifiche, e anche il singolo, la splendida Midnight Rider entrò nella Top 20.

Il disco era più orientato verso elementi soul e R&B rispetto ai dischi con il gruppo, anche se il blues ed il southern rock ne erano comunque gli ingredienti principali come al solito, pur non mancando anche qualche elemento country, ad esempio in These Days: oltre a Scott Boyer TommyTalton, i due Cowboy, impegnati ai vari tipi di chitarra, troviamo anche Bill Stewart, il loro batterista, Charlie Hayward, il bassista della Charlie Daniels Band, Paul Hornsby Chuck Leavell impegnati alle tastiere, in supporto dell’organo dello stesso Gregg, oltre ad una decina di vocalist di supporto, tra cui Cissy Houston, la mamma di Whitney, che era nelle Sweet Inspirations, uno dei più grandi gruppi vocali neri di supporto ai grandi del soul, basterebbe il nome di Aretha Franklin, al sax David “Fathead” Newman, e alle chitarre anche Jimmy Nalls Buzz Feiten. Un ottimo disco a cui sono stati aggiunte nel CD n°1 le “prime versioni” di tutte le otto tracce del disco, tra cui oltre a Midnight Rider svettano le cover di These Days di Jackson Browne, il traditional Will The Circle Be Unbroken Don’t Mess Up A Good Thing di Fontella Bass. Nel secondo CD, definito Demos, Outtakes & Alternates, ci sono altri 18 brani, tra cui alcune canzoni inedite nel disco originale, e anche una versione dal vivo di Melissa. Comunque qui sotto trovate la lista completa dei contenuti.

CD1: Remastered & Early Mixes]
1. Midnight Rider
2. Queen of Hearts
3. Please Call Home
4. Don’t Mess Up a Good Thing
5. These Days
6. Multi-Colored Lady
7. All My Friends
8. Will the Circle Be Unbroken
9. Midnight Rider (Early Mix)
10. Queen of Hearts (Early Mix)
11. Please Call Home (Early Mix)
12. Don’t Mess Up a Good Thing (Early Mix)
13. These Days (Early Mix)
14. Multi-Colored Lady (Early Mix)
15. All My Friends (Early Mix)
16. Will the Circle Be Unbroken (Early Mix)

[CD2: Demos, Outtakes & Alternates]
1. Never Knew How Much (Demo)
2. All My Friends (Demo)
3. Please Call Home (Demo)
4. Queen of Hearts (Demo)
5. God Rest His Soul (Solo Guitar & Vocal Demo)
6. Rollin’ Stone (Catfish Blues) (Solo Guitar & Vocal Demo)
7. Will the Circle Be Unbroken (Solo Guitar & Vocal Demo)
8. Multi-Colored Lady (Solo Guitar & Vocal Demo)
9. These Days (Solo Guitar, Piano & Vocal Demo)
10. Shadow Dream Song (Solo Guitar & Vocal Demo)
11. Wasted Words
12. These Days (Alternate Version with Pedal Steel Guitar)
13. Multi-Colored Lady (Rough Mix)
14. These Days (Rough Mix)
15. God Rest His Soul (Rehearsal)
16. Midnight Rider (Rehearsal)
17. Song for Adam / Shadow Dream Song (Solo Guitar & Vocal Demo)
18. Melissa (Live at the Capitol Theatre)

Quindi, fatevi un appunto per il 30 agosto, data in cui verrà pubblicata la ristampa, perché è un album che merita assolutamente, anche considerando che il prezzo sarà di poco superiore a quello di un singolo CD.

Bruno Conti

Visto Il Periodo Non Potevo Esimermi: Per Un’Autentica “Summer Of Love”! Mike Love – 12 Sides Of Summer

mike love 12 sides of summer

Mike Love – 12 Sides Of Summer – MELECO/BMG Rights Management CD

Tra tutti i membri o ex membri dei Beach Boys, Mike Love è certamente il meno amato dai veri fans dello storico gruppo californiano. Cugino dei tre fratelli Wilson, Love è sempre stato il frontman della band, nonché una delle voci principali ed il secondo compositore dopo Brian Wilson. Se negli anni settanta Mike si caricò il gruppo sulle spalle per cercare di sopperire alle numerose assenze di Brian dovuti ai ben noti problemi mentali e psicologici, in seguito il nostro abusò di questo suo ruolo, pubblicando dischi non esattamente degni del passato della band ed assumendo atteggiamenti discutibili, inclusa un’antipatica disputa legale per crediti non riconosciuti nella scrittura di diverse canzoni. Ma quello che è sempre risultato più controverso nell’atteggiamento di Love, oltre ad essere stato indicato come la principale causa del fallimento del progetto Smile, è il fatto di aver girato per anni a nome “The Beach Boys” insieme a Bruce Johnston (dal 1965 sostituto di Brian dal vivo, ma dotato di un millesimo del suo talento) ed un gruppo di onesti mestieranti, cosa che è ripresa anche all’indomani della reunion dei membri originali ancora in vita avvenuta nel 2012 per il loro cinquantesimo anniversario.

A parte tutto questo, Mike Love non è comunque un personaggio che ispiri grande simpatia (e lui lo sa, al punto che una volta ha dichiarato che “Per tutti quelli che pensano che Brian possa camminare sulle acque, io sono l’Anticristo”), ma è indubbiamente un musicista di primo piano, anche perché non attraversi una storia lunga come quella dei Beach Boys da protagonista se non sei qualcuno. Mike nel tempo ha sempre dedicato i suoi sforzi al gruppo che gli ha dato la fama, pubblicando solo un album da solista nel 1981, il non indimenticabile Looking Back With Love, e qualche singolo sparso sia a nome suo che come leader dell’estemporaneo gruppo Celebration. Ultimamente però Mike sembra aver ritrovato un’energia quasi giovanile, visto che negli ultimi tre anni ha dato alle stampe ben tre album: il doppio Unleash The Love nel 2017 (interessante più che altro per il secondo CD in cui riproponeva vecchi hit dei Beach Boys), il natalizio Reason For The Season (gradevole ma con i limiti tipici di un disco stagionale) ed ora questo 12 Sides Of Summer, che già dal primo ascolto si dimostra il più riuscito di tutti. Mike ha voluto creare una sorta di concept con dodici brani accomunati dal tema dell’estate, scegliendo canzoni non sue in maniera abbastanza eterogenea, qualche rivisitazione ancora dei Beach Boys e completando il tutto con un unico pezzo nuovo, anche se vedremo tra breve che proprio nuovo non è.

Mike ha fatto il disco che tutti i suoi fan si aspettano: musica decisamente piacevole, solare e sufficientemente coinvolgente, incisa benissimo e cantata con consumato mestiere (peccato il ricorso qua e là all’auto-tune). Le atmosfere e le armonie vocali sono quelle tipiche del gruppo che lo ha reso famoso, e nonostante i quattro diversi produttori ed un lungo elenco di sessionmen (non li cito dato che sono tutti abbastanza sconosciuti, a parte Bruce Johnston alle voci in un brano) il suono risulta compatto e non dispersivo. Il CD inizia con California Beach, il brano nuovo che dicevo prima che però è in realtà una outtake del 1979 dei Ragazzi Da Spiaggia, una canzone tipica, scorrevole e molto gradevole, contraddistinta da un suono che fa pensare ad un beach party con cocktail, sole e belle ragazze, un tocco caraibico e gli immancabili coretti. Ci sono poi ben quattro brani dei Beach Boys, a partire da It’s OK che non è tra le più note (era sull’album 15 Big Ones del 1976, che nonostante il titolo non era un’antologia), un pezzo decisamente coinvolgente e con Love assistito alle armonie vocali dal trio degli Hanson, arrangiamento moderno e suono splendido; Surfin’ fu il primo singolo dei BB, e qui mantiene il suo spirito fresco e solare seppur attualizzato nel sound, mentre Surfin’ Safari la conoscono anche i sassi e quindi non ha bisogno di grandi presentazioni, anche se questa versione ha un ritmo più rallentato dell’originale, che resta comunque superiore. Chiude il quartetto di brani dell’ex gruppo di Mike (si può dire ex?) una grintosa rilettura chitarristica e rockeggiante di Keepin’ The Summer Alive, in questo caso forse meglio di quella del 1980.

California Sun è un’oscura pop song degli anni sessanta che i BB hanno eseguito qualche volta dal vivo in passato, e qui è un trascinante rockabilly con fiati aggiunti ed un delizioso sapore sixties: pura fun music ma fatta benissimo; On And On And On degli ABBA deve piacere particolarmente al nostro dato che l’aveva già incisa per Looking Back With Love, e questa rilettura ci fa lasciare la fredda Svezia per adagiarci su un’assolata spiaggia californiana. Here Comes The Sun dei Beatles è proposta in una strana veste che la fa diventare una raffinata ballata d’atmosfera peraltro un po’ leccata, una soluzione che sinceramente non mi fa impazzire, meglio il superclassico bossa nova The Girl From Ipanema che con lo stesso tipo di arrangiamento suona molto più azzeccata: niente atmosfere brasiliane (che non ho mai potuto soffrire) e grande classe, oltre ad un apprezzabile tentativo del nostro di cantare in portoghese. Detto di una gradevolissima Over And Over dei Dave Clark Five in puro stile reggae-caraibico che farebbe la felicità di Jimmy Buffett, il CD si chiude con due dei pezzi migliori, cioè un’energica e trascinante Summertime Blues di Eddie Cochran ed una sorprendente Rockaway Beach, una canzone dei Ramones che qui suona in tutto e per tutto come una “lost gem” dei Beach Boys, pur mantenendo lo spirito rock’n’roll della band dei Queens.

Non è certo un capolavoro questo 12 Sides Of Summer, ma è piacevole, ben fatto e, in mancanza degli originali, è quanto di più vicino ai Beach Boys a cui oggi si possa ambire.

Marco Verdi

Novità Prossime Venture 3. Poco – The Epic Years 1972-1976 : Gli Anni Di Paul Cotton

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Poco – The Epic Years 1972-1976 – 5 CD HNE/Cherry Records – 30-08-2019

Poco, sono uno dei gruppi storici (tutt’ora in attività) e tra i migliori rappresentanti del country-rock americani: nati alla fine degli anni ’60 dall’incontro di due dei membri dei Buffalo Springfield, ovvero i cantanti e chitarristi Richie Furay e Jim Messina, con il futuro Eagle Randy Meisner al basso e George Grantham alla batteria, e con l’aggiunta dell’asso della pedal steel guitar Rusty Young. Di loro esistono varie antologie retrospettive, la migliore delle quali è indubbiamente il doppio CD The Forgotten Trail 1969-1974, un piccolo box, ricco anche di materiale inedito, che fotografa gli anni migliori della band americana. Mentre l’unico altro cofanetto, oltre a questo di cui stiamo parlando, è Original Album Classics, che raccoglie i primi 5 album di studio, quelli usciti proprio tra il 1969 e 1973.

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Della band californiana esistono anche parecchi dischi dal vivo, alcuni usciti postumi in CD negli anni 2000, ma in generale la loro discografia è servita piuttosto bene in Compact Disc. Diciamo che di questo The Epic Years non si capisce del tutto la scelta degli album, visto che anche i primi tre dischi, oltre a Deliverin’, il primo album Live del 1971, era usciti per l’etichetta del gruppo Columbia: quindi nel box troviamo il quarto, quinto, sesto e ottavo disco di studio, più il Live del 1976. L’unica cosa che li unisce, ipotizzo, ma tiro ad indovinare, è la presenza come voce solista e chitarrista di Paul Cotton, entrato nei Poco in sostituzione di Jim Messina dal terzo album From The Inside e presente in tutti gli album del cofanetto. Nella formazione in quegli anni, nel 1970, era arrivato anche Timothy B. Schmit, in sostituzione di Randy Meisner, passato agli Eagles, dove verrà proprio sostituito ancora una volta da Schmit.

Ecco i contenuti completi del box, solo due album hanno delle bonus tracks:

[CD1: A Good Feelin’ To Know (1972)]
1. And Settlin’ Down
2. Ride The Country
3. I Can See Everything
4. Go And Say Goodbye
5. Keeper Of The Fire
6. Early Times
7. A Good Feelin’ To Know
8. Restrain
9. Sweet Lovin’
Bonus Tracks:
10. I Can See Everything (Remix)
11. A Good Feelin’ To Know (Single Edit)

[CD2: Crazy Eyes (1973)]
1. Blue Water
2. Fools Gold
3. Here We Go Again
4. Brass Buttons
5. A Right Along
6. Crazy Eyes
7. Magnolia
8. Let’s Dance Tonight
Bonus Tracks:
9. Nothin’s Still The Same
10. Get In The Wind
11. Believe Me

[CD3: Seven (1974)]
1. Drivin’ Wheel
2. Rocky Mountain Breakdown
3. Just Call My Name
4. Skatin’
5. Faith In The Families
6. Krikkit’s Song (Passing Through)
7. Angel
8. You’ve Got Your Reasons

[CD4: Cantamos (1974)]
1. Sagebrush Serenade
2. Susannah
3. High And Dry
4. Western Waterloo
5. One Horse Blue
6. Bitter Blue
7. Another Time Around
8. Whatever Happened To Your Smile
9. All The Ways

[CD5: Live (1976)]
1. Medley: Blue Water / Fools Gold / Rocky Mountain Breakdown
2. Bad Weather
3. Ride The Country
4. Angel
5. High And Dry
6. Restrain
7. A Good Feelin’ To Know

Devo dire che tutti i dischi dei Poco, almeno fino a Rose Of Cimarron del 1976 (e anche tra quelli successivi ce ne sono alcuni buoni), sono molto belli, ma i cinque contenuti nel box sono probabilmente i migliori in assoluto, con una preferenza del sottoscritto per A Good Feelin’ To Know Carzy Eyes, gli ultimi due con Richie Furay, che poi rientrerà in formazione tra il 1987 e il 1990, e spesso, soprattutto dal vivo, collabora ancora con la band fino ai giorni nostri, e anche Paul Cotton è rimasto con il gruppo dal 1970 al 1988 e poi dal 1992 al 2010. L’unico membro originale sempre presente dal 1969 a oggi è Rusty Young. Quindi se volete conoscere una delle band più importanti nella storia del country-rock (armonie vocali celestiali, voci soliste incredibili, ottimi chitarristi e uno dei più grandi interpreti della pedal steel in assoluto) direi che questo box sarebbe da avere, magari insieme agli altri due segnalati nel Post. Se amate il genere o conoscerlo, come si suol dire, imperdibili.

The Epic Years 1972-1976, salvo rinvii, dovrebbe uscire il 30 agosto.

Bruno Conti

Una Bellissima Sorpresa Direttamente Dal Midwest. Frankie Lee – Stillwater

frankie lee stillwater

Frankie Lee – Stillwater – Loose/River Valley CD

Frankie Lee (da non confondersi con l’omonimo blues & soul singer scomparso nel 2015) è un giovane cantautore proveniente dal Minnesota che ha esordito nel 2013 con l’EP Middle West, al quale nel 2016 ha fatto seguire il suo primo album, American Dreamer, che ha ricevuto critiche positive un po’ ovunque. Lee (il cui cognome è Peterson) è un songwriter di stampo classico che si ispira alla musica degli anni settanta, californiana e non solo, e sa costruire melodie all’apparenza semplici ma di grande impatto. Stillwater (dal nome della sua città natale, omonima di quella più famosa in Oklahoma) è il titolo del suo secondo lavoro, un disco che già dal primo ascolto mi ha letteralmente fulminato. Non conosco American Dreamer, ma quello che so è che Stillwater è un lavoro davvero splendido, un album pieno di canzoni una più bella dell’altra, suonate e cantate con un feeling da pelle d’oca (sono in possesso di una copia promozionale ma ecco i nomi dei musicisti: Jacob Hanson, chitarra e basso, nonché produttore, Jeremy Hanson, batteria, Nelson Deveraux, flauto e sax, Charlie Smith, piano e synth, Brent Sigmeth, steel guitar, più lo stesso Lee a chitarre, piano, tastiere, batteria, basso, armonica).

Frankie ha una voce molto particolare, limpida e melodiosa, e si fa accompagnare da una strumentazione molto classica dove si evidenziano pianoforte, chitarre acustiche e spesso anche una steel, mentre le chitarre elettriche non si prendono quasi mai il centro della scena ma si limitano a cucire fra loro i vari momenti strumentali. E, dulcis in fundo, Lee è uno che sa scrivere grandi canzoni, una dote che non è esattamente da tutti: Stillwater è quindi un album di livello notevole, intenso, creativo ma nello stesso tempo diretto e godibile, e nel corso delle sue nove canzoni non c’è un solo momento di stanca. Prodotto dallo stesso Lee con Jacob Hanson, il CD inizia con Speakeasy, una splendida ballata dalla struttura classica: introduzione per chitarra arpeggiata, piano e steel sullo sfondo, sezione ritmica discreta ma ben presente ed un’atmosfera sognante e crepuscolare tipica di certe ballate californiane dei seventies (bello anche l’intervento di flauto nel finale). Canzone di alto livello che dimostra da subito che il nostro non scherza. Only She Knows è più elettrica, ha un bel riff iniziale ed un motivo decisamente riuscito ed orecchiabile specie nel delizioso ritornello (ed il background sonoro, basato sulle chitarre ed un bellissimo pianoforte, è perfetto); la cadenzata Downtown Lights (dedicata all’attrice Jessica Lange che da bambina visse a lungo a Stillwater) ha un approccio alla Neil Young ed è punteggiata da un chitarrone twang, oltre a possedere un gusto melodico sopraffino.

Tre canzoni, una meglio dell’altra. In The Blue è un lento pianistico di grande intensità, con una leggera orchestrazione alle spalle (creata probabilmente da un synth), un brano struggente ed assolutamente adulto nella scrittura; la tenue (I Don’t Wanna Know) John si regge su una chitarra pizzicata con delicatezza e sulla consueta voce gentile di Frankie, mentre sullo sfondo la steel riempie gli spazi, mentre Blinds è più mossa ma ancora guidata dal piano, e l’attacco strumentale ricorda molto certe ariose ballate di Bob Seger: indubbiamente tra le più belle del CD. Ancora il piano (grande protagonista del suono del disco) introduce la limpida One Wild Bird, altra ballad di ampio respiro servita da un motivo di prima scelta, intonato dal nostro con la solita finezza; l’album si chiude con Broken Arrow, ennesima canzone dal motivo squisito che avvicina Lee al Tom Petty più melodico, e con Ventura, uno slow toccante e di notevole pathos per voce, piano e niente altro. Stillwater è un disco sorprendente, a mio parere tra i più riusciti degli ultimi mesi.

Marco Verdi

Una (Parziale) Colonna Sonora Di Un’Epoca Irripetibile. Jakob Dylan & Friends – Echo In The Canyon

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Jakob Dylan & Friends – Echo In The Canyon – Clean Slate/BMG Rights Management CD

Laurel Canyon è un quartiere di Los Angeles che sorge dalle parti di Hollywood, una zona che a cavallo tra gli anni sessanta ed i settanta diventò  il vero e proprio centro pulsante della musica californiana in un ideale passaggio di testimone con la Summer Of Love di San Francisco. Molti artisti in voga all’epoca infatti abitavano o frequentavano quel luogo, e parecchi dischi furono ispirati da esso al punto da dover coniare il termine “Laurel Canyon Sound”: stiamo parlando di gruppi come The Byrds, Love, Beach Boys, The Doors, Buffalo Springfield prima e CSN (&Y) dopo, The Mamas & The Papas, The Monkees e solisti come Frank Zappa, Joni Mitchell e Carole King. Un elenco che potrebbe andare avanti ancora, un periodo eccezionale in cui la California era davvero al centro del mondo, ed un suono che ancora oggi influenza decine di musicisti: provate per esempio ad immaginare le carriere di artisti come Fleet Foxes, Edward Sharpe & The Magnetic Zeros, Jonathan Wilson e Father John Misty se non fosse esistito il Laurel Canyon Sound.

Ora quel periodo magnifico è rievocato in Echo In The Canyon, un docu-film diretto da Andrew Slater che ripercorre quegli anni formidabili grazie alla narrazione di alcuni dei protagonisti dell’epoca (Roger McGuinn, Brian Wilson, Stephen Stills, Graham Nash, Jackson Browne, John Sebastian, Michelle Phillips, Eric Clapton e Ringo Starr, oltre al celebre produttore Lou Adler), ed altri più vicini ai giorni nostri ma che sono stati in qualche modo influenzati da quel periodo (Jakob Dylan, Fiona Apple, Beck, Norah Jones); la pellicola vede anche la presenza di Tom Petty in una delle ultime interviste prima dell’inattesa scomparsa avvenuta due anni fa, e solo il rivederlo nel trailer è estremamente toccante. Il film, che in America è già uscito nelle sale, ha ottenuto diversi commenti positivi ma anche non poche critiche, in primis perché ha totalmente ignorato alcune figure di grande importanza: se infatti può essere un peccato veniale non aver citato John Mayall (che all’epoca aveva casa proprio in quel luogo, e nel 1968 pubblicò Blues From Laurel Canyon che è uno dei suoi album migliori di sempre), più grave è non aver considerato neppure Jim Morrison, ed addirittura imperdonabile aver dimenticato anche la Mitchell, che forse insieme a David Crosby è l’artista più legata al suono che nacque su quelle colline.

Oggi però non mi occupo del film (che uscirà in DVD a Settembre), ma della sua colonna sonora, che riprende brani dell’epoca non nella loro versione originale bensì rivisitati in primis dal già citato Jakob Dylan insieme a diversi colleghi e colleghe che duettano con lui: in effetti Echo In The Canyon si può benissimo considerare un album solista, seppur collaborativo, dell’ex leader dei Wallflowers (che anche nel film è molto presente, fungendo quasi da maestro di cerimonie), il quale rivede con bravura e rispetto tredici canzoni di quel periodo magico, scegliendo non le hit più note ma alcuni brani meno conosciuti, tranne poche eccezioni. Il suono è decisamente vintage, anche se prodotto con le tecniche moderne, ed il disco risulta parecchio piacevole e ben fatto pur non avendo la pretesa di superare le versioni originali: buona parte del merito va alla house band, che vede all’opera Fernando Perdomo e Geoff Pearlman alle chitarre, Jordan Summers alle tastiere ed organo, Dan Rothchild al basso e Matt Tecu alla batteria, e con la partecipazione dello straordinario chitarrista Greg Leisz e del noto percussionista Lenny Castro. (NDM: il recensore rompiscatole che è in me a questo punto vorrebbe far notare che alcuni gruppi sono stati omaggiati con due canzoni, ed i Byrds addirittura con quattro, ma niente è stato riservato non dico alla Mitchell ed ai Doors che sono stati proprio saltati a piè pari, ma neppure a CSN&Y dato che Stills e Young sono presenti come autori ma in quota Buffalo Springfield e Crosby con un pezzo proprio dei Byrds…ed il povero Nash?).

Il CD inizia con la deliziosa Go Where You Wanna Go dei Mamas & Papas, scintillante, ricca nei suoni e con pieno rispetto del gusto pop dei sixties, ed un bel contrasto tra la voce di Jakob (il cui timbro negli anni somiglia più a quello di Petty che di papà Bob) e quella limpida e potente di Jade Castrinos, ex voce femminile della band di Edward Sharpe. Un ottimo avvio. Dylan Jr. ed il leader dei Queens Of The Stone Age Josh Homme sono una strana coppia ma funzionano decisamente bene nella rilettura di She dei Monkees, puro pop anni sessanta gradevole ed immediato, mentre Never My Love, unico successo del gruppo The Association ed in cui il nostro si accompagna con la brava Norah Jones, è una pop song lenta ed orecchiabile con un arrangiamento quasi byrdsiano ed ottimi coretti, un pezzo raffinato e diretto al tempo stesso; No Matter What You Do dei Love è un altro brano molto bello e scorrevole, pop-rock di gran classe con ottimo lavoro delle chitarre e la seconda voce di Regina Spektor. E veniamo alle quattro canzoni dei Byrds, che partono con la famosa The Bells Of Rhymney in cui viene rispettato alla perfezione il classico jingle-jangle sound, versione riveduta e non corretta (ma rinfrescata nel suono), con un Beck meno svaporato del solito a duettare con Jakob; la poco nota e suadente You Showed Me è perfettamente nelle corde del nostro, qui ben assistito da Cat Power e da un arrangiamento molto pettyano, l’altrettanto oscura It Won’t Be Wrong, con Fiona Apple, è più rock e dotata di un ottimo refrain corale, mentre la vibrante What’s Happening, scritta da Crosby, è l’unico episodio del disco con il solo Jakob a cantare, anche se la chitarra solista è di Neil Young (e si sente).

Ha attinenze coi Byrds anche Goin’ Back, scritta dalla celebre coppia Goffin/King ma incisa anche dal gruppo di McGuinn: rilettura molto bella, splendida melodia ed eccellente accompagnamento chitarristico, una delle più riuscite del lavoro (e visto che anche qui il duetto è con Beck si poteva re-intitolare…Goin’ Beck! Hahaha…). Ecco poi i due pezzi dei Buffalo Springfield, cioè una rilettura molto bella e piena di energia di Question, in cui Jakob Dylan duetta alla grande con Eric Clapton che ovviamente si esibisce anche alla chitarra, affiancato anche dall’autore del brano Stephen Stills, ed un’intensa Expecting To Fly ancora con la Spektor, servita da un sontuoso muro del suono formato da chitarre varie, steel, piano, vibrafono ed un quartetto d’archi. Infine troviamo due classici dei Beach Boys: una squisita e sognante In My Room di nuovo con Fiona Apple, versione perfettamente coerente con lo spirito del CD (cioè rivedere brani del passato senza stravolgerli), ed una gentile ed elegante I Just Wasn’t Made For These Times (tratta dal capolavoro Pet Sounds), acustica e con una leggera orchestrazione, ed ulteriormente impreziosita dagli interventi vocali di Neil Young.

Quando uscirà la versione video di Echo In The Canyon un’occhiata gliela darò di sicuro, ma per ora mi godo la colonna sonora che fa comunque la sua bella figura.

Marco Verdi

La Voce E’ Sempre Bella, Cambiano Parecchio Le Sonorità. Lloyd Cole – Guesswork

lloyd cole guesswork

Lloyd Cole – Guesswork – earMUSIC                   

Sono passati 35 anni dalla pubblicazione del primo disco di Lloyd Cole, il bellissimo Rattlesnakes, e 32 anni dall’ultima volta in cui Cole ha lavorato con i due vecchi Commotions originali, il tastierista Blair Cowan e il chitarrista Neil Clark, nell’album Mainstream. Però, prima di iniziare a festeggiare, c’è un “MA”  grosso come una casa: infatti, come si evince dalla cartella stampa dell’etichetta (visto ho ascoltato il disco molto tempo prima dell’uscita prevista per domani 26 luglio, ho attinto anche da lì le informazioni), questo Guesswork viene presentato così:  “Chiunque si aspetti il tipico sound dei Commotions è sulla strada sbagliata: Guesswork è prevalentemente un album elettronico!” C’è un altro ma di mpatto minore da aggiungere: nella versione inglese della presentazione ‘electronic’ è tra due virgolette. Cosa vuol dire? Che l’album non è elettronico? Mi rendo conto che sto cominciando ad arrampicarmi sugli specchi, ma la differenza per quanto sottile c’è: pensate, per fare un esempio colto, a Before And After Science di Brian Eno, che pur nella sua anima sonora ricca di synth e tastiere, rimane un gran disco, soprattutto nella parte canzoni.

Per sgombrare subito dagli equivoci, il nuovo album di Cole non è così bello, però la voce di Lloyd non ha perso il suo fascino, sempre calda ed avvolgente, con quegli accenti tra Lou Reed, Dylan e Tom Verlaine, che ce lo avevano fatto amare agli inizi, anche la sua facilità nell’approccio e nella costruzione melodica non manca, proprio a voler essere pignoli, e a mio parere personale, manca una certa brillantezza nelle canzoni e comunque gli arrangiamenti privilegiano quel sound “elettronico” ricordato all’inizio. Non è quello becero tra dance e pop insulso che impera al giorno d’oggi, la chitarre a tratti ci sono,  magari un po’ nascoste, Fred Maher è presente alla batteria,  con sonorità che comunque prevedono anche l’impiego di synth modulari e di tastiere sia classiche che moderne, pensate, per avere una idea generale, anche a gente come Stan Ridgway , David Sylvian o lo scomparso Scott Walker, quello meno estremo  D’altronde uno degli ultimi dischi usciti di Lloyd Cole è stato Selected Studies Vol. 1, insieme a Hans-Joachim Roedelius dei Cluster, seguito da 1D Electronics 2012-2014 Ricapitolando, in base a tutte queste premesse, il disco potrebbe (forse) piacere anche a quanti amano il vecchio Lloyd Cole.

Tra le otto canzoni, tutte piuttosto lunghe, tra i 5 e i 7 minuti, con testi asciutti e non ridondanti come al solito, devo dire che prediligo le ballate, per quanto particolari e “lavorate” esse siano, un po’ meno i brani volutamente più “moderni” (sto esaurendo le virgolette). The Over Under, il primo pezzo dell’album, dopo una lunga introduzione strumentale si apre in una ballata tipica del nostro, una bella melodia cantabile caratterizzata da chitarre elettriche arpeggiate e tastiere avvolgenti, una canzone veramente bella con un arrangiamento splendido, che poi si stempera nella altrettanto lunga coda strumentale, fosse tutto così il disco. Night Sweats, tra chitarre robuste e distorte, archi sintetici e tastiere analogiche ricorda i vecchi suoni dei Wall Of Voodoo, sempre con la sensibilità e la bella voce di Cole, però piace meno; anche Violins con i suoi sintetizzatori e batterie elettroniche molto anni ’80, mi ha ricordato certe cose synth-pop di Robert Palmer o i Talk Talk più orecchiabili, rispettabili, ma come diciamo noi inglesi, Not My Cup Of Tea.

Remains, uno dei brani scritti con Blair Cowan è più sontuoso, quasi malinconico nel suo dipanarsi, con qualche vago eco anche dei Prefab Sprout, un piacevole mid-tempo , mentre The Afterlife è ancora quell’electro-pop raffinato e maestoso, ma un po’ fine a sé stesso, con Moments And Whatnot che sta tra i Kraftwerk e la dance più melodica, ma non mi fa impazzire, anzi. When I Came From The Mountains, incalzante e piacevole, con la chitarrina di Clark in evidenza, e qualche ricordo del Bowie tedesco, fa parte della elettronica “umana”, mentre la conclusiva The Loudness Wars, è un’altra ballata dall’afflato classico, con grande uso di tastiere, ma anche con le chitarre a fare da contrappunto, sempre della categoria belle canzoni. Luci e ombre per scrive, ma si intravede la penna brillante di quello che rimane un autore di vaglia.

Bruno Conti

La Serie Riprende Con Uno Dei Suoi Episodi Migliori. Jerry Garcia Band – Garcia Live Vol. 11

garcialive 11

Jerry Garcia Band – Garcia Live Vol. 11: Providence, RI, November 11th 1993 – ATO 2CD

Dopo una pausa di circa un anno e mezzo (ma quattro mesi fa è uscito il sestuplo Electric On The Eel) riprende la benemerita serie di album dal vivo tratti dagli archivi del compianto Jerry Garcia, che si occupa di pubblicare concerti tenuti dal nostro all’infuori dei Grateful Dead https://discoclub.myblog.it/2018/03/07/una-delle-migliori-annate-per-il-capitano-jerry-jerry-garcia-band-garcia-live-volume-10/ . Questo undicesimo volume, registrato l’11 Novembre del 1993 al Civic Center di Providence nel Rhode Island ha una particolarità, essendo il concerto completo più recente mai pubblicato per quanto riguarda il barbuto chitarrista californiano. Infatti negli anni passati erano uscite delle canzoni sparse dei Dead in alcune compilation di inediti, compreso qualche brano inciso nel 1995 poco prima della morte di Jerry, ma per quanto riguarda i concerti interi questo è il più recente (escludendo ovviamente il mega-cofanetto da 80 CD dei Dead 30 Trips Around The Sun, dove ci sono anche due show completi del 1994 e 1995, ma non disponibili separatamente). Inoltre questa è una delle ultime esibizioni in assoluto per la Jerry Garcia Band, che dopo l’ultima serata del 19 Novembre non avrebbe più tenuto spettacoli se non dopo la scomparsa del leader.

Non solo dunque questo è l’episodio più recente della serie Garcia Live, ma è anche uno dei più riusciti, in quanto il nostro è in forma che non esiterei a definire splendida, e con lui il resto del gruppo che ormai era insieme da anni e si amalgamava alla perfezione con la magica chitarra di “Captain Trips”, in particolare il formidabile Melvin Seals all’organo (e non al synth come ogni tanto succedeva negli anni precedenti), ma anche la sezione ritmica di John Kahn (basso) e David Kemper (batteria, da lì a tre anni nella band di Bob Dylan) si dà da fare non poco, e pure le due coriste Jaclyn LaBranch e Gloria Jones sono egregiamente funzionali al suono e non invadenti come ogni tanto capitava. Tredici brani su due CD, con il consueto mix tra brani originali (pochi) e cover: il suono è scintillante e la performance davvero splendida ed ispirata, con Jerry che in quel periodo era al massimo della sua espressione artistica. Peccato che “The Reaper” se lo sarebbe portato via da lì a meno di due anni. Il concerto inizia subito con due dei tre brani totali a firma Garcia/Hunter, una Cats Under The Stars molto fluida e suonata in maniera decisamente rilassata, cantata discretamente (la voce non è mai stata il punto forte di Jerry) e con chitarra ed organo già belli pronti; ancora meglio Mission In The Rain, che è migliore come canzone e qui Garcia ed i suoi la rifanno in modo molto intenso, con la chitarra più liquida che mai: nove minuti di grande musica.

Dopo i dieci minuti assolutamente godibili di That’s What Love Will Make You Do (Little Milton), suonata con uno stile a metà tra blues e funky ed un grandissimo lavoro di organo, abbiamo l’unico brano di Dylan della serata (di solito ne facevano due o tre), ma che è sicuramente tra gli highlights, e cioè una Simple Twist Of Fate lenta, intensa e quasi magica, cantata benissimo da Jerry e ricca di pathos, altri 13 minuti che volano in un baleno. Una sorpresa è la presenza di Ain’t No Bread In The Breadbox di Norton Buffalo, una bella versione corale e dal sound vibrante, ancora con Garcia e Seals che fanno a gara a chi è più bravo; il finale del primo CD è per una saltellante My Sisters And Brothers (The Sensational Nightingales) stranamente sintetica nei suoi quattro minuti, e la sempre trascinante Deal, strepitosa rilettura dell’ultimo pezzo originale di Jerry. Nel secondo dischetto Garcia ribadisce il suo amore per il rhythm’n’blues con due pezzi di Smokey Robinson, portati al successo rispettivamente dai Temptations (The Way You Do The Things You Do) e dalle Marvelettes (The Hunter Gets Captured By The Game), due canzoni che il nostro adatta alla perfezione al suo stile, con un grande aiuto da parte delle due coriste.

Jerry amava molto anche Van Morrison, e qui lo dimostra con un’intensissima He Ain’t Give You None (che proviene dal periodo Bang dell’irlandese, e che Garcia aveva già pubblicato nel suo Compliments), eseguita con il massimo rispetto e senza stravolgere la melodia, tipica del cantante di Belfast. Non mancano neppure i Beatles, e se Dear Prudence nel White Album era un breve e delicato pastiche acustico qui diventa un tour de force di quasi 12 minuti, con un’altra prestazione strumentale collettiva maiuscola. Conclusione con una vitale Don’t Let Go di 13 minuti, dotata di una parte centrale quasi psichedelica in cui la chitarra tocca vette altissime, seguita da una superlativa Midnight Moonlight di Peter Rowan, dal tempo veloce e con un arrangiamento deliziosamente country-rock. Un concerto quindi senza sbavature, anzi direi quasi perfetto, tra i più belli della serie.

Marco Verdi

Novità Prossime Venture 2. Il “Solito” Elvis Di Agosto: Cofanetto Elvis Presley Live 1969

elvis live 1969

Elvis Presley – Elvis “Live 1969” – 11 CD Box Rca/Legacy – 09-08-2019

Come tutti gli anni ad agosto, in concomitanza con la data della morte, avvenuta il 16 agosto del 1977, la RCA (ora del gruppo Sony), la sua vecchia etichetta pubblica qualcosa di “nuovo” per ricordare la ricorrenza. Quest’anno tocca ad un lussuoso cofanetto di 11 CD che raccoglie tutti i concerti tenuti dal 21 al 26 agosto del 1969 all’International Hotel di Las Vegas, sia pomeriggio che sera, molti dei quali parzialmente inediti, altri pubblicati tramite l’etichetta FTD Follow That Dream, uno spin-off ufficiale della Sony che dal 1999 pubblica materiale dedicato specificatamente ai collezionisti e venduto direttamente dalla label, ma non nei circuiti normali. Infine un concerto, quello serale del 25 agosto è completamente inedito, mentre quello di mezzanotte dello stesso giorno era stato già pubblicato dalla FTD.

Comunque di seguito potete leggere il lungo dettaglio completo dei contenuti del box:

[CD1]
Show 1 – August 21, 1969. Midnight show
1. Blue Suede Shoes* (Carl Perkins)
2. I Got A Woman (Ray Charles)
3. All Shook Up (Otis Blackwell/Elvis Presley)
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/(Otis Blackwell/Elvis Presley)
6. Heartbreak Hotel (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
7. Hound Dog (Jerry Leiber/Mike Stoller)
8. Memories (Billy Strange/Scott “Mac” Davis)
9. Mystery Train/Tiger Man (Junior Parker/Sam Phillips)/ (Joe Hill Louis/Sam Burns)
10. Monologue*
11. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
12. Runaway (Max Crook/Del Shannon)
13. Are You Lonesome Tonight? (Roy Turk/Lou Handman)
14. Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney)/(John Lennon/Paul McCartney)
15. Introductions including Happy Birthdaysung to James Burton)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set 08-13-1991
16. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
17. Suspicious Minds (Mark James)
18. What’d I Say (Ray Charles)
19. Can’t Help Falling In Love (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)

Tracks 2-9, 11-19 first issued on the album Viva Las Vegas-7-31-2007
*Previously unreleased

[CD2]
Show 2 – August 22, 1969. Dinner show
1. Blue Suede Shoes (Carl Perkins)
First release: RCA Walmart Special (US. & International BMG ELVIS VIVA LAS VEGAS 2-CD set- 07-31-2007
2. I Got A Woman (Ray Charles)
3. All Shook Up (Otis Blackwell/Elvis Presley)
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
6. Heartbreak Hotel (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
7. Hound Dog (Jerry Leiber/Mike Stoller)
8. Memories (Billy Strange/Scott “Mac“ Davis)
9. Mystery Train/Tiger Man (Junior Parker/Sam Phillips)/ (Joe Hill Louis/Sam Burns)
10. Monologue
First release: RCA Walmart Special (US. & International BMG ELVIS VIVA LAS VEGAS 2-CD- 07-31-2007
11. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
12. Runaway (Max Crook/Del Shannon)
13. Are You Lonesome Tonight? (Roy Turk/Lou Handman)
14. Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney)/(John Lennon/Paul McCartney)
15. Introductions
16. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
17. Suspicious Minds (Mark James)
18. What’d I Say (Ray Charles)
19. Can’t Help Falling In Love (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)

Complete show release: FTD ELVIS IN PERSON AT THE INTERNATIONAL HOTEL, Las Vegas, Nevada 2-CD-12-2008

[CD3]
Show 3 – August 22, 1969. Midnight show
1. Blue Suede Shoes* (Carl Perkins)
2. I Got A Woman * (Ray Charles)
3. All Shook Up* (Otis Blackwell/Elvis Presley)
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set-08-13-1991
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD -08-13-1991
6. Heartbreak Hotel* (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
7. Hound Dog* (Jerry Leiber/Mike Stoller)
8. Memories* (Billy Strange/Scott “Mac” Davis)
9. My Babe (Willie Dixon)
First release: RCA ELVIS: TODAY, TOMORROW & FOREVER 4-CD SET 06-25-2002
10. Mystery Train/Tiger Man (Junior Parker/Sam Phillips)/ (Joe Hill Louis/Sam Burns)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set -08-13-1991
11. Monologue*
12. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
First release: RCA ELVIS: TODAY, TOMORROW & FOREVER 4-CD SET-06-25-2002
13. Funny How Time Slips Away (Willie Nelson)
First release: RCA ELVIS: TODAY, TOMORROW & FOREVER 4-CD SET-06-25-2002
14. Runaway (Max Crook/Del Shannon)
First release: RCA ELVIS: TODAY, TOMORROW & FOREVER 4-CD SET-06-25-2002
15. Are You Lonesome Tonight?* (Roy Turk/Lou Handman)
16. Yesterday/Hey Jude* (John Lennon/Paul McCartney)/ (John Lennon/Paul McCartney)
17. Introductions*
18. In The Ghetto* (Scott “Mac” Davis)
19. Suspicious Minds* (Mark James)
20. What’d I Say (Ray Charles)
First release: RCA ELVIS: TODAY, TOMORROW & FOREVER 4-CD SET 06-25-2002
21. Can’t Help Falling In Love* (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)

*Previously unreleased
Previously Unreleased as a Complete Show

[CD4]
Show 4 – August 23, 1969. Dinner show
1. Blue Suede Shoes (Carl Perkins)
2. I Got A Woman (Ray Charles)
3. All Shook Up (Otis Blackwell/Elvis Presley)
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
6. Heartbreak Hotel (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
7. Hound Dog (Jerry Leiber/Mike Stoller)
8. Memories (Billy Strange/Scott “Mac” Davis)
9. Mystery Train/Tiger Man (Junior Parker/Sam Phillips)/ (Joe Hill Louis/Sam Burns)
10. Monologue
11. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
12. Runaway (Max Crook/Del Shannon)
13. Are You Lonesome Tonight? (Roy Turk/Lou Handman)
14. Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney)/ (John Lennon/Paul McCartney)
15. Introductions
16. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
17. Suspicious Minds (Mark James)
18. What’d I Say (Ray Charles)
19. Can’t Help Falling In Love (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)

First release: RCA 2-LP set THE INTERNATIONAL HOTEL, LAS VEGAS, NEVADA, AUGUST 23, 1969- 04-13-2019

[CD5]
Show 5 – August 23, 1969. Midnight show
1. Blue Suede Shoes (Carl Perkins)
2. I Got A Woman (Ray Charles)
3. All Shook Up (Otis Blackwell/Elvis Presley)
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
6. Heartbreak Hotel (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
7. Hound Dog (Jerry Leiber/Mike Stoller)
8. Memories (Billy Strange/Scott ”Mac” Davis)
9. Mystery Train/Tiger Man (Junior Parker/Sam Phillips)/ (Joe Hill Louis/Sam Burns)
10. Monologue
11. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
12. Runaway (Max Crook/Del Shannon)
13. Reconsider Baby (Lowell Fulsom)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set -08-13-1991
14. Are You Lonesome Tonight? (Roy Turk/Lou Handman)
15. Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney. (John Lennon/Paul McCartney)
16. Introductions
17. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
18. Suspicious Minds (Mark Davis)
19. What’d I Say (Ray Charles)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set 08-13-1991
An edited version was first released on RCA ELVIS-GREATEST HITS VOLUME ONE 11-1981
20. Can’t Help Falling In Love (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)

Complete show release: FTD ELVIS AT THE INTERNATIONAL- 01-2003

[CD6]
Show 6 – August 24, 1969. Dinner show
1. Blue Suede Shoes (Carl Perkins)
2. I Got A Woman (Ray Charles)
3. All Shook Up (Otis Blackwell/Elvis Presley)
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
6. Heartbreak Hotel (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set 08-13-1991
7. Hound Dog (Jerry Leiber/Mike Stoller)
8. I Can’t Stop Loving You (Don Gibson)
9. Johnny B. Goode (Chuck Berry)
10. Monologue
11. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
12. Runaway (Max Crook/Del Shannon)
13. Are You Lonesome Tonight? (Roy Turk/Lou Handman)
14 Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney)/ (John Lennon/Paul McCartney)
First release: (“Yesterday” only. RCA ELVIS ARON PRESLEY 8-LP set 08-1980
15. Introductions
16. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
17. Suspicious Minds (Mark James)
18. What’d I Say (Ray Charles)
19. Can’t Help Falling In Love (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)

Complete show release: RCA LIVE IN LAS VEGAS 4-CD set -7-10-2001

[CD7]
Show 7- August 24, 1969. Midnight show
1. Blue Suede Shoes (Carl Perkins)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)- 11-2006
2. I Got A Woman (Ray Charles)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)- 11-2006
3. All Shook Up (Otis Blackwell/Elvis Presley)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)- 11-2006
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)- 11-2006
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)- 11-2006
6. Heartbreak Hotel (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)-11-2006
7. Hound Dog (Jerry Leiber/Mike Stoller)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)-11-2006
8. I Can’t Stop Loving You* (Don Gibson)
9. Johnny B. Goode (Chuck Berry)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2 LP set-10-14-1969
10. Monologue*
11. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
First release: RCA PLATINUM – A LIFE IN MUSIC 4 CD set-7-15-1997
12. Runaway* (Max Crook/Del Shannon)
13. Are You Lonesome Tonight? (Roy Turk/Lou Handman)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2 LP set-10-14-1969
14. Words (Robin, Barry & Maurice Gibb)
First release: RCA PLATINUM – A LIFE IN MUSIC 4 CD set-7-15-1997
15. Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney)/ (John Lennon/Paul McCartney)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)- 11-2006
16. Introductions*
17. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
First release: RCA ELVIS ARON PRESLEY 8-LP set 08-1980
18. Suspicious Minds (Mark James)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)-11-2006
19. Can’t Help Falling In Love (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)-11-2006

*Previously unreleased
Previously Unreleased as a Complete Show

[CD8]
Show 8 – August 25, 1969. Dinner show
1. Blue Suede Shoes (Carl Perkins)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set -08-13-1991
2. I Got A Woman (Ray Charles)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set-08-13-1991
3. All Shook Up* (Otis Blackwell/Elvis Presley)
4. Love Me Tender* (Vera Matson/Elvis Presley)
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel* (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
6. Heartbreak Hotel* (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
7. Hound Dog* (Jerry Leiber/Mike Stoller)
8. Memories (Billy Strange/Scott “Mac” Davis)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set-08-13-1991
9. Mystery Train/Tiger Man* (Junior Parker/Sam Phillips)/ (Joe Hill Louis/Sam Burns)
10. Monologue*
11. Baby, What You Want Me To Do* (Jimmy Reed)
12. Funny How Time Slips Away (Willie Nelson)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set-08-13-1991
13. Runaway (Max Crook/Del Shannon)
First release: RCA ON STAGE – FEBRUARY, 1970-06-01-1970
14. Words (Robin, Barry & Maurice Gibb)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)-11-2006
15. Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney)/ (John Lennon/Paul McCartney)
First release: (“Yesterday”): RCA ON STAGE – FEBRUARY, 1970-06-01-1970
First release: (“Hey Jude”): RCA ON STAGE (1999 re-release)-05-18-1999
16. Introductions*
17. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set-10-14-1969
18. Suspicious Minds* (Mark James)
19. What’d I Say* (Ray Charles)
20. Can’t Help Falling In Love* (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)

*Previously unreleased
Previously Unreleased as a Complete Show

[CD9]
Show 9 – August 25, Midnight show
1. Blue Suede Shoes (Carl Perkins)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set-10-14-1969
2. I Got A Woman (Ray Charles)
3. All Shook Up (Otis Blackwell/Elvis Presley)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set 10-14-1969
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
6. Heartbreak Hotel (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
7. Hound Dog (Jerry Leiber/Mike Stoller)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set-10-14-1969
8. I Can’t Stop Loving You (Don Gibson)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set-10-14-1969
9. My Babe (Willie Dixon)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set-10-14-1969
10. Mystery Train/Tiger Man (Junior Parker/Sam Phillips)/ (Joe Hill Louis/Sam Burns)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set-10-14-1969
11. Monologue
12. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
13. Runaway (Max Crook/Del Shannon)
14. Are You Lonesome Tonight? (Roy Turk/Lou Handman)
15. Words (Robin, Barry & Maurice Gibb)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set-10-14-1969
16. Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney)/ (John Lennon/Paul McCartney)
17. Introductions
18. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
First release: FTD WRITING FOR THE KING (book & 2-CD set)-11-2006
19. Suspicious Minds (Mark James)
20. What’d I Say (Ray Charles)
21. Can’t Help Falling In Love (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)

Complete show release: FTD HOT AUGUST NIGHT-06-2013

[CD10]
Show 10 – August 26, 1969. Dinner show
1. Blue Suede Shoes (Carl Perkins)
2. I Got A Woman (Ray Charles)
3. All Shook Up (Otis Blackwell/Elvis Presley)
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
6. Heartbreak Hotel (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
7. Hound Dog (Jerry Leiber/Mike Stoller)
8. Memories (Billy Strange/Scott “Mac” Davis)
9. My Babe (Willie Dixon)
First release: RCA ELVIS ARON PRESLEY 8-LP set -08-1980
10. Mystery Train/Tiger Man (Junior Parker/Sam Phillips)/ (Joe Hill Louis/Sam Burns)
11. Monologue
12. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
13. Runaway (Max Crook/Del Shannon)
14. Inherit The Wind (Eddie Rabbitt)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set-08-13-1991
15. Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney)/ (John Lennon/Paul McCartney)
16. Introductions
17. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
18. Suspicious Minds (Mark James)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set-10-14-1969
19. Can’t Help Falling In Love (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)
First release: RCA FROM MEMPHIS TO VEGAS/FROM VEGAS TO MEMPHIS 2-LP set-10-14-1969

Complete show release: FTD LIVE IN VEGAS-02-2011

[CD11]
Show 11 – August 26, 1969. Midnight show
1. Blue Suede Shoes (Carl Perkins)
2. I Got A Woman (Ray Charles)
3. All Shook Up (Otis Blackwell/Elvis Presley)
4. Love Me Tender (Vera Matson/Elvis Presley)
5. Jailhouse Rock/Don’t Be Cruel (Jerry Leiber/Mike Stoller)/ (Otis Blackwell/Elvis Presley)
6. Heartbreak Hotel (Tommy Durden/Mae Boren Axton/Elvis Presley)
7. Hound Dog (Jerry Leiber/Mike Stoller)
8. I Can’t Stop Loving You (Don Gibson)
9. Mystery Train/Tiger Man (Junior Parker/Sam Phillips)/ (Joe Hill Louis/Sam Burns)
10. Monologue
11. Baby, What You Want Me To Do (Jimmy Reed)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set-08-13-1991
12. Runaway Max Crook/Del Shannon)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set-08-13-1991
13. Are You Lonesome Tonight? (Laughing version. (Roy Turk/Lou Handman)
First release: RCA ELVIS ARON PRESLEY 8-LP set-08-1980
14. Rubberneckin’ (Dory Jones/Bunny Warren)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set-08-13-1991 (complete version only)
15. Yesterday/Hey Jude (John Lennon/Paul McCartney)/ (John Lennon/Paul McCartney)
16. Introductions
17. In The Ghetto (Scott “Mac” Davis)
18. This Is The Story (Chris Arnold/Geoff Morrow/David Martin)
First release: RCA COLLECTORS GOLD 3-CD set-08-13-1991
19. Suspicious Minds (Mark James)
20. Can’t Help Falling In Love (Hugo Peretti/Luigi Creatore/George Weiss)

Complete show release: FTD ALL SHOOK UP-07-2005

Come potete vedere il repertorio è praticamente identico per tutti i concerti, con pochissime eccezioni che potete leggere, e quindi destinato solo ai fan più sfegatati, gli altri si possono accontentare di In Person at the International Hotel, Las Vegas, Nevada, che aveva degli estratti dei concerti del 24-25-26 agosto oppure del box Live In Las Vegas che aveva il concerto completo della mezzanotte del 25 agosto. Esce il 9 agosto p.v.

Bruno Conti