Un Trio Di Delizie Blues Alligator Per L’Estate 3. Nick Moss Band – Lucky Guy

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Nick Moss Band – Lucky Guy! – Alligator Records/Ird

Per molti anni la Nick Moss Band è stata una delle migliori realtà della scena blues di Chicago (tra il 2010 e il 2016 hanno registrato cinque album, l’ultimo dei quali l’ottimo doppio https://discoclub.myblog.it/2016/07/13/breve-gustosa-storia-del-blues-rock-due-dischi-nick-moss-band-from-the-root-to-the-fruit/ ), ma in precedenza Nick aveva registrato vari dischi solisti oppure come Nick Moss And The Flip Tops, e prima ancora aveva fatto una lunga gavetta nelle band di Buddy Scott, Jimmy Dawkins, la Legendary Blues Band Jimmy Rogers, proponendo un blues elettrico e vibrante ma di stampo classico. Mentre nella Nick Moss Band lo stile del gruppo aveva iniziato ad incorporare elementi rock-blues, psych e jam, grazie anche alla presenza del formidabile vocalist Mike Ledbetter, che poi appunto nel 2016 aveva lasciato per formare un proprio gruppo insieme a Monster Mike Welch, autori di un eccellente disco nell’estate del 2017, https://discoclub.myblog.it/2017/06/09/sempre-piu-un-mostro-della-chitarra-monster-mike-welch-and-mike-ledbetter-right-place-right-time/, ma purtroppo all’inizio del 2019, a soli 33 anni Ledbetter ci ha lasciati per le complicazioni dovute ad un attacco di epilessia. Tornando a Moss, il “grosso” chitarrista nel frattempo aveva deciso di tornare ad un suono più classico tra electric e jump blues, formando un sodalizio con l’armonicista Dennis Gruenling (a sua volta autore di nove album solisti), e firmando per la Alligator Records, affidandosi alla produzione di Kid Andersen che lo scorso anno ha pubblicato l’eccellente  https://discoclub.myblog.it/2018/03/19/un-grande-bluesman-di-peso-ma-anche-di-spessore-the-nick-moss-band-featuring-dennis-gruenling-the-high-cost-of-low-living/.

Poco più di un anno e mezzo dopo ecco il secondo disco per la Alligator Lucky Guy, altro fulgido esempio dello scintillante ed eclettico stile di Moss e della sua band. Come si usa dire, squadra vincente non si cambia, e quindi il produttore è nuovamente Kid Andersen (insieme a Nick), all’armonica e autore di due brani che canta anche, Dennis Gruenling: l’ ottimoTaylor Streiff è sempre alle tastiere, Patrick Seals alla batteria, l’unica variazione è il nuovo bassista Rodrigo Mantovani che ha sostituito Nick Fane. Ancora una volta il nostro amico, pur rimanendo ancorato ad uno stile molto legato alla tradizione, lo fa proponendo un repertorio originale con ben undici brani a firma propria. che comunque vanno a toccare le varie sfumature del Chicago blues e non solo. Moss non ha forse la voce fantastica di Ledbetter, ma è comunque più che adeguata alla bisogna e peraltro compensata dalla sua travolgente tecnica chitarristica. Non sarà un caso se ai Blues Music Awards di maggio 2019 Michael Ledbetter ha vinto come miglior vocalist e B.B. King Entertainer, la Welch-Leadbetter Band miglior gruppo e Monster Mike Welch miglior chitarrista. Dennis Gruenling miglior armonicista e Nick Moss miglior musicista Blues tradizionale uomo dell’anno.

Il disco si apre con 312 Blood (si tratta del numero del prefisso telefonico dell’area di Chicago), un brillante shuffle mid-tempo dove Nick canta con voce declamatoria e partecipe della sua città natia e la sua band suona con impeto, il piano elettrico di Streiff, l’armonica di Gruenling e la stessa chitarra di Moss intervengono con brevi ma efficaci assoli; Ugly Woman è l’unica oscura cover, di tale Johnny O’Neal Johnson, un corposo jump blues à la Louis Jordan, con aggiunta di fiati e divertente call on response con il resto del gruppo, un brano mosso e contagioso, con il pianino scatenato di Streiff e la voce del nostro che mi ha ricordato vagamente quella di Peter Green nella sua trasferta nella Windy City, e anche la solista non scherza con un intervento pungente. La title track prevede una parte cantata molto raffinata di Moss, mentre chitarra ed armonica si lasciano andare a continui ficcanti assoli sul groove swingante del brano, per poi “raccogliersi” in un lentone d’atmosfera come Sanctified, Holy, And Hateful, solenne e scandito dalle volute del piano di Streiff, cantato veramente bene da Nick Moss, con l’armonica di contrappunto di Griuenling che fa quasi la parte dei fiati, prima di un assolo mozzafiato della Gibson del nostro.

Il primo dei due brani composti da Dennis Gruenling è una travolgente e pimpante Moving On My Way, di nuovo con tutta la band a rispondere a livello vocale al canto ruvido di Dennis, mentre all’assolo di Moss se ne aggiunge uno anche di Kid Andersen, con i due chitarristi che si rispondono dai canali dello stereo, per poi lasciare spazio nel finale all’armonica. Tell Me There’s Nothing Wrong, con Andersen alla baritone guitar è un Chicago blues diciamo più “normale”, buono senza essere memorabile, anche se i vari solisti sono sempre efficaci ai loro strumenti, stesso discorso anche per Full Moon Ache, che però in più ha un frenetico tempo che è spesso sull’orlo di trasformarsi in un rockabilly che ricorda certe cose dei Blasters più tradizionalisti, con un paio di divertenti “ululati” di Moss nel finale. Me And My Friends va di R&B alla grande, canzone appunto ritmata e molto coinvolgente, con il “solito” assolo sferzante della chitarra del nostro amico. Non manca un omaggio allo stile unico di Booker T. & The Mg’s con il fantastico strumentale Hot Zucchini, ancorati da un colossale groove del basso di Mantovani, l’organo di Streiff e la chitarra di Moss ripropongono i vecchi duelli di Jones e Cropper con classe cristallina, pure con fiati d’ordinanza sullo sfondo.

Simple Minded è un altro pezzo in puro Chicago style con piano, chitarra e il mandolino di Andersen a ricreare le atmosfere classiche delle 12 battute,  sulle quali si adagia l’armonica di Gruenling, che poi propone il suo secondo brano, Wait And See, altro limpido esempio del miglior blues che esce dalle strade della città dell’Illinois, ruvido e corposo, come prevede lo stile di Dennis, che comunque lascia spazio anche ad un ficcante assolo di Nick. Ci avviciniamo al finale con As Good It Gets un breve boogie semiacustico solo con armonica, chitarra, il contrabbasso slappato di Mantovani e la voce implorante di Moss, che poi lascia spazio alla notturna e jazzata Cutting The Monkey’s Tail, uno strumentale swingante e filante che è una ennesima occasione per ascoltare in azione i magnifici solisti di questa band, che poi si fanno più pensosi nell’ultimo brano. Una sentita The Comet ,dedicata all’amico scomparso Mike Ledbetter, cantata splendidamente da Moss, la canzone si avvale di un finissimo lavoro della chitarra solista di Monster Mike Welch, mentre Nick si limita ad accompagnare alla acustica in questo brano che rievoca le atmosfere del blues primigenio in arrivo dalle sponde del Delta del Mississippi https://www.youtube.com/watch?v=dN0iUMWDNwU  e che chiude in gloria questo ulteriore ottimo lavoro della Alligator, una etichetta, una garanzia di qualità.

Bruno Conti

Un Trio Di Delizie Blues Alligator Per L’Estate 3. Nick Moss Band – Lucky Guyultima modifica: 2019-08-20T18:30:08+02:00da bruno_conti
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